sabato 30 novembre 2019

Impazzire di gelosia si può? Orlando dice di sì!


Insomma, questa Angelica ne ha stesi diversi, avete visto?
Nel primo canto tutti la inseguono, tutti si battono per lei, tutti la desiderano. Ma lei fugge da tutti e nessuno dei suoi spasimanti riesce a far breccia nel suo cuore.
O almeno, nessuno riesce a conquistarla fino a quando non incontra un soldato saraceno di nome Medoro.
L'uomo è gravemente ferito e lei si prende cura di lui, grazie alla sue conoscenze delle arti mediche apprese in Oriente, fino a farlo completamente ristabilire.


I due si innamorano perdutamente l'uno dell'altro e Angelica decide di sposarlo e tornare con lui in Catai.
Visto che l'amore è riuscito a piegare anche l'altera e irraggiungibile Angelica?
Con tutti i cavalieri famosi ed autorevoli che l'hanno corteggiata, lei ha scelto un umile fante come suo compagno di vita. Un bello smacco, non trovate?
Un affronto insopportabile per Orlando, il cavaliere più prestigioso di tutto l'esercito francese.
E infatti, quando costui scoprirà che Angelica gli ha preferito qualcun altro, non userà mezze misure e darà sfogo ad una pazzia senza precedenti.
Pronti a scoprire come tutto questo avviene?
Cominciamo a leggere il canto che ne parla, ovvero il ventitreesimo, a partire dall'ottava 100.
Che valore ha, a livello numerico, il canto n. 23 nel poema? Ricordate quanti sono i canti in totale, spero...
Vero prof! 23 è la metà di 46, quindi Ariosto parla della pazzia di Orlando a metà dell'opera.
Proprio così. Ariosto colloca l'episodio della pazzia di Orlando, che dà la spiegazione del titolo del poema, a metà esatta dell'opera.
Dopo aver combattuto con il re di Tartaria Madricardo, Orlando giunge in un luogo del bosco molto accogliente, una sorta di "locus amoenus" come quello in cui Angelica aveva incontrato Sacripante: l'erbetta e le rive di un fiume indurrebbero chiunque a rinfrescarsi e riposarsi dalle fatiche, e infatti Orlando si ferma per poter trovare un po' di ristoro.
Come sempre accade nell'Orlando Furioso, questo luogo all'apparenza rilassante e tranquillo farà scoprire cose che si riveleranno devastanti per il cuore e l'animo del povero cavaliere innamorato, ma l'Ariosto anticipa subito che sta per avvenire qualcosa di sconvolgente perché, dopo pochi versi, afferma che quel giorno sarà "infelice e sfortunato".


Guardandosi intorno, Orlando nota delle incisioni nelle cortecce degli alberi in cui compaiono i nomi di Angelica e Medoro intrecciati in cento nodi.


Il luogo in cui è giunto Orlando è infatti quello in cui la sua amata e il fante da lei salvato hanno trascorso tanti momenti d'amore e si sono divertiti ad immortalare la loro passione incidendo i nomi di entrambi sugli alberi.
Ariosto dice che quelle lettere per lui sono come tanti chiodi con i quali l'amore punge il suo cuore. Un bel paragone, non trovate?


Sì, il paragone dà l'idea della immagine del cuore trafitto.
Comunque prof, con tutti i posti che ci sono dentro a un bosco, proprio lì doveva andare a finire!
Ariosto è perfido! Veramente, sembra Beautiful!
Comunque prof le femmine la fanno spesso questa cosa di scrivere dappertutto i nomi dei ragazzi con cui stanno. For ever for ever... e dopo un po' li lasciano anche! Non va mica bene!
Non è vero che lo fanno solo le femmine! Ieri mi hai preso il diario tu e ci hai scritto che ami la G***, come se a me me ne fregasse qualcosa! E non mi hai neanche lasciato  lo spazio per scrivere i compiti!

Di fronte a queste incisioni Orlando prende tempo per trovare delle scuse plausibili che giustifichino i fatti dal suo punto di vista, dato che non vuole assolutamente credere che la realtà sia davvero quella che gli si sta palesando. All'inizio pensa che possa essere stata un'altra Angelica a incidere quelle scritte, ma presto si rende conto che la calligrafia è proprio quella della sua amata, quindi prova a giustificarsi di nuovo col fatto che il nome Medoro non sia altro che un sistema per indicare il suo nome stesso. Ossia, la donna ha sì scritto Medoro, ma con quel nome avrebbe voluto indicare Orlando e nessun altro.
Ma prof, queste scuse fanno acqua da tutte le parti!
Sì, ma quando uno è innamorato è vero che non vuole accettare l'evidenza. La mia nonna dice sempre: non c'è peggior cieco di quello che non vuol vedere e peggior sordo di quello che non vuol sentire.
Ariosto dice che Orlando usa "fraude a sè medesimo", cioè cerca di ingannare se stesso perchè il sospetto è diventato un macigno pesante e, nonostante provi a cercare delle giustificazioni, rimane invischiato nei suoi dubbi senza riuscire ad uscirne più, così come succede ad un uccellino che rimanga incastrato in una ragnatela o in una sostanza vischiosa e, nonostante cerchi di battere le ali, non ce la fa a uscire dal luogo che lo ha reso prigioniero e lo ha destinato irrimediabilmente a soccombere. Le similitudini che usa Ariosto sono eccellenti, non c'è che dire!
Ma non è mica finita per Orlando, eh! Anzi, siamo solo all'inizio!
L'uomo infatti si dirige verso una grotta per trovare un po' di frescura e... proprio nelle pareti d'ingresso sono visibili delle scritte in arabo...
Stavolta non sono solo nomi intrecciati, bensì frasi vere e proprie. Lui conosce l'arabo e può leggere tutto con estrema facilità, così apprende che proprio in quella grotta Angelica e Medoro avevano passato degli intensi momenti d'amore e le scritte nelle pareti ne sono realistica testimonianza.
Nooooo! Almeno non lo avesse conosciuto l'arabo, così non avrebbe capito niente!
Io se vedo scritte in una lingua straniera mica so quello che c'è scritto! Magari anche che la mia fidanzata mi tradisce e io non me ne accorgo neanche, che ne so!
E ancora una nuova similitudine chiarisce meglio quanto si senta avvilito Orlando, infatti dice che rilegge le scritte tre volte e, ogni volta che lo fa, sembra che una fredda mano stringa il suo cuore.
Quella lingua complessa che lui sapeva decifrare e comprendere e che tante volte lo aveva tratto d'impiccio, adesso gli si rivela quasi ostile. Non fosse stato in grado di comprenderla, si sarebbe risparmiato sicuramente dell'altro dolore. Dolore al quale la natura intorno a lui appare del tutto indifferente...


E Ariosto aggiunge che quella sofferenza è davvero terribile per chi la prova. Lui ne sapeva qualcosa, no?
Lo aveva detto nel proemio che Alessandra Benucci lo tormentava fino quasi a farlo diventare pazzo, vero prof! 
Sì, vero, dice proprio così.
E, in un altro efficace paragone, dice che la sofferenza di Orlando è come acqua chiusa dentro un grande recipiente dall'imboccatura stretta che, se capovolto, fa uscire l'acqua con fatica solo goccia dopo goccia.
Qui prof basta una goccia per far traboccare il vaso!
Alla fine Orlando esplode per forza con tutto questo dolore che trattiene dentro.
Proprio così. E tra poco vedremo tutta la potenza di questa sofferenza esplodere e procurare danni incredibili a destra e a manca.


