martedì 27 agosto 2019

Passo dopo passo... oggi "ricalchiamo"


In questi primissimi giorni di lezione continueremo ad assaporare il linguaggio poetico per provare a rimanere ancora un po' immersi nell'atmosfera estiva che dobbiamo ormai salutare.
Ieri abbiamo letto ed analizzato la bellissima poesia di Nazim Hikmet "Arrivederci mare", oggi lavoreremo invece su un testo apparentemente più semplice, ma interessantissimo dal punto di vista lessicale, ovvero la poesia "Estate" di Manuel Machado, poeta spagnolo vissuto a cavallo tra i secoli Ottocento e Novecento.


Estate

Frutteti 
stracarichi,
dorate
campagne...

vetrate
schermate,
riarsi
cespugli...

penombra,
arsura,
scirocco...

tavolazza
completa:
estate.

Questo testo è sicuramente molto diverso da quello visto ieri, vero?
Poesia apparentemente semplicissima, quasi una filastrocca per bambini, ma il fatto che non abbia verbi - e quindi non contenga frasi - pone maggiormente l'attenzione sulla scelta lessicale effettuata dall'autore.
Se si vuole scrivere una poesia solo con dei nomi e degli aggettivi, essi devono essere scelti con la massima accortezza per ricavarne un prodotto di qualità, non trovate?
Vi ricordate come si fa a riconoscere dove finiscono le strofe, no? Questi versi/parola - diciamo così - sono composti da 2 strofe di 4 versi e 2 di 3.
Un po' una specie di sonetto, prof!
Diciamo di sì. Ridotto all'osso e senza la precisione sillabica e metrica, ma il riferimento al sonetto mi piace.

Analizziamo i singoli termini di questa poesia, e vedremo che la scelta non è affatto stata casuale ed improvvisata, bensì attenta e ponderata.
Ciascuno di voi rifletta liberamente, senza preoccuparsi di dare risposte giuste o sbagliate. Non esistono risposte sbagliate di fronte a considerazioni soggettive e personali e ciò che vi suggerisce la vostra sensibilità è comunque corretto perché dimostra una sensazione personale ed autentica.


frutteti stracarichi

Prof, è vero che in estate i rami degli alberi da frutto sono carichi. Si dice stracarichi per indicare che sono pieni pieni di frutta. Buone le susine e le pesche (anche se mi piace di più l'anguria che nei rami di albero non ci sta). Queste parole fanno venire l'acquolina in bocca.






campagna dorata

La campagna in estate è molto particolare perché l'erba diventa secca e i campi sono gialli. Sembrano d'oro in effetti e sono belli.
Quest'anno però ha piovuto un po' e l'erba nei campi non era gialla come nelle estati scorse.




vetrate schermate

Mi fanno venire in mente le verande o i finestroni che in estate vanno chiusi per non far entrare il calore



riarsi cespugli

Anche qui vuol dire che i cespugli sono quasi bruciati.
Magari a volte sono bruciati davvero perchè in estate scoppiano tanti incendi!
No, secondo me si riferisce ai cespugli ingialliti e diventati secchi a causa del sole





Notare adesso le tre parole utilizzate senza aggettivi: penombra, arsura, scirocco.
Sai cosa significano? Cerchiamo i termini nel dizionario on-line, poi fate le vostre ipotesi sul perché l'autore li abbia associati all'estate.
Si tratta di termini di uso consueto o non li avevi mai sentiti prima d'ora?
Penombra e scirocco li avevo sentiti, ma arsura no.
Il poeta li associa all'estate perché la penombra serve a dare sollievo dal caldo, l'arsura indica il calore che si prova o il senso di sete e lo scirocco è un vento che sento nominare alle previsioni del tempo, che viene dall'Africa e da quanto è caldo sembra phon

Sai cos'è una tavolazza e chi la utilizza?
Il pittore! Ci mette tutti i colori che gli servono per realizzare un quadro.
Perché l'autore ha scelto di concludere la poesia con le 3 parole tavolazza/completa/estate?
Perché questi sono i colori che lui vede in estate. Rispetto ai colori scuri dell'inverno, in estate ci sono più colori in giro. Anch'io mi vesto in modo molto più colorato, per esempio.


