domenica 26 marzo 2017

E finalmente... Poe Day!!



22 marzo 2017: Poe Day in 2D

Dopo esser stati in compagnia di Edgar Allan Poe e dei suoi racconti per alcune settimane, abbiamo deciso di rendere omaggio a questo autore che ci ha appassionato, impaurito e meravigliato dedicandogli una giornata speciale: il nostro Poe Day!!
Qualche giorno prima abbiamo preparato con le nostre mani i biglietti di invito, rievocandovi alcune immagini tratte dai racconti letti...





... quindi, la mattina stessa, eravamo tutti pronti ad omaggiare il nostro autore indossando, in suo onore, la maglietta raffigurante la copertina del Gatto Nero da noi disegnata e riprodotta su stoffa.



Per preparare una degna atmosfera dark, abbiamo cominciato la giornata leggendo la poesia “L’urna” di Edvard Munch e un brano tratto dall'"Antologia di Spoon River"

L'urna (Much)
La speranza è verde tenue
estremamente e incessantemente bella.
Il marrone è tenacia
in fuga dalla quiete della mente
destino perseverante e saldo
compito del paradiso.
Il giallo è sfrontatezza dell’inganno
malfidato e astuto per natura
mi si dica come potrei stanarlo.
La gioia è cielo azzurro
stupendo da ammirare.
La tomba immancabilmente è nera
la fonte è irrimediabilmente perduta.
Ora chiudi gli occhi
e assapora della vita il gioco dei colori.

“Antologia di Spoon River”
Ho esaminato bene tante volte
il marmo che hanno scolpito per me:
una nave in porto, con le vele ammainate.
In realtà non rappresenta la mia meta
ma la mia vita intera.
Perché mi venne offerto l’amore
ed io lo rifuggii per non restarne deluso.
Il dolore bussò alla mia porta
ma io ebbi paura.
Fui allettato dai richiami dell’ambizione,
ma tremavo al pensiero dei suoi rischi.
Eppure tutto il tempo, come un affamato,
cercavo un senso da dare alla mia vita.
E ora so che bisogna alzare le vele
e abbandonarsi ai venti del destino
ovunque essi portino la nave.
Dare un significato alla propria vita
può condurre alla follia
ma una vita senza significato
è il tormento dell’inquietudine
e del vano desiderio,
è una nave che brama il mare
e tuttavia ne ha paura.


Poi siamo entrati nel vivo della giornata stilando la classifica dei racconti letti che ci sono piaciuti di più, con tanto di punteggi e motivazione del gradimento.
Questa la classifica:

1° posto - Il cuore rivelatore
2° posto - Il gatto nero
3° posto - La maschera della Morte Rossa
4° posto - Il pozzo e il pendolo
5° posto - La sepoltura prematura

Per ciascun racconto, inseriamo nuovamente i link con le nostre attività, nel caso in cui ve le siate perse:
Il gatto nero
Il pozzo e il pendolo
La sepoltura prematura
La maschera della Morte Rossa
Il cuore rivelatore

In omaggio al racconto vincitore, abbiamo guardato nuovamente la magistrale interpretazione eseguita dall'attore Giancarlo Giannini



Qualcuno, durante la visione, è stato ispirato ed ha eseguito un bellissimo disegno


Per esorcizzare l'atmosfera cupa che Il cuore rivelatore aveva ricreato, abbiamo osservato e commentato alcune vignette riproducenti, a mò di battuta/barzellette, alcuni racconti letti 





Rapiti da un simile umorismo macabro, abbiamo osservato alcune immagini di generica tematica horror (tratte dalla simpaticissima pagina Facebook "Salone del lutto") per commentarle insieme e riprodurre, ispirandoci ad esse, degli elaborati tutti nostri, scritti sia individualmente che a più mani.









