mercoledì 22 febbraio 2017

Scriviamo a partire dall'Incipit della Divina Commedia, mica poco...



Prima ancora di addentrarci nella lettura di qualche pagina della Divina Commedia e di soffermarci su qualche figura dell'Inferno, lasciamo che i nostri pensieri si liberino a partire dal famosissimo incpit

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
chè la dritta via era smarrita.

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Dante parla di "nostra" vita, quindi di un episodio in cui tutti quanti noi possiamo rispecchiarci, racconta di essersi perduto in un fitto bosco, ma sappiamo che non è al solo significato letterale che ci dobbiamo fermare.
L'opera ha un significato allegorico, didascalico: Dante dietro le parole nasconde tanti simboli, tanti significati profondi...
La "selva oscura" altro non è che un'immagine simbolica per indicare il momento di smarrimento, di "traviamento" che il poeta sta provando.
E' caduto in una situazione di cosiddetto "peccato", incresciosa, confusionaria.
E' all'incirca nel mezzo della sua vita (50 anni prof? No, troppi, nel Medioevo non si era così longevi... diciamo 35 anni. La data di nascita - 1265 - deriva proprio dalla deduzione che si può ricavare da questa terzina), Beatrice è morta, quella Beatrice che aveva amato così tanto nonostante il dolore che a volte le faceva provare (infatti la scena del "gabbo" è di un imbarazzo devastante prof...), ma anche la sensazione di perfezione a cui lo faceva avvicinare anche solo con uno sguardo o con un saluto (prof... questi stilnovisti! ma come facevano ad amare le donne così, da lontano, senza neanche toccarle o parlarci? Mah... noi mica li comprendiamo tanto).
Ma la sua Beatrice era così bella da non riuscire neanche a descriverla con le parole, occorreva provarlo sulla propria pelle cosa voleva dire essere guardati da lei...
E poi era "benignamente d'umiltà vestuta"... non è così facile trovare oggi donne splendide che siano anche di nobili sentimenti e modeste.
Quindi va benissimo considerarla donna speciale, degna di far avvicinare l'uomo a Dio (non è lei che lo accompagna in Paradiso? Dante non sceglie certo le sue guide a caso...).
Insomma... Dante si trova in un momento terribile, si sente perduto.
Neanche si è reso conto come ha fatto ad entrare nel bosco, a cadere così in basso.
Nelle terzine dice che era "pieno di sonno". Prof! Come il protagonista del racconto di Poe "La sepoltura prematura"? Soffriva di catalessi? Era narcolettico?
Non siamo poi così lontani dalla questione, anzi, ci sono studi in materia che asseriscono che Dante soffrisse di epilessia o di narcolessia, però non soffermiamoci al significato letterale.
Prof! Era come se non ragionasse più!
Esattamente: la sua mente ottenebrata dallo smarrimento non lo faceva più ragionare, gli fa perdere la giusta direzione.
Bene. Con la comprensione testuale ci siamo, direi.
Prima ora andata, tra discussioni e appunti rielaborati alla lim.
Seconda ora: sperimentazione di una sessione modellata sul sulla modalità del writing workshop a partire da questa traccia:
"la mia selva oscura", ciò che mi fa sentire smarrito, a disagio, quasi incapace di ragionare...
10 minuti per spiegare le modalità di processo richieste, 40 minuti per seguire i ragazzi nelle consulenze richieste nel corso della loro scrittura e 10 minuti di condivisione (maledetta scansione oraria della scuola secondaria: basta una circolare da far leggere o un banale imprevisto che puntualmente la lezione si interrompe e suona la campanella per dare spazio alla lezione successiva... se ne potrà riparlare solo domani...)
Comunque, sessione andata e pensieri espressi sulla carta tanti (momenti in cui ci si è trovati di fronte a scelte difficili che hanno portato al batticuore, smarrimento di fronte a sentimenti di solitudine, abbandono, paura di essere rifiutati, litigi ed incomprensioni...)


