domenica 26 marzo 2017

E finalmente... Poe Day!!



22 marzo 2017: Poe Day in 2D

Dopo esser stati in compagnia di Edgar Allan Poe e dei suoi racconti per alcune settimane, abbiamo deciso di rendere omaggio a questo autore che ci ha appassionato, impaurito e meravigliato dedicandogli una giornata speciale: il nostro Poe Day!!
Qualche giorno prima abbiamo preparato con le nostre mani i biglietti di invito, rievocandovi alcune immagini tratte dai racconti letti...





... quindi, la mattina stessa, eravamo tutti pronti ad omaggiare il nostro autore indossando, in suo onore, la maglietta raffigurante la copertina del Gatto Nero da noi disegnata e riprodotta su stoffa.



Per preparare una degna atmosfera dark, abbiamo cominciato la giornata leggendo la poesia “L’urna” di Edvard Munch e un brano tratto dall'"Antologia di Spoon River"

L'urna (Much)
La speranza è verde tenue
estremamente e incessantemente bella.
Il marrone è tenacia
in fuga dalla quiete della mente
destino perseverante e saldo
compito del paradiso.
Il giallo è sfrontatezza dell’inganno
malfidato e astuto per natura
mi si dica come potrei stanarlo.
La gioia è cielo azzurro
stupendo da ammirare.
La tomba immancabilmente è nera
la fonte è irrimediabilmente perduta.
Ora chiudi gli occhi
e assapora della vita il gioco dei colori.

“Antologia di Spoon River”
Ho esaminato bene tante volte
il marmo che hanno scolpito per me:
una nave in porto, con le vele ammainate.
In realtà non rappresenta la mia meta
ma la mia vita intera.
Perché mi venne offerto l’amore
ed io lo rifuggii per non restarne deluso.
Il dolore bussò alla mia porta
ma io ebbi paura.
Fui allettato dai richiami dell’ambizione,
ma tremavo al pensiero dei suoi rischi.
Eppure tutto il tempo, come un affamato,
cercavo un senso da dare alla mia vita.
E ora so che bisogna alzare le vele
e abbandonarsi ai venti del destino
ovunque essi portino la nave.
Dare un significato alla propria vita
può condurre alla follia
ma una vita senza significato
è il tormento dell’inquietudine
e del vano desiderio,
è una nave che brama il mare
e tuttavia ne ha paura.


Poi siamo entrati nel vivo della giornata stilando la classifica dei racconti letti che ci sono piaciuti di più, con tanto di punteggi e motivazione del gradimento.
Questa la classifica:

1° posto - Il cuore rivelatore
2° posto - Il gatto nero
3° posto - La maschera della Morte Rossa
4° posto - Il pozzo e il pendolo
5° posto - La sepoltura prematura

Per ciascun racconto, inseriamo nuovamente i link con le nostre attività, nel caso in cui ve le siate perse:
Il gatto nero
Il pozzo e il pendolo
La sepoltura prematura
La maschera della Morte Rossa
Il cuore rivelatore

In omaggio al racconto vincitore, abbiamo guardato nuovamente la magistrale interpretazione eseguita dall'attore Giancarlo Giannini



Qualcuno, durante la visione, è stato ispirato ed ha eseguito un bellissimo disegno


Per esorcizzare l'atmosfera cupa che Il cuore rivelatore aveva ricreato, abbiamo osservato e commentato alcune vignette riproducenti, a mò di battuta/barzellette, alcuni racconti letti 





Rapiti da un simile umorismo macabro, abbiamo osservato alcune immagini di generica tematica horror (tratte dalla simpaticissima pagina Facebook "Salone del lutto") per commentarle insieme e riprodurre, ispirandoci ad esse, degli elaborati tutti nostri, scritti sia individualmente che a più mani.