Prima di andare avanti, proviamo a soffermarci e a riflettere su un episodio della nostra vita in cui eravamo così esasperati che è bastata una piccola cosa per far esplodere tutto ciò che tenevamo dentro. Ricordiamo cioè un momento in cui la goccia che ha fatto traboccare il vaso l'abbiamo sperimentata di persona. Annotiamo con una produzione scritta che richieda non più di venti minuti di tempo, quindi concludiamo - per chi vuole - con il consueto momento della condivisione.

Ma continuiamo a seguire le vicende dello sventurato Orlando che, ancora una volta, prova a ingannare se stesso pensando che qualcuno lo vuole far morire di gelosia e che tutto ciò che ha visto sia una specie di complotto architettato da qualche nemico e di cui magari è ignara la stessa Angelica.
Anche se Orlando sembra comportarsi da sciocco cercando di negare ancora una volta l'evidenza, in realtà tutti noi di fronte a qualcosa che ci appare troppo doloroso cerchiamo, almeno nella fase iniziale, di trovare una spiegazione che ci faccia allontanare dal problema e magicamente ce lo annulli.
Sapete che quando hanno scoperto una patologia grave a mia figlia speravo con tutta me stessa che i medici, dopo l'ennesimo esame ecografico, mi dicessero: "Guardi signora, ci siamo sbagliati. Sua figlia non ha nulla!" Sapevo che sarebbe stato impossibile, ma dentro di me ogni volta ci speravo. Tutto, pur di non accettare la realtà.
Prof, quando è morto mio nonno avrei voluto svegliarmi da un brutto sogno. Non volevo che morisse.
Io nel compito di matematica ho preso 5 e guardavo quel voto come se magicamente potesse trasformarsi in un 9. Allora non sono matto! 
No, non siete affatto matti. E' il cervello umano che cerca di sfuggire al dolore, almeno nella fase iniziale. Ma bisogna poi cercare di affrontarle le situazioni sgradevoli, non c'è altra soluzione.
Tu dovrai cercare di ricordare i bei momenti passati col nonno, tu dovrai impegnarti per rimediare il brutto voto e io ho accompagnato mia figlia nel percorso per la guarigione. La vita è così e non dobbiamo farci trovare impreparati.


Ma... torniamo - come promesso - al nostro paladino sventurato.
Mogio mogio, con la fronte bassa e la spavalderia originaria ormai completamente svanita, Orlando prosegue il suo cammino a cavallo, finché giunge ad una villa dove decide di passare la notte.
Ormai si muove come un automa: lascia che il garzone della casa si occupi del suo cavallo e si fa persino togliere l'armatura dalle persone che lo accolgono perché lui pare non averne la forza. 
Non mangia nulla (che fame potrebbe avere?) e si reca in camera per cercare di dormire, ma ovunque gli sembra di vedere le scritte che aveva poc'anzi letto sulle pareti della grotta.
Ed è a quel punto che il pastore, proprietario della casa in cui sta trovando ristoro, per provare a tirarlo su di morale, gli racconta la storia di due innamorati che si erano anch'essi fermati a riposarsi presso la sua villa...
Oddio no prof! Angelica e Medoro! Orlando si deve sorbire la storia d'amore di quei due proprio mentre sta morendo di dolore a causa loro! Ma questo è il massimo della sfortuna!
Non solo. Il pastore, dopo aver raccontato nel dettaglio che i due si sono innamorati dopo che la donna ha curato l'uomo gravemente ferito, mostra una gemma, lasciatagli come regalo in cambio dell'aiuto offerto, e questa gemma Orlando la riconosce  immediatamente perché lui stesso l'aveva precedentemente donata ad Angelica.
Fossi stato Orlando, avrei dato un pugno a quel pastore!
Che c'entra il pastore, scusa! Mica ha colpa di nulla! 
Ma non lo vedeva che tanto 'sta storia non gliela faceva passare la tristezza!
Eh, ma lui non aveva colpa se quei due si erano fermati lì.
Eh, ma pur di farlo stare zitto, questo e altro!
Ma quali pugni! Lui è così abbattuto che non si regge in piedi! Ora le cose sono due: o sviene o si alza e distrugge tutto quello che trova intorno a sé. Magari dà pure fuoco alla casa!
Comunque questa Angelica, mamma mia che vipera! Regala pure la gemma che le era stata donata. I regali si tengono, anche se non piacciono!
Ma scusa, era lui che la voleva per forza! A lei non piaceva Orlando, inutile che questo la volesse per sé. Lei non lo contraccambiava! Bene ha fatto a sposare uno di cui si è innamorata. Perché avrebbe dovuto finire con Orlando se a lei piaceva Medoro? E perché Orlando non se ne cerca un'altra?
Come avrete capito, Orlando è arrivato ad un punto di non ritorno.
Ariosto dice che aver sentito quella storia suggellata da tale conclusione, per Orlando ha significato la fine di ogni illusione ed è come se avesse ricevuto un colpo tale da fargli staccare la testa dal collo.
E allora che succede prof?
Come reagisce Orlando?
Spacca tutto? Sviene? Uccide il pastore? Brucia la casa?
Calmi, calmi, calmi... vedremo tutto ciò che succede nella prossima lezione. Ormai il tempo a nostra disposizione è finito.
E il suono della campanella non fa che confermare le mie ultime parole.
Noooooooo! Ora che veniva il bello!
Ed il suono della campanella appare ingrato quasi quanto la bella Angelica!
E il che è tutto dire!
Alla prossima... perché ormai alla pazzia ci siamo quasi! E continueremo a vederne delle belle.

sabato 16 novembre 2019

E intanto la bella Angelica fugge... (seconda parte)


Avevamo lasciato Rinaldo e Ferrau che dovevano dividersi perché arrivati ad un bivio durante l'inseguimento di Angelica, ricordi no?
Ok, vediamo cosa succede.
Semplice e strano nello stesso tempo: dopo tanto girovagare, si ritrovano nello stesso punto da cui erano partiti! Il solito Ariosto malandrino che si diverte a prenderli in giro ;-)
Ferrau, tornato alle rive del fiume in cui aveva perso l'elmo, decide di recuperare il tempo perduto e di darsi da fare per cercare di recuperarlo.
Prendendo un ramo di un albero e usandolo a mo' di pertica, entra in acqua e con stizza batte sul fondale per provare nell'impresa impossibile di tornare in possesso dell'elmo.
Ehm... con questa "pertica" e con il suo atteggiamento di "stizza" non sta facendo una bella figura, eh... ma, ad un tratto, si vede di fronte una figura a mezzo busto che esce dal fiume e che tiene in mano proprio l'elmo che sta cercando!
Accidenti, che colpo! Eretto di fronte a lui c'è niente po' po' di meno che un fantasma!!