Tra tutte, uno scritto un po' bizzarro: "la mia selva oscura è la matematica!" (testo di Giulio S.)
"La mia selva oscura è la matematica, mi sento a disagio quando la devo studiare, ci provo e ci riprovo, ma non ci capisco niente.
E' proprio una selva oscura che mi inghiottisce e poi il mondo è circondato dalla matematica, quindi è come un bosco fitto intorno a me che mi gira intorno e arriva a strangolarmi.
E' una sensazione bruttissima!
Il giorno prima della verifica mi metto a studiare, ma la paura mi rimane per tutto il pomeriggio, anche dopo che ho studiato tanto.
La mattina del compito riprendo il libro in mano e ripasso, ma quando arriva la prof in classe e ci dà il compito io mi sento perso e, anche se ho studiato tanto, la mia mente non riesce a ragionare più.
La selva oscura della matematica continua a girarmi intorno e a tormentarmi, tanto che io mi sento a disagio in maniera inimmaginabile, mi sento completamente in confusione e mi sento infine smarrito del tutto". 


Giorno successivo.
Nuova lezione.
Ancora Dante che, dopo essersi smarrito nel bosco, vede, alla fine del suo percorso, spuntare i raggi del sole oltre una collina e la sua paura un po' si placa perché con l'illuminazione dei raggi solari potrà sperare di ritrovare la strada giusta ed uscire finalmente dalla selva in cui è rimasto intrappolato.
 

                                           Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto,
 

                                           là dove terminava quella valle

                                           che m’avea di paura il cor compunto,


                                           guardai in alto e vidi le sue spalle

                                           vestite già de’ raggi del pianeta

                                           che mena dritto altrui per ogne calle.  


                                            Allor fu la paura un poco queta,

                                           che nel lago del cor m’era durata

                                           la notte ch’i’ passai con tanta pieta.

 Ancora una sessione di writing workshop a partire da questo attivatore:
Di fronte ad un momento triste cosa rappresenta il mio sole, cosa mi fa tornare il sorriso...
Solita scansione temporale: 10 minuti di minilesson, 40 minuti di writing e 10 minuti di sharing.

Di nuovo, riflessioni espresse numerose. Tutte, a loro modo, interessanti.
Come antidoti ai momenti di tristezza vengono nominati animali, attività sportive - calcio, ciclismo e pallavolo in testa - sparare all'aria aperta con fucile da softair, guardare puntate di "Lost", suonare la chitarra e, a larga maggioranza, ascoltare la musica.
 Questi i pensieri espressi dai ragazzi sui benefici apportati dalla musica:
"la musica suscita in me sentimenti profondi e ricordi passati che mi fanno tornare a stare bene" (Maria)
"mentre ascolto la musica penso a me in modo diverso" (Eleonora)
"quando ascolto la musica da solo in camera mia è come se tutta la rabbia se ne andasse via insieme alle note" (Riccardo E.)
"ascoltare la musica a tutto volume, senza sentire più alcun rumore del mondo esterno, mi porta in un'altra dimensione" (Alexandro).

Ma non solo musica per tornare a sorridere: anche leggere o guardare video può tirare su di morale
"potrei dire che ciò che mi fa tornare a sorridere è la musica, come la gran parte della classe scriverà, invece dico che mi fa tornare il buonumore Anime, manga giapponesi che sembrano apparentemente cartoni per bambini, ma che danno messaggi molto più profondi, come il valore dell'amicizia, le ferite che possono dare la solitudine, i rapporti sentimentali e perfino la morte. Se trovo il manga giusto non mi accorgo del tempo che passa, mi immergo talmente tanto in questo mondo che arrivo ad immaginarmi di essere il protagonista. E' una sensazione bellissima!"(Alessio)

"Non ho un sistema preciso per tornare felice se provo tanta tristezza, però di solito leggere un libro o guardare un video su Youtube mi fa tornare a sorridere e la tristezza piano piano scivola via per lasciare spazio alla serenità" (Alessandro R.)

C'è chi afferma che pensare alla ragazza o al ragazzo che piace possa far sprigionare scariche di adrenalina tali da far raggiungere improvvisi picchi di felicità:
"quando mi avvicino non riesco a dire nemmeno Ciao perché mi vergogno, ma quando vedo quella persona il cuore mi batte a mille e torno immediatamente felice" oppure "solo vedere una certa persona mi fa sentire dentro elettricità sprigionata da un filmine scagliato dal cielo e solo guardare tale bellezza mi fa staccare dal mondo ed entrare in una realtà parallela". (Christian e Daniele)

C'è chi torna ad essere sereno correndo nei prati o guardando il cielo:
"nei momenti di rabbia, se fuori piove, mi distendo nel letto e libero la mente pensando a tutt'altra cosa, mentre se il tempo è bello vado a correre nei campi e, dopo la corsa, mi distendo per terra a guardare il cielo" (Sophia).

