giovedì 30 maggio 2024

Epico fare epica!

 

Ai ragazzi e alle ragazze l'epica piace un sacco e le storie di Achille, Ettore, Odisseo, Enea mantengono intatto ogni anno tutto il loro fascino.
Si può, quindi, approfittare di tale coinvolgimento per sostare diverse settimane tra i combattimenti degli achei o le avventure di Odisseo? A mio avviso sì.
Perché proprio questo alto coinvolgimento ci permette, secondo me, di far lavorare i nostri studenti e le nostre studentesse su numerose competenze tenendo, al contempo, sempre alti interesse e motivazione.
Del resto, di motivazione all'apprendimento come cardine della nostra azione-progettazione ne parlano i maggiori esperti di didattica, mica è un'idea che mi sono inventata io.
Io ci credo fermamente che la strada da percorrere sia questa.
Lavorare per mettere in azione competenze plurime sarà così più semplice per tutti: per loro, mantenendoli al centro dell'apprendimento perché devono essere loro i reali protagonisti, ma anche per noi, che sempre più fatica facciamo a mantenere a lungo la loro capacità attentiva.


Cantami o diva...

Strano, ma vero. Tanti alunni - per non parlare dei genitori - si sentono rassicurati solo da una lezione classica che più classica non si può, con insegnante che spiega e loro che dimostrano la loro conoscenza tramite interrogazioni o domande di comprensione chiuse. 
Scardinare di colpo tutto quanto? Beh, magari di colpo no, però questa volontà di rassicurazione possiamo volgerla a nostro favore e, gradualmente, indirizzarla verso una riflessione più critica e una messa in atto di competenze più connesse al problem solving e alla rielaborazione personale divergente.
Quindi via libera, ad esempio, alla spiegazione frontale del Proemio dell'Iliade che, sotto sotto, tanto frontale non è. 
Sappiamo bene quanto sia produttivo far entrare i ragazzi dentro il testo attraverso la scomposizione delle parti, l'analisi delle singole parole o espressioni, la "visualizzazione" di quanto esaminato.
Quindi via libera a frecce/numeri a supporto della ricomposizione testuale, riflessioni su patronimici ed epiteti, sempre connessi alle esperienze personali se si vuole una maggiore e più profonda assimilazione ("Mio padre si chiama Maurizio, quindi io potrei chiamarmi Maurizide", oppure "Potrebbero soprannominarmi M.F. dalla spada brillante, vista la mia passione per lo scherma").
E la nostra direzione verso una riflessione e comprensione più profonda del testo è appena cominciata.


Le antologie riportano sempre gli stessi brani, le stesse domande, gli stessi esercizi?
Rivitalizziamoli!
Scegliamo solo ciò che è funzionale ai nostri obiettivi e cambiamo ciò che non lo è.
Dopo un interessante confronto tra le diverse traduzioni del Proemio e l'osservazione della lingua greca originale - che sempre ha un suo risvolto ilare, viste le facce sbigottite davanti a quelle lettere arzigogolate e incomprensibili :-) - continuiamo a dirigerci verso tipologie di attività capaci di incidere sulla rielaborazione personale divergente e, al contempo, sulla messa in atto di competenze attestanti l'avvenuta comprensione, l'assimilazione delle conoscenze, ma anche l'inventiva e la creatività in grado di personalizzarle.
Numerosi possono essere gli esempi pratici. Ne inserisco alcuni realizzati quest'anno mentre affrontavamo l'Iliade:

- utilizzo di organizzatori grafici per analizzare personaggi e loro azioni/pensieri/sentimenti (dal libro No spoiler si possono ricavare, ad esempio, degli interessanti organizzatori sui personaggi testa/cuore/istinto, così come dai numerosissimi modelli legati al wrw);

- drammatizzazioni e stesura di mini-sceneggiature teatrali dell'episodio in cui litigano Agamennone e Achille o di quello in cui si salutano definitivamente Ettore e Andromaca (e per drammatizzazioni si intendono recite vere e proprie con tanto di dialoghi e personaggi rispondenti il più possibile al testo originale, anche nel caso in cui debba affidarsi la parte anche a un piccolissimo Astianatte-Cicciobello)





- riscritture di dialoghi che diventino "lunghi" come un tweet, che simulino la conversazione di una chat. La parola d'ordine è sempre la stessa: rispetto di quanto letto e analizzato nel testo


- rielaborazioni personali finalizzati alla produzione di lettere per dialogare, discutere, consolare personaggi, ma anche richieste di produzioni scritte dalla tipologia testuale diversa, come riscrittura  per produrre articoli di cronaca da leggere come se fossimo giornalisti in tv o speaker in una stazione radiofonica





- elaborazione di spot pubblicitari o slogan per sintetizzare e focalizzare all'estremo ciò che si evince da un episodio letto


 - ricerca di colonne sonore attinenti a ciò che accade in un episodio letto


E la riflessione a partire della immagini? Non ha certo un'importanza secondaria!
Via libera, quindi, a confronti con raffigurazioni pittoriche celebri di storie lette, ad esempio il famoso dipinto Ettore e Andromaca di De Chirico... 