E questo fantasma sapete chi è?
Si tratta di ARGALIA, fratello di Angelica, a cui lo stesso Ferrau aveva promesso di restituire l'elmo dopo averlo ucciso. Cosa non avvenuta. Cioè, uccidere lo aveva ucciso, ma l'elmo non glielo aveva reso! Il fantasma di Argalia lo rimprovera per la mancata promessa e gli dice di andarsi a cercare un altro elmo in maniera dignitosa, sia impossessandosi di quello di Rinaldo o, se preferisce, di quello di Orlando.
Ferrau rimane così male che non riesce neppure più a parlare.
Eh, insomma, c'è da comprenderlo! Venir rimproverati da un fantasma per una promessa non mantenuta farebbe demoralizzare (ma anche impaurire) chiunque!
Così, con fronte vergognosa, Ferrau decide di riscattarsi dalla magra figura e giura che riuscirà a conquistare con onore l'elmo di Orlando, mettendosi subito alla sua ricerca.
Quanta fretta!
Ma vediamo adesso dov'è andato a finire Rinaldo che, come ricorderete, aveva preso la strada opposta.
Beh, Ariosto con lui li sofferma poco: dice soltanto che torna di nuovo ad inseguire il suo cavallo, che addirittura lo vede passare, lo chiama a sè, ma l'animale neanche se lo fila e così lui corre ancora più forte per poterlo acchiappare! Poche parole, ma una nuova figuraccia non da poco, non c'è che dire!
Intanto Angelica continua la sua fuga, timorosa di vedersi spuntare di nuovo di fronte Rinaldo, così come avviene nel mondo animale, quando la preda teme di veder sbucare all'improvviso il predatore che la potrebbe da un momento all'altro divorare.
Ed ecco però che il suo animo viene rasserenato da un luogo bellissimo, fresco, ombreggiato e costeggiato da un piacevole ruscello: il classico "locus amoenus" letterario. Proprio quello che le ci voleva per scaricare la tensione e riposare un po'
Ricordate il lavoro sul locus amoenus fatto lo scorso anno nel corso della lettura del mito di Narciso, no?
Sì prof! Dovevamo descrivere un luogo in cui ci troviamo bene! 
Io ho parlato della mia camera.
Io della palestra in cui faccio danza.
Io della piscina di mia nonna in cui mi tuffo spesso in estate


Comunque, in questo posto fresco e rilassante, Angelica scende da cavallo e lascia l'animale libero di pascolare. Concedendosi finalmente una meritata tregua, la bella donna si rilassa sotto una gradevole copertura di fronde, ma la sua letizia dura pochissimo, perchè sente lo scalpiccio di un cavallo e qualcuno che si sta avvicinando.
Si tratta di un altro cavaliere ancora, che scende da cavallo con aspetto dimesso, e si appoggia per terra con la mano sotto la guancia, fisso come fosse una pietra.
Lei  lo osserva da nascosto, senza farsi vedere... ma si accorge di conoscerlo: il suo nome è SACRIPANTE.


Sacripante se ne sta fisso in quella posizione e in silenzio per circa un'ora, poi comincia a lamentarsi e a questo punto Ariosto, da buon burlone, si diverte a ricercare similitudini esagerate: i suoi lamenti avrebbero potuto spaccare i sassi o ammansire le tigri e le sue guance, a causa delle lacrime, parevano veri e propri fiumi. Eh, che esagerazione! Abbiamo capito: pure questo terzo cavaliere viene preso un giro esattamente come gli altri due :-)
Ma qual è la causa della sua disperazione?
Indovinate un po'... la donna di cui è innamorato.
E indovinate chi è la donna di cui è innamorato?
Angelicaaaaaaaaaaa!!
Noooo, ma come avete fatto ad indovinare?
Proprio così: anche Sacripante è innamorato di Angelica ed è disperato proprio a causa sua, dal momento che è convinto che qualcuno - in particolare il prode Orlando - possa averla sedotta e abbia colto la sua purezza, definita un fiore da lasciare immacolato, una rosa da non cogliere per conservarne intatta innocenza e bellezza.
Prima di vedere la faccia che farà quando si troverà Angelica davanti (perchè lei, furbissima, deciderà di palesarsi per i suoi buoni motivi), soffermiamoci con una piccola riflessione scritta.
Senza pensarci troppo, scrivi ciò che recentemente ti ha fatto disperare.
Elabora la tua riflessione con uno scritto di una decina di minuti, poi nuova condivisione.
Prof, mi ha fatto disperare il compito di scienze! Tutti i nomi non riesco a ricordarli e ho fatto tanta fatica per studiarli. Poi il compito aveva quasi tutte le domande sugli argomenti che non ricordavo.
Io sono disperato adesso perchè ho rotto il cellulare. Senza messaggiare mi sembra di vivere fuori dal mondo.
Io più che disperato sono arrabbiato perchè la mia ex si è messa con quello più antipatico della scuola: aveva detto che non mi avrebbe mai lasciato, invece ha preferito l'altro.
Siamo stati insieme tre mesi, anche se ci siamo visti poche volte. Più che altro ci sentivamo su Whatsapp. Ma io ci sono rimasto male parecchio.

Dopo un po' do condivisione delle nostre sventure, torniamo a seguire le vicende di Angelica che, di nascosto, è stata in ascolto dei lamenti di Sacripante, decidendo, per suo tornaconto, di agire di conseguenza.
Angelica conosceva Sacripante, era stato suo spasimante, e adesso che è sola le serve qualcuno di cui fidarsi che possa proteggerla. Con mentalità opportunistica e calcolatrice, decide di sfruttare l'occasione fingendo di dargli (false) speranze.
Eh... le donne sanno essere perfide se ci si mettono, no?
Certo prof, anche a me è successo che G**** abbia fatto finta di volermi conoscere solo per potersi avvicinare al mio migliore amico che le interessava!
Ecco, appunto.
Angelica quindi appare di colpo al suo spasimante, come se fosse una dea scesa dal cielo, dicendole che ha un'opinione sbagliata su di lei e augurandogli la pace come si conviene faccia una autentica divinità.


Potete solo immaginare la faccia di Sacripante!
E' meravigliato, felicissimo... anzi, aiutatemi voi a cercare degli aggettivi che potrebbero esprimere il suo stato d'animo.
Prof, gli sarà preso un colpo, altrochè!
Sarà stato ultrastupito! Sarà rimasto imbambolato per un'altra ora! Magari a bocca aperta e con gli occhi a cuoricini!

Dopo lo stupore iniziale, in effetti, Sacripante si reca di corsa ad abbracciare la sua amata appena ritrovata, sollevato dal fatto che non sia finita tra le braccia di Orlando, e lei lo tranquillizza dicendogli che non si è concessa al prode paladino.
Ariosto si diverte ancora a giocare con l'ironia dicendo che non si sa se Angelica abbia detto la verità o meno, però quello che è certo è che è furbissima e, dicendo quelle parole, la donna sa che legherà ancora di più a sé l'uomo che di lei è innamorato pazzo. Furbizia femminile, non c'è storia!
Soddisfatto per questa rivelazione, Sacripante cambia improvvisamente idea sull'illibatezza della sua amata: adesso non si tratta più di conservare intatto il fiore, anzi, considera Orlando uno stupido per non aver approfittato dell'occasione e ci penserà lui a possedere la bella Angelica, a prendere quel fiore che prima considerava inviolabile, convinto che tanto incontrerà il favore della donna.
Ancora una volta Ariosto rende ridicolo un cavaliere che, nel giro di pochi minuti, afferma tutto il contrario di ciò che aveva pensato prima.
Piccola pausa prima di incontrare l'ultimo personaggio che farà la sua comparsa nel primo canto.
Modalità che ormai conosci: penna, foglio e 20 minuti di scrittura ininterrotta.
Conosci qualcuno che cambia idea con estrema facilità? Pensa ad un episodio avvenuto.
Ti è mai capitato di cambiare idea su qualcosa? Cosa? Per quale motivo?
A me capita continuamente di cambiare idea. Prima, ad esempio, credevo che andare in piscina al corso di nuoto fosse noioso, poi ho scoperto che è divertente.
Conosco un ragazzo che ogni volta dice il contrario di quello che aveva detto il giorno prima. E si arrabbia se glielo fai notare, dicendo che il bugiardo sei tu! La mia mamma mi dice di non invitarlo più a casa perchè fa prendere il nervoso anche a lei.
Io ho cambiato idea su una maestra delle elementari: nei primi giorni mi sembrava buonissima, poi l'ho conosciuta meglio ed era malvagia. Aveva fatto finta di essere simpatica, forse. Dopo voleva che fossimo sempre in silenzio e ci brontolava in continuazione. Un incubo!