Questi alcuni esempi:

Sono un agente segreto. Tutto era tranquillo fino a quando mi chiamò il mio superiore e mi parlò di una casa sospetta. In poche parole mi riferì che tutte le persone che entravano al suo interno sparivano, non facevano più ritorno e finì col darmi un incarico strano, diverso dagli altri, perché mi disse di prendere una telecamera per vedere cosa accadeva al suo interno e poi mi mandò l’indirizzo della casa via e-mail. Allora presi la telecamera e partì per quel luogo. Quando arrivai iniziai subito a filmare: all’esterno la casa era fatta solamente di legno. Dopo aver salito qualche gradino entrai nella casa abbandonata dalla porta socchiusa. Vedevo il soggiorno e una scalinata, mentre davo un’occhiata alla sala sentì sbattere violentemente qualcosa. Ritornai indietro. Era la porta. Provai a sfondarla con colpi violentissimi, ma sembrava proprio che qualcuno l’avesse murata dall’esterno. […] Mentre stavo filmando il corridoio, sbuca da una stanza, un signore anziano che, mentre mi parlava, mi portava con sé verso la cantina. Davanti alla porta mi invogliava ad entrare per primo ed io mi ritrovai improvvisamente con la testa all’ingiù. Quel maledetto vecchio aveva piazzato una trappola all’ingresso della stanza. Iniziò a prendermi l’ansia perché intorno a me c’erano dei corpi appesi al soffitto… (Alessandro G.)                                                                                                           
Mia moglie Nora sta male, le viene diagnosticato un cancro e i medici dicono che bisogna operarla d’urgenza. Io mi accingo a tornare a casa per prendere una cosa che mi ero dimenticato, ma a casa c’è qualcosa di strano… mi sento osservato e poi vedo una scatola nera sporca di sangue contenente un biglietto molto inquietante: non aprire fino al 13 maggio 1948 […] E’ il 13 maggio finalmente e posso aprire il pacco. Lo apro e dentro trovo una chiave. Ad un tratto mi paralizzo dalla paura: mi è sembrato di vedere una cupa sagoma di donna. Spero di essermi sbagliato. […] Sono passati due mesi ormai da quando sono stato ricoverato e oggi è il grande giorno, il giorno in cui mi dimettono. Torno a casa e noto che il paesaggio è cambiato, è spettrale. Nel cortile di casa vedo di nuovo la sagoma di una donna… (Daniele)   
                             
In una scuola di periferia di un paesino isolato in mezzo alla montagna succedevano cose strane: gli alunni sparivano, non ritornavano per giorni, poi venivano ritrovati dopo una settimana circa sporchi, spaventati e con una stella nera addosso molto inquietante. Dentro la scuola c’era una porta che era chiusa dall’interno, quindi non si poteva aprile. L’unica chiave era nell’ufficio del preside e ogni sera la porta veniva aperta e una luce rosso sangue inondava la scuola e si sentivano delle voci con frasi dette al contrario. Un giorno 4 ragazzi dovettero tornare a scuola in orario di chiusura perché avevano dimenticato dei libri, quando sentirono dei rumori provenienti da quella stanza. Videro che la porta era socchiusa, aprirono la porta e sentirono delle urla agghiaccianti, poi videro una figura incappucciata di nero con gli occhi bianchi circondata da altre figure vestite di rosso. Uno dei ragazzi riuscì a vedere dietro le figure un altare che aveva sopra una strana coppa con lo stesso simbolo a stella ritrovato nei ragazzi scomparsi. I 4 si precipitarono subito all’uscita, le figure continuavano a seguirli, il sangue gli si raggelò nelle vene, l’adrenalina era in circolo. Loro correvano, correvano, il corridoio sembrava infinito, i passi delle figure si facevano sempre più vicini, potevano sentire il loro fiato sul collo, però, proprio quando stavano per raggiungerli, 2 ragazzi riuscirono ad uscire, invece gli altri due purtroppo non ce la fecero e le figure li raggiunsero… (Andrea)  
                                                      