... o consegne improntate sulla rappresentazione grafica di quanto letto, come storyboard o scene di fumetti sul duello tra Ettore e Achille



- E, se proprio si vogliamo far vedere scene di film come Troy, cercare di far riflettere su quanto scritto nel testo originale e quanto rappresentato a livello cinematografico (interessante, ad esempio, è stata una riflessione "triplice" sul combattimento finale tra Achille ed Ettore così come viene descritto nell'Iliade, così come lo descrive Baricco nella sua riscrittura dell'Iliade di Omero e così come appare, invece, nel film Troy; gran parte della classe ha riferito di preferire la scena così come viene raccontata nel testo originale)


Ma non ci vuole troppo tempo a far tutte queste cose?
Forse. Ma far sostare gli studenti su uno stesso argomento e renderlo "sfaccettato" per venire incontro ai diversi stili di apprendimento, a mio avviso, è la strada vincente.
In più, rimanere per tempi più lunghi su uno stesso argomento permette, secondo me, di introiettare quanto appreso in modo più profondo e focalizzato.
Non solo insistere sull'interrogazione classica, ma su tante altre modalità di rielaborazione di quanto letto e appreso permettono la messa in azione di numerose competenze e abilità.

E se volessimo mettere in atto altre competenze ancora, ad esempio quelle digitali, così richieste da ogni dove?
Di nuovo interesse, motivazione e coinvolgimento ci aiuteranno.
Nel corso dello studio dell'Odissea potremmo lavorare sull'educazione digitale, sulla ricerca delle fonti, sul reperimento di informazioni non  note e non solo sulla richiesta di far elaborare una classica presentazione su Power point.
Nel laboratorio di informatica siamo andati a caccia dei Lestrigoni, abbiamo visto come erano rappresentate da Omero le Sirene, quali poteri aveva la maga Circe, il tutto facendo attenzione al reperimento delle fonti corrette. 
Inoltre, senza aver sbirciato nelle anticipazioni del libro, abbiamo ricercato su web cosa accade a Odisseo una volta tornato a Itaca, sempre attenzionando fonti attendibili (e notando che le nostre ricerche erano molto più ben fatte di quelle proposte da un famoso chatbot generativo di intelligenza artificiale!).
Interessante, no?

Non sono mancate le richieste di brevi parti di parafrasi o la riflessione sui personaggi e sull'intelligenza di Odisseo a fronte di situazioni e figure ben più forti di lui...




... e sono continuati anche i confronti tra quanto letto e quanto visto in spezzoni di film o serie tv che hanno fatto la storia (ma quanto erano belli sia il film del '54 con Kirk Douglas che lo sceneggiato rai del '68?)



... e non ci siamo neanche fatti mancare il libero spazio dato alla fantasia con, addirittura, l'invenzione di una nuova tappa nel turbolento viaggio decennale di Odisseo nel Mediterraneo




Di tempo ce ne vuole, vero, ma si tratta di tempo ben speso.
Se qualche esercizio di grammatica o di antologia è stato sacrificato, pazienza.
Abbiamo ampliato e spaziato come si deve, e ci siamo pure divertiti. Scusate se è poco ;-)

domenica 17 marzo 2024

Da Gertrude ai disturbi alimentari

 

