domenica 18 settembre 2022

Italiano con i manga? Si può fare

 


I nostri alunni vanno pazzi per i manga.
Ne leggono in grande quantità e ne apprezzano storie e personaggi.
Noi insegnanti non dovremmo nutrire troppi pregiudizi verso questa loro passione, perché avere modo di accedere al mondo dei nostri studenti può aiutarci a comprenderli meglio e a guidarli al raggiungimento di certi obiettivi didattici attraverso percorsi e attività che possano maggiormente interessarli e coinvolgerli.
In classe abbiamo una piccola biblioteca dove trovano posto romanzi, graphic novel, albi illustrati e sono stati i miei stessi studenti a farmi conoscere il mondo dei manga, un universo da me del tutto ignorato.
Ne ho letti alcuni di mia iniziativa e altri su loro proposta.
Certo, non tutto è degno di nota per la progettazione di un percorso didattico, ma alcuni prodotti possono considerarsi interessanti per lavorare su certe competenze e per sviluppare capacità di osservazione/comprensione e spirito critico, tutti obiettivi conformi a quanto richiesto dalle Indicazioni nazionali.
Tenendo presente, come prima cosa, gli obiettivi didattici di riferimento - esattamente come si fa per ogni altra attività proposta in aula - possiamo provare a far lavorare i ragazzi sulle storie dei manga per incidere sulle competenze linguistiche, ma anche per analizzarne in modo critico e consapevole tematiche, ambientazioni e caratterizzazioni dei personaggi. 
Un manga che ho trovato particolarmente interessante in questo senso è Komi can't communicate, in cui la protagonista, una liceale bellissima e ammirata da tutti, si ritrova a dover fare i conti con un disturbo della comunicazione che le impedisce di interagire con gli altri e di svolgere una vita sociale al pari dei suoi coetanei.

Osservazione della copertina e del risguardo

copertina

risguardo

Come per qualsiasi altro prodotto editoriale, possiamo far notare ai ragazzi la scelta del titolo, le immagini della copertina e le informazioni contenute nel risguardo.
Ovviamente verranno messe in luce le differenze che balzano subito all'occhio rispetto ai classici fumetti diffusi da noi in Occidente, come impaginazione e modalità di lettura da destra verso sinistra o personaggi delineati con tratti tipici e ben riconoscibili (fisico longilineo, occhi in risalto...).

Osservazioni:
Il tema centrale viene immediatamente presentato e ad esso si rifà anche il nome della protagonista, Komi ("komyusho" in giapponese è l'abbreviazione di "communication shogai" che vuol dire "disturbo della comunicazione").
Tema che viene ribadito anche nelle primissime pagine di ogni volumetto

"Che cos'è il disturbo della comunicazione?
è un insieme di problemi che impediscono a coloro che 
ne sono affetti di intrattenere normali rapporti umani"


"al mondo esistono persone che hanno difficoltà a comunicare con gli altri,
che tengono sempre lo sguardo verso il basso,
che incespicano nelle parole, che amano la solitudine.
Questa condizione è definita disturbo della comunicazione"

"le persone che soffrono di disturbi della comunicazione
hanno difficoltà a conversare o a comunicare con gli altri.
Nel cuore della notte si tormentano su ciò che hanno detto
(o avrebbero voluto dire) durante il giorno e non riescono a dormire"

Si può impostare su questo tema una discussione o far scrivere per 10 minuti cosa ci fa venire in mente questo argomento. La condivisione l'ascolto e l'accoglienza dei vari punti di vista sono aspetti che incidono positivamente sul clima relazionale della classe. Se sollecitati a partire da prodotti generalmente apprezzati, con molta probabilità la risposta della classe sarà soddisfacente.

                                                         Osservazione dei personaggi
                                                        (e connessioni che ne derivano)

Come dice lo scrittore Daniele Nicasto, i manga si soffermano più sui personaggi che sulla storia, quindi analizzare le caratteristiche dei personaggi di Komi can't communicate sarà uno degli obiettivi primari del nostro lavoro.