Kat si alzò barcollando e dopo un solo passo cadde a terra, probabilmente tutte le sue forze se ne erano andate. Lentamente cadde tra le braccia di Morfeo (si addormentò) […] Potrebbero essere passati minuti, ore, quando perse completamente le speranze e si accasciò a terra. Il suo cuore si riempì di tristezza, paura e angoscia. Lentamente delle calde lacrime rigarono il suo volto, mentre portava le sue fragili mani la viso. […] Provò ad aprire una minuscola porticina usando il piccolo perno e riuscì ad aprire quell’uscio. Si avvicinò all’uscita e infilò la chiave nella serratura ed essa scattò. Nel cuore di Katnis uno spiraglio di speranza vi fece breccia. Appena aprì la porta e riuscì a vedere la debole luce della luna e delle stelle che dipingevano il cielo rendendolo affascinante, il cuore si alleggerì da un enorme peso… (Helena)    

Ancora esercizi di scrittura: a partire da alcuni elementi fissi (una casa a tre piani, una pala appoggiata ad un albero, un capanno degli attrezzi e due sorelle come protagoniste) elaborare un racconto di paura.
Questo uno dei migliori, scritto da Alessandro R., e scelto come brano per un concorso di scrittura interno alla scuola

La notte di Rose ed Alexandra

Rose stava dormendo beatamente nel suo letto.
I suoi genitori di notte lavoravano ed erano già usciti da tempo.
Lei non si era mai spaventata all’idea di rimanere sola, anche perché sola non era dato che aveva una sorella minore, Alexandra, ma quest’ultima, pur essendo una ragazza molto coraggiosa, aveva  una paura che non aveva mai sconfitto: la paura del buio.
Proprio nel bel mezzo della notte Rose sentì improvvisamente un rumore che proveniva dal piano inferiore.
Forse erano tornati i suoi genitori, ma appena si alzò in piedi per andare a vedere, si accorse che la sveglia segnava le due del mattino e a quell’ora era impossibile che i suoi fossero già a casa.
Pensò che a fare rumore fosse stato lo scricchiolìo di un mobile di legno, ma non ne era affatto convinta.
Rientrò a letto e, proprio mentre stava per addormentarsi, sentì di nuovo quel rumore, seguito questa volta da un urlo agghiacciante!
L’urlo sembrava provenire dal capannone degli attrezzi che si trovava in giardino e il terrore iniziò ad impossessarsi di lei.
Cominciò a sudare freddo e ad ansimare.
Corse d’istinto al piano superiore dove dormiva sua sorella Alexandra e la svegliò scuotendola più volte; a quanto pareva, lei non si era accorta di niente ed era un po’ strano che non avesse sentito nulla.
Eppure il rumore era  molto forte.
Avrebbe dovuto averlo sentito tutto il vicinato.
E Alexandra aveva un vero terrore del buio, come poteva non essersi accorta di niente o essere rimasta tranquilla nel suo letto?
Rose si chiese se non fosse stata tutta colpa della sua immaginazione.
A volte la suggestione e l’immaginazione possono giocare brutti scherzi, si disse.
Decise comunque di scendere al piano di sotto e controllare che non fosse entrato qualche ladro, poi con molta attenzione avrebbe cercato di capire da dove proveniva quel grido.
Scendendo le scale, vide una figura spettrale che si aggirava nelle stanze inferiori e che emise un urlo agghiacciante simile a quello sentito poco prima.