Il riferimento è ai colori estivi, sicuramente.
Ti piace l'immagine finale della tavolazza completa dei suoi colori come simbolo dell'estate?
Sì, abbastanza. E' vero che questa stagione mostra tanti colori nella natura.
Quale immagine simbolo dell'estate sceglieresti tu?


Rileggi adesso da solo tutta la poesia. Quale sensazione ti dà dopo aver analizzato tutti i termini uno ad uno? La medesima dell'impatto iniziale o un'altra ancora?
No, diversa prof! All'inizio sembravano più parole banali, invece dimostrano che il poeta osserva bene la natura intorno a sè e ci fa capire tutte le cose che gli piacciono dell'estate.
Elabora uno schema ad Y in cui inserirai le consuete impressioni, connessioni e domande.
A seguire, sempre il consueto momento di condivisione.

Lavorando in modalità individuale, ma avvalendoti delle consulenze del compagno di banco, prova a scrivere un RICALCO della poesia appena letta.
Dovrai comporre un testo poetico rispettando la struttura di quello originario, ovvero suddivisone in 4 strofe e inserimento di aggettivo + nome o solo nome quando richiesto.
Poni particolare attenzione all'ultima strofa in cui dovrai dare un'immagine simbolica della tua estate.
Otterrai, nel complesso, una composizione poetica che rappresenta gli oggetti che per te sono rappresentativi ed evocativi dell'intera stagione.
Qui un po' di esempi...




Gelati
squagliati
scottante 
sole...

capelli 
bagnati
fresche
docce...

ombrelloni
palloni
gavettoni

mare
spiaggia:
estate

...................................................................

mare
splendente
dorate
spiagge...

sole 
cocente
infinite
giornate...

caldo
amici 
acqua

divertimento
gioia:
estate


.........................................................


spighe 
dorate
immense
campagne...

occhiali
oscurati
bellissimi
stormi...

ventilatore
vento
caldo

foglie
verdi:
estate

.....................................................................

paesaggi
incantevoli
rossi
tramonti...

mare
vetrato
luminose
stelle...

sole
vento
 erba

colorata
magia:
estate

.......................................................................................


acqua 
azzurra
bianca
sabbia...

conchiglie
nascoste
colorati
ombrelloni...

brezza
baia
pace

mare
pesci:
estate



Come abbiamo fatto ieri, approfittiamo della parte finale della lezione per osservare con attenzione alcuni  famosi dipinti che raffigurano l'estate:


Paesaggio d'estate di Pierre-Auguste-Renoir 

Mietitura di Pieter Bruegel il Vecchio

A bigger splash di David Hockney


Quali particolari di ciascun quadro vi colpiscono al primo impatto?
Nel primo i colori scuri e le figure umane poco precisate, nel secondo il giallo dei campi e l'espressione delle persone stanche per il caldo e nel terzo il disegno moderno, quasi da videogioco, e l'idea di movimento, di qualcuno che si è tuffato anche se non si vede. Che senso di freschezza!

Quale tra i tre riscuote per voi il maggior consenso? Motivare le risposte, ovviamente. Poi, tutti pronti per votare il dipinto che piace di più alla maggioranza, ok?
Tra parentesi, è il terzo il dipinto che è piaciuto di più, soprattutto per le osservazioni rilavate in premessa, ma anche gli altri hanno riscosso comunque un discreto successo.

E se tu dovessi disegnare una scena della tua idea di estate, cosa disegneresti?
Se sei così ardito provaci!! Se non te la senti di disegnare, ritaglia delle immagini emblematiche dell'estate che trovi su alcune riviste o su web e fanne un collage sul quaderno, spiegando perchè le hai scelte. Cerca di fare riferimento il più possibile a esperienze o fatti o idee che ti rappresentano personalmente. Vedrai che non sarà affatto difficile reperire questo materiale e sarà perfino divertente disporlo a tuo piacimento sulla pagina. Ricordati di corredarlo anche di brevi didascalie.
Vedremo nei prossimi giorni cosa siete riusciti a tirare fuori!

