lunedì 30 marzo 2020

Amor ch'a nullo amato amar perdona...


Se in questi giorni vi state lamentando della reclusione forzata, provate ad immaginare come possono sentirsi i dannati costretti a rimanere nei gironi infernali per l'eternità!
Oggi conosceremo due peccatori che, almeno (magra consolazione!), sono destinati a scontare insieme le loro pene in eterno: si tratta di Paolo e Francesca, protagonisti di una delle storie d'amore più note di tutti i tempi.
Ricordate quando parlavamo di Isabella e Zerbino, gli amanti sfortunati incontrati durante la lettura dell'Orlando Furioso? Avevamo visto anche altre passioni amorose finite in modo tragico, no? Rammentate Lisabetta da Messina, la cui storia è narrata nel Decameron di Boccaccio (argomento che tra qualche settimana riprenderemo, vista anche una certa attualità di contesto) e Romeo e Giulietta di William Shakespeare, vero? Bene! Vi avevo già anticipato che un'altra storia d'amore conclusa in tragedia sarebbe stata presentata nel corso della lettura della Divina Commedia, e adesso eccoci qua: signori e signore... stiamo per conoscere la triste vicenda di Paolo e Francesca!


Dante e Virgilio sono giunti nel girone dei lussuriosi ("peccator carnali che la ragion sommettono al talento"), tra le anime di coloro che in vita si sono fatti travolgere dalla passione amorosa e che adesso vengono sbattuti con violenza da una bufera infernale.
Tra di essi Dante scorge due anime che stanno volando assieme e, incuriosito, chiede di poter parlare con loro. Le due anime - protagoniste di una storia di cronaca realmente accaduta ai tempi di Dante - sono proprio quelle di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, due cognati (Paolo è il fratello di Gianciotto Malatesta, marito di lei) che scoprono di essere innamorati l'uno dell'altro e che hanno pagato con la vita la loro passione, visto che il marito tradito li ha uccisi entrambi.
Paolo Malatesta era bellissimo - lo chiamavano Paolo "il bello" e un motivo ci sarà stato, no? - e anche Francesca, di sicuro, lo era. Ma, come spesso avveniva all'epoca, la donna è destinata a sposarsi con il fratello di Paolo, Gianciotto, che bello non lo era per niente, anzi, aveva pure dei gravi difetti fisici che ne deturpavano l'aspetto. In realtà i due si amano in segreto, fino a quando scoprono che il loro amore è corrisposto e questo segnerà la loro condanna a morte, visto che il marito di lei nonché fratello di lui - come detto - li scoprirà e li ucciderà.



Le due anime che si recano da Dante per parlare con lui non sembrano neppure dei dannati infernali, infatti vengono fin da subito paragonate a colombe che volano verso il loro dolce nido, quindi rimandano ad un'immagine molto tenera e delicata, e Francesca, l'unica dei due che proferirà parola in tutto il canto, usa dei modi e delle parole molto cortesi nei confronti del suo interlocutore, segno del suo animo sensibile e gentile.
Francesca spiega a Dante che Paolo si innamorò immediatamente di lei, apprezzando la sua bellezza fisica, e pronuncia la famosa frase "Amor ch'a nullo amato amar perdona" che è divenuta famosissima a livello planetario, anche se - forse - pochi sanno davvero comprenderne il significato. Proviamo a comprenderlo bene noi.

La frase in questione, ripresa dalla poesia stilnovista che Dante conosceva bene, indicai che l'Amore non consente a chi è amato di non contraccambiare questo sentimento, quindi una sorta di amore sempre corrisposto, se vogliamo. Questo per giustificare, quindi, l'amore di Francesca per Paolo, considerando appunto il fatto che entrambi fossero giovani e belli (e che nel matrimonio di lei, per giunta, tali condizioni non venivano rispettate).
Ma l'espressione ha un significato ulteriore, ovvero il fatto che l'Amore, non per niente indicato con la lettera maiuscola, va considerato nel senso di sentimento assoluto, non solo carnale, pertanto quando si ama qualcuno o qualcosa, lo si deve fare in senso assoluto, totalizzante ed un Amore di tal genere torna sempre indietro ricambiato. E' un invito all'Amore totalmente coinvolgente, alla passione assoluta, in una parola è un invito a fare del Bene e se il Bene lo si fa, indietro tornerà sempre. Bello come concetto, no?

