sabato 24 febbraio 2018

Costituzione italiana e democrazia: il binomio della felicità!






La Costituzione italiana, la "legge delle leggi" dello stato italiano, è entrata in vigore il 1 gennaio 1948, quindi in questo 2018 compie ben 70 anni.
Ma siamo sicuri che gli italiani conoscano bene questo documento fondamentale per noi cittadini?
E noi, che a fine anno riceveremo una copia della Costituzione nel corso della festa della scuola, sappiamo di cosa parla?
Per capire quanto è importante la nostra carta costituzionale  leggiamo queste splendide parole che la riguardano pronunciate nel 1955 da Piero Calamandrei, uno dei membri dell'Assemblea Costituente che ne aveva curato la redazione, di fronte ad una platea di studenti universitari di Milano:


"La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.

È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono… Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai.

E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica…

Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane… [...]  Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione".




Ma come e perché è nata la nostra Costituzione?
Vediamo un po' di informazioni di carattere generale.





La Costituzione italiana è stata scritta dai membri dell’Assemblea Costituente (composta da 566 persone, 21 erano donne), eletti dal popolo durante le elezioni del 10 marzo 1946, le prime dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e le prime in cui furono ammesse a votare le donne (ricordiamo che gli uomini già votavano fin dal 1912 con la riforma emanata da Giovanni Giolitti).
Il 2 giugno 1946 si svolse anche il referendum in cui gli italiani scelsero come forma di governo la Repubblica al posto della Monarchia.


I membri di casa Savoia abbandonarono l'Italia e per gli eredi maschi non è stato possibile rimettere piede nel nostro paese per tanto tempo.


annuncio giornalistico di vittoria della Repubblica

elettori in attesa di entrare al seggio elettorale

una donna si reca al seggio con la propria figlia


Le persone che scrissero la Costituzione cercarono di usare un linguaggio semplice e chiaro che il popolo potesse comprendere facilmente (il 92% delle parole contenute nel documento appartengono al vocabolario di base).






Ma come possiamo definire in modo appropriato la Costituzione?





La Costituzione è il documento che definisce i caratteri e le regole di uno stato, è la legge fondamentale da cui derivano tutte le altre leggi.

Prima della Costituzione il documento di base dello stato italiano era lo STATUTO ALBERTINO, concesso dal re del Piemonte Carlo Alberto nel 1848.

Lo Statuto Albertino era “flessibile”, cioè si poteva modificare facilmente con delle nuove leggi (e ciò avvenne durante il fascismo).

La Costituzione italiana invece è “rigida”, infatti per modificarla è richiesta una procedura molto complessa, non si può modificare semplicemente con delle nuove leggi. 





La struttura della Costituzione italiana


 
La Costituzione è formata da 139 articoli, così suddivisi:


dall’art.   1 all’art. 12   – Principi fondamentali

dall’art. 13 all’art. 54   – Prima parte: diritti e doveri

dall’art. 55 all’art. 139 – Seconda parte: ordinamento della repubblica

                                      + Disposizioni finali e transitorie

 

La Costituzione rappresenta un’assunzione di corresponsabilità: concede DIRITTI ai sui cittadini, ma richiede DOVERI, cioè che ognuno faccia la sua parte.


L’art. 1


L'art. 1 della Costituzione, il biglietto da visita dell'intera carta costituzionale, riguarda il LAVORO come diritto/dovere (“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro"), infatti al centro dell’articolo di apertura di tutto il documento si trova il cittadino che sceglie liberamente il lavoro da svolgere e attraverso di esso contribuisce al bene comune dello stato in cui vive.
La libertà di scelta della professione da svolgere, il diritto ad ottenere un posto di lavoro e, al contempo, il contributo alla ripresa dell'economia di ciascun cittadino italiano sono principi che forse possono sembrare scontati al giorno d'oggi, ma che non lo erano certo negli anni precedenti la stesura del documento, anni difficili per l'Italia a causa della dittatura fascista che per 20 anni ha privato i cittadini di qualsiasi forma di libertà e da causa della guerra che aveva provocato morte e devastazione in tutto il paese, ragion per cui era necessaria la partecipazione attiva di ogni singola persona per ricostruire la nazione distrutta dai bombardamenti e per risollevare piano piano l'intera economia.