Ok, torniamo alla nostra lettura, anche perché siamo quasi giunti alla conclusione del canto.
Però prima dobbiamo fare la conoscenza di un nuovo cavaliere, l'ultimo (ma non ultimo per importanza eh... anzi... mentre Rinaldo, Ferrau e Sacripante compaiono a inizio poema ma poi non si nominano quasi più, il cavaliere che staremo per conoscere è un personaggio importantissimo all'interno della trama).
Proprio mentre Sacripante si accinge ad abbracciare la sua Angelica, che lui crede ormai completamente in sua mercè, sopraggiunge un cavaliere vestito di bianco con una piuma in testa.


Prof!! Un altro ancora?
Ma quanti cavalieri ci sono dentro questo bosco? Non dovrebbero essere a fare la guerra?
Eh, avete ragione. Il bosco è frequentatissimo, in effetti. Ma ricordatevi che la trama dell'Orlando Furioso ha una struttura tutta intersecata, uno scarabocchio al posto della linea dritta per capirci, e tutto ciò che sembrerebbe essere in un certo modo, si rivela poi essere tutto il contrario di ciò che l'apparenza suggerirebbe.
Innervosito per esser stato interrotto, il nostro Sacripante decide di sfidare immediatamente a duello il cavaliere misterioso, sicuro di poterlo battere con estrema facilità.
Ma, come al solito, i piani non vanno mai come dovrebbero e, dopo una caduta di entrambi da cavallo, il cavaliere di bianco vestito si rialza in piedi subito, mentre Sacripante rimane a terra, per giunta sotto  l'animale che lo sta quasi schiacciando.
Poi, dopo aver facilmente vinto, il cavaliere ignoto, sdegnoso, non si preoccupa del rivale lasciato a terra e se ne va al galoppo del suo destriero.
Accidenti, che figuraccia che ha fatto Sacripante! E proprio davanti ad Angelica!


Oddio prof! Una figura tremenda! Io non mi sarei alzato più, avrei fatto finta di essere morto stecchito!
E' come se faccio a botte con un compagno davanti a tutti e cado per terra con la bicicletta che mi cade sopra! Tutti riderebbero di me! Magari anche la I*** che mi piace tanto... il pensiero mi mette una angoscia!!!

Eh, pure lui rimane molto male! Sacripante inizialmente se ne sta sbigottito, come accade al contadino che rimane fisso a guardare i buoi che sono stati improvvisamente uccisi da un fulmine, poi si lamenta a terra per la vergogna, infine se ne sta muto, ormai affranto e demotivato per la terribile onta subìta.
Angelica cerca di tirarlo su di morale, dicendo che la colpa di quanto è successo è da attribuire al cavallo che non ha saputo mantenere l'equilibrio e aggiunge che in una contesa chi abbandona il campo è sempre il perdente, quindi in questo caso l'altro cavaliere.
Sì sì, tutte belle parole - che la donna ha minuziosamente calcolato, è chiaro - ma Sacripante ha preso una di quelle batoste che si ricorderà per un bel pezzo.
Prof, Angelica è una furba e pure un po' bugiarda! Stavolta chissà perchè non è scappata...
Ma certo che non scappa! Sacripante le serve, no? L'ha scelto apposta perchè lo vuole come suo aiutante! E ora cerca di tirarlo su di morale con una scusa che più falsa non si può! Mah... le donne!!

E a te è mai capitato di fare una figuraccia davanti alla persona a cui tenevi come è successo al povero Sacripante?
Stavolta proviamo a discuterne e vediamo se qualcuno è così coraggioso da raccontarlo ai compagni.
La figuraccia l'ho fatta in palestra quando non riuscivo ad arrampicarmi sulla pertica. Tutti un pochino si erano alzati da terra e io niente. Insomma, tutti mi guardavano e mi sono sentito in imbarazzo.
A me è successo quando devo salutare per forza i parenti che non conosco: qualche giorno fa sono arrivati a casa mia mentre ero a giocare con una ragazza che mi piace e la  mia mamma me li ha fatti salutare e abbracciare per forza, brontolandomi perchè ero troppo imbranato!
Anch'io mi sono vergognato della mia mamma che guardava la partita nelle gradinate. Ha cominciato a urlare, arrabbiata perchè secondo lei l'arbitro aveva sbagliato, invece è lei che di calcio non capisce niente e vuole fare tanto la bravona! I miei compagni di squadra la guardavano e ridevano e io volevo fare finta di non conoscerla!

Siamo giunti quasi alla fine del canto, quindi ancora qualche minuto di attenzione.
Nel bosco appare una nuova figura ancora, stavolta un messaggero a cavallo. Costui chiede informazioni in merito ad un cavaliere vestito di bianco che sta cercando. Sacripante gli dice che non solo lo ha visto, ma che è stato da lui appena battuto, così prega l'uomo di rivelargli l'identità di questo strano personaggio, di modo che possa riscattare al più presto la sconfitta subìta.
Il messaggero lo accontenta immediatamente è gli rivela che il cavaliere che lo ha appena battuto è in realtà una donna, una valorosa guerriera di nome BRADAMANTE.


Secondo voi come sarà rimasto di fronte a questa notizia?
Prof!! Non bastava la figura fatta prima! Ora scopre che lo ha sconfitto una femmina! Ariosto lo vuole proprio massacrare, eh!
Comunque deve essere rimasto molto male...

