giovedì 30 maggio 2024

Epico fare epica!

 

Ai ragazzi e alle ragazze l'epica piace un sacco e le storie di Achille, Ettore, Odisseo, Enea mantengono intatto ogni anno tutto il loro fascino.
Si può, quindi, approfittare di tale coinvolgimento per sostare diverse settimane tra i combattimenti degli achei o le avventure di Odisseo? A mio avviso sì.
Perché proprio questo alto coinvolgimento ci permette, secondo me, di far lavorare i nostri studenti e le nostre studentesse su numerose competenze tenendo, al contempo, sempre alti interesse e motivazione.
Del resto, di motivazione all'apprendimento come cardine della nostra azione-progettazione ne parlano i maggiori esperti di didattica, mica è un'idea che mi sono inventata io.
Io ci credo fermamente che la strada da percorrere sia questa.
Lavorare per mettere in azione competenze plurime sarà così più semplice per tutti: per loro, mantenendoli al centro dell'apprendimento perché devono essere loro i reali protagonisti, ma anche per noi, che sempre più fatica facciamo a mantenere a lungo la loro capacità attentiva.


Cantami o diva...

Strano, ma vero. Tanti alunni - per non parlare dei genitori - si sentono rassicurati solo da una lezione classica che più classica non si può, con insegnante che spiega e loro che dimostrano la loro conoscenza tramite interrogazioni o domande di comprensione chiuse. 
Scardinare di colpo tutto quanto? Beh, magari di colpo no, però questa volontà di rassicurazione possiamo volgerla a nostro favore e, gradualmente, indirizzarla verso una riflessione più critica e una messa in atto di competenze più connesse al problem solving e alla rielaborazione personale divergente.
Quindi via libera, ad esempio, alla spiegazione frontale del Proemio dell'Iliade che, sotto sotto, tanto frontale non è. 
Sappiamo bene quanto sia produttivo far entrare i ragazzi dentro il testo attraverso la scomposizione delle parti, l'analisi delle singole parole o espressioni, la "visualizzazione" di quanto esaminato.
Quindi via libera a frecce/numeri a supporto della ricomposizione testuale, riflessioni su patronimici ed epiteti, sempre connessi alle esperienze personali se si vuole una maggiore e più profonda assimilazione ("Mio padre si chiama Maurizio, quindi io potrei chiamarmi Maurizide", oppure "Potrebbero soprannominarmi M.F. dalla spada brillante, vista la mia passione per lo scherma").
E la nostra direzione verso una riflessione e comprensione più profonda del testo è appena cominciata.


Le antologie riportano sempre gli stessi brani, le stesse domande, gli stessi esercizi?
Rivitalizziamoli!
Scegliamo solo ciò che è funzionale ai nostri obiettivi e cambiamo ciò che non lo è.
Dopo un interessante confronto tra le diverse traduzioni del Proemio e l'osservazione della lingua greca originale - che sempre ha un suo risvolto ilare, viste le facce sbigottite davanti a quelle lettere arzigogolate e incomprensibili :-) - continuiamo a dirigerci verso tipologie di attività capaci di incidere sulla rielaborazione personale divergente e, al contempo, sulla messa in atto di competenze attestanti l'avvenuta comprensione, l'assimilazione delle conoscenze, ma anche l'inventiva e la creatività in grado di personalizzarle.
Numerosi possono essere gli esempi pratici. Ne inserisco alcuni realizzati quest'anno mentre affrontavamo l'Iliade:

- utilizzo di organizzatori grafici per analizzare personaggi e loro azioni/pensieri/sentimenti (dal libro No spoiler si possono ricavare, ad esempio, degli interessanti organizzatori sui personaggi testa/cuore/istinto, così come dai numerosissimi modelli legati al wrw);

- drammatizzazioni e stesura di mini-sceneggiature teatrali dell'episodio in cui litigano Agamennone e Achille o di quello in cui si salutano definitivamente Ettore e Andromaca (e per drammatizzazioni si intendono recite vere e proprie con tanto di dialoghi e personaggi rispondenti il più possibile al testo originale, anche nel caso in cui debba affidarsi la parte anche a un piccolissimo Astianatte-Cicciobello)





