martedì 16 marzo 2021

Un laboratorio di storia tra ipotesi e anticipazioni

 


Siamo di nuovo in dad e proprio per questo occorre ancor di più fare in modo che l'attenzione, la partecipazione e il coinvolgimento dei ragazzi si dimostrino fattivi e proficui. In storia, ad esempio, stavamo affrontando in classe uno degli argomenti verso il quale gli studenti della secondaria di primo grado nutrono da sempre aspettative altissime, la Seconda Guerra Mondiale, e la sfida a distanza è proprio quella di cercare di non deludere queste loro aspettative e di continuare la modalità di lezione attiva e partecipativa solitamente sperimentata in aula e, perché no, provare perfino ad implementarla vista la disponibilità di apparecchiature digitali a cui, da casa, i ragazzi devono per forza di cose ricorrere in questo particolare momento del bisogno.
Stavamo studiando le vicende italiane del 1943: avvenuto lo sbarco degli alleati in Sicilia e tramontato da un pezzo l'ottimismo che aveva spinto Benito Mussolini tre anni prima ad entrare in guerra a fianco della Germania, addirittura con l'idea di poter condurre una "guerra parallela" in autonomia, il Fascismo è dichiarato decaduto, ma l'Italia è ancora ignara di quali eventi avrà in serbo per lei il tragico periodo della guerra civile che la devasterà per altri due anni terribili.
Avevamo parlato in classe dell'arresto di Mussolini, della nomina di Pietro Badoglio, dell'armistizio dell'8 settembre, della fuga di Badoglio e del re Vittorio Emanuele III nel Sud Italia per trovare protezione presso le truppe anglo-americane che stanno risalendo la penisola. Abbiamo ripreso l'argomento con una lezione a video, partecipata sì, seppur con qualche inevitabile interruzione dovuta a connessioni saltate e problemi di audio, ma nel complesso l'attenzione si era comunque mantenuta soddisfacente. I ragazzi sentono queste tematiche più vicine ai loro vissuti, alcuni di loro hanno parenti anziani che di guerra continuano a parlare, e non è poi così difficile continuare a renderli attivi. Ma provare a farli riflettere cercando di farli discutere su ipotesi ed anticipazioni su ciò che le pagine di storia del libro avrebbero in seguito proposto, mi è sembrato una modalità che potesse accrescere il loro interesse, stimolare la loro curiosità, mettere a frutto le conoscenze finora acquisite, in una parola - insomma - provare ad accertare le loro competenze e a fare in modo che fossero loro stessi a metterle in gioco.
Abbiamo svolto così una sorta di Laboratorio di storia, basato su fonti scritte ed iconografiche, in cui dalle vicende dell'8 settembre abbiamo provato ad ipotizzare alcuni scenari che si sarebbero concretizzati nei mesi futuri facendo ricorso a deduzioni, interpretazioni, negoziazioni di significato, lettura di immagini, ma anche discussioni supportate da argomentazioni affidabili a seguito di breve input o sollecitazione. Insomma, a mio parere l'esperimento è andato bene e, sicuramente, le riflessioni che ne sono scaturite saranno oggetto di futuro approfondimento e prossime esplorazioni alla ricerca di comprensione profonda dei fenomeni nella loro complessità e di rapporti consequenziali di causa-effetto tipici del sapere storico, tutti elementi imprescindibili per il raggiungimento delle competenze necessarie allo studio efficace della disciplina.
Qui le fasi di lavoro.

Abbiamo riletto insieme questo articolo di Focus Junior Accadde oggi: l'armistizio dell'8 settembre 1943 e osservato le testate dei giornali che ne annunciavano le disposizioni

Focus Junior - 8 settembre 1943




Quindi abbiamo letto e ascoltato le parole del messaggio di Badoglio che tanto spazio avevano ottenuto nei quotidiani del giorno, cominciando a svolgere le nostre prime connessioni e provando ad immedesimarci nell'emozione autentica provata in quelle giornate ricche di avvenimenti convulsi.