L’apparizione fu piuttosto veloce, Rose non riuscì a capire bene cosa fosse, ma la cosa più strana era che sua sorella sembrava continuasse a dormire, infatti non si era alzata per vedere cosa stesse succedendo.
Rose cominciò a convincersi che stava avendo delle allucinazioni, quando sentì di nuovo dei rumori provenire dal capanno degli attrezzi.
Si fece coraggio e, sudando freddo, andò a controllare in giardino.
Scoprì con orrore che la misteriosa creatura intravista prima teneva in mano una pala e si stava dirigendo minacciosamente verso la loro casa.
Alle grida di Rose, Alexandra finalmente si svegliò, ma non riusciva a vedere quest’essere inquietante di cui parlava sua sorella.
Improvvisamente non ci fu più alcun rumore, nessuno sembrava essere vicino a loro.
Alexandra credeva che sua sorella Rose fosse impazzita, ma notò anche lei la pala, usata dal padre per i lavori in giardino, non si trovava più nello stesso posto.
Rose vide di nuovo lo strano essere, anche se lo distingueva male nel buio perché era coperto da un mantello nero e si potevano distinguere chiaramente solo le sue mani, scarne e rugose.
Rose sapeva di non essere pazza, era troppo reale la figura che le era di fronte per essere considerata un’allucinazione, così, trattenendo a stento grida di orrore, si fece coraggio e prese per mano sua sorella.
Le due ragazze cominciarono a fuggire e l’adrenalina, che era in circolo in tutto il loro corpo, le faceva correre sempre più velocemente.
Si allontanarono dalla loro casa e corsero in giardino.
Continuarono a correre fino a che si accorsero di una cosa veramente terrificante: una pala era stata appoggiata accanto ad un albero e, vicino ad essa, erano state scavate due fosse, all’interno delle quali giacevano i corpi dei loro genitori.
Questa scena la vide anche Alexandra, purtroppo non si trattava di immaginazione, e la ragazza cominciò a piangere ed urlare.
Rose entrò letteralmente nel panico: cosa sarebbe potuto succedere a loro?
All’improvviso il misterioso essere le apparve davanti e stavolta lo vide anche Alexandra, che si sentì svenire dall’angoscia.
La creatura emise di nuovo quell’urlo agghiacciante, poi alzò la sua mano spettrale, dove si vedeva risplendere un anello nonostante fosse piena notte.
Rose e Alexandra ormai erano terrorizzate e paralizzate dalla paura.
La creatura si avventò su Alexandra.
Rose chiuse gli occhi e tutta la sua vita le passò davanti, quella vita che ormai stava per abbandonarla.
Aprì gli occhi e si accorse che l’anello della figura spettrale appariva sempre più luminoso, come se contenesse una sfera contenente energia.
E infatti, quando la mano della creatura stava per colpirla, questa energia si liberò di colpo con una luce incredibile: Rose, dopo qualche secondo, si ritrovò in camera sua, fradicia di sudore e con il cuore che le batteva a mille.
Aveva vissuto un incubo?
Impossibile, tutto era stato terribilmente reale.
La cosa era silenziosa, la porta del capanno degli attrezzi, rimasta aperta, sbatteva a causa del vento e la pala non c’era più.
La creatura tra poco sarebbe ricomparsa, ma Rose aveva già vissuto quella scena e, forse, sarebbe stata in grado di affrontarla.                 