Posto d'onore spetta, ovviamente, a lei, Komi.
Komi è la ragazza più bella della scuola e quando si muove tutti ne rimangono ammaliati.
Ma la sua incapacità di comunicare si dimostra fin da subito fortemente limitante nei rapporti con gli altri e la sua frustrazione emerge palese fin dalle primissime pagine.
In questa vignetta viene presentato il punto di vista della persona comune che la osserva da fuori: Komi cammina per strada e tutti la guardano ed esprimono esclamazioni di apprezzamento.

Nella vignetta accanto viene presentata la stessa scena dal punto di vista di Komi: il suo imbarazzo e voci che le suonano incomprensibili.

Interessante è far notare come vengano ben rappresentati i vari punti di vista.
Può esser svolto un aggancio tematico, in forma scritta oppure orale, su come tutti noi veniamo visti dagli altri e come, invece, ci vediamo noi stessi.
Un'attività di questo genere risulta -quindi -perfetta in tema di orientamento narrativo.

Il personaggio di Komi viene ritratta in numerose occasioni che dimostrano situazioni emotive ansiogene, ad esempio quando non riesce ad esprimersi a voce con Tadano, coprotagonista del manga, e trova il modo per comunicare con lui attraverso le parole scritte






Osservazioni:
far notare come viene ritratta Komi quando mostra imbarazzo: ombre, primo piano con occhi in risalto, figura con tratteggi che indicano tremore, sudore, lettere inquietanti sullo sfondo...
Far riflettere sul fatto che non si dice che Komi è in imbarazzo, ma lo si mostra attraverso il disegno (un po' come la strategia narrativa del "mostra non dire").
Può essere interessante far sperimentare per scritto questa strategie a partire proprio dall'osservazione di Komi: "descrivi gli atteggiamenti di Komi che dimostrano la sua ansia senza usare  l'aggettivo 'ansiosa', ma delineando i suoi comportamenti e le manifestazioni espresse nei suoi tratti fisici"
Indirizziamo i ragazzi a far notare come viene graficamente rappresentata l'ansia di Komi nelle varie circostanze:

quando prova ad entrare in un negozio

quando si immagina la reazione che vorrebbe esprimere, ma che di fatto non riuscirà mai ad esplicitare

quando sembra pietrificata

quando piange

Possiamo anche subito introdurre dei parallelismi con personaggi che dimostrano dei tratti in comune con Komi, non attraverso il linguaggio iconografico del fumetto, bensì attraverso quello in prosa del romanzo.
Un esempio può essere riscontrato nel personaggio di Nico, co-protagonista del romanzo Vengo io da te di Daniele Nicastro.


Anche Nico viene descritto negli atteggiamenti che dimostrano la sua ansia sociale e che arriveranno a definirlo come un hikikomori.
Proviamo a leggerne in classe alcuni.
"- Goooooool!
La folla s'accalca, spinge, stringe, applaude e urla. Soltanto Nico resta fermo, paralizzato da un terrore che è solo suo. Gli altri si abbracciano, esultano. Lui si rannicchia di più"
"Nico inizia a grattarsi il collo, le guance. Ha il corpo scosso da un tremito mentre si guarda di continuo attorno. Spalanca la bocca in cerca d'aria."
Queste alcune narrazione che i compagni di classe fanno di lui: "stava in ultima fila accanto al termosifone, entrava in classe per primo e usciva per ultimo, non alzava mai la mano e si rifiutava di essere interrogato. La prof gli diceva di andare alla lavagna e lui niente, restava seduto. Pare che avesse una specie di giustificazione [...]. C'è chi lo definisce asociale, chi dice che se la tira, che è spocchioso. Certi maligni dicono che è un hacker per la maglietta di Mr Robot, la serie TV [...]. Un'altra insiste che forse è un vampiro."
Le sollecitazioni da porre a fronte del confronto Komi-Nico potranno essere molteplici e sarà interessante accogliere le varie riflessioni e i punti di vista che ne emergono.

Se vogliamo ulteriormente approfondire il tema dell'incapacità di comunicare con gli altri, il senso di frustrazione e di solitudine che ne deriva, possiamo anche far ricorso al bellissimo albo illustrato Io parlo come un fiume, dal testo (di Jordan Scott) e dalle illustrazioni (di Sydney Smith) davvero potenti.
La discussione che ne seguirà non potrà che essere un'esperienza di crescita e arricchimento per tutta la comunità classe (insegnante compreso).