Le frasi in azzurro rappresentano trascrizioni delle riflessioni scaturite dai ragazzi, tramite discussione e scrittura collettiva, dietro semplice sollecitazione di esprimere libero commento su immagini e parole appena lette ed ascoltate:

Gli italiani avevano ragione di credere che la guerra sarebbe finita: i giornali lo dicevano, alla radio lo dicevano. Che dovevano fare? Ci avremmo creduto anche noi.

Dopo tutti quei bombardamenti che avevano subìto , erano sicuramente contenti e credevano di non dover combattere più.

Il linguaggio dell'annuncio è come quello dei video dell'Istituto Luce che abbiamo visto in classe: velocizzato, con parole semplici ma un po', come dire... "esagerate".

"Lotta impari", "soverchiante potenza avversaria"... indicheranno sicuramente che gli eserciti dei nemici erano più forti, ma le parole non sono tanto semplici. Sono forse scelte apposta per impressionare e convincere, come avveniva nei messaggi di propaganda.
 
Non potevano immaginare che la guerra sarebbe continuata e che sarebbero rimasti senza qualcuno che li comandasse. Fino a quel momento gli italiani avevano avuto il Duce che diceva tutto quello che dovevano fare. Ora non c'era più nessuno. Si saranno sentiti perduti! Anche la mia nonna, quando parla della fine del comunismo in Europa dell'Est, dice che si sono sentiti "strani" a non avere più nessuno, all'improvviso, che li comandasse e dicesse quello che dovevano fare. Credo che il paragone sia azzeccato.

La fiducia nel Fascismo è finita dopo che gli italiani hanno visto che non ci sono state quelle vittorie di cui parlava Mussolini e, soprattutto, dopo che hanno conosciuto la morte e la distruzione. Ma anche Badoglio fuggì e fuggirono anche il re e la regina. Mamma mia, che caos!

Il laboratorio è continuato passando ad osservare alcune foto che ritraevano Mussolini appena liberato dalle truppe di Hitler sul Gran Sasso, dove era stato imprigionato per ordine del re, e di nuovo sono state chieste osservazioni su come appaiono, a prima vista, le espressioni e l'atteggiamento del duce:


In queste foto si vede che è il Duce è tirato, si capisce che si sente sconfitto e ha perso tutto quell’atteggiamento fiero che aveva prima. Il sorriso è triste, secondo me si vede che è umiliato.

Non ha più l’espressione orgogliosa e aggressiva dei filmati di propaganda dell’Istituto Luce o quella che aveva dal balcone in cui annunciava l’ingresso in guerra, sempre col petto in fuori e il mento in su.

Non sembra più quello che appariva come il miglior cavallerizzo, il miglior giocatore di scherma, il miglior trebbiatore, il miglior amante, quello che non dormiva mai, che aveva la luce dello studio sempre accesa... qui ha perso quella "immagine divina", per dir così, che gli dava la propaganda. Ora appare come un uomo normale.

A me sembra che abbia  paura.

Comunque si capisce che a comandare adesso in Italia saranno solo i tedeschi e lui è rassegnato, non può fare più niente.


I ragazzi comprendono da soli che in Italia sta per accadere qualcosa di terribile e che i nazisti avranno un ruolo determinante nelle vicende successive. Anticipo che saranno proprio i tedeschi a permettere la ricostruzione di una Repubblica in Italia centro-settentrionale, la Repubblica di Salò, che sarà però uno stato molto diverso dall'Italia fascista studiata nei capitoli precedenti. Mostro loro delle immagini di propaganda del nuovo stato e chiedo quali indizi riescono a dedurre da una attenta osservazione:


Il 25 luglio, quando viene dichiarato decaduto Mussolini, e l’8 settembre, quando viene firmato l’armistizio, delle date da cancellare dal libro della storia d’Italia. La pagina è nera rispetto al resto del libro bianco, ci sono parole forti TRADIMENTO, DISONORE, VERGOGNA e un coltello le sta tagliando.

Sempre tre parole slogan per far comprendere meglio i concetti.


Anche qui ci sono le tre parole slogan per far capire i concetti.