Questi alcuni esempi:

Sono un agente segreto. Tutto era tranquillo fino a quando mi chiamò il mio superiore e mi parlò di una casa sospetta. In poche parole mi riferì che tutte le persone che entravano al suo interno sparivano, non facevano più ritorno e finì col darmi un incarico strano, diverso dagli altri, perché mi disse di prendere una telecamera per vedere cosa accadeva al suo interno e poi mi mandò l’indirizzo della casa via e-mail. Allora presi la telecamera e partì per quel luogo. Quando arrivai iniziai subito a filmare: all’esterno la casa era fatta solamente di legno. Dopo aver salito qualche gradino entrai nella casa abbandonata dalla porta socchiusa. Vedevo il soggiorno e una scalinata, mentre davo un’occhiata alla sala sentì sbattere violentemente qualcosa. Ritornai indietro. Era la porta. Provai a sfondarla con colpi violentissimi, ma sembrava proprio che qualcuno l’avesse murata dall’esterno. […] Mentre stavo filmando il corridoio, sbuca da una stanza, un signore anziano che, mentre mi parlava, mi portava con sé verso la cantina. Davanti alla porta mi invogliava ad entrare per primo ed io mi ritrovai improvvisamente con la testa all’ingiù. Quel maledetto vecchio aveva piazzato una trappola all’ingresso della stanza. Iniziò a prendermi l’ansia perché intorno a me c’erano dei corpi appesi al soffitto… (Alessandro G.)                                                                                                           
Mia moglie Nora sta male, le viene diagnosticato un cancro e i medici dicono che bisogna operarla d’urgenza. Io mi accingo a tornare a casa per prendere una cosa che mi ero dimenticato, ma a casa c’è qualcosa di strano… mi sento osservato e poi vedo una scatola nera sporca di sangue contenente un biglietto molto inquietante: non aprire fino al 13 maggio 1948 […] E’ il 13 maggio finalmente e posso aprire il pacco. Lo apro e dentro trovo una chiave. Ad un tratto mi paralizzo dalla paura: mi è sembrato di vedere una cupa sagoma di donna. Spero di essermi sbagliato. […] Sono passati due mesi ormai da quando sono stato ricoverato e oggi è il grande giorno, il giorno in cui mi dimettono. Torno a casa e noto che il paesaggio è cambiato, è spettrale. Nel cortile di casa vedo di nuovo la sagoma di una donna… (Daniele)   
                             
In una scuola di periferia di un paesino isolato in mezzo alla montagna succedevano cose strane: gli alunni sparivano, non ritornavano per giorni, poi venivano ritrovati dopo una settimana circa sporchi, spaventati e con una stella nera addosso molto inquietante. Dentro la scuola c’era una porta che era chiusa dall’interno, quindi non si poteva aprile. L’unica chiave era nell’ufficio del preside e ogni sera la porta veniva aperta e una luce rosso sangue inondava la scuola e si sentivano delle voci con frasi dette al contrario. Un giorno 4 ragazzi dovettero tornare a scuola in orario di chiusura perché avevano dimenticato dei libri, quando sentirono dei rumori provenienti da quella stanza. Videro che la porta era socchiusa, aprirono la porta e sentirono delle urla agghiaccianti, poi videro una figura incappucciata di nero con gli occhi bianchi circondata da altre figure vestite di rosso. Uno dei ragazzi riuscì a vedere dietro le figure un altare che aveva sopra una strana coppa con lo stesso simbolo a stella ritrovato nei ragazzi scomparsi. I 4 si precipitarono subito all’uscita, le figure continuavano a seguirli, il sangue gli si raggelò nelle vene, l’adrenalina era in circolo. Loro correvano, correvano, il corridoio sembrava infinito, i passi delle figure si facevano sempre più vicini, potevano sentire il loro fiato sul collo, però, proprio quando stavano per raggiungerli, 2 ragazzi riuscirono ad uscire, invece gli altri due purtroppo non ce la fecero e le figure li raggiunsero… (Andrea)  
                                                      

Kat si alzò barcollando e dopo un solo passo cadde a terra, probabilmente tutte le sue forze se ne erano andate. Lentamente cadde tra le braccia di Morfeo (si addormentò) […] Potrebbero essere passati minuti, ore, quando perse completamente le speranze e si accasciò a terra. Il suo cuore si riempì di tristezza, paura e angoscia. Lentamente delle calde lacrime rigarono il suo volto, mentre portava le sue fragili mani la viso. […] Provò ad aprire una minuscola porticina usando il piccolo perno e riuscì ad aprire quell’uscio. Si avvicinò all’uscita e infilò la chiave nella serratura ed essa scattò. Nel cuore di Katnis uno spiraglio di speranza vi fece breccia. Appena aprì la porta e riuscì a vedere la debole luce della luna e delle stelle che dipingevano il cielo rendendolo affascinante, il cuore si alleggerì da un enorme peso… (Helena)    