Tornando all'analisi dei personaggi del nostro manga, sarà la volta di osservare con attenzione colui che si propone come aiutante di Komi, ossia colui che farà in modo che la ragazza riesca ad ottenere 100 amici: il suo nome è Tadano.
Ci riuscirà? E in quale modo potrebbe farlo?
Ha le carte in regola per aiutare l'amica in questa impresa per nulla semplice?
Ancora un parallelismo può delinearsi con il romanzo già citato Vengo io da te, dove una caparbia compagna di corso, Giada, si spende in prima persona per aiutare (e ritrovare) Nico che, nel frattempo, è misteriosamente  sparito dalla circolazione...
Ma Tadano ha la stessa determinazione di Giada e gli stessi tratti caratteriali?
In quanto a caratterizzazione, siamo piuttosto lontani, direi.
Osserviamo, ad esempio, come viene presentato a inizio serie:




"Tadano è pusillanime. Trascorre gli anni del liceo senza turbolenze, cercando sempre di seguire la corrente. La scorciatoia che conduce alla felicità io l'ho capita: è vivere adattandosi e senza distinguersi. Il mio scopo, ora che sono liceale, è vivere nella maniera meno problematica possibile".
Ed è così azzardato far riflettere i ragazzi su quante affinità ci siano, in questa descrizione , tra lui e il Don Abbondio manzoniano che conosceranno qualche anno più avanti? Io credo di no. Credo che una riflessione in questo senso, senza la pretesa di essere certo esaustiva, possa essere introdotta e, se sapientemente guidata, possa contribuire - perché no - ad una migliore interiorizzazione futura.
Ovviamente Tadano non dimosterà affatto essere un Don Abbondio, anzi. Nel manga il suo ruolo è determinante, perché aiutare Komi a realizzare il suo sogno, ovvero trovare 100 amici, sarà proprio il leitmotiv dell'intera serie! Ma per i ragazzi sarà facile comprendere che l'atteggiamento di Tadano risulterà tutt'altro che pusillanime. Nessun timore, insomma, di snaturare un personaggio manzoniano se lo si prova a paragonare ad un altro proveniente da una produzione letteraria così distante a livello tematico e spazio-temporale.

Il personaggio di Tadano, osservato attraverso le sue azioni e i suoi tratti fisici (proprio come Komi), permette in classe di insistere su una serie di approfondimenti tematici particolarmente interessanti per impostare quick-write e discussioni condivise: 
"Cosa ne pensi di chi si dimostra pusillanime e non prende mai posizioni nei confronti dei problemi altrui? Tu come ti senti di essere? Preferisci pensare ai fatti tuoi o ti esponi in prima persona pur di dire la tua e, magari, aiutare chi si trova in una situazione di disagio?"
"Trovare 100 amici a Komi è il tema essenziale del manga. Tu che rapporto hai con l'amicizia? Hai tanti amici e riesci a fare amicizia velocemente, oppure ti ritrovi nella formula 'pochi ma buoni'?"
"Sei mai riuscito a far realizzare a qualcuno un proprio sogno?"
Queste sono solo degli esempi di sollecitazione da poter lanciare per dare avvio a un  dibattito o a un lampo di scrittura condiviso.


Proporre il classico organizzatore grafico del "viaggio dell'eroe", tanto usato in narratologia per parlare di evoluzione del personaggio, risulterà azzardato se applicato a Komi e all'evoluzione del suo personaggio in relazione alle sue reazioni rispetto a ciò che le accade e alla realtà che la circonda? Ma certo che no! Azzardiamo di nuovo, senza remore. I risultati arriveranno. 
Le vignette del manga mostrano perfettamente la progressiva evoluzione di Komi e farlo notare ai ragazzi sarà più semplice di quanto si creda.
Anche questo è fare comprensione del testo.
Anche così si fa analisi profonda dei personaggi di una storia.