Quindi, dopo una condivisone degli elaborati prodotti e, seguita da una piccola competizione tra chi riusciva per primo ad indovinare gli incipit ed i finali dei racconti di Poe letti, abbiamo cominciato ad allestire il banchetto per la colazione: dolcetti a tema horror fatti da noi! 
Non avrebbe potuto essere altrimenti!



Nel giro di pochissimo tempo tutto sparisce, come sempre in questi casi...
Ok...dopo la sosta culinaria, sempre apprezzatissima, la mattina Poe continua...

Osserviamo un video sulla biografia di Edgar Allan Poe in cui si fa riferimento alla sua opera forse più famosa, Il Corvo, e la approfondiamo a modo nostro: non solo leggendola, perché finora non lo avevamo fatto, ma anche vedendola interpretata in una fedele e suggestiva animazione... 


.... ed in chiave ironica nella mitica parodia dei Simpson...


Poi osserviamo gadget e oggettistica di vario genere, per lo più tratta sempre dalla pagina Facebook "Salone del lutto" , a testimonianza del grande successo ottenuto da questa opera...



...infine, potevamo non contribuire anche noi fornendo una nostra personalissima interpretazione?
Ma certo che no!
Via, allora, ad una consegna per il giorno successivo: studiarsi una parte della poesia per drammatizzarla in classe a coppie.
Che noia? 
Ma no, impresa più che riuscita!
Con l'aiuto, ehm.., di qualche provvidenziale suggeritore, le scene sono state praticamente perfette.
A voi il giudizio ;-)
Buona visione

Luca: narratore - Christian: il corvo

Riccardo R.: narratore - Alecsandru: il corvo

Maria: narratore - Alessandro R.: il corvo

Riccardo E.: narratore - Alex: il corvo

 ancora Luca: narratore - Christian: il corvo

Riccardo R: narratore - Alessandro G.: il corvo

Ultimissimo tocco digitale: il nostro Poe day riassunto con padlet
padlet Poe day 22.3.2017

sabato 25 marzo 2017

scriviamo ai nostri beniamini... sia mai che qualcuno ci risponda!


Classicissimo traccia da sviluppare attraverso un testo scritto:
scrivo ad un personaggio che ammiro particolarmente.
Inutile dire che sono andati per la maggiore i personaggi legati al mondo dello sport, calcio in primis, ma... parliamo di quelli che ci hanno fatto una sorpresa!

Prima sorpesa: testo di Giulia dedicato al campione di pallavolo Ivan Zaytzev



Carissimo Ivan,
Sono Giulia, ho undici anni e abito a Civitella in Val di Chiana, in provincia di Arezzo.
Gioco a pallavolo da 6 anni nell’under 13 nella società del mio paese, cioè il Tegoleto Volley.
Ho il ruolo di alzatrice e alcune volte anche l’opposta.
L’anno scorso io e la mia squadra abbiamo vinto il campionato e siamo arrivate prime alle provinciali.
Questa estate sono venuta a vederti giocare contro il Siena nell’amichevole di inizio campionato.
Io e le giocatrici della mia squadra a fine partita siamo scese a bordo campo per farci fare gli autografi, ma il tuo mi manca, quindi se me lo potrai rilasciare io sarò contenta.
E’ stato bello vederti giocare a questi livelli e vorrei vederti giocare di nuovo durante il campionato contro il Modena.
Cercherò anch’io di diventare un’alzatrice in gamba tanto da arrivare a giocare in serie A.
Nel ruolo di opposta, invece, non ho tante speranze perché non riesco a trovare il tempo per colpire la palla, quindi cerco di copiare i tuoi movimenti per vedere se divento un po’ più brava.
Sono una tua grande ammiratrice e spero un giorno di diventare brava come te.
Da grande, se riuscirò a giocare in serie A, vorrei farlo in una squadra importante come il Perugia e vorrei che tu mi allenassi perché sei molto bravo.
Spero che tu non sia deluso per non aver vinto alle Olimpiadi: per me sei sempre il migliore!
 Tanti saluti da Giulia.
Forza Perugia!!
Sei grande Ivan!!

T.V.B.B.

Ed il grande Ivan ha risposto incitando la sua piccola fan Giulia a credere in se stessa, a continuare a giocare a pallavolo, a coltivare le sue passioni, e le ha pure inviato una sua foto autografata. 


Giulia ne è stata, ovviamente, felicissima!
Quando la prof mi ha inviato il messaggio dove c’era la lettera del mio idolo Ivan io non ci credevo e hanno iniziato a tremarmi le gambe.
Sono state tante le emozioni che ho provato in quel momento, ad esempio lacrime di gioia, ma anche stupore.
Spero che un giorno arriverò al suo livello.


Seconda sorpesa: testo di Riccardo P. dedicato al campione di rugby Martin Castrogiovanni.