Queste le riflessioni estrapolate dai testi dei ragazzi e sotto un esempio di elaborato completo:
"Partiamo dal fatto che io non mi reputo una persona triste perché sono capace di prendere il meglio anche dalle situazioni più negative che la vita riserva. Però è normale che ogni tanto, come tutti, dei momenti tristi li provi anche io, ma devo dire che riesco facilmente a togliermeli di dosso, provo sempre a sdrammatizzare e di solito funziona perché so che prima o poi la tristezza se ne andrà. Provo a stare meglio e a farmi qualche risata ascoltando la musica, guardando video su Youtube o giocando alla Play. Insomma, faccio qualsiasi cosa pur di non pensare ai problemi che mi circondano. Probabilmente ascoltare la musica è il modo migliore per non pensare alle cose negative. Quando ascolto le mie canzoni preferite mi sento rilassato, libero e la gioia di ripetere tutte le parole delle canzoni che ho imparato a memoria mi dà la carica giusta per superare tutti i problemi. Non credo invece che uscire con gli amici sia la soluzione giusta per superare i momenti di tristezza, anzi credo proprio che sia inutile avere contatti con altre persone se stai male. Secondo me non ha senso fingere di essere felice se veramente non lo sei". (Luca)



Ultima consegna prima di proseguire con la lettura del primo canto.
Stavolta un po' più "ordinaria"...
Dopo la lettura dell’Incipit della “Divina Commedia” prova tu ad inventare una storia ambientata all’interno di un fitto bosco.
Cerca di rispettare le caratteristiche della stesura di un racconto: introduzione, svolgimento vicenda, climax, vicenda volge al termine, conclusione.

 
 
Approfittiamo per ricordare ai ragazzi di non fare uso dei termini generici tanto gettonati e di sforzarsi di ricercare perifrasi o sinonimi.
Come rodaggio svogliamo allora alcune esercitazioni che proprio simpatiche simpatiche non sono, ma noi, al solito, le renderemo più vivaci con disegni o illustrazioni divertenti:
 


 

 
I racconti che escono fuori non sono affatto male, molti ripresi dal repertorio classico di gnomi e folletti, ma altri più calati nell'attualità, con passeggiate innocue nel bosco che arrivano a diventare delle vere e proprie scoperte avventurose.
Nel racconto ambientato sul bosco di Gianbattista, ad esempio, i ragazzi che lo percorrono sono alla ricerca di questo bellissimo arcobaleno.
Come non essere curiosi di sapere se lo raggiungeranno?



        

domenica 19 febbraio 2017

E dopo writing worskhop... ancora reading workshop!

Dopo la sperimentazione della tecnica del writing workshop, proseguiamo nella pratica del reading workshop, da tempo collaudata in aula e sempre foriera di successo.
La formula è ancora la medesima: scrittore vincente non si cambia (almeno per ora): ancora il nostro Egdar e le sue storie avvincenti faranno da input per riflessioni e rielaborazioni testuali il più possibile originali come ormai siamo abituati a fare.
Poe è quasi diventato un nostro compagno di viaggio.
Ci sembra di poterlo incontrare, chissà, magari reincarnato in ruoli o personaggi diversi... 
arriviamo a disegnarlo in maniera "spaventosamente" realistica (usiamo questo avverbio che, di sicuro, gli sarebbe piaciuto)...
disegno di Daniele
 
e non vediamo l'ora di vederlo rivivere al cinema interpretato da Jhonny Depp in un film di Tim Burton basato sulla biografia di Poe che uscirà a breve nelle sale italiane (tutta la classe andrà ad assistere allo spettacolo, questo è certo, con la prof in pole position che non saprà di sicuro resistere al fascino del grande attore americano).
 
 
Ok. Let's go!
Il racconto che ci accingiamo a leggere è a prova di claustrofobici perché, già a scorrere il titolo, sembra che improvvisamente ci manchi l'aria: La sepoltura prematura.
 
 
Lettura tutta d'un fiato, attenzione al massimo grado, sospiro di sollievo non appena viene svelato il finale positivo e, step conclusivo, la sempre apprezzata rielaborazione testuale individualizzata.
Queste le attività realizzate: consegne del docente e risposte dei ragazzi

Un uomo che soffre di catalessi, una malattia che lo fa cadere addormentato per un periodo molto lungo, terrorizzato dal pericolo di venir sepolto vivo perché creduto morto durante uno dei suoi attacchi, realizza diversi marchingegni nella cappella di famiglia per prevenire il problema (coperchio della tomba che si può aprire, campanellino di avvertimento…). Se tu soffrissi di una malattia simile, quali accorgimenti prenderesti per tutelarti da eventuali pericoli?