Komi viene invitata a fare shopping e, nonostante abbia tanta paura,
non rinuncia ad uscire (anche se poi quasi si barrica nel camerino)

Tadano dice a Komi di vederla cambiata 
e lei risponde di voler provare a risolvere una situazione da sola


Komi chiede scusa a Tadano


Komi mette in luce la sua vena ironica scrivendo battute di spirito


dopo il panico inziale, Komi riesce a fare una telefonata

Strano ma vero: per Komi alcuni contesti sono più congeniali di quanto sembra.
Ad esempio un luogo silenzioso come la biblioteca. Chi meglio di lei saprà adeguarsi al regolamento?

Strano ma vero: i voti di Komi - nonostante il suo problema - le fanno raggiungere un'ottima media

Certo, i momenti di scoraggiamento non mancano:
anche andare semplicemente alle bancarelle si rivela un problema
(e Komi pensa di esser già tornata al punto di partenza...)

da sola in camera lo sconforto è sempre in agguato...




però, in estate, prova ad invitare qualcuno in piscina...
crede di non farcela, ma a ricevere l'invito è lei (e non dice di no)



nonostante l'ansia che non la molla...

e un incidente di percorso che le fa fare una figuraccia,
ammette di essersi divertita...

... e capisce che per farcela serve una cosa ben precisa: la DETERMINAZIONE!

Molti spunti di analisi, molti spunti di discussione. 
E, naturalmente, quanto detto vale per altri personaggi, attraverso i quali poter affrontare argomenti significativi utili per riflettere sugli altri ma anche su se stessi perché, si sa, identificarsi con le storie e le vicende complesse di una certa fiction risulta più semplice che compiere un difficile lavoro di scavo introspettivo.
Osservare un personaggio esprimere ansia di prestazione e scarsa autostima, ad esempio, permette di addentrarsi in riflessioni interessanti e condivise.
E, di nuovo, sperimentare strategie narratologiche legate alla dimostrazione di certe emozioni attraverso la caratterizzazione grafica e le parole della voce fuori campo che, nei manga, commenta e chiarisce ciò che il personaggio prova e compie. 



"Mi agito facilmente e se qualcuno mi guarda non riesco a imbroccarne una giusta.  Soffro di ansia da prestazione, non sono particolarmente carina, sono un po' in carne ho le gambe corte, non ci vedo bene. Non ho mai il coraggio di alzare la mano per rispondere a qualche domanda degli insegnanti. Tremo quando devo scrivere alla lavagna. Non sono capace di presentarmi come si deve". 
Agari è una bravissima ragazza ma non regge la pressione dei rapporti umani e se osservata anche da una sola persona sviluppa sintomi quali rossore al volto, convulsioni, iperpnea, balbuzie, sudori freddi, crampi allo stomaco..."

Insomma, avvicinarsi ai manga si può, lavorarci in classe anche.
Il grande maestro Franco Lorenzoni, da sempre fautore di una didattica sperimentale e innovativa, così si esprime a proposito dell'avvicinamento ai manga da parte del personale docente: "sono profondamente convinto che è sul terreno culturale che vada nutrita con costanza, giorno dopo giorno, la complessa e difficile arte del convivere, perché questo è il terreno proprio della scuola. E visto che noi proponiamo di continuo a bambini e ragazzi di entrare nel nostro mondo culturale, di cui non è sempre facile per loro individuare il senso, soprattutto quando è spezzettato in discipline che non comunicano tra loro, credo sarebbe importante accogliere a volte qualche frammento del loro mondo culturale, anch’esso frammentato, cercando insieme il senso che la cultura può dare alle domande che ci urgono e alle sofferenze che accompagnano inevitabilmente ogni vita e ogni convivenza
Da "Come ascoltare la voce silenziosa" di Franco Lorenzoni - rivista La vita scolastica -  Giunti Scuola - 20 maggio 2022.
E, se lo dice Lorenzoni, a maggior ragione coloro che arricciano il naso di fronte a un simile approccio, forse, sarebbe bene che non lo arricciassero più.
"È una sfida difficile, ma necessaria", conclude Lorenzoni nel suo articolo. Io sono completamente d'accordo con lui.