Certo, è rimasto malissimo! Sconfitto dopo pochi minuti, col cavallo che gli è caduto sopra, e tutto ciò glielo ha pure provocato una donna!
Il suo volto diventa rosso dalla vergogna e sale con Angelica a cavallo, abbandonando tutti i desideri piacevoli che provava solo poco tempo prima nei suoi confronti.
Ma le sorprese non finiscono ancora e ad un certo punto compare Baiardo, il cavallo di cui è alla disperata ricerca Rinaldo, quel primo cavaliere che nelle ottave iniziali camminava nel bosco a piedi.
Sacripante cerca di avvicinarsi all'animale, ma questi gli tira dei calci tremendi per respingerlo, mentre si reca, mansueto come un agnellino, da Angelica, ricordandosi che a suo tempo la donna si era occupata di lui.
Ecco, vedete, Ariosto fa fare più bella figura al cavallo che ai cavalieri, non solo negli atteggiamenti di riconoscenza, bensì anche nell'aspetto fisico, infatti Baiardo viene descritto come animale elegante e di colorazione dorata!
La bella Angelica si rabbuia velocemente perchè compare di nuovo Rinaldo di cui Ariosto svela un retroscena non esplicitato ad inizio canto: Rinaldo aveva bevuto alla fonte dell'amore ed è anche per questo che è irrimediabilmente pazzo di lei, mentre Angelica aveva bevuto alla fonte opposta, quella dell'odio, quindi la sua maggiore preoccupazione è quella di tenerlo il più lontano possibile. In pratica lui la ama e lei lo odia! Perfetto, no?
Ottimo prof! Sembriamo io e la B***: io la amo, lei mi odia! Mi ci vorrebbe quella fonte, così la faccio bere alla cannella dell'amore!
Io invece farei bere l'acqua dell'odio ad una che si è innamorata di me e che cerca di starmi sempre appiccicata: non mi piace, non la voglio e non so come fare per non vederla più!

Comunque, quando vede Angelica timorosa di Rinaldo, Sacripante riprende la sua baldanza e si dice offeso del fatto che non lo consideri capace di difenderla e che non riponga fiducia nelle sue doti guerresche.
Ecco...dimostra proprio di non aver capito nulla, vero? Ma se ha appena fatto una figura tremenda!
Infine, dato che il canto è diventato un po' troppo lungo, Ariosto dice di voler interrompere momentaneamente la vicenda, perchè teme che altrimenti il lettore potrebbe annoiarsi.
E siamo quindi arrivato alla fine della nostra prima lettura.
Che ne pensate?
Prof! Ma è divertente! 
E' buffo, prof! Qui si incontrano, poi fuggono, poi si incontrano di nuovo.
Un bosco pieno di gente, tutti innamorati di una donna sola... che intrecciume! Sembra Beautiful!
Ma poi come si diverte Ariosto a prendere in giro i personaggi! E' strano vedere questi cavalieri così imbranati!

Vediamo di svolgere alcune attività riferite al canto appena letto, così da avere modo di rielaborare e consolidare le nostre conoscenze


Attività da svolgere individualmente:

Elaborare una tabella a T in cui inserire nomi di personaggi e loro comportamenti/azioni, con riferimenti precisi al testo




  • Indicare più scene possibili in cui si nota il tono ironico e divertito dell'autore;
  • Spiegare se sembra che Ariosto provi simpatia per qualche personaggio in particolare, motivando con riferimenti al testo;
  • Indicare quali elementi potrebbero definirsi appartenenti al genere fantasy (è possibile consultare la mappa sul genere fantasy elaborata lo scorso anno nelle attività a classi aperte) e al genere avventura appena affrontato.

Attività da svolgere a piccolo gruppo:
  • provare a creare uno storyboard, disegnando i passaggi principali del canto. Nel gruppo ci sarà chi disegna e chi progetta le scene da rappresentare e chi scrive le didascalie sotto i disegni. Ne uscirà fuori un giornalino con immagini a vignette, come se si trattasse di una sorta di fumetto. 
  • dopo lo storyboard, elaborare una sintesi del canto. Mi raccomando: vietato dilungarsi troppo!
La prof stessa ha rappresentato un suo storyboard in maniera stilizzata, giusto per farvi vedere che non si tratta certo di una impresa impossibile!



Nelle vostre vignette cercate di inserire più dettagli e di rendere il tutto più ordinato, così da poter creare dei "giornalini illustrati" da far consultare anche ai ragazzi di altre classi che magari non conoscono la storia di questi paladini.

Tutto chiaro? Ok.
Buon lavoro e... scommetto che ci sarà da divertirsi un mondo nel momento della condivisone!
Sono curiosissima di vedere i vostri disegni e di leggere le vostre riflessioni.
E scommetto che lo siete anche voi! ;-)
Ovviamente nel blog tutto verrà testimoniato, come di consueto.
Alla prossima lettura! Perchè l'intreccio del poema continua... eccome se continua!

martedì 12 novembre 2019

E intanto la bella Angelica fugge... (prima parte)


E adesso, finalmente, ci apprestiamo a leggere il poema - rigorosamente in originale, eh!
Impossibile leggerlo tutto, ci mancherebbe altro, ma i brani che andremo ad esplorare ce li gusteremo proprio nella lingua originale di Ariosto.
Se tutto tutto subito non riusciremo a comprendere, pazienza.
L'importante è abbandonarci alla musicalità delle ottave e al ritmo narrativo della vicenda (che, come già abbiamo detto, è intricatissimo ;-) )



L'inizio è decisamente strano, infatti ci appare subito una donna che fugge in groppa al suo cavallo.  Costei, come accennato, è Angelica, bellissima principessa del Catai di cui tutti cadono innamorati.
La donna è in fuga perchè coglie al volo l'occasione di trovarsi in un accampamento finito in confusione, causa sconfitta dei cristiani per aver preso troppo sotto gamba una battaglia contro i musulmani che credevano di facile riuscita, e - scaltra come subito appare di essere - decide di darsi alla fuga senza avere la minima idea di dove potersi dirigere.

Italo Calvino, lo scrittore che abbiamo già nominato come grande appassionato dell'Orlando Furioso,  afferma che la fuga di Angelica rappresenta la tipica struttura di MOVIMENTO del POEMA.
Tutto sembra correre ed intrecciarsi, la donna scappa senza una meta e attorno a lei ruotano tanti guerrieri desiderosi di possederla tanto da dimenticare i loro doveri e continuare a girare a vuoto.
Un po' come uno scarabocchio tutto intersecato all'interno di un foglio bianco.



Questo disegno che gira nei social - e che riassume un po' anche il percorso del poema- è qui inteso come la raffigurazione delle vicende della nostra vita che, invece di essere logiche e lineari, si intrecciano caoticamente per mille motivi.
Prova adesso a disegnare uno scarabocchio simile e indica, anche in modalità scherzosa, quali elementi nella tua vita la rendono un po' ingarbugliata.
I compiti, prof! Non ci fossero sarebbe tutto più semplice.
La lezione di chitarra: non mi piace proprio.
Le cose in generale che credo vadano in un certo modo, poi si complicano sempre. Anche perché sono molto imbranato.
Il mio fratellino: mi complica sempre la vita e mi butta all'aria tutto quello che ho in mente di fare durante la giornata.

Ok, e dopo aver divagato un po', torniamo alla nostra lettura.
Ariosto ci dice subito che Orlando, innamorato di Angelica, era tornato con lei in Occidente - dopo aver combattuto vittoriosamente in Oriente - per fermare il capo dei musulmani Agramante giunto a minacciare la Francia, ma il prode paladino si pente subito di essere tornato in Europa.
Ecco, senza mezzi termini l'autore ci dice immediatamente che avrebbe fatto bene a rimanere dov'era! Indice che starà per succedergli qualcosa di molto spiacevole. Più diretto di così si muore! Un'anticipazione coi fiocchi che attira all'istante l'attenzione del lettore!
E, sempre per tenere il lettore attento ed impedire che si scoraggi perché magari non conosce le vicende accadute prima, Ariosto esegue un breve riassunto di quello che sta avvenendo, quindi l'esercito cristiano che viene sconfitto a dispetto dei pronostici e la bella Angelica, è lontanissima dal rimanere passivamente ad accettare di divenire mera ricompensa dei cavalieri più valorosi, che prende il cavallo e approfitta per scappare.
La bella donna prende subito l'iniziativa, si mostra perspicace, capisce che deve cogliere l'attimo, a differenza dei cavalieri cristiani, valorosi e forzuti, che non avevano previsto affatto quello che sarebbe potuto succedere.
Angelica 1 - intero esercito cristiano 0 !!!!