Adesso, come ultima cosa, concludiamo la lezione lasciandoci cullare da un brano di musica classica. Il pezzo si intitola, appunto, "Estate" ed è stato composto e musicato da Antonio Vivaldi, celebre compositore e violinista di origini veneziane.
Non importa se solitamente questo genere musicale non rientra tra i tuoi ascolti abituali. 
Abbandonati ugualmente alla piacevolezza del ritmo e cercando di focalizzare le emozioni che ti suscita l'ascolto.
Vedrai che, a proposito di sonorità, passerà in secondo piano persino il suono della campanella ;-)



lunedì 26 agosto 2019

Un passo alla volta e ripartiremo alla grande!



Pronti per ripartire? Un passo alla volta e, nel giro di pochi giorni, riprenderemo alla grande!
Approfittiamo di questi primissimi giorni di scuola per sgranchirci le dita con la scrittura e per rendere fluido il linguaggio espositivo raccontando ciò che di bello ci hanno lasciato le vacanze appena trascorse.
Nel vostro taccuino dovevate annotare i vostri pensieri estivi e, se possibile, corredarli con biglietti, gadget e mini-oggettistica, giusto?
Vediamo allora di condividere cosa ne è uscito fuori, così da approfittare per rimanere ancora qualche ora nell'atmosfera vacanziera.
E poi, si sa, parlare dell'estate mette buon umore, così cominceremo l'anno scolastico con il sorriso e, sempre con il sorriso, riprenderemo le nostre consuete attività.


Intanto comincio io a leggere alcune annotazioni del mio taccuino e poi vi mostrerò i biglietti dei concerti a cui ho assistito e i pass di ingresso ai musei di Madrid che ho visitato.

 

     


Ok ragazzi, adesso tocca a voi!
Un po' di foto delle vostre annotazioni sui taccuini:

 
















Tenetevi cari questi ricordi e queste annotazioni perché, a breve, li riprenderemo per comporre il primo testo autobiografico di quest'anno.
Le modalità di stesura saranno le stesse dello scorso anno: prima bozza con consulenza individuale, poi ritiro della bozza, mie annotazioni con i post-it, successiva revisione con nuove consulenze e infine consegna quando sarete soddisfatti della stesura definitiva.
Ma tutto a suo tempo...

Adesso continuiamo a rimanere in atmosfera estiva leggendo tre poesie su cui poi svolgeremo delle attività, sia individualmente che a coppia.
Sarà anche un modo più rilassato per ripassare le caratteristiche del testo poetico e per cominciare l'anno in maniera distesa apprezzando i versi e le parole che i grandi poeti hanno scritto per farci immedesimare in situazioni che sentiamo vicine alla nostra esperienza di vita e alla nostra sensibilità.

La prima poesia si intitola "Arrivederci fratello mare" ed è stata scritta da Nazim Hikmet, uno scrittore del Novecento di origine turca che nel suo paese natale è rimasto in carcere per lungo tempo a causa delle sue idee politiche.


Arrivederci fratello mare


Ed ecco, ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po' della tua ghiaia
un po' del tuo sale azzurro
un po' della tua infinità
e un pochino della tua luce
e un po' della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino mare
eccoci con un po' più di speranza
eccoci con un po' più di saggezza
e ce ne siamo andati come siamo venuti
arrivederci fratello mare

Piccola parentesi: Questa foto l'ho scattata in spiaggia alle 6 del mattino e l'ho condivisa sui social insieme alla poesia appena letta. Invece di condividere foto e basta su Instagram, perchè non provi anche tu ad abbinare a una tua foto qualche breve riga di commento? Perchè no, ricorrendo anche ad una citazione o ad una breve poesia e non al semplice "Da rifare" o "Che divertimento"? Provaci, te lo consiglio ;-)

Leggiamo una volta insieme la poesia e poi ciascuno la rilegga per conto proprio.
Qual è la sensazione che vi suscita? Vi siete ritrovati in alcune espressioni usate dal poeta?
Come prima attività immediatamente seguente alla lettura, disegna uno schema ad Y ed inserisci le tue riflessioni sui tre settori che già conosci bene: impressioni, connessioni e domande. Condividiamo insieme ciò che avete annotato.