espressione talmente nota da essere finita
anche nei gadget (questo è un fermacarte mio)

Dante prega Francesca di raccontare come si sono resi conto, lei e Paolo, di essere entrambi innamorati e l'anima della donna, con la consueta gentilezza, afferma che lo accontenterà, seppur  - dice - dover ricordare un momento felice quando si è in una situazione di sofferenza rappresenta uno dei dolori più grandi che si possa provare.
Sai che ho proprio scelto questi versi nel corso di una iniziativa proposta dal quotidiano regionale "La Nazione" in occasione del Dantedì? E che li ho pure recitati in un video, sempre rispondendo all'invito di un'altra iniziativa proposta per la medesima occasione?
Beh, dopotutto dimostrano la profonda attualità di Dante e della letteratura in genere, no?
Anche noi, in un momento difficile come questo, in cui siamo costretti a rimanere al riparo da un virus sconosciuto, ci ricordiamo con tristezza e malinconia dei momenti in cui potevamo uscire di casa liberi e senza preoccuparci di finire gravemente ammalati, non trovate?
Ma torniamo a Francesca e alla sua storia che sta per raccontare a Dante, consapevole che il ricordo le procurerà una sofferenza tale da spingerla a parlare e piangere insieme.
Questi sono le famosissime terzine in cui Francesca racconta come lei e Paolo si sono accorti di essere innamorati, facendo riferimento ad un'altra storia d'amore tragica, ovvero quella tra Lancillotto, prode paladino di Re Artù, e Ginevra, moglie dello stesso sovrano.
Paolo ascolta, piangendo, al suo fianco, in completo silenzio...

"Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso

la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante"


Queste terzine sono di una potenza incredibile e fanno rivivere, come fosse la scena di un film, il momento in cui Francesca e Paolo scoprono di provare un sentimento forte l'uno per l'altro.
Un giorno, mentre si trovavano in stanza da soli e senza immaginare ciò che sarebbe avvenuto dopo, stavano leggevano un libro in cui il protagonista era Lancillotto.
Il libro in questione parla di una storia d'amore, quella tra Lancillotto (cavaliere di Re Artù) e Ginevra (moglie del sovrano) - trattasi di storia d'amore che finirà male, come potete immaginare - e non era inconsueto che si leggessero dei libri assieme. All'epoca le forme di svago erano pochissime e la leggere libri, per chi era in grado di farlo, era una di queste.
La scena che stanno leggendo Paolo e Francesca è molto coinvolgente, infatti riguarda proprio il momento in cui il cavaliere scopre di amare Ginevra. Nel corso della lettura i loro occhi si incontrano per più volte ed entrambi sentono i loro volti impallidire, tutti segnali che stanno vivendo un medesimo turbamento.
Ad un tratto i due lettori innamorati cedono, e lo fanno nel punto in cui leggono la scena di Lancillotto che bacia la bocca dell'amante: anche Paolo, immedesimatosi completamente nella scena letta, tutto tremante, bacia la bocca di Francesca.
Francesca continua dicendo che il libro è stato Galeotto (e con esso, ovviamente, l'autore che lo ha scritto) e conclude affermando che da quel momento in poi nessuno dei due poté andare più avanti nella lettura.
Questi splendidi versi, come puoi immaginare, sono stati ritratti in pittura una svariata quantità di volte. Sotto, solo qualche assaggio...




L'espressione "Galeotto fu il libro e chi lo scrisse" è un'altra frase molto famosa entrata nell'immaginario collettivo - dopo queste parole Dante fa intendere che i due non avranno più modo di leggere il libro e molti lettori l'hanno associata al momento in cui vengono uccisi perchè sorpresi da Gianciotto -, ma proviamo anche stavolta a comprenderne il significato più profondo.


Galeotto, anzi Galehaut, era un personaggio della storia di Lancillotto e Ginevra, uomo di corte di Re Artù, amico di Lancillotto, che favoriva la loro relazione amorosa.
Così come Galeotto ha fatto in modo che Lancillotto e Ginevra potessero amarsi, facendo dichiarare i reciproci sentimenti proibiti, alla stessa maniera il libro ha fatto in modo che Paolo e Francesca dimostrassero in maniera esplicita la loro passione amorosa.
Per questo Francesca dice che il libro è stato "Galeotto": ha fatto in modo di favorire il loro amore, esattamente come il comportamento di Galehaut nei confronti di Lancillotto e Ginevra.
Tutto chiaro? Spero di sì.