Angelica entra col suo cavallo in pieno bosco e noi sappiamo che questo rappresenta il luogo ignoto per eccellenza, simbolo supremo di avventure e di mistero.
Ricordi quando parlavamo delle storie spaventose ambientate nella foresta durante il Medioevo, vero?
Ricorderai sicuramente l'importanza di una simile ambientazione nelle fiabe, prima tra tutti quella di Cappuccetto Rosso.
Vedremo nella seconda parte dell'anno anche un personaggio famosissimo che in una selva oscura si è perso ed ha assoluto bisogno di qualcuno che lo tiri fuori...


Insomma, il bosco da considerarsi come perfetta ambientazione di una storia che già fin dalle primissime parole ci appare curiosa ed intrigante.
Ed ecco che in questa foresta Angelica farà presto il suo primo incontro: un cavaliere! Cristiano! Preciso, mannaggia!! Ma niente paura: si tratta di un cavaliere inoffensivo e sapete perchè?
Perchè è A PIEDI!!!! Vi rendete conto cosa significa per un cavaliere essere privo del cavallo? Praticamente il colmo dei colmi! Questo cavaliere è RINALDO, altro fedelissimo di Carlo Magno.

Qui un disegno di un pupo siciliano che rappresenta Rinaldo
I pupi sono delle marionette che ancora oggi si utilizzano in Sicilia 
per dare vita a scene cavalleresche riguardanti Carlo Magno e i suoi paladini


Ariosto non perde occasione per ricoprire il povero Rinaldo di ridicolo: è armato di tutto punto ma non ha il destriero (Angelica invece sì), viene paragonato ad un contadino che fugge dietro ad una stoffa rossa (come si era soliti nei tornei del villaggio), viene più volte apostrofato con l'espressione "ch'a pie' venìa", tanto per girare il coltello sulla piaga... insomma, Ariosto si diverte parecchio e sembra perfino provarci gusto!
Ovviamente di chi sarà innamorato Rinaldo? Ma di Angelica, no!
Quando la vede la riconosce e prova ad inseguirla, ma la partita è persa in partenza: Angelica, come una pastorella che vede di fronte a sè un pericoloso serpente, cambia direzione e fugge di nuovo in groppa al suo cavallo. Di nuovo dimostra di essere scaltra e perspicace, infatti si affida al cavallo e lo lascia andare dove vuole perché è perfettamente consapevole di quanto sia inutile programmare le cose da fare in quanto tutto è destinato a venir ribaltato dagli eventi.

Prima di andare avanti, soffermiamoci su quanto letto finora e proviamo ad immedesimarci trasferendo ciò che leggiamo sulla nostra esperienza di vita.
1. Provate a pensare ad un episodio in cui vi siete sentiti fuori luogo come Rinaldo perché non avevate con voi ciò che doveva in quel momento servirvi.
Ad una festa di carnevale avevano tutti i vestiti molto complicati e io solo una mascherina agli occhi.
In classe non avevo studiato e avevo paura che mi interrogassero.
A una cena dove ero in mezzo ad adulti che non conoscevo nemmeno. Mi sono sentita proprio un pesce fuor d'acqua!
Al ristorante giapponese dove tutti mangiavano sushi. Io cercavo di non sforzarmi ma non mi piace e mi sentivo molto a disagio.

2. Provate a pensare anche a quale considerate il vostro oggetto indispensabile, del quale non potreste mai e poi mai fare a meno.
Cellulare, all'unanimità!
E miracolosamente una alunna, avidissima lettrice, ha parlato di un romanzo da tenere sempre con sé nello zaino!

Scrivete ininterrottamente per 20 minuti, possibilmente facendo riferimento ad entrambe le tracce di sollecitazione, poi condivideremo ciò che emerge dai vostri scritti.
Come sempre, anche la prof scriverà con voi ;-)

Ok. Continuiamo la lettura e vediamo dove si dirige la nostra eroina sempre in fuga.
Il cavallo di Angelica si ferma alle rive di un fiume e qui si trova un altro cavaliere, stavolta saraceno, di nome FERRAU.
Un paladino di tutto punto? Macchè!
Ferrau, sudato e polveroso, entra nel fiume per rinfrescarsi e nell'acqua perde l'elmo che aveva in testa!
Di chi sarà innamorato Ferrau? Eh, certamente... di Angelica!
Quindi, quando la vede, dice che la difenderà coraggiosamente con la spada e, proprio in quel momento, giunge a piedi "l'appiedato" Rinaldo.
Tra i due inizia una lotta feroce: si battono con la spada, l'uno di fronte all'altro, e si assestano colpi così forti che appena li potrebbe sopportare un'incudine, figuriamoci le armature!
E mentre i due combattono di santa ragione... Angelica prende il cavallo e scappa di nuovo, lasciandoli lì a riempirsi di lividi e ferite per lei.
Sinceramente, i due prodi paladini non stanno facendo una grande figura, eh!


Rinaldo e Ferrau erano valorosi guerrieri di pari grado, quindi nessuno riusciva a prevalere, rischiando di far diventare il combattimento infinito.
E per quale motivo poi? La donna che entrambi volevano difendere se n'era pure scappata via!
Rinaldo è il primo dei due che parla e dice al rivale che non otterranno nessun guadagno se continueranno a combattere per colei che se n'è andata.
Ferrau gli dà ragione ed entrambi, in groppa ad un unico cavallo (dato che Rinaldo il suo non ce l'ha!) galoppano all'inseguimento della donna.
Feriti e di fede diversa vanno insieme alla ricerca di un medesimo obiettivo - e Ariosto non ci fa mancare la sua consueta ironia nel pronunciare queste frasi - quando, ad un certo punto, si trovano di fronte ad un bivio.
Impossibilitati a sapere quale strada avrà scelto Angelica, decidono di dividersi: uno seguirà la direzione di destra e l'altro andrà invece verso sinistra.


Soffermiamoci di nuovo, perchè l'immagine del bivio, di una incognita che ci mette di fronte ad una scelta obbligata, richiede un necessario momento di riflessione.
Nella modalità di scrittura sopra vista, quindi ininterrotta per 20 minuti, al termine dei quali  condivideremo quanto scritto, sviluppa queste tracce lasciando libera la penna di esprimere ciò che provi (e la prof farà altrettanto):
1. Ti è mai capitato di trovarti - metaforicamente - di fronte ad un bivio? Come ti sei sentito? Quale soluzione hai scelto per risolverlo?
2. Disegna un bivio e scrivi nei lati opposti quali sono due cose che ti risulta difficilissimo scegliere perchè le apprezzi nel medesimo modo.