Ancora esercizi di scrittura: a partire da alcuni elementi fissi (una casa a tre piani, una pala appoggiata ad un albero, un capanno degli attrezzi e due sorelle come protagoniste) elaborare un racconto di paura.
Questo uno dei migliori, scritto da Alessandro R., e scelto come brano per un concorso di scrittura interno alla scuola

La notte di Rose ed Alexandra

Rose stava dormendo beatamente nel suo letto.
I suoi genitori di notte lavoravano ed erano già usciti da tempo.
Lei non si era mai spaventata all’idea di rimanere sola, anche perché sola non era dato che aveva una sorella minore, Alexandra, ma quest’ultima, pur essendo una ragazza molto coraggiosa, aveva  una paura che non aveva mai sconfitto: la paura del buio.
Proprio nel bel mezzo della notte Rose sentì improvvisamente un rumore che proveniva dal piano inferiore.
Forse erano tornati i suoi genitori, ma appena si alzò in piedi per andare a vedere, si accorse che la sveglia segnava le due del mattino e a quell’ora era impossibile che i suoi fossero già a casa.
Pensò che a fare rumore fosse stato lo scricchiolìo di un mobile di legno, ma non ne era affatto convinta.
Rientrò a letto e, proprio mentre stava per addormentarsi, sentì di nuovo quel rumore, seguito questa volta da un urlo agghiacciante!
L’urlo sembrava provenire dal capannone degli attrezzi che si trovava in giardino e il terrore iniziò ad impossessarsi di lei.
Cominciò a sudare freddo e ad ansimare.
Corse d’istinto al piano superiore dove dormiva sua sorella Alexandra e la svegliò scuotendola più volte; a quanto pareva, lei non si era accorta di niente ed era un po’ strano che non avesse sentito nulla.
Eppure il rumore era  molto forte.
Avrebbe dovuto averlo sentito tutto il vicinato.
E Alexandra aveva un vero terrore del buio, come poteva non essersi accorta di niente o essere rimasta tranquilla nel suo letto?
Rose si chiese se non fosse stata tutta colpa della sua immaginazione.
A volte la suggestione e l’immaginazione possono giocare brutti scherzi, si disse.
Decise comunque di scendere al piano di sotto e controllare che non fosse entrato qualche ladro, poi con molta attenzione avrebbe cercato di capire da dove proveniva quel grido.
Scendendo le scale, vide una figura spettrale che si aggirava nelle stanze inferiori e che emise un urlo agghiacciante simile a quello sentito poco prima.
L’apparizione fu piuttosto veloce, Rose non riuscì a capire bene cosa fosse, ma la cosa più strana era che sua sorella sembrava continuasse a dormire, infatti non si era alzata per vedere cosa stesse succedendo.
Rose cominciò a convincersi che stava avendo delle allucinazioni, quando sentì di nuovo dei rumori provenire dal capanno degli attrezzi.
Si fece coraggio e, sudando freddo, andò a controllare in giardino.
Scoprì con orrore che la misteriosa creatura intravista prima teneva in mano una pala e si stava dirigendo minacciosamente verso la loro casa.
Alle grida di Rose, Alexandra finalmente si svegliò, ma non riusciva a vedere quest’essere inquietante di cui parlava sua sorella.
Improvvisamente non ci fu più alcun rumore, nessuno sembrava essere vicino a loro.
Alexandra credeva che sua sorella Rose fosse impazzita, ma notò anche lei la pala, usata dal padre per i lavori in giardino, non si trovava più nello stesso posto.
Rose vide di nuovo lo strano essere, anche se lo distingueva male nel buio perché era coperto da un mantello nero e si potevano distinguere chiaramente solo le sue mani, scarne e rugose.
Rose sapeva di non essere pazza, era troppo reale la figura che le era di fronte per essere considerata un’allucinazione, così, trattenendo a stento grida di orrore, si fece coraggio e prese per mano sua sorella.
Le due ragazze cominciarono a fuggire e l’adrenalina, che era in circolo in tutto il loro corpo, le faceva correre sempre più velocemente.
Si allontanarono dalla loro casa e corsero in giardino.
Continuarono a correre fino a che si accorsero di una cosa veramente terrificante: una pala era stata appoggiata accanto ad un albero e, vicino ad essa, erano state scavate due fosse, all’interno delle quali giacevano i corpi dei loro genitori.
Questa scena la vide anche Alexandra, purtroppo non si trattava di immaginazione, e la ragazza cominciò a piangere ed urlare.
Rose entrò letteralmente nel panico: cosa sarebbe potuto succedere a loro?
All’improvviso il misterioso essere le apparve davanti e stavolta lo vide anche Alexandra, che si sentì svenire dall’angoscia.
La creatura emise di nuovo quell’urlo agghiacciante, poi alzò la sua mano spettrale, dove si vedeva risplendere un anello nonostante fosse piena notte.
Rose e Alexandra ormai erano terrorizzate e paralizzate dalla paura.
La creatura si avventò su Alexandra.
Rose chiuse gli occhi e tutta la sua vita le passò davanti, quella vita che ormai stava per abbandonarla.
Aprì gli occhi e si accorse che l’anello della figura spettrale appariva sempre più luminoso, come se contenesse una sfera contenente energia.
E infatti, quando la mano della creatura stava per colpirla, questa energia si liberò di colpo con una luce incredibile: Rose, dopo qualche secondo, si ritrovò in camera sua, fradicia di sudore e con il cuore che le batteva a mille.
Aveva vissuto un incubo?
Impossibile, tutto era stato terribilmente reale.
La cosa era silenziosa, la porta del capanno degli attrezzi, rimasta aperta, sbatteva a causa del vento e la pala non c’era più.
La creatura tra poco sarebbe ricomparsa, ma Rose aveva già vissuto quella scena e, forse, sarebbe stata in grado di affrontarla.                 