Scriverei su un foglio che soffro di catalessi e lo porterei sempre con me (in tasca, sul borsello, ecc…)
Farei incidere in un braccialetto d’oro la scritta “Soffro di catalessi, non sono morto!”
Avvertirei i parenti, poi comprerei una maglietta con su scritto “Soffro di catalessi” ed un orologio conta-battiti.
Non andrei tanto in giro da solo e lo direi a tutti i miei conoscenti. Un vantaggio però vorrei sfruttarlo: farmi interrogare di meno con la scusa di non stancarmi. 
Immagina una situazione comica in cui potrebbe trovarsi il protagonista del racconto a causa della catalessi
Sta parlando con persone che gli stanno antipatiche e, con la scusa che soffre di questa malattia, finge di addormentarsi per farle andare via
Da piccolo, quando in classe veniva interrogato, si addormentava e non finiva  mai le sue verifiche.
Durante una battuta di caccia si addormenta proprio quando ha sotto tiro  l'animale, così questo può scappare ed è salvo.
 Ospite da un amico, durante la cena si addormenta proprio mentre stanno mangiando la zuppa, così cade con la testa dentro al piatto
 Si addormenta durante una passeggiata a cavallo, così si ritrova molto lontano da casa perché il cavallo trotterella da solo senza una meta precisa.
L'uomo cade in catalessi proprio il giorno del suo matrimonio quando c'è lo scambio delle fedi nuziali.
Cade addormentato proprio quando si trova in bagno.

Si addormenta proprio mentre sta per rivelare ai suoi nemici che lo stavano torturando dove si trova il tesoro.

Cade addormentato e cade nel pozzo insieme al protagonista de "Il pozzo e il pendolo"
 Mentre festeggia il suo compleanno l’uomo cade addormentato con la facci nella torta.
L’uomo sta facendo un colloquio di lavoro per venire assunto, ma si addormenta e il datore di lavoro, che non vuole un dipendente così inaffidabile, non gli dà il posto.
Hai cinque minuti di tempo per scrivere su un foglietto le tue più grandi paure (il tema della paura personale è stato poi meglio approfondito nel corso della stesura del testo richiesto in un compito in classe di italiano)
Ho paura dei pedofili
Ho paura dei ragni e delle cimici
Ho paura dei clown
Ho paura di rimanere solo al buio
Ho paura di rimanere solo in mezzo alla folla
Ho paura di sbagliare
Ho paura di fallire
Ho paura di non riuscire a trovare lavoro
Ho paura di fare un incidente e non poter essere più autonomo
Ho paura dei ladri e di venir rapito

 














 
 
 
 
 
 
 
 

 

La scrittura? Va promossa ad ogni costo!

 
E' inutile girarci intorno: la formula magica per far scrivere bene i ragazzi non esiste. E' vero.
Ma è altrettanto vero che dobbiamo fare tutto il possibile per fare in modo che la scrittura diventi pratica quotidiana e che segua un personale percorso di miglioramento.
Il laboratorio di scrittura dovrebbe diventare vera e propria prassi.
Riadattando alle esigenze delle mie classi il metodo del Writing worshop di Nancie Awell che ho conosciuto in rete grazie al gruppo di docenti Italian Writer Teachers, capitanato dalla spumeggiante Jenny Poletti Riz, ho cominciato anche io un itinerario di routine strutturato che, spero, possa portare i suoi frutti.
I capisaldi del WW si possono leggere nel libro della Atwell "In the middle", un testo in inglese di 600 pagine. Dico la verità: io non l'ho letto. Mi sono affidata al ben più accessibile, seppur sempre scritto in lingua inglese, testo "Writing workshop - the essential guide" di Ralph Fletcher, facendomi ogni tanto aiutare dalla docente di conversazione in lingue straniere di mia figlia, e soprattutto alle ottime slide esplicative che Jenny ha mostrato al Convegno della Erickson tenuto a Rimini nel mese di ottobre di quest'anno.
Questa è, comunque, la sessione di lavoro che il metodo WW prevede.
Sotto, la pagina di spiegazione adattata dalle mie esigenze.
Molta differenza, come si può vedere, non c'è.
 