Nella prossima lezione, dopo la condivisione delle vostre annotazioni, continueremo la lettura del primo canto e conosceremo nuovi personaggi.
Per ora lasciamoci a questo bivio e proviamo ad anticipare cosa avverrà?
Riusciranno a ritrovare Angelica?
Ferrau dove finirà? E Rinaldo?
A breve, vedremo come evolve la vicenda.




domenica 10 novembre 2019

Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori...


Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori
le cortesie, l'audaci imprese io canto...

Questi due versi, famosissimi, rappresentano l'incipit del poema, che - come antica tradizione letteraria vuole - inizia con un PROEMIO, in cui l'autore presenta l'argomento ed invoca sostegno per la stesura dell'opera.
Ricordi il proemio dell'Iliade? E quello dell'Odissea?
Sì prof! Quello dell'Iliade parlava dell'ira di Achille, no? Achille era inferocito con Agamennone perché gli aveva preso la schiava e lui se ne va dall'esercito provocando un grave danno per gli Achei. 
L'altro, invece, presenta Odisseo come uomo intelligente che è stato in grado di risolvere tutti i problemi che gli si sono posti di fronte, ma che non è riuscito a riportare in patria i suoi uomini. Per forza! Erano stati degli sciocchi! Avevano pure mangiato le vacche sacre scatenando le ire degli dei. Mica era colpa sua se aveva dei compagni di viaggio un po' troppo distratti!
E poi prof ricordo che in entrambi c'era l'invocazione alla Musa Calliope.
Sì, ma stavolta Calliope non ci può essere, secondo me. Mica siamo più nel mondo greco, nel mondo in cui si invocavano gli dei! Adesso il cristianesimo è arrivato già da molto tempo e forse Ariosto invocherà qualche santo del Paradiso!

Ecco, mi fa piacere che ricordiate qualcosa! E mi fa altrettanto piacere che gli interventi siano acuti e pertinenti.
Comunque, partiamo anche questa volta dal proemio, seppur - vi anticipo - questo dell'Orlando Furioso sia un proemio un pochino diverso quelli classici letti lo scorso anno.
Non ci sarà, ad esempio, la Musa Calliope vista in passato - come scaltramente avete intuito - bensì una Musa in carne ed ossa che proprio un aiuto non glielo darà, anzi... tutto il contrario... ma, per evitare di crearvi subito confusione, leggiamolo insieme. Già vi avviso che dovrete eseguirne parafrasi scritta, quindi... massima attenzione! 

Già nei primi due versi vengono presentati gli argomenti del poema: ovvero i cavalieri e le loro imprese (materia cardine del ciclo carolingio, ossia le vicende belliche di  Carlo Magno e dei suoi paladini), ma anche le donne e le storie d'amore tra i cavalieri e le figure femminili del poema (tematiche alla base del ciclo bretone, ossia le imprese belliche ma anche amorose di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda).
Fate caso al fatto che la parola "donne" è la prima che compare nel poema e ciò indica che il loro ruolo sarà fondamentale, come vedremo.


   ciclo carolingio
+
ciclo bretone

Nei primi due versi potete inoltre notare una particolare figura retorica definita CHIASMO, ovvero incroci di coppie di parole. Guarda questa immagine per comprendere meglio il concetto: le parole "donne" - "amori" - "cortesie" sono tra loro corrispondenti, così come "cavallier"- "arme" - "audaci imprese"


Il proemio continua a presentare la tematica del poema precisando che la storia è ambientata nel periodo in cui i musulmani, attraversando il Mediterraneo, arrivarono in Europa, provocando grandi danni alla Francia ed una vera e propria guerra contro i cristiani, dal momento che il loro re Agramante voleva vendicare suo padre ucciso dal re Carlo Magno.
Ricordi chi era Carlo Magno e cosa fece? 
Ricordi chi fermò l'avanzata degli arabi musulmani in Francia?
Prof, Carlo Magno era l'uomo che prima diventò re dei Franchi e dei Longobardi, poi Imperatore del Sacro Romano Impero che arrivò a comprendere mezza Europa, vero? La data della sua incoronazione è la più facile da ricordare in assoluto: notte di Natale dell'800. Già il nome del papa che lo incoronò non lo ricordo più però...
Gli Arabi furono fermati a Poitiers da un antenato di Carlo Magno... quello col nome buffo...  ecco... Carlo Martello!!

Però... vedo che alcuni di voi (non tutti, ma non importa) si ricordano ancora queste informazioni! Ottimo!
Comunque Ariosto, dopo aver anticipato temi, tempo e luogo in cui sarà ambientato il suo poema, rivela nella seconda ottava che racconterà qualcosa su Orlando mai detto prima.
Quale sarà questa novità che sta per annunciare?
Questa è una domanda facile prof! Parlerà di Orlando che impazzisce per amore.

Ma certo, bravi! La cosa mai detta prima sul prode Orlando è proprio la PAZZIA.
Infatti, proprio come si può intuire dal titolo, Orlando diventa furioso, cioè pazzo, a causa del suo amore non ricambiato per la musulmana Angelica.
Cominciando a mostrare quell'IRONIA che manterrà per tutto il poema, Ariosto presenta poi una invocazione molto singolare rispetto a quelle classiche, ossia spera che la sua amata - trattasi di una donna di nome Alessandra Benucci che sposò pure in gran segreto perché già coniugata - gli permetta di concludere il poema senza farlo impazzire prima di arrivare a vederne la fine.
Forte no? Non una invocazione alle muse, ma la speranza che la sua amata lo lasci finire e non lo distolga dall'impegno preso. Quasi una contro-invocazione, una musa/antimusa, insomma una donna reale che gli fa soffrire le pene d'amore, contrapposta alla divina Musa Calliope protettrice della poesia epica che addirittura sembrava narrasse lei stessa le imprese raccontate da Omero!
Del resto, un po' come avevate anticipato voi, rispetto al mondo greco son cambiate tante cose: l'avvento del cristianesimo ha sicuramente cambiato lo scenario religioso, ma non ci si rivolge ad un santo o ad un'altra figura della cristianità perché siamo in pieno Umanesimo/Rinascimento, quindi sappiamo già che va affermandosi da parte dell'uomo la fiducia nelle proprie capacità, senza dover per forza considerare indispensabile il sostegno divino e senza quella centralità della visione cattolica che ha contraddistinto l'intero periodo medievale.
Comunque questo Ariosto si presenta subito estremamente innovativo, non trovate?
E vedrete come si manterrà tale anche durante la lettura delle successive ottave!

Alessandra Benucci lo faceva diventare pazzo d'amore 
ed era pure una donna sposata!