A volte certe associazioni sembrano impossibili, specialmente se inserite in un contesto scolastico: come si può parlare della monaca di Monza e finire a discutere di disturbi alimentari?
Invece tutto ciò è possibile, possibilissimo. A patto che l'insegnante, nel suo ruolo di facilitatore, ponga le giuste sollecitazioni e, privo di atteggiamento giudicante, assuma una posizione di apertura alla direzione che la discussione prenderà.
Una discussione autentica, seppur direzionata verso una riflessione esplorativa grazie a domande stimolo, non può che prevedere uno sviluppo non conosciuto a priori, ma proprio per questo arricchente. Ci arricchiamo ogni volta che accogliamo contributi e punti di vista degli altri e la vita di classe permette a tutti i suoi membri (insegnante compreso) di beneficiare di questo arricchimento, se lo si vuole, in modo autentico e profondo.
Non nego che questo genere di riflessioni mi venga naturale anche per il mio interesse verso il mondo della philosophy for children e delle esperienze di educazione al pensiero... ma oggetto di questo post non è certo un certo tipo di formazione che ha influenzato il mio modo di fare scuola, bensì un'occasione per ripercorre un certo tipo di percorso svolto in classe dalle connessioni inusuali e a prima vista imprevedibili: da Gertrude dei Promessi Sposi alle problematiche legate ai disturbi alimentari. Vediamo com'è andata.


Dopo la lettura di alcuni brani dei Promessi Sposi, ci siamo soffermati sull'analisi dei personaggi più significativi e, in evidente ottica orientativa, sulle loro modalità di affrontare le scelte di vita: Don Abbondio, Fra' Cristoforo, l'Innominato sono coloro che hanno permesso di improntare le riflessioni più interessanti, ma chi ha suscitato maggior partecipazione e coinvolgimento emotivo è stata proprio lei, Gertrude, la famosa monaca di Monza.
Dividendoci tra chi comprendeva la sua incapacità di ribellarsi alla odiata vita monastica voluta dalla famiglia e chi non la giustificava per la mancata volontà di combattere per ciò che realmente desiderava, siamo partiti da queste sollecitazioni: 
- Ma è veramente così facile essere liberi di scegliere ciò che davvero vogliamo?
- Le nostre scelte sono sempre frutto di quello che desideriamo noi oppure possono essere anche influenzate da quello che desiderano gli altri?
Annotazioni, discussioni e momenti più formali di scrittura hanno portato a percorsi di riflessioni molto interessanti.
I ragazzi hanno parlato di scelta delle scuole superiori influenzata dalle aspettative della famiglia, di pomeriggi passati con una compagnia di amici poco gradita ma indispensabile per rientrare in una cerchia di conoscenze più "popolari", della ricerca di capi di abbigliamento all'ultimo grido per essere accettati in un certo gruppo e di desiderio di piacere agli altri, più che a se stessi, anche cercando di imitare modelli di perfezione impossibili ricavati da tv o social media.
Ed è proprio a causa della ricerca di perfezione, unita a possibili problematiche affettive profonde o a scarsa fiducia in se stessi, che molti ragazzi hanno parlato di un problema purtroppo molto più diffuso di quanto si creda: il disturbo alimentare.
Visti i possibili collegamenti con l'ambito scientifico, oltre che con tematiche di attualità e di educazione alla cittadinanza consapevole, la classe ha svolto approfondimenti sulle diverse tipologie di disturbo alimentare (anoressia, bulimia, binge eating) e, nel contempo, ha riflettuto sulle conseguenze di certi comportamenti sull'organismo e sulla psiche, ma anche sull'importanza della lotta al body shaming e dell'incentivo alla body positive ovvero all'accettazione del proprio corpo e di sè.

Abbiamo letto articoli di giornale e ascoltato testimonianze reperite sui maggiori organi di informazione nazionale. 
Abbiamo ascoltato con attenzione le parole della canzone La rabbia non ti basta di BigMama presentata all'ultimo Festival di Sanremo...


... e, sempre in tema di body positive e body shaming, abbiamo osservato una foto che denigrava la sua fisicità.


Tutti quanti ci siamo trovati d'accordo con quanto espresso nel testo della sua canzone di BigMama, specialmente in queste parole

"Guarda me, 
adesso sono un'altra
la rabbia non ti basta, 
hai cose da dire.
Se ti perdi segui me.
Quel vuoto non ti calma,
è il buio che ti mangia 
e non ti fa dormire"

E, a proposito di vuoti da colmare - molto spesso riscontrati alla base dei problemi legati ai disturbi alimentari e alla mancata accettazione di sé -, abbiamo infine letto e commentato il potentissimo albo illustrato Il buco di Anna Llenas, impegnandoci in annotazioni scritte e condivise





Infine abbiamo realizzato un cartellone che mettesse in evidenza le tappe più significative del percorso svolto e lo abbiamo appeso in aula in occasione della giornata dedicata ai disturbi alimentari (scoprendo, grazie a questo video  disturbi alimentari Fanpage, il motivo per cui il fiocco viola è stato scelto come immagine simbolica).


