mercoledì 22 settembre 2021

Parola-frase-testo: una scrittura che cresce

 


Le prime settimane di lezione in una prima media, quando i ragazzi appena usciti dalla scuola primaria imparano a conoscere la nuova scuola e a conoscersi tra di loro, sono molto importanti per creare un clima di serenità, condivisione e fiducia reciproca, semplicemente perché impostare la vita di classe su questi capisaldi influirà positivamente sul benessere pisco-fisico e cognitivo di ogni singolo alunno e, di riflesso, anche dei docenti che vi lavorano. Quindi, lasciando da parte prove di ingresso e ansia da valutazione, è bene accompagnare fin da subito i nostri alunni alla messa in atto di alcune pratiche che si riveleranno utili nell'impostazione didattica futura e nella operatività di talune procedure che diventeranno vere e proprie routine. Ricordiamoci sempre che è importantissimo seguire ogni singolo alunno nel proprio PROCESSO di apprendimento, quindi prevedere fin da subito precisi step e progressione procedurale, faciliterà l'interno nostro lavoro, ma anche tutte quelle osservazioni fondamentali per i nostri interventi individualizzati.
Per la disciplina ITALIANO, ad esempio, sarà utile partire da pratiche di SCRITTURA semplici ed immediate - così da riuscire a coinvolgere e rendere partecipi tutti - per arrivare, progressivamente, ad elevare le richieste e ad ottenere la produzione di testi il più possibile organici e ben strutturati.
Qui gli step, facili da seguire, per improntare un piano di azione finalizzato a sviluppare la competenza di produzione scritta fin dai primissimi giorni di scuola.

Pre-scrittura a partire dalle fondamenta

Mi piace cominciare citando le bellissime parole tratte dal libro Ho nuotato fino alla riga di Elisabeth Bing, una donna sensibile e coraggiosa che, nella Francia del secondo dopoguerra, ha ideato e gestito laboratori di scrittura per ragazzi difficili e con problemi caratteriali che nella società del suo tempo erano temuti e finivano per ritrovarsi osteggiati ed emarginati:

Emersa dalle mie personali macerie, preparai le mie prime lezioni. Nell'intensa atmosfera dell'inizio, drogata dall'angoscia e beata della mia inesperienza, i primi contatti furono calmi. Intorno si meravigliarono del raccolto silenzio delle mie classi. Sembrava una magia. Chiesi loro di presentarsi tramite il loro amore o il loro odio, scrivendo alla rinfusa e come veniva loro in mente quello che gli piaceva e quello che non gli piaceva. Così mi offrirono, attraverso queste litanie, una prima autentica immagine di se stessi.

Il metodo Bing, che da lei prende il nome e che in questi mesi sto cercando di approfondire, tanti stimoli di scrittura ha fornito e continua anche oggi a fornire e l'idea di partire dai suoi input "Mi piace"/"Non mi piace" permette davvero di sbloccare nella scrittura tutti, anche coloro che si professano restii, sfiduciati o indifferenti ad usare bene la penna. A liste e attivatori di pre-scrittura fa riferimento anche la metodologia del writing and reading workshop, finalizzando tali input al medesimo scopo: gettare  per tutti "semini" di scrittura da far "germogliare" e sviluppare in step successivi.

Nei primissimi giorni di lezione ho deciso di mettere in pratica questi stimoli con i miei ragazzi di prima media, pertanto ho distribuito delle sagome di cartone in cui far scrivere poche PAROLE che indicassero preferenze, passioni e interessi personali.


Prendere confidenza con una sagoma simile non ha solo lo scopo di accogliere i nuovi studenti con immagini che richiamano illustrazioni tipiche della scuola primaria, bensì permette di anticipare l'uso di un organizzatore grafico che verrà in seguito utilizzato per la comprensione del testo e per l'analisi dei personaggi. Creare un cartellone da appendere in classe con le sagome che si tengono per mano risulta, alla fine, un sistema semplice per rendere visibile un'idea di gruppo classe che sta iniziando a conoscersi e a collaborare. 


I ragazzi hanno anche annotato su delle liste quali sono le cose che piacciono e che non piacciono, condividendole insieme per scoprire subito, in modalità ludica, quali aspetti li accomunano e quali li rendono diversi.
A queste attività sono state affiancate delle letture tratte da albi e libri illustrati, in particolare dal libro Chiedimi cosa mi piace, con lettura condivisa e visione del seguente video spunti tratti dall'albo Chiedimi cosa mi piace e, soprattutto, dal simpatico libro illustrato a soffietto Io sono così di Ferrara e Degl'Innocenti, lettura e condivisione di frasi e immagini riferiti a Mi piace/Non mi piace di un personaggio misterioso che svela essere semplicemente una "bambina e basta" nel lato posteriore lettura animata Io sono così. Sui propri gusti/disgusti e sulle proprie passioni/preferenze siamo quindi passati dal definirle con le PAROLE all'esprimerle attraverso delle FRASI, contenenti emozioni, pensieri, similitudini e rievocazioni. Imitando l'impaginazione a soffietto, i ragazzi hanno provato a riprodurre sulla carta dei librettini personalizzati in una sorta di mini-laboratorio manuale...