Adesso proviamo a riflettere insieme.
E voi? Cos'è che vi distoglie dai doveri e che vi confonde mentre state svolgendo un'attività che richiederebbe invece impegno e concentrazione?
Parlatene in un quick write scrivendo di getto per almeno 15 minuti di seguito. 
A me confonde il cellulare: quando sento la suoneria annunciare un messaggio in arrivo, non posso fare a  meno di guardare. Mi dico che saranno solo pochi minuti, ma poi rimango a chattare per un sacco di tempo e rimango indietro con quello che dovevo fare.
Anche a me confonde il cellulare, però soprattutto per pensare a quale video fare su Tik Tok. Mentre studio, ad esempio, mi vengono in mente scenette e balletti e questa cosa mi confonde parecchio.
A me fa perdere la concentrazione la mia nonna. Mi racconta sempre di quando andava a scuola lei,a piedi, con la neve e il freddo. Uffa! Come posso dimenticarlo! Lo dice tutti i pomeriggi!
Anche a me confondono le chiacchiere di mia sorella più piccola. Mi racconta sempre la storia di una principessa che le hanno letto a scuola all'inizio dell'anno. Ma che vuoi che me ne importi!
Da poco ho una fidanzata e tutto il pomeriggio sto con gli occhi sul cellulare per vedere se mi scrive. Se lo fa, mi confondo a leggere i suoi messaggi, se non lo fa mi distraggo pensando a quello che sta facendo. Insomma, lei mi confonde in ogni caso!
Io se entro su Instagram non ne esco più: sono curiosissima di vedere le storie di tutti. E le ore  intanto passano...
Io invece sono distratta dal sole: se studio e dalla finestra vedo che fuori c'è un bel sole, voglio uscire, penso a come si starebbe bene al parchino all'aria aperta e perdo del tutto la concentrazione.

Veramente interessante! :-)
E adesso andiamo avanti nella lettura.
Dopo la presentazione della tematica e la particolarissima invocazione, Ariosto torna serio ed inserisce una dedica alla famiglia degli Estensi che lo ospitano presso la corte di Ferrara: spera infatti che il Cardinale IPPOLITO D'ESTE lo ascolti volentieri e che gli presti attenzione, distogliendo un po' i suoi pensieri dalle preoccupazioni. Ariosto dice che questa è poca cosa rispetto a quanto dovrebbe offrirgli, ma ribadisce anche che questo suo poema rappresenta il massimo che lui può fare per ricompensare il Cardinale della sua magnanimità.
In apparenza questa dedica potrebbe farlo apparire come un cortigiano ruffiano ed un adulatore, ma Ariosto, nel corso di tutta la sua vita, si comportò in modo esattamente contrario ed ebbe nei confronti dell'adulazione un sentimento di vera e propria repulsione.
La corte di Ferrara descritta nei suoi testi, primi tra tutti le Satire, appare come piena di cortigiani che cercano di ingraziarsi i potenti con ogni mezzo e lui condannerà sempre certi comportamenti e considererà l'adulazione un fatto grave e meschino.

Quando nel poema un personaggio chiamato Astolfo, in sella al suo cavallo alato di nome Ippogrifo, finirà nientemeno che sulla Luna, troverà degli oggetti simbolici che rappresentano tutte le brutture dei comportamenti adulatori tenuti dagli uomini sulla Terra.
Qualche esempio?
- ami d'oro e d'argento che simboleggiano i doni che gli uomini fanno ai sovrani con la speranza di farli abboccare per ricevere una ricompensa,
- trappole nascoste nelle ghirlande a rappresentare le lusinghe false ed insidiose,
- cicale scoppiate per il loro vano canto che simboleggiano i versi scritti dai poeti che vogliono inutilmente ingraziarsi il ricco di turno.
Perchè Ariosto ha scelto proprio questi oggetti? 
Te ne viene in mente qualcun altro da inserire in questa carrellata?
Gli ami da pesca servono per far abboccare i pesci. Si infilza il verme, si finge di voler sfamare i pesci per fare un favore, invece ce li peschiamo e ce li mangiamo noi!
Anche le trappole: in quelle per topi, per esempio, si mette il formaggio per far avvicinare con l'inganno l'animale, fingendo di volergli fare del bene, e poi si cattura e lo si lascia morire.
Gli insetti scoppiati.. boh... magari prof rappresentano quei ruffiani che fanno tanti elogi, così tanti e così tanti e così tanti, che alla fine scoppiano loro stessi per tutte le cose false che dicono.
Secondo me, prof, nella Luna potrebbero esserci anche altri oggetti come simbolo degli arruffianamenti. Ad esempio, quei fiori che si usano a Carnevale, che sembrano profumati e poi , se li tocchi, spruzzano inchiostro. Falsi come quelli che fanno i complimenti per un secondo fine!


Sei d'accordo con ciò che pensa Ariosto degli adulatori? Cosa pensi delle persone che cercano di accaparrarsi le simpatie altrui simulando sentimenti che non provano?
Esattamente come hai fatto prima, spiegalo per scritto in un altro quick write.
Leggi queste due frasi. Che cosa significano secondo te? Sei d'accordo? Discutiamone a voce.



Prof, i ruffiani sono insopportabili. La mia sorellina finge sempre di essere tanto brava, invece fa più confusione di me! Però è sempre sdolcinata e i miei genitori le credono ciecamente. E danno la colpa di tutto a me!
Poi quelli che coi prof cercano di essere gentili per avere voti più alti non li sopporto. E ce ne sono, eh!
Lo scorso anno sa che ci siamo messi tutti d'accordo per fare i complimenti alla prof di sport perché volevamo fare calcio e non ginnastica in palestra? Tutti le dicevamo: Che bella che è con questa tuta! Come le sta bene il nuovo taglio di capelli! Una volta ci è andata bene. Poi abbiamo provato a rifarlo, ma non ha funzionato più!

La prima frase vuol dire che all'adulatore tu stai antipatico, anche perché spesso è invidioso di tutti perché vuole passare bene solo lui, però ti segue lo stesso perché vuole spiare tutte le tue mosse e poi poterti fregare al momento opportuno. Che rabbia che mi fanno le persone così!
La seconda vuol dire che non conviene fidarsi dei ruffiani, tanto non vogliono bene a nessuno, solo a loro stessi. E anche chi li vorrebbe assumere al lavoro, ad esempio, dovrebbe stare attento perché pensano solo per sé e non sono dei buoni lavoratori.

Di nuovo molto interessanti le vostre riflessioni, bravi!
A questo punto possiamo addentrarci dentro il poema, no? Siete pronti?
Vi ho già anticipato che l'opera comincia con la fuga di Angelica, una donna bellissima che ha fatto perdere la testa praticamente a tutti gli uomini che ha incontrato.
Vedi l'importanza delle donne secondo Ariosto?
Angelica fa impazzire tutti, perfino l'integerrimo Orlando.
Alessandra Benucci fa impazzire lui stesso...
Ecco perchè la parola "donne" si trova ad inizio poema!!
Però eseguiamo un'ultima attività prima di cominciare la lettura.
Rispondi a questa sollecitazione: come immagini che sia Angelica fisicamente? Come saranno i suoi lineamenti? Fanne una descrizione e, se vuoi, anche un suo disegno. 
Wow prof!! Dev'essere stata davvero una sventola! Io ho già in mente come descriverla e come disegnarla...
Anch'io! Mi farò ispirare da una bella ragazza che ho in mente e che secondo me le somiglia.

Work in progress... e intanto il primo disegno è già arrivato. A farlo è stato un alunno cinese che, seppur ancora non in grado di comprendere a pieno la lingua italiana, ha ascoltato la lezione con sguardo molto interessato ed ha immaginato a suo modo questa  splendida principessa proveniente dall'Oriente un po' come lui


Altri disegni stanno arrivando...





E adesso, andiamo a conoscerla "di persona", stando ben attenti a non farci irretire dalla sua bellezza e a non nutrire false speranze: Angelica nel poema il suo uomo ideale lo troverà e se lo sposerà pure, quindi mettiamoci tutti l'anima in pace sin da adesso!
Buona lettura a noi!