Ecco dove ci ha portato la domanda stimolo partita da Gertrude e dalla sua mancanza di volontà: a parlare dei pericoli dovuti alle scelte che ci costringono a fare gli altri e all'importanza delle nostre scelte da fare in piena libertà, accettandosi per quello che si è, per come si vuole vivere per ciò che si vuole diventare.
Sì, anche ragazzi di tredici anni sono in grado di ragionare su tematiche così rilevanti con consapevolezza e autenticità. Basta dar loro fiducia e porsi in posizione di ascolto. Tutto qui.

martedì 13 febbraio 2024

Conversazione sul fascismo

 



Sì, conversazione sul fascismo. Non spiegazione o lezione sul fascismo, ma conversazione sul fascismo. Perché? Perché, per prima cosa, del fascismo occorre parlare e far parlare.

- Finalmente parliamo delle dittature, prof! Non vedevo l'ora!
- Ma come ha fatto Mussolini ad avere tutta l'Italia dalla sua parte? Che sensazione deve essere quella di avere tutti che ti adorano e credono a ogni cosa che dici! 
- Si può dire che è stato una specie di grande influencer? 
- Il fascismo era pericoloso? Ma si è affermato di più o di meno durante la guerra?
- Perché Mussolini si faceva chiamare duce?

Le domande sono tante, immediate. Per prima cosa, vediamo di fare un po' d'ordine.
In un post-it cerchiamo di scrivere tutte le domande o tutto ciò che sappiamo/crediamo di sapere sul fascismo. Scrivono tutti, anche coloro che solitamente in classe si espongono di meno, e i post-it di ognuno vengono sistemati nella lavagna, così da poter avviare la conversazione e darle un certo ordine.




- Il fascismo è un movimento politico nato in Italia da Benito Mussolini e fu molto acclamato
- il fascismo è nato durante la seconda guerra mondiale?
- Mussolini ha creato il fascismo e ha preso il potere con la forza
- vorrei vedere la dichiarazione di guerra di Mussolini, il duce
- io ho visto su YouTube un video di Mussolini con Hitler che erano insieme: Hitler odiava gli ebrei ma Mussolini non so che ha fatto. Perché si sono alleati?
- i fascisti erano vestiti di nero e picchiavano le persone
- il partito fascista è nato con le camicie nere 
- Mussolini ha governato l'Italia dal '43 al '45
- non vedevo l'ora di parlare di questo periodo storico perché ne so poco 

Le riflessione sono state quasi tutte di questo tenore: molto interesse verso l'argomento, molti dubbi e molte questioni su cui riflettere e discutere. Bene, cominciamo. Forse è bene cominciare dall'inizio del fascismo e dall'inizio della dittatura. 

- Hanno detto bene coloro che lo hanno definito movimento politico. Il fascismo è nato così, come movimento, non come vero e proprio partito.
Tutti sapete che il leader era Benito Mussolini e molti hanno scritto che le camicie nere, all'origine del movimento, si comportavano in maniera violenta con la popolazione. Questo corrisponde a verità.
Sulle date di inizio del potere, alcuni fanno riferimento al periodo della seconda guerra mondiale: questo non corrisponde a verità. Il 1943, indicato da un paio di voi, è in realtà l'anno in cui il fascismo in Italia perde il potere. La data di inizio della dittatura fascista risale a una ventina di anni prima, esattamente al 1922, anno della cosiddetta "marcia su Roma"

- Sul libro c'è una foto della marcia su Roma, prof! 
- In realtà non è una foto, ma un dipinto. Realistico sì, ma si tratta di una pittura e il suo autore, che si chiama Giacomo Balla e appartiene alla corrente dei futuristi, lo ha dipinto una decina di anni dopo la marcia su Roma. E, cosa importante, ritrae una situazione falsa perché inserisce alla guida della marcia Benito Mussolini. In realtà lui non c'era e raggiunse le camicie nere solo in un secondo momento. 
- Ma la dittatura fascista inizia con una rivoluzione delle camicie nere senza Mussolini?
- In realtà non si trattò di una rivoluzione, ma di una marcia, appunto, dei seguaci di Mussolini. Volevano intimidire i luoghi istituzionali della politica, è vero. Ma la presa del potere per i fascisti avvenne in modo del tutto legale, infatti fu il re Vittorio Emanuele III a conferire a Mussolini l'incarico di governo