 
 
 
 
 
In questa strategia si tratta di dare importanza non al prodotto finito, ma al processo di scrittura che conduce a realizzare un prodotto finito.
Ho iniziato il laboratorio una mattina in cui avevo riconsegnato il canonico compito di italiano dicendo ai ragazzi che avremmo svolto una attività di scrittura che poteva, forse, sembrare simile (sempre di scrivere si trattava, no?), però sarebbe stata molto diversa nelle finalità: davanti a loro avevano il foglio protocollo in cui era stato osservato e valutato il loro prodotto, ciò che avevano scritto, mentre nell'attività che stava per cominciare sarebbe stato valutato e osservato il loro procedimento, cioè come avrebbero scritto.
Bene.
Minilesson: breve spiegazione in cui indico ciò che devono fare. Consegna facile. Solo scrivere.
La scelta era tra scrittura libera o a partire da un semplice attivatore (Il pomeriggio è piacevole quando...)
Writing: i ragazzi hanno scritto per 40 minuti, durante i quali potevano consultarsi brevemente con il compagno di banco, ma soprattutto potevano chiedere la consulenza del docente rispettando i turni di attesa.
Sharing: condivisione dei risultati e feedback. I ragazzi hanno cercato di analizzare le difficoltà procedurali incontrate, i loro punti di forza e, dopo le correzioni (o sarebbe meglio chiamarli suggerimenti), le strategie per provare a migliorare.
 
 scrittura su attivatore di Sophia
 
scrittura libera di Helena ed Alice
 
feedback Helena

feedback Sophia
 
Non dico che sia tutto andato liscio, ci sono stati alcuni ragazzi che hanno fatto faticata scrivere e altri che non avrebbero potuto lavorare anche meglio, però, globalmente, l'attività ha suscitato interesse, li ha fatti riflettere su come scrivono, sugli errori più frequenti, sulle parole che tendono a ripetere, sulla costruzione delle frasi che non appare sempre lineare. In una parola abbiamo lavorato sulla metacognizione.
E lavorare sulla metacognizione non può far altro che bene.
Su questo non ho il minimo dubbio.
Continueremo in questa direzione e vedremo come il percorso si evolverà.
Intanto cerchiamo di studiare per far perfezionare in classe le tecniche di scrittura poi, un passo alla volta, procediamo tutti insieme.
Io ci credo.
 
   
 

sabato 4 febbraio 2017

La lettura? Va promossa ad ogni costo!

Mai scoraggiarsi di fronte ai ragazzi che leggono poco o che non leggono per niente!
Allo stesso tempo favorire il più possibile coloro che leggono volentieri.
Diversi altri post mostrano alcune esperienze positive realizzate con un semplice accorgimento: posizionare in aula un carrellino con dei libri di vario genere e lasciare ai ragazzi la libera scelta dei testi, senza opprimerli con recensioni, schede di lettura, domande di comprensione o attività similari.
A fine lettura i ragazzi espongono a voce la trama del libro, stando attenti a non rivelare il finale, così che possano invogliare i compagni a scegliere o meno il testo da loro letto.
Molte sono state le note di merito (attenzione, non le classiche note di demerito per qualche mancanza commessa...) ricevute dai ragazzi che hanno letto ed esposto i loro libri, perché no?
C'è anche la possibilità, per chi lo desidera, di elaborare delle  recensioni creative utilizzando qualche immagine rappresentativa in cui inserire una sintesi del libro.
Qui il nostro carrello che funge da Bibliotechina di classe e, accanto, il cartellone delle recensioni di alcuni libri letti.
Nel cartellone, in alto, compaiono i 10 diritti del lettore di Pennac e, fortunatamente, il primo diritto (quello di non leggere) non sembra aver riscosso tanto successo.
Nella bibliotechina vi sono libri appartenenti ai vari generi letterari, libri classici come "Canto di Natale" o "Le avventure di Tom Sawyer", ma il vero fiore all'occhiello sono i libri di narrativa per ragazzi di recentissima pubblicazione!
Compaiono infatti "Cuori di carta", "Mio fratello rincorre i dinosauri", "Cacciatori di nuvole" e, accanto ad essi, testi che hanno recentemente scalato le classifiche di lettura a livello internazionale come "Wonder" o "Questo non è un libro".
Classicità e modernità insieme... cosa chiedere di più?