Ciao Martin,
mi chiamo Riccardo, abito ad Arezzo, ho 12 anni e frequento la seconda media.
La mia più grande passione è il rugby, ci gioco da meno di un anno perché prima neanche sapevo della sue esistenza perché amavo solamente il calcio, però un giorno nella nostra scuola sono venuti degli allenatori di una squadra e ci hanno invitato a fare una partita amichevole nel loro campo di allenamento e da lì è scattata la passione.
Anche io sto intraprendendo la carriera di pilone e non è molto facile perché spingere di continuo toglie le forze e quando mi devo rialzare e continuare a correre a volte dico tra me e me: “Ma perché non ho continuato a giocare a calcio?”, ma poi, quando gli sforzi vengono ripagati, cambio subito idea e sono soddisfatto di aver conosciuto il rugby.
La cosa che più mi piace di questo sport è il terzo tempo perché qui finiscono tutti i litigi e gli insulti, i giocatori si scusano, parlano della partita e mangiano tutti insieme.
Sabato scorso io e la mia squadra siamo andati a Roma per vedere Italia contro All Blacks, anche se sono rimasto un po’ male che tu non abbia giocato perché mi sarebbe piaciuto vederti in mischia a pulire o a fare dei bei placcaggi, però sono stato lo stesso felice di vederti camminare nell’area di meta.
Finita la partita, ho pensato subito se in futuro potrò esserci anch’io a giocare a questi livelli, contro giocatori fortissimi.
Un giorno spero di incontrarti perché per me sei un grande esempio di come ogni giocatore dovrebbe essere e di quello che si deve dare in ogni partita e se ci incontrassimo mi farebbe piacere perché mi potresti dare dei consigli su come affrontare le difficoltà che mi si pongono in campo.
Non ti nego che in questo momento preferirei essere in un campo di rugby invece di essere qui seduto a scrivere un tema, ma se riceverai questo testo ne sarà valsa la pena.
Non mi aspetto una risposta, anche perché so che sei sempre molto impegnato, però anche tre allenamenti alla settimana e la scuola tengono impegnato anche me.
Mi raccomando Martin, tieni alto il morale della squadra perché siete davvero un bel gruppo e sono sicuro che sabato con il Sudafrica andrà meglio.
Ciao Martin, spero di sentirti presto.
Riccardo

Ed il campione ha risposto realizzando un video personalizzato per Riccardo, in cui lo incita a credere nei suoi sogni e a non mollare mai.
Un mezzo miracolo!!


Riccardo ne è rimasto stupefatto!!
Quando mi hanno portato in un’altra classe perché nella nostra non funzionava Internet e appena entrato ho visto la faccia di Martin Castrogiovanni nella lim mi si è fermato il cuore.
Ho capito subito che mi aveva risposto ed ero al settimo cielo!
Mi è scesa anche qualche lacrima perché per me lui è la persona da cui prendere esempio e sono sicuro che le sue parole mi saranno di aiuto per incoraggiarmi nella mia carriera di rugbista.

Terza sorpesa: testo di Alexandro T. dedicato al campione di ciclismo Rinaldo Nocentini




Ciao Nocentini,
scusa se ti do del tu, ma in bici di solito si usa così!
E io che mi chiamo Alex, ho12 anni e vado in bicicletta, lo uso sempre con chi corre in bici come me.
Sono un tuo grande ammiratore e mi sarebbe piaciuto venire a vederti quando sei andato ad allenarti in Portogallo, ma eri troppo lontano.
Un giorno vorrei diventare come te, ma sarà un sogno inarrivabile perché, anche se faccio gli allenamenti, ho dei problemi alla schiena, infatti a volte  mi fa male, e sto crescendo abbastanza in altezza.
Io comunque ci provo a seguire il mio sogno e non mi arrendo.
Il ciclismo professionista è uno sport molto duro che richiede molti sacrifici, ma sono sicuro che se tu potessi tornare indietro rifaresti tutto quello che hai fatto.
Mi ricordo quando in una gara che credevi di perdere ti sei fatto forza e alla fine hai vinto.
Di te mi piace il tuo carattere socievole, come quando salutasti il mio babbo anche se era con una citybike.
Mi dispiace che tra qualche anno dovrai ritirarti, diciamo che dovrai andare “in pensione”, e ti vorrei fare una marea di domande, anche se ho poco tempo.
Mi piacerebbe avere una maglia con le firme di tutta la tua squadra, ma in particolare la tua.
Sarei felice se tu venissi a trovarmi a scuola, così potrei presentarti ai miei compagni di classe e sarebbe un sogno che si realizza!
Ti saluta tanto anche mio padre, che è un tuo grande fan, ed è anche grazie a lui se a 9 anni ho cominciato a fare le gare di bicicletta.
Anche ora, se non vado ad allenarmi, sento che mi manca qualcosa.
Quando sono in bici mi sento veramente libero.
Vorrei ricominciare a correre con una squadra di ciclismo, ma la mia paura più grande è quella che dopo non riesca a reggere perché il mio massimo è di 60 km e mi sembra poco, però di una cosa vado fiero: sono riuscito a fare San Pancrazio, anche se lentamente, con le mie sole forze e la cosa che mi è piaciuta molto, anche se è stata pericolosa, è stata la discesa.
Ho sentito che hai fatto la Stracabile e che sei arrivato 7°. Ottima posizione!
Scusa il disturbo, spero che leggerai questa lettera e spero anche che ti sia piaciuta.
Cordiali saluti da Alexandro
Spero tanto di conoscerti di persona.