- Ho visto su internet alcune foto di Mussolini e la posa è sempre così come in questo quadro: faccia seria, mento alto, busto diritto...
- Anche io l'ho visto e ho visto anche Hitler che era come lui. Forse Mussolini copiava Hitler.
- Però Mussolini andò al potere nel 1922 e Hitler nel 1933. Quindi chi ha copiato chi?
- Ma allora è stato Hitler che ha copiato Mussolini!
- Lo dicevo io che Mussolini è stato una specie di influencer!
- Sicuramente nella comunicazione, nei comportamenti e nella gestualità Mussolini ha ottenuto per la prima volta un effetto nuovo ed era proprio l'effetto che voleva ottenere: apparire come l'uomo forte, autoritario che non aveva paura di niente e di nessuno, che sapeva fare tutto, che non dormiva mai... voleva forse, sì, essere un influencer, l'influencer più forte di tutti. Anzi, di più: voleva essere una divinità da venerare.
Osserviamo un po' di foto o filmati in cui appare il duce (si faceva chiamare così a ricordo dell'antica Roma, quasi fosse un uomo fuori dal tempo, proveniente da epoche passate e gloriose) e annotiamo come e dove viene ritratto o filmato, cosa dice e come lo dice, come si veste, come si muove e come modula il tono della voce...



- E osserviamo un po' di foto e filmati di Hitler...
- Ma certo che si somigliano, prof! Si comportano nello stesso modo! 
- Però Hitler mi fa più paura. Sarà per la parlata tedesca...



- Osserviamo anche queste foto e annotiamo cosa appare...
- Mussolini a cavallo, nella neve, in aereo, in acqua. Un tuttofare, insomma!
- Secondo me faceva la foto e poi se ne andava. Ad esempio, metteva gli sci, il fotografo scattava la foto e poi andava via. Mica sapeva sciare veramente...
- Però deve essere stata per lui una bella soddisfazione vedere quella gente che lo adorava. Io credo che sarebbe piaciuto anche a  me. Anzi, mi sarebbe piaciuto andare ad ascoltarlo. Anzi, mi piacerebbe vederlo oggi.



- Sicuramente vedere tutta quella gente che lo adorava gli dava soddisfazione, ma siete proprio sicuri che vederlo oggi, con voi che magari vi ritrovate nelle stesse condizioni di quando era al potere, vi farebbe piacere?
- Non lo so, forse sarebbe divertente. I suoi gesti mi sono sembrati un po' buffi.
- Andare a vederlo ogni tanto e ascoltarlo ogni tanto... boh... si può fare.
- Facciamo così: prendete un altro post-it e scrivete di nuovo. Stavolta annotate quali sono le attività che vi piace fare durante la giornata.
- Prof, ma non cambierà mica argomento! E' interessante parlare dei tempi del fascismo.
- Non cambio argomento affatto, tranquilli. Voi pensate a scrivere cosa vi piace di più fare durante il giorno.




- mi piace giocare alla play station
- mi piace giocare a calcio il sabato pomeriggio e la domenica mattina
- il pomeriggio mi rilasso sul divano col cellulare
- mi piace andare a danza
- mi piace andare in palestra e fare aeral dance
- adoro fare shopping con la mia mamma e le amiche
- mi piace andare a mangiare il sushi

- Bene. Molte di queste cose, anzi praticamente tutte, non avreste potuto farle se voi foste vissuti durante il fascismo.
- Davvero? E perché? 
- Perché il fascismo impose molte leggi restrittive delle libertà personali e tutti gli italiani si dovevano comportare come imponeva il regime. Anche durante il tempo libero.
- Ma è assurdo, prof!
- Sì, lo è. Ma era così.
Ad esempio, non avreste potuto trascorrere tutto il tempo nel divano. Il duce voleva che i giovani maschi fossero forti, atletici, scattanti, allenati. Pronti per combattere e per sacrificarsi per la patria.
Voi femmine dovreste esser state posate e obbedienti, magari interessate al ricamo o ai lavori domestici, pronte a tirar su figli per la patria.
Quindi niente danza, tantomeno aerial dance.
Ma i maschi si dimentichino anche gli allenamenti di pallone e le partite del sabato: se è pur vero che a scuola di sabato non sareste andati, avreste però dovuto fare ginnastica o allenarvi per metter su coreografie in onore del duce.
In più niente abbigliamento libero: a scuola, ma anche in giro, occorreva indossare le divise di appartenenza al proprio gruppo sociale in cui si veniva inquadrati.