Qui, invece, una presentazione con Prezi per invogliare i ragazzi a leggere il libro precedentemente scelto dai compagni. Senza annoiare, però. La presentazione si intitola "Pillole di libri", come potrebbe mai farlo?

Blog, blog delle mie brame...
Se i ragazzi sanno di dover scrivere per venir pubblicati, lo fanno con maggior attenzione.
Abbiamo creato un blog di lettura, chiamato Badia Legge perché tutti nel nostro comprensivo possono parteciparvi e contribuire con recensioni, book-trailers, approfondimenti dal web e tutto ciò che possa rendere più intrigante la storia del libro letto e spinga anche gli altri, compagni ma anche adulti, a leggere come abbiamo fatto noi.
Qui il link al sito


Altra strategia: lettura ad alta voce da parte del docente e semplice ascolto da parte dei ragazzi, unito però ad attività di rielaborazione testuale e scrittura creativa tese a migliorare non solo le competenze di ascolto, ma anche quelle di produzione scritta.
I post sulla lettura dei racconti di Edgar Allan Poe e gli elaborati realizzati dai ragazzi sono già presenti all'interno del blog, quindi non mi dilungherò ulteriormente.
Solo una piccola precisazione...
I ragazzi hanno disegnato delle immagini che ricordassero loro il racconto "Il gatto nero" di  Poe e, dopo aver scelto quella ritenuta più rappresentativa, verranno realizzate delle magliette con stampata la riproduzione del disegno scelto.
Nella foto i ragazzi alle prese con l'immagine da riprodurre e, sotto, uno dei disegni riprodotti.



Dopo varie vicende... magliette pronte!! Guardate che belle!!




E ancora: far partecipare le classi a iniziative di promozione alla lettura a carattere nazionale, meglio se unite a concorsi in cui i lettori debbano anche produrre elaborati testuali, pittorici o digitali,
A mio parere sono da prediligere quelle di natura gratuita ;-)
In giro se ne trovano diverse se si cerca con attenzione.
Queste le iniziative a cui abbiamo aderito quest'anno:

Concorso dell'associazione "Il Giralibro", a cui aderiamo da qualche anno, che permette alle scuole di ricevere gratuitamente libri di narrativa nuovi previa semplice richiesta di rinnovo annuale e facoltativa adesione ad un concorso di scrittura ogni anno diverso e stimolante (il tema di quest'anno, ad esempio, è la produzione di testi a partire da finali noti), come si può leggere sul link dell'associazione)

questi alcuni dei libri arrivati a ottobre


Progetto Etwinning di promozione alla lettura denominato "Bibliotake", ideato e realizzato da una delle docenti più brillanti, briose e "vulcaniche" che conosca - prof Cristina Galizia - ancora in fase iniziale: i ragazzi stanno iniziando a conoscersi e ad interagire su un Forum del TwinSpaces per confrontarsi e discutere sui libri letti e poter, eventualmente, continuare l'interazione all'interno di un bellissimo blog creato da Cristina stessa (link qui sotto)


Progetto "Processo al libro" in collaborazione con una libreria cittadina e strutturato, presumibilmente, con un setting a mo' di aula di tribunale in cui si contenderanno le opinioni sul libro due schieramenti di alunni che verranno giudicati da una giuria che dovrà decidere quali saranno le opinioni più convincenti. Il libro su cui si svolgerà la "singolar tenzone" è questo:


Alcune foto dell'iniziativa...




Concorso "Comix" della testata giornalistica "La Nazione" che richiede la lettura di un testo a scelta tra quelli proposti e la relativa sintesi, da realizzare con massimo 2700 battute, in modalità LIPOGRAMMA, ovvero senza l'utilizzo di una vocale a scelta tra la A o la E.
Ho fatto aderire le mie due classi con i testi "Amleto" e "Don Chisciotte" scegliendo il lipogramma senza la E (già complicatissimo, ma senza la A ci era sembrato davvero impossibile!!) in cui i ragazzi sono dovuti stare attenti perfino a non nominare il titolo!!
Dopo una revisione attenta, che ha fatto escludere tutte le parole con la e che ogni tanto comparivano, questi sono gli elaborati realizzati:


Il titolo riguarda un uomo, figlio di un sovrano di Danimarca. Lo stato ora nominato fa da sfondo ad una storia di angoscia tra innamorati, tra un attimo vi sarà narrata.
Il protagonista, orfano in quanto figlio di un monarca di Danimarca morto da poco, si innamora di una ragazza, figlia di Polonio, uomo stimato da tutti il miglior amico di suo papà. All’inizio gli innamorati appaiono in ottimi rapporti tra di loro, si corrispondono l’un con l’altro, ma ad un tratto il protagonista cambia il suo modo di rapportarsi con il prossimo, infatti si trasforma in un uomo un tantino strano: talvolta si mostra gioioso, gaio, ma un’altra volta malinconico, iracondo, abbattuto, annoiato. I suoi discorsi poi risultano oscuri, bizzarri, sibillini, complicati, tortuosi, proprio strampalati o addirittura sconclusionati. L’uomo non si confrontava più con la ragazza, nulla continuava. Troppa difficoltà! Un giorno, quando arriva il buio, gli si para davanti il fantasma di suo papà, annunciandogli una cosa assurda, ossia il nominativo di chi fu ad ammazzarlo, il suo assassino insomma, tanto da far star di stucco il nostro uomo. Uscì fuori ciò: il sicuro omicida trattasi proprio di Claudio, un suo congiunto di primo grado. L’assassino agì in tal modo a causa di una rivalità dinastica tra loro.
“Farò un omicidio anch’io” – rimuginò il protagonista – “tanto da assicurarmi la vittoria! Anzi voglio ora giurar giustizia al mio babbo!”
Così pianifica con dovizia di particolari un piano diabolico, astuto, molto furbo. Il nostro sfortunato protagonista fa allora finta di comportarsi da uomo pazzo con il proposito di farlo fuori. Chi? Ma Claudio, chi altri! Lui ha ucciso il suo papà, non dimentichiamolo, non può passarla liscia così! Un giorno ad ammazzarlo ci prova andando sul sicuro, stando nascosto tra la stoffa di un sipario posto in una stanza in cui Claudio di solito si riposava, ma sbaglia, ammazzando proprio Polonio. La figlia di lui, la sua innamorata di cui si parlava all’inizio, si lagna di continuo a causa di ciò. Ma va capita, no?
“Papà mio! Vi hanno ucciso, non potrò mai più incontrarvi, starvi vicino, dimorar con voi! Troppo ampio mi apparirà l’affanno, non lo subirò a lungo!”
in tutti i suoi pianti questi vocaboli comparivano di continuo.  La donna singhiozzava tutto il giorno, ascoltarla provocava uno strazio. Dopo un po’ di giorni la figlia sfortunata mostra ai familiari rimasti  tutta la sua follia dovuta all’angoscia provata, ma stavolta non diciamo proprio simulata! L’affanno non curato, assiduo, può provocar pazzia, non si riscontra alcuna forma di ottimismo in tali casi. Non ci sono giustificazioni a quanto accaduto.
L’assassino poi? Proprio il suo amato, l’uomo di cui si stava innamorando fino a pochi giorni prima. Troppo doloroso tutto ciò! Un brutto giorno la donna, sola in giardino, ancora provata dal fato, si suicida affogando in un corso d’acqua molto profondo. Con la donna vanno in acqua i fiori raccolti in un attimo di lucidità. Tutti stavano a palazzo tristi, affranti, inconsolabili, incluso il nostro protagonista. Tutta la storia provoca in chi ascolta tanta malinconia, però fin dall’inizio vi abbiamo avvisato, no?