Nella prima immagine si chiede agli uomini di arruolarsi nell’esercito italiano, ma la divisa del soldato disegnato mi sembra tedesca e poi c’è il simbolo delle SS naziste.

Nella seconda immagine ci sono sempre poche parole, come sempre, ma si dice addirittura che la Grande Germania proteggerà gli italiani che si arruolano, non l’Italia della Repubblica di Salò o Mussolini!

I simboli? Sono solo quelli nazisti: aquila, svastica su sfondo bianco-rosso. Non c’è più il fascio littorio o le date indicate con i numeri romani a partire dal 1922, come succedeva con Mussolini.

Si capisce che della vecchia Italia fascista di Mussolini non è rimasto nulla.

Sono solo i nazisti tedeschi che comandano. I simboli e le parole fanno riferimento a loro.

Li avevamo disegnati e spiegati tutti i simboli dei più importanti regimi totalitari e del fascismo non c’è più traccia.



Vengono poi mostrate immagini di propaganda contro gli alleati, con la consueta insistenza sui tratti somatici minacciosi delle figure ritratte, così da incutere orrore e paura in chi guarda, come abbiamo ben visto in occasione della propaganda contro il nemico realizzata nel corso della Prima Guerra Mondiale.


Qui si vogliono far apparire inglesi e americani come degli assassini: Churchill e Roosvelt hanno le pistole in mano e le espressioni del viso perfide. Sembra che siano stati loro a provocare la strage, la distruzione e le immagini di guerra che si vedono sotto.

Un po’ è vero che gli anglo-americani hanno bombardato le città italiane.

Sì, ma era Hitler che aveva provocato la guerra, mica la colpa è degli Stati Uniti!

Anzi, la loro idea era di rimanere fuori dai problemi europei all’inizio.

E’ colpa dei kamikaze giapponesi che li hanno provocati.

Sì, ma i giapponesi erano nel patto con Hitler e Mussolini, no? Vedi che si torna sempre alla Germania?

Nelle immagini sotto c’è un ebreo minaccioso con dietro New York e la statua della libertà: si riconosce l’ebreo dai lineamenti imbruttiti, la barbetta, il naso grande, il fisico goffo. Appariva sempre così nella propaganda nazista anti-ebraica. Come se ebrei e americani fossero stati complici.

Nell’altra immagine c’è un soldato di colore che cerca di aggredire una ragazza italiana. La scritta dice di difenderla. Però al fascismo del ruolo delle donne non importava nulla. Ora si prova a fare un manifesto d’effetto, ma il fascismo non si preoccupava di difendere le donne. Loro dovevano solo stare a casa e fare i figlioli per creare i perfetti fascisti.

Infine vengono mostrati degli annunci di coscrizione obbligatoria diramati dalla Repubblica di Salò per provare ad arruolare più militari possibili dietro minaccia di pena di morte:


Qui la Repubblica di Salò ordina ai giovani di arruolarsi nell’esercito e chi non lo fa verrà ucciso. Addirittura dovevano andare tutti, anche i capi famiglia. Il mio babbo diceva che ai suoi tempi il servizio militare lo facevano tutti, ma se qualcuno aveva i figli piccoli o doveva badare ai familiari non era obbligato. Qui sì, anche loro. E chi non obbediva alle leggi militari e sfuggiva alla leva sarebbe stato fucilato!

Ma le persone non andavano ad arruolarsi lo stesso, secondo me.

Ormai il fascismo aveva perso qualsiasi fiducia. E questi tedeschi facevano solo paura, nessuno li  voleva come nuovi governatori. Anche secondo me a questi annunci rispondevano in pochissimi.