Quindi, dopo una condivisone degli elaborati prodotti e, seguita da una piccola competizione tra chi riusciva per primo ad indovinare gli incipit ed i finali dei racconti di Poe letti, abbiamo cominciato ad allestire il banchetto per la colazione: dolcetti a tema horror fatti da noi! 
Non avrebbe potuto essere altrimenti!



Nel giro di pochissimo tempo tutto sparisce, come sempre in questi casi...
Ok...dopo la sosta culinaria, sempre apprezzatissima, la mattina Poe continua...

Osserviamo un video sulla biografia di Edgar Allan Poe in cui si fa riferimento alla sua opera forse più famosa, Il Corvo, e la approfondiamo a modo nostro: non solo leggendola, perché finora non lo avevamo fatto, ma anche vedendola interpretata in una fedele e suggestiva animazione... 


.... ed in chiave ironica nella mitica parodia dei Simpson...


Poi osserviamo gadget e oggettistica di vario genere, per lo più tratta sempre dalla pagina Facebook "Salone del lutto" , a testimonianza del grande successo ottenuto da questa opera...



...infine, potevamo non contribuire anche noi fornendo una nostra personalissima interpretazione?
Ma certo che no!
Via, allora, ad una consegna per il giorno successivo: studiarsi una parte della poesia per drammatizzarla in classe a coppie.
Che noia? 
Ma no, impresa più che riuscita!
Con l'aiuto, ehm.., di qualche provvidenziale suggeritore, le scene sono state praticamente perfette.
A voi il giudizio ;-)
Buona visione

Luca: narratore - Christian: il corvo

Riccardo R.: narratore - Alecsandru: il corvo

Maria: narratore - Alessandro R.: il corvo

Riccardo E.: narratore - Alex: il corvo

 ancora Luca: narratore - Christian: il corvo

Riccardo R: narratore - Alessandro G.: il corvo

Ultimissimo tocco digitale: il nostro Poe day riassunto con padlet
padlet Poe day 22.3.2017

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