In un momento di crisi economica come quello di oggi, o anche in senso più generale, il riferimento al mondo del lavoro può dar vita a numerose riflessioni, anche di connotazione piuttosto negativa...


ma ricordiamoci sempre che il lavoro è un aspetto importantissimo per la vita di una persona, come vi ricordano anche i grandi pensatori...


Anche nell'art. 4 si trona a parlare di lavoro, infatti si dice che lo stato riconosce il diritto di lavorare finchè sia possibile farlo e che è dovere di noi cittadini contribuire allo sviluppo della società svolgendo la professione che abbiamo scelto, perché tutti i mestieri sono utili.









L’articolo 1 afferma anche che la sovranità appartiene del popolo, che la esercita scegliendo i suoi rappresentanti in Parlamento attraverso il voto.





Ricordiamo che l’Italia è una repubblica parlamentare, cioè il potere deriva dal Parlamento (diviso in Camera e Senato) che ha il compito di fare le leggi.
Il potere deriva dal popolo che lo esercita eleggendo i suoi rappresentanti –deputati e senatori- che costituiscono il Parlamento ed hanno il compito di fare le leggi (nel nome e per conto del popolo) .

Presidente del Senato è Pietro Grasso e della Camera è Laura Boldrini.

Il Governo, invece, ha il potere esecutivo, cioè quello di fare eseguire le leggi.

Il Capo del governo, o Presidente del Consiglio, attualmente è Paolo Gentiloni.

Sergio Mattarella, invece, è il Presidente della Repubblica ed ha potere di rappresentanza dello stato.




Roberto Fico (Presidente del Senato) e
 Maria Elisabetta Alberti Casellati (Presidente della Senato)

Paolo Gentiloni (Presidente del Consiglio) e Sergio Mattarella (Presidente della Repubblica)

L'Italia, quindi, è definita REPUBBLICA DEMOCRATICA.
All'art. 5 la Costituzione aggiunge che l'Italia, oltre che repubblica democratica, è pure UNA e INDIVISIBILE.


Ma soffermiamoci sull'espressione REPUBBLICA DEMOCRATICA.
Il riferimento alla parola DEMOCRAZIA, vediamo di chiarire alcuni concetti e, perché no, di dedicare qualche ora alla lettura e al commento di un albo illustrato in tema.


Intanto, come già sapete, il termine "democrazia" deriva dal greco "demos"=popolo e "kratos"=potere, autorità, quindi "potere al popolo", "governo in cui il popolo esercita la sovranità"
La democrazia è un bene prezioso, di cui tutto dovremmo tener conto.
Lo sanno bene soprattutto tutti coloro che hanno conosciuto (e che, purtroppo, a volte conoscono anche oggi) le forme di governo dittatoriale, in cui il governo è affidato ad una sola persona che decide in piena autonomia e a suo piacimento le sorti dell'intero paese.


L'albo illustrato "Come può essere la democrazia" ci aiuta a capire meglio tanti concetti.


Nell'albo la democrazia viene definita come una "ricreazione", un gioco a cui giocano tutti. E tutti giocano alla libertà.
Tutti partecipano al governo del paese attraverso le elezioni in cui si presentano vari partiti con un proprio programma di governo.
Vince il partito che ottiene la maggioranza. Anche se la maggioranza non rappresenta la volontà di ciascun cittadino (per ovvie ragioni!), essa si configura come la forma di risposta più egualitaria e, appunto, "democratica", cioè che riguarda tutti, che si posso auspicare.
Nel libro si dice inoltre che negli stati in cui vige la democrazia si può:
- pensare liberamente;
- parlare liberamente;
- riunirsi liberamente.
Tutti, infatti, partecipano e decidono almeno un po'.
Niente di tutto ciò è possibile se si vive sotto dittatura.