La frase "quel giorno più non vi leggemmo avante" non viene interpretata in modo univoco: secondo alcuni commentatori potrebbe significare che, nel momento stesso in cui i due si baciano, vengono sorpresi da Gianciotto e, colti sul fatto, vengono uccisi all'istante; secondo altri, invece, significa semplicemente che i due innamorati non hanno continuato la lettura ed hanno cominciato a frequentarsi portando avanti la loro storia d'amore prima di venir scoperti e uccisi.
Francesca aveva anche detto in precedenza che il girone dei traditori dei parenti (chiamato Caina) sta attendendo Gianciotto, l'esecutore materiale del loro duplice omicidio, facendo intendere che il peccato commesso dal marito è peggiore di quello che stanno scontando loro. Ricordi, infatti, che i gironi dei traditori sono quelli collocati nella parte infernale più bassa e vicina a Lucifero, vero? Paolo e Francesca, invece, sono nella parte più lontana da Lucifero stesso e ciò significa che, secondo Dante, il peccato della lussuria è molto meno grave di quello del tradimento.


Dopo queste parole di Francesca, ascoltate in silenzio da Paolo che sta piangendo al suo fianco, Dante, sopraffatto dalla commozione, sviene e il V canto si conclude con i versi "e caddi come corpo morto cade"
Dante, probabilmente, si sente troppo coinvolto: non ha avuto anche lui, sposato, una passione amorosa totalizzante per un'altra donna, anch'essa coniugata con un altro uomo? Di sicuro lo ha turbato la narrazione di Francesca e vi avrà sentito molte affinità, oltre al fatto di provare anche una certa paura di finire nel girone infernale dei lussuriosi, sbattuto dalla bufera, pure lui, perchè no?


E adesso, prova a sedimentare le conoscenze che hai appreso dalla lettura di questi versi osservando i due video che trovi inseriti sotto.

Il primo è il consueto video della Divina Commedia in HD - già nominato sull'attività di Minosse - in cui potrai, come al solito, ammirare immagini ed animazioni molto suggestive


Il secondo è tratto dal canale YouTube La Divina Commedia on line e riepiloga la storia di Paolo e Francesca, dove un appassionato giurista rievoca la storia dei famosi amanti in maniera molto accattivante, riepilogando efficacemente i concetti esposti nel corso della nostra spiegazione. Non te lo perdere.


E adesso le consuete attività di produzione scritta e grafica. E anche qualcosa di un po' più... originale.

Attività sul V canto dell'Inferno


1) Leggete con attenzione le pagg. 345-346-347-347 dell'antologia (testo e parafrasi a fronte), svolgete gli es. di lessico nn. 1-2-3 pag. 348 e le attività nn. 1-2-3-4-5 di pag. 349.

2) Fai lo schema ad Y dell'intero episodio.

3) Riassumi sul quaderno la vicenda di Paolo e Francesca

4) Ricerca le analogie e le differenze tra la storia di Paolo e Francesca e le altre tre storie viste in classe qualche mese fa, ossia Isabella e Zerbino, Lisabetta da Messina e Romeo e Giulietta. Quale delle quattro ti è piaciuta di più? Motiva la tua risposta.

5) Spiega con parole tue cosa significano le espressioni "Amor, ch'a nullo amato amar perdona" e "Galeotto fu il libro e chi lo scrisse".

6) Cerca almeno 5 aggettivi che definiscano Francesca e altri 5 che definiscano Paolo.

7) Fai lo storyboard o un One Pager dell'episodio appena letto.

8) Pensa ad una canzone che potrebbe fare da colonna sonora alla storia dei due amanti sfortunati. Che canzone sarebbe? Scrivi titolo, autore e testo.

9) Immagina che le anime dei due lussuriosi possano scendere nel girone dei traditori dei parenti per poter parlare con il loro uccisore. Cosa gli direbbero? Scrivi un dialogo di almeno dieci battute.

10) Fingi che Dante, dopo aver ripreso i sensi, abbia perso momentaneamente la memoria: sarà Paolo, questa volta, a parlare con lui ed a raccontare la sua vicenda amorosa al posto di Francesca. Scrivi cosa gli direbbe, quindi narra la storia dei due amanti dal punto di vista di Paolo.