Ed il campione non solo ha risposto... è pure venuto in classe a trovarci!!!
Ed ha anche regalato la sua felpa ad Alex!! 
Veramente un grande esempio di bravura ed umiltà, sempre vincente per i nostri ragazzi.

Alex con il suo beniamino che
 mostra orgoglioso la felpa ricevuta in dono


Il campione che parla con i ragazzi
e firma autografi per tutti

foto ricordo con tutta la classe

Ma non è finita qui: un quotidiano cittadino, saputa la notizia, ha pubblicato la vicenda nelle pagine riferite alla cronaca locale provocando euforia in tutta la classe, non solo ad Alex.


Per Alex è stato un sogno divenuto realtà: 
Quando Rinaldo Nocentini è entrato in classe ci ho messo un bel po’ a realizzare che era vero e mi sono commosso.
Tremavo in tutto il corpo.
Nocentini mi ha dato la sua maglia, avrei voluto piangere dalla gioia.
Vorrei prendere esempio da lui se riuscirò a fare carriera nello sport 

Quarta sorpesa: testo di Paras S. dedicato ad uno youtuber disegnatore di Manga chiamato con nome d'arte Mangaka 96


Ciao Mangaka,
oggi sono qui per parlarti di me.
Sono un ragazzo di 12 anni e mi chiamo Paras, il mio nome ti potrebbe sembrare strano perché i miei genitori sono di origine indiana, ma sono nato in Italia.
Mi sono appassionato dei manga guardando i tuoi video.
Amo il calcio e tifo Milan, anche io ho un sogno come il tuo, andare in Giappone.
Io sono un tipo molto calmo, ma a volte divento vendicativo.
I miei genitori mi dicono che spesso sono insicuro e che voglio sempre avere ragione, io lo nego, ma so che è vero.
Preferisco più la cucina italiana a quella indiana per il semplice motivo che nella cucina indiana si usano troppe verdure nei pasti e a me le verdure non piacciono tanto.
Sai perché ti apprezzo tanto? Perché tieni i tuoi manga con cura e io la penso come te, ovvero che i manga sono arte, poi tu non sei come gli altri che mentono quando dicono che ci tengono a noi, ecc.. per me tu sei l’unico youtuber che sa intrattenere in maniera intelligente.
Ai miei genitori non piacciono i manga, ma io non li ascolto.
Nella mia famiglia i manga piacciono solo a me e a mio cugino.
Insomma, con questa lettera avrai capito che le cose che amo di più sono i manga e il calcio, ma anche il buon cibo e giocare alla playstation.
Ti ho detto tutto del mio carattere.
Spero che ti piaccia la mia lettera e che tu mi risponda.
Paras



Ed anche Mangaka ha risposto, dedicando a Paras un video nuovo di zecca! Una bella soddisfazione anche per lui.
E' stata un'emozione grandissima, anche perchè ho iniziato a leggere e ad appassionarmi al mondo dei manga grazie a lui. 
Quando la prof mi ha detto che Mangaka mi aveva risposto, non sapevo se piangere o non crederci: fuori ero normale, ma dentro ero felicissimo!

Insomma: la scrittura permette di realizzare i nostri sogni.
Provare per credere!!