Il laboratorio prosegue con ulteriore richieste di ipotesi a partire da una carte geografica che i ragazzi avevano già intravisto nelle pagine del manuale di storia riferite ad alcune anticipazioni sulle vicende della guerra civile che ha coinvolto la nostra penisola. Viene spiegato ai ragazzi che la carta mostra un'Italia divisa in due: al Centro-nord territori sotto il controllo tedesco, al Sud le zone liberate dagli alleati; le macchie verdi e i puntolini bianchi rappresentano le azioni dei partigiani il cui ruolo, viene anticipato, sarà meglio precisato nel corso delle prossime lezioni. Viene però chiarito il fatto che costoro cercheranno in ogni modo di ostacolare l'occupazione tedesca e favorire l'avanzata degli alleati, motivo che provocò la reazione furiosa dei nazisti che scateneranno nel paese delle rappresaglie di una ferocia inaudita. Nel nostro territorio, del resto, di rappresaglie ne abbiamo conosciute alcune tra le più efferate in assoluto: a Civitella - la nostra scuola è intitolata proprio ai suoi "martiri" in onore delle 244 persone morte in un tremendo eccidio nazista - e alle Vallucciole - dove, tra le vittime, si riscontrarono anche bambini in tenerissima età.

Nella festività del 25 aprile si ricorda la liberazione di tutta l'Italia dalle truppe nazifasciste: quelle frecce direzionali che indicano le direzioni verso Nord degli alleati riescono a raggiungere l'Italia settentrionale e per il paese si aprirà un nuovo capitolo della sua storia che studieremo nelle prossime settimane e che, sono sicura, vi appassionerà e vi farà comprendere molti aspetti delle istituzioni e dell vicende storico-sociali moderne.


Proviamo a fare due ultime ipotesi:


Secondo voi cosa sarebbe successo se Mussolini avesse scelto di non entrare in guerra?

Secondo voi cosa sarebbe successo se Hitler non avesse deciso di invadere l’Urss?

In rete ci sono varie ipotesi, ma i siti sono generalmente di parte, quindi fonti non attendibili. Perché?


Perché non sono la verità. Sono cose non accadute davvero, quindi si possono fare solo ipotesi e ognuno scrive le sue ipotesi come vuole e in base alle sue idee.

Non sono fonti attendibili, ma opinioni di chiunque scrive come la pensa o fa dei video per illustrare le sue ipotesi. Ma, appunto, sono solo le sue.

Mussolini, secondo me ,anche se non fosse entrato in guerra lo avrebbe costretto Hitler e avrebbe ricevuto l’occupazione tedesca lo stesso.

Tanto l’alleanza già c’era tra i due, quindi inutile che non fosse entrato.

Però in Spagna c’era un regime di ideologia fascista, ma la Spagna è rimasta neutrale.

Ma Franco non aveva fatto entrare nell’Asse Roma-Berlino la Spagna!

Però fa entrare gli aerei di Hitler e Mussolini a bombardare Guernica!

Ma perché serviva a loro per vedere cosa succedeva nel bombardamento a tappeto!

Comunque l'alleanza tra Hitler e Stalin non poteva durare: nazismo e comunismo sono opposti e alla fine i contrasti sarebbero arrivati, a voglia se sarebbero arrivati!

Se Hitler non avesse invaso l'Urss forse avrebbe potuto vincere la guerra, chissà.

Se non fossero intervenuti gli Usa, solo la Gran Bretagna non avrebbe potuto vincere.

Gli Usa rimanevano per conto loro, Stalin, sulla base del patto Molotov-Ribbentropp, si sarebbe diviso l’Europa con Hitler e magari Germania e Urss si sarebbero anche divisi il mondo.

Ma, sul mondo no, non credo. Gli Usa sono i più forti economicamente e si sarebbero scontrati lo stesso con la potenza europea più forte.

Comunque un’Europa sotto i nazisti mi avrebbe fatto paura, mamma mia!

Come dargli torto? 
Come spesso succede, le argomentazioni dei ragazzi sono più fondate e ragionate di molti discorsi pronunciati dagli adulti che si leggono in rete o si ascoltano in tv.
Ho deciso: esperimenti del genere, li replicherò al più presto e li utilizzerò come spunto per ampliare gli argomenti di interesse di tutti. Il loro, perché la storia contemporanea esercita un fascino indiscusso, e il mio, perché dalle riflessioni dei ragazzi ho (e abbiamo) sempre tanto da imparare.