- riscritture di dialoghi che diventino "lunghi" come un tweet, che simulino la conversazione di una chat. La parola d'ordine è sempre la stessa: rispetto di quanto letto e analizzato nel testo


- rielaborazioni personali finalizzati alla produzione di lettere per dialogare, discutere, consolare personaggi, ma anche richieste di produzioni scritte dalla tipologia testuale diversa, come riscrittura  per produrre articoli di cronaca da leggere come se fossimo giornalisti in tv o speaker in una stazione radiofonica





- elaborazione di spot pubblicitari o slogan per sintetizzare e focalizzare all'estremo ciò che si evince da un episodio letto


 - ricerca di colonne sonore attinenti a ciò che accade in un episodio letto


E la riflessione a partire della immagini? Non ha certo un'importanza secondaria!
Via libera, quindi, a confronti con raffigurazioni pittoriche celebri di storie lette, ad esempio il famoso dipinto Ettore e Andromaca di De Chirico... 




... o consegne improntate sulla rappresentazione grafica di quanto letto, come storyboard o scene di fumetti sul duello tra Ettore e Achille



- E, se proprio si vogliamo far vedere scene di film come Troy, cercare di far riflettere su quanto scritto nel testo originale e quanto rappresentato a livello cinematografico (interessante, ad esempio, è stata una riflessione "triplice" sul combattimento finale tra Achille ed Ettore così come viene descritto nell'Iliade, così come lo descrive Baricco nella sua riscrittura dell'Iliade di Omero e così come appare, invece, nel film Troy; gran parte della classe ha riferito di preferire la scena così come viene raccontata nel testo originale)


Ma non ci vuole troppo tempo a far tutte queste cose?
Forse. Ma far sostare gli studenti su uno stesso argomento e renderlo "sfaccettato" per venire incontro ai diversi stili di apprendimento, a mio avviso, è la strada vincente.
In più, rimanere per tempi più lunghi su uno stesso argomento permette, secondo me, di introiettare quanto appreso in modo più profondo e focalizzato.
Non solo insistere sull'interrogazione classica, ma su tante altre modalità di rielaborazione di quanto letto e appreso permettono la messa in azione di numerose competenze e abilità.

E se volessimo mettere in atto altre competenze ancora, ad esempio quelle digitali, così richieste da ogni dove?
Di nuovo interesse, motivazione e coinvolgimento ci aiuteranno.
Nel corso dello studio dell'Odissea potremmo lavorare sull'educazione digitale, sulla ricerca delle fonti, sul reperimento di informazioni non  note e non solo sulla richiesta di far elaborare una classica presentazione su Power point.
Nel laboratorio di informatica siamo andati a caccia dei Lestrigoni, abbiamo visto come erano rappresentate da Omero le Sirene, quali poteri aveva la maga Circe, il tutto facendo attenzione al reperimento delle fonti corrette. 
Inoltre, senza aver sbirciato nelle anticipazioni del libro, abbiamo ricercato su web cosa accade a Odisseo una volta tornato a Itaca, sempre attenzionando fonti attendibili (e notando che le nostre ricerche erano molto più ben fatte di quelle proposte da un famoso chatbot generativo di intelligenza artificiale!).
Interessante, no?

Non sono mancate le richieste di brevi parti di parafrasi o la riflessione sui personaggi e sull'intelligenza di Odisseo a fronte di situazioni e figure ben più forti di lui...




... e sono continuati anche i confronti tra quanto letto e quanto visto in spezzoni di film o serie tv che hanno fatto la storia (ma quanto erano belli sia il film del '54 con Kirk Douglas che lo sceneggiato rai del '68?)



... e non ci siamo neanche fatti mancare il libero spazio dato alla fantasia con, addirittura, l'invenzione di una nuova tappa nel turbolento viaggio decennale di Odisseo nel Mediterraneo




Di tempo ce ne vuole, vero, ma si tratta di tempo ben speso.
Se qualche esercizio di grammatica o di antologia è stato sacrificato, pazienza.
Abbiamo ampliato e spaziato come si deve, e ci siamo pure divertiti. Scusate se è poco ;-)

Nessun commento:

Posta un commento