Dopo la lettura dell'albo ciò che vi viene richiesto è una riflessione orale e scritta che potrà essere inviata alla casa editrice che ha curato la pubblicazione del testo stesso, denominata Becco Giallo, e che si occupa di far conoscere ai ragazzi tematiche legate alla  legalità e alla società in genere.
Gli scritti che ad essa pervengono concorrono alla creazione di un libretto sull'importanza della democrazia e noi, nel nostro piccolo, daremo un contributo inviando le nostre riflessioni.

"In democrazia comanda il popolo, almeno secondo ciò che dice la parola stessa, ma far comandare l'intero popolo non è possibile, quindi il popolo elegge i rappresentanti che vuole che lo governino. E' in questo modo che esprime la sua "sovranità", il suo "potere".
Certo, non tutti vengono accontentati perché vince le elezioni il partito che ottiene la maggioranza dei voti, quindi sono scontenti coloro che si trovano nella minoranza, ma è lo stesso importante il fatto che tutti siano chiamati a dare la loro opinione.
Poi, a volte, non tutti i politici rispettano il popolo che li ha eletti e questo è negativo, così come è negativo il fatto che non sempre rispettino quanto avevano promesso in campagna elettorale.
Ma in democrazia si vive in libertà e questo è bellissimo!
Sono tutte cose positive poter parlare e pensare ciò che si vuole, perché in tanti posti del mondo non è possibile, pensiamo alla Corea del Nord.
La democrazia soddisfa tutti perché assicura la libertà all'uomo, quindi assicura la felicità per tutti.
Tutti hanno la libertà di fare tutto, ovviamente nel rispetto delle leggi.
A volte sembra difficile riuscire a mantenere la democrazia perché si vedono tanti contrasti e si esprimono tante opinioni in modo violento.
Ma bisogna essere forti e cercare di conservarla per il bene di tutti.
Bisogna fare in modo di vivere pacificamente, rispettando l'opinione di tutti.
Questo chiede la democrazia".
(Riccardo, Alessandro, Luca, Andrea, Arbi, Daniele, Alexandru, Alessio, Christian, Giulia, Alice, Eleonora, Sophia, Sara, Helena, Gabriella, Maria - classe 3D)

Articolo 2







Ogni cittadino ha dei DIRITTI che sono INVIOLABILI, cioè che nessuno può togliergli, ma ha anche dei DOVERI che deve adempiere, ad es. partecipare alla vita economica, sociale e politica del nostro paese.

 

Esempi di DIRITTI:  nome, casa, scuola, lavoro

Esempi di DOVERI: scuola, voto, contribuire a finanziare lo stato attraverso le tasse

Ricordiamo che in Italia non è sempre stato così. Durante le leggi razziali, riprese in tutto e per tutto dalle leggi di Norimberga in vigore nel Terzo Reich ed emanate da Mussolini nel 1938, gli ebrei - ad esempio - vennero privati di tanti diritti inviolabili.


Articolo 3




Questo articolo afferma chiaramente che di fronte alla legge siamo tutti UGUALI
Nelle aule dei tribunali italiani, leggiamo infatti che "La legge è uguale per tutti"





Lo stato elimina tutti gli ostacoli che impediscono ai cittadini di essere tutti uguali.


Ad es. aiutare nello studio chi non ha mezzi finanziari


Ad es. eliminare le barriere architettoniche per chi si sposta in carrozzina

Ad es. assicurare spazi in cui pregare

 I tre articoli sopra citati verranno approfonditi nel corso delle prossime settimane.
Vedremo in che modo si applicano alla realtà concreta, alla realtà intorno a noi.
Leggeremo articoli di giornale e navigheremo su siti web istituzionali (occorre stare attentissimi alle fonti, specie su certi argomenti!)
Cosa dicono i dati relativi al lavoro in Italia e nella nostra città?
Cosa ne pensate dei diritti inviolabili della persona? Vengono sempre rispettati?
Secondo voi è vero che tutti siamo uguali di fronte alla legge?


Presto inseriremo nel blog le nostre attività e le nostre opinioni.
Continuate a seguirci.









Nessun commento:

Posta un commento