Hai circa una settimana di tempo per svolgere le dieci attività, quindi cerca di lavorare con accuratezza e precisione.
I tuoi elaborati andranno consegnati entro la data di sabato 4 aprile 2020 ed inviati nelle modalità consuete.
Se hai dubbi o bisogno di chiarimenti, contattami quando vuoi.
Mi raccomando, lavora con calma e rispondi a poche richieste alla volta.
Buon lavoro.

La prof

lunedì 23 marzo 2020

Minòs, altro orribile demone infernale che ringhia...


Dante e Virgilio, ormai oltrepassato il fiume Acheronte, entrano nell'Inferno vero e proprio.
Dopo aver sostato nel primo cerchio dove si trova il Limbo - che ti ricordi vede al suo interno le anime di coloro che non sono stati battezzati o sono nati prima dell'avvento del Cristianesimo, luogo da cui proviene anche lo stesso Virgilio - i due poeti giungono nel secondo cerchio e si trovano di fronte un demone gigantesco che possiede una coda sorprendente: si tratta del personaggio di Minosse, il giudice infernale. 

Come Caronte, anche Minosse non è un personaggio inventato da Dante, anzi si tratta di una figura piuttosto conosciuta nel mondo classico, in quanto figlio di Europa e Zeus (ricordi l'albo illustrato Europa che abbiamo letto in classe?). Divenne re dell'isola di Creta, si dice anche sia stato un sovrano molto saggio e, dopo la sua morte cruenta avvenuto a causa del contatto con acqua bollente, diventò il giudice degli Inferi. Omero e Virgilio stesso lo pongono nell'Ade come giudice del luogo, ma è stato Dante a trasformarlo in questa figura, collocata alle porte dell'Inferno, che avvolge la coda tante volte attorno al corpo a seconda di quanti gironi deve scendere il dannato.


Questi i versi che presentano il Minosse dantesco:

Così discesi del cerchio primaio
giù nel secondo, che men loco cinghia
e tanto più dolor, che punge a guaio.

Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:
essamina le colpe ne l'intrata;
giudica e manda secondo ch'avvinghia.

Dico che quando l'anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa:
e quel conoscitor de le peccata

vede qual loco d'inferno è da essa;
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che sia giù messa.

Sempre dinanzi a lui ne stanno molte:
vanno a vicenda ciascuna al giudizio,
dicono e odono e poi son giù volte.

Come avvenuto nell'episodio di Caronte, quando Minosse si accorge della presenza di Dante, lo richiama con parole minacciose, alle quali Virgilio risponde con la medesima espressione vista nel canto III: Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare.

"O tu che vieni al doloroso ospizio",
disse Minòs a me quando mi vide,
lasciando l'atto di cotanto offizio",

"guarda com'entri e di cui ti fide;
non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!"
E 'l duca mio a lui: "Perchè pur gride?

Non impedir lo suo fatale andare:
vuolsi così colà dove si puote 
ciò che si vuole, e più non dimandare"

Proprio come abbiamo visto nel post precedente, Michelangelo Buonarroti ha dipinto anche la figura di Minosse nel suo magnifico Giudizio Universale della Cappella Sistina. Ritrae un'immagine particolare, legata ad una storia altrettanto particolare, che Michelangelo stesso racconta ai contemplatori della sua opera


"Misi la figura di Minosse, che Dante descrisse molto bene nella sua Commedia, nel Giudizio Universale, ma gli ho dato le sembianze di Biagio da Cesena. Costui era un supponente maestro cerimoniere al seguito di Papa Paolo III. Quando nel 1540 i ponteggi dinnanzi al Giudizio Universale vennero rimossi temporaneamente, Biagio venne a criticare le mie pitture. L'opera non era ancora conclusa, ma già era buon punto. Iniziò a parlare fitto fitto col Papa, pensando che non lo potessi udire. Gli dava a intendere che quelle nudità erano poco consone ad un luogo sacro.
Appena tutti e due se ne andarono, iniziai a dipingere Minosse con un serpente che lo avvolge nelle spire addentandogli i genitali. Sapete quali sembianze ha il mio Minosse? Proprio quelle di Biagio da Cesena. Lo posizionai sopra la porta della Cappella Sistina in modo che tutti lo avrebbero visto passando di lì.
Non gli feci questo grazioso "omaggio" solo perchè criticò aspramente le nudità dei miei santi e dannati, ma anche perchè quell'uomo era un sodomita violento e addirittura uccide un ragazzo per soddifsare la sua perversione. Dove avrei dovuto metterlo? Mi pare che l'Inferno sia il posto giusto per un individuo del genere.
Quando Biagio si vide ritratto in una posa così poco onorevole, si lamentò col Papa, pretendendo che rimuovessi Minosse a colpi di scarpello. Ma Paolo III non era uno sciocco e gli rispose per le rime dicendogli: "Se Michelangelo t'avesse messo in Purgatorio avrei perlomeno pregato per farti redimere, ma all'Inferno tutte le anime son perdute e non c'è niente da fare".