I ragazzi hanno poi imitato anche l'idea del libro illustrato, quindi pagine a soffietto che contengono frasi e pensieri su ciò che piace e non piace, corredati da disegni e rappresentazioni grafiche autoprodotte.
Qui alcuni lavori:
























Tutte queste semplici attività, che sono partite dalle parole e che sono giunte all'elaborazione di frasi  articolate, mettendo in campo non solo le competenze di base di scrittura, ma anche i talenti grafico-pittorici e creativi, sono state in realtà finalizzate ad un intento ben preciso: fungere da elementi di PRE-SCRITTURA per passare progressivamente all'elaborazione vera e propria della prima BOZZA DI TESTO SCRITTO.
Come ben insegna la metodologia WRW sopra citata e come aveva genialmente intuito Elisabeth Bing, far scrivere i ragazzi (e non solo) a partire dai rispettivi campi di interesse permette loro di sentirsi coinvolti in prima persona e di superare fin da subito l'ansia da "pagina bianca".
Invece che assegnare una traccia vera e propria, i ragazzi hanno ricevuto la consegna di scegliere una delle frasi inserite nel loro libretto e svilupparla fino a farla diventare un testo compiuto.
Ma prima di farli cominciare a scrivere, ancora uno step per iniziare a rendere routine un importante (e spesso trascurato) passaggio: l'attività di METACOGNIZIONE.

Riflettere su ciò che si fa e perché lo si fa

Far soffermare i ragazzi sulle azioni svolte e sulla loro finalità è utile per rendere la comunità classe partecipe della programmazione su di loro modulata e per migliorare progressivamente i loro apprendimenti. Troppa ambizioso come idea? No, a mio avviso non lo è affatto. Anche in questo caso la metodologia WRW insiste molto su questo aspetto, così come le routine del MLTV (Making Learning and Thinking Visible), metodo basato proprio sull'importanza di rendere visibili ed espliciti/espressi i pensieri del proprio processo di apprendimento.
Si tratta di assegnare consegne semplici e graduali, in cui i ragazzi dovranno esplicitare quali attività hanno svolto o dovranno svolgere e per quali motivazioni e finalità stanno lavorando.
Riflettere su ciò che si fa e del perché lo si fa agisce direttamente sulla sfera della consapevolezza personale, così importante per la conoscenza di sé e dei propri vissuti, specialmente in un ordine di scuola intermedio come quello della secondaria di primo grado, in cui l'ottica orientativa la fa da padrone.
Va da sé che la consegna metacognitiva debba essere formulata in modo semplice e chiaro, così da farla divenire fin da subito una consuetudine da mettere in atto come vera e propria forma di routine.
E chissà mai se alla fine gli studenti tornino a casa e non rispondano il solito "Niente!" a coloro che chiedano cosa abbiano fatto a scuola durante la mattinata...

Qui una delle riflessioni a seguito della consegna in cui ai ragazzi è stato richiesto di mettere per scritto ciò che è stato fatto nei primi giorni di scuola in fase di pre-scrittura e ciò che dovranno scrivere nel testo che si accingono a svolgere, precisando la scelta dell'argomento e le motivazioni che li hanno spinti a decidere di parlare proprio di quell'argomento lì:



A questo punto tutti sono pronti per mettersi al lavoro...


... e proprio tutti hanno parlato di argomenti di cui avevano interesse a discutere perché conosciuti e apprezzati e quindi, in definitiva, altamente motivanti per espletare la consegna loro assegnata.
Sono state così prodotte le prime bozze di lavoro, su cui poter lavorare individualmente per analizzarne insieme i punti di forza, fornire consigli di miglioramento e riflettere su quanto è stato fatto e su cosa sarà bene andare ad incidere. Ovviamente attraversa una ulteriore riflessione metacognitiva espressa con formulazioni semplici e chiare.



Il successivo step sarà la revisione del testo, ma tenendo sempre a mente quanto sia importante procedere per gradi, così da riuscire a far lavorare al meglio tutti, rispettando i diversi tempi di apprendimento di ciascuno.
Perché, diciamocelo, saper scrivere bene è appagante, ma proprio facile facile non è.


6 commenti:

  1. Barbara, ciò che ho da tempo intuito, tu l'hai egregiamente elaborato: i punti di contatto tra scrittura espressiva e scrittura strutturata. Partire dal testo stimolo per creare una scrittura SIGNIFICATIVA. Il processo, così, avrà più garanzia di successo

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