- Cosa? E se qualcuno si ribellava? O se un genitore andava a protestare?
- Protestare non era possibile. Si finiva picchiati, arrestati e mandati al confino, cioè in delle prigioni localizzate in posti sperduti, lontano da tutti e da tutto. 
E, fin da bambini, le persone subivano l'influenza massiccia della propaganda: scritte ovunque sul duce che ha sempre ragione, statue in suo onore, motti come CREDERE - OBBEDIRE - COMBATTERE inculcati in testa fin da piccoli...




A proposito di aeral dance o play station. Non avreste potuto esprimervi così. Le parole dovevano essere tutte italianizzate. Non esisteva parlare con i termini inglesi come si fa oggi.
E scordatevi subito il sushi: potevate mangiare solo cibi italiani.
Anzi, con l'autarchia economica voluta da Mussolini, i cibi che giungevano in tavola erano per lo più prodotti in Italia con alimenti talora di scarsa qualità, visto che vennero modificate le leggi vigenti in materia di importazione ed esportazione, per fare in modo che la nazione contasse solo sulle sue (scarse) risorse.
Per non parlare del regime alimentare di ristrettezza vissuto dagli italiani in tempo di guerra: si poteva far la spesa solo con una tessera che concedeva cibo in quantità molto limitate, così trovare da mangiare diventò difficilissimo e le persone, disperate, vissero in condizioni terribili, quotidianamente tormentate dalla fame. Ma la propaganda al servizio del potere nascondeva tutto ciò e continuava a martellare la popolazione con i successi (falsi) ottenuti dal regime attraverso manifesti pubblicitari, riprese video, annunci radiofonici e notizie di giornale pilotate.



- In merito al cellulare, vi chiedo di riflettere: secondo voi, oggi, Mussolini avrebbe permesso agli italiani di poterlo usare?
- Secondo me no. E poi non sarebbe stato possibile produrlo in Italia perché i materiali che lo formano provengono da tutto il mondo.
- Anche secondo me no. Poi Mussolini avrebbe vietato il collegamento a internet o a YouTube, perché anche oggi in tutte le dittature è così. Non si vuole che la verità venga diffusa e non è possibile avere accesso libero a internet o ai social come succede da noi, vedi Cina o Corea del Nord.

- Secondo me sì, perché avrebbe potuto far arrivare le sue parole e i suoi video a tutti gli italiani attraverso i social. Se lui voleva ottenere successo con la comunicazione, i cellulari e internet erano perfetti


- Prof, possiamo vedere su YouTube la dichiarazione di guerra di Mussolini? L'ho già vista, ma vorrei rivederla...
- Però è impressionante tutta quella folla che tace quando dice lui e grida quando dice lui
- Sì, vabbè... sembra che qualcuno dica di applaudire a tempo come nelle trasmissioni tv. Secondo me erano tutti rincitrulliti 
- Queste inquadrature della folla che lo ascolta secondo me sono molto belle

il video è stato mostrato da YouTube

- Ho visto che alcuni di voi hanno sorriso al grido "Vincere... e vinceremo!" Non andò così. Mussolini, una ventina d'anni dopo la presa del potere, ha trascinato il paese in una guerra tremenda e ha fatto vivere agli italiani il momento storico più buio di tutti i tempi.
Poche settimane fa in tv è stata trasmessa una serie dal titolo "La Storia", ambientata proprio negli anni di cui stiamo parlando. Vi mostrerò solo dieci minuti di questa serie, giusto per darvi un assaggio di quello che gli italiani hanno dovuto subire per le decisioni scriteriate del loro regime. L'episodio che vedremo riguarda il bombardamento di San Lorenzo, a Roma, fatto dagli alleati. Entrare in guerra voleva dire questo per la popolazione...


 su RaiPlay è stato possibile far vedere gli ultimi 10 minuti della seconda puntata della fiction La Storia
quelli relativi al bombardamento di San Lorenzo, dove Ida e Useppe riescono a sopravvivere per miracolo ma perdono la casa

... e queste sono le foto reali riferite a San Lorenzo dopo il bombardamento e in occasione della visita del Papa Pio XII alle rovine della città



- Prof, è stato bruttissimo tutto questo... 
- Sì, perché bruttissime sono le dittature, purtroppo. Tutte. Sempre. Non dimentichiamolo mai.



* nei prossimi giorni vedremo in classe anche alcune scene tratte da un film che parla magistralmente del fascismo senza che il fascismo si veda, visto che l'ambientazione è circoscritta all'interno di un condominio romano semivuoto... Una giornata particolare, con Sophia Loren e Marcello Mastroianni.
Se non lo avete visto, rimediate al più presto. Il film completo si può vedere liberamente su YouTube