Osserva questo video molto suggestivo in cui viene presentato in 3D il capolavoro di Michelangelo alla Cappella Sistina, tenendo presente che si tratta di uno degli affreschi più imponente di tutti i tempi (180 mq, 400 figure, 5 anni di lavoro). Vedrai in 3D, tra le tante, anche le emozionanti raffigurazioni di Caronte e Minosse.


Osserva anche il video in HD del V canto dell'Inferno, dove compaiono la figura di Minosse, ma anche altri personaggi famosissimi che conosceremo nella prossima lezione, ovvero Paolo e Francesca. Fai attenzione alla rappresentazione di Minosse dei minuti iniziali, perchè viene presentato attraverso una  affascinante animazione



Attività da svolgere sul quaderno:

1) Elabora uno schema ad Y con impressioni - connessioni - domande.

2) Presenta le caratteristiche del Minosse dantesco (che ruolo ha, come viene descritto, come si comporta...) e fai un confronto tra lui e Caronte.

3) Quali animali puoi riscontrare in Minosse? Secondo te, perchè Dante ha scelto che il demone possedesse delle loro parti o modi di fare?

4) Immagina che avvenga un dialogo tra Minosse e Caronte all'interno dell'Inferno: cosa si dicono i due demoni? Scrivi uno scambio tra loro di almeno 10 battute.

5) Disegna la figura di Minosse 

6) Come ti saresti immaginato il giudice infernale? Fai una descrizione fisica di lui, parla dei comportamenti che potrebbe avere e prova infine a fare un disegno che lo rappresenti.


Il compito va consegnato entro giovedì 26 marzo nelle modalità che già conosci.
Come sempre, per qualsiasi problema, sai dove trovarmi.
Buon lavoro

La prof

Ecco alcune vostre produzione grafiche.
Complimenti a tutti!


Minosse dantesco di Desireè S.

Minosse dantesco di Emma

Giudice infernale ideato da Emma

Minosse dantesco e Giudice infernale di Pamela

Minosse e giudice infernale di Riccardo

Minosse dantesco di Giacomo

Giudice infernale ideato da Giacomo

Minosse dantesco di Tommaso A.

Minosse dantesco di Samuele

Giudice infernale ideato da Samuele

Minosse dantesco di Rachele

Giudice infernale ideato da Rachele

 
Minosse dantesco e Giudice infernale di Ludovica

Giudice infernale di Judy

Minosse dantesco di Jessica

Giudice infernale ideato da Jessica

Minosse dantesco e giudice infernale di Desirè R.

Minosse dantesco e giudice infernale di Alessia R.

Minosse dantesco di Aurora B

Giudice infernale ideato da Aurora B

Minosse dantesco di Giorgio

Giudice infernale ideato da Giorgio

Minosse dantesco di Francesco

Minosse dantesco di Alessandro C.

Giudice infernale ideato da Alessandro C.

Minosse di Valentina

Minosse dantesco di Lapo

Giudice infernale ideato da Lapo

Minosse dantesco di Giulia V.

Giudice infernale ideato da Giulia V.

Minosse di Elisa

Giudice infernale ideato da Elisa

Minosse dantesco e giudice infernale di Eleonora

Minosse dantesco di Elia

Minosse infernale di Achille

Minosse di Cristiano

Minosse di Aurora P.

Minosse di Andrea

Giudice infernale ideato da Andrea

Minosse di Alesio

Minosse dantesco di Alessandro S.

Giudice infernale ideato da Alessandro S.

Minosse dantesco di Tommaso O.

Giudice infernale ideato da Tommaso O.

Minosse infernale di Krizstian

Minosse infernale di Vittoria

Giudice infernale ideato da Vittoria

Minosse di Sara

giudice infernale di Sara

Minosse di Ming Hong