Proviamo adesso a soffermarci sul lessico della poesia.
Quali parole vi colpiscono maggiormente e per quale motivo? 
Prof, a me il mare chiamato "fratello". Forse perché sente di avere con lui un legame affettivo, come se fosse un suo parente.
A me la parola "arrivederci" perché vuol dire che il saluto è temporaneo e che lui al mare ha intenzione di tornarci. Anche io quando sono in vacanza al mare, prima di rientrare a casa, vado in spiaggia a salutarlo, perché so che l'anno dopo lo rivedrò.
A me il fatto che parli di portare via ghiaia. Anche io al mare raccolgo sassi, a volte per farci dei fermacarte, a volte per dipingerli. Importante è non raccogliere conchiglie e sabbia, perché è proibito e fanno la multa!
Mi piace "sale azzurro" perché si riferisce al sapore salato dell'acqua del mare (quindi coinvolto il gusto) e al colore dell'acqua (quindi coinvolta la vista), quindi due sensi insieme.
Mi piace "infinità" perché, guardando il mare, sembra che non finisca mai e che non abbia dimensioni.
Anche "luce" perché i riflessi del sole fanno apparire l'acqua luminosa, comes e avesse delle stelline o dei glitter. Si vede il riflesso anche nella sua foto, prof!
A me ha colpito "infelicità": chissà perché parla di infelicità riferita al mare! Per me al mare non si può essere infelici!
Però è infelice chi lo deve lasciare, magari!
Ma anche il mare può essere infelice, perché tante persone ci muoiono e tanti lo inquinano. L'infelicità può essere anche la sua.

Continuiamo ad osservare delle espressioni usate dal poeta per evocare immagini e suggestioni.
Quali versi catturano la vostra attenzione?
Il poeta all'inizio dice "Arrivederci fratello mare" e "ce ne andiamo come siamo venuti", poi ripete queste espressioni alla fine, dicendo che "ce ne siamo andati come siamo venuti". Vuol dimostrare che il mare non lo ha cambiato.
No, invece! Perché dice che i visitatori hanno ottenuto più saggezza e più speranza, quindi sono stati cambiati dal mare. Non è vero che tornano come sono venuti. Magari si riferisce al fatto che sono arrivati, ma se ne devono andare come sono venuti, nel senso che lo devono lasciare. 
Se ripete le espressioni iniziali, vuol dire che vuole metterle in evidenza. I poeti non ripetono mai se non lo ritengono importante.
A me ha colpito il destino del mare che può raccontare: può dire di vedere tante cose il mare, portare felicità, divertimento, ma anche dolore e morte, perché gli incidenti avvengono, le persone annegano.

Dopo queste riflessioni svolte a voce, lavorate con un compagno e cercate di spiegare la poesia, verso dopo verso, annotando le osservazioni che sono state fatte nel corso della discussione e, se volete, aggiungendone anche di nuove.
Come sempre condividiamo il frutto del nostro lavoro e, a conclusione di questa prima lezione dell'anno, concediamoci due ultime attività.

Osserviamo quest'opera di Ivan Konstantinovic Ajvazokskij, pittore russo di origine armena definito "l'artista del mare" a causa dei soggetti dei suoi quadri, denominata "Vista dalla laguna di Venezia" e dipinta nel 1841.
Quali emozioni vi suscita? Notate alcuni legami con la poesia appena analizzata?
Discutiamone insieme.


A me suscita tristezza per i colori scuri, le persone che di notte sembrano voler fuggire, la città in lontananza, il tronco d'albero piegato come se soffrisse.
I colori mi piacciono e c'è il riflesso della luna che non mi fa apparire il quadro triste. Forse un po' malinconico, ma neanche tanto.
Io ci rivedo l'infinità, l'infelicità di cui parlava il poeta ed è come se queste persone dicessero Arrivederci o aiutaci fratello mare, perché è come se le aiutasse proprio come potrebbe fare un familiare o un amico fidato.
Poi c'è il riflesso della luna, quindi quella luce di cui si parlava anche nella poesia.

Ok, per oggi le considerazioni sono state numerose e produttive.
Speriamo nei prossimi giorni di continuare così.
Ma prima di salutarci, guardiamo, anzi ascoltiamo, questo video in cui Sergio Carlacchiani (pseudomino Karl Esse) - attore, doppiatore e poeta marchigiano -  interpreta proprio il nostro "Arrivederci fratello mare"


E arrivederci anche a voi alla prossima lezione.