 Alonso Chisciano, un uomo di campagna di bassa nobiltà spagnola, ispirato dai romanzi antichi da lui “divorati” in un solo giorno, partì alla ricerca di novità con il suo ronzino, un cavallo poco armonico, quasi aspirando a far finta di star in una pagina di un libro, immaginandosi uomo coraggioso, impavido, valoroso, per nulla vigliacco.
“Nulla mi fa paura, nulla abolirà la mia audacia!” fu il suo motto adottato in corso di viaggio.
Infatti proprio nulla lo sgomentava ma, fatti pochi passi, si imbarcò in una storia astrusa, poi passò subito dopo ad un’altra storia bislacca con la stessa modalità molto balzana di comportarsi col mondo trovato fuori dalla porta di casa sua. In ogni circostanza si trattava di sbagli: la sua fantasia sorpassava tutto, nulla fu capito. Calato in un ruolo ai suoi occhi giusto, fa poi finta di innamorarsi di una dama altolocata di Toboso, città ancora situata in Spagna, insignita di un nominativo raffinato, ma si trattava di nuovo di pura fantasia: la donna, chiamata Aldonza, abitava in campagna, tra gli orti, gli ulivi, nulla ha da spartir con la nobiltà. Il protagonista un aiuto lo trovò in un rozzo contadino, Sancio Panza, nominato in un nuovo ruolo con puntualissima spiritualità. La storia si trasformò in bizzarra, strampalata, con tanti “qui pro quo”, sbagli di individui, baraonda di situazioni, prodotti innocui scambiati per altri più oscuri, animali mutati dalla fantasia in mostri o in malvagi draghi sputa fuoco. Trattasi di un brano famosissimo il punto in cui si racconta la lotta contro i mulini dalla pala sospinta dall’aria di natura. Chi non lo sa cosa non combina il protagonista! Brano proprio spassosissimo! Si dà vita ad una lotta assurda, un mulino solitario di campagna in una vasta pianura stimato un mastodontico mostro. Subito a casa dopo la prima sconfitta dovrà far ritorno, il colpo subito in una spalla a causa di una pala andava curato, altrimenti il nostro uomo rischiava un collasso. L’orgoglio andava un pochino accantonato, cosa fuori di ogni dubbio.
“Non arrivi, o mia vittoria? Ti acciuffo in un futuro molto prossimo!” – ciò il protagonista ribadiva, ma di fatto non si capacitava. Una volta guarito, si ricordò di tutto. Tolti tutti i dubbi riguardanti la sua incapacità, provò di nuovo ad arrischiarsi, stavolta con più fiducia. Accompagnato dal fido Sancio Panza, dal ronzino malandato, ancora ispirandosi alla sua guida amorosa, la contadina di Toboso trasformata in immaginaria nobildonna, frutto solo di una sua appassionata fantasia, provò di nuovo, ossia tornò in viaggio in capo al mondo così da divenir valoroso paladino di virtù. Ma i suoi atti, i suoi discorsi si trasformarono un’altra volta in una durissima disfatta: scambiava umili agricoltori con ladri sanguinari, abitanti comuni con disumani assassini, animali al pascolo con prodi soldati. Di nuovo tornò a casa in condizioni atroci. Stavolta sarà stata compresa la circostanza o dovrà subir sconfitta ancora? I familiari danno fuoco a tutti i romanzi nascosti in casa, con lo scopo o l’auspicio di portar scampo ad un uomo sinora proprio sfortunato. La colpa fu tutta da attribuirsi ad una sua troppo viva capacità immaginaria.

Iniziativa "Giornata del libro - dona un libro alla tua scuola" in cui i ragazzi delle singole classi (ma anche docenti, bidelli, segretari...) possono donare un libro, o più di uno, alla scuola il giorno 8 maggio. L'iniziativa fa parte del progetto ministeriale Il maggio dei libri.
Per informazioni, e per visionare in dettaglio la nostra iniziativa, consultare questo link:


Ma possono essere tante altre le iniziative sulla lettura da realizzarsi in aula... e fuori dall'aula.
Tempi distesi da dedicare alla lettura individuale, gare di lettura tra alunni della propria classe o delle altre classi - anche tra vari ordini di scuola se si lavora all'interno di un istituto comprensivo - , drammatizzazione di testi risultati particolarmente graditi...

Qui, ad esempio, qualche testimonianza di una attività semplice, denominata Narratè,  i cui tempi di realizzazione sono contenuti e l'effetto è garantito: dopo la lettura di alcuni racconti d'avventura,  i ragazzi hanno prodotto dei loro elaborati a tema avventuroso ambientati in paesaggi dal clima invernale. La particolarità di questa iniziativa sta nel trascrivere i racconti in dei mini-libri da attaccare poi a delle bustine da tè. Esse andranno poi consegnate ad un familiare che, nei pochi minuti riservati all'infusione, potrà gustarsi la lettura dei racconto in attesa di assaporare anche la sua bevanda.
Geniale, vero?
Ma confesso che l'idea non è mia: su suggerimento della Prof Cristina Galizia (avevo detto che era "vulcanica", no?) ho seguito un'idea che si sperimenta già in alcune librerie italiane.


i ragazzi realizzano i libretti e scrivono i racconti...



...poi li leggono in circle time

...e, anche se il libretto, con la bustina di tè verrà riportato a casa,
ne approfittiamo tutti per gustarci una bevanda calda


Alcuni mini-libri