domenica 19 febbraio 2017

La scrittura? Va promossa ad ogni costo!

 
E' inutile girarci intorno: la formula magica per far scrivere bene i ragazzi non esiste. E' vero.
Ma è altrettanto vero che dobbiamo fare tutto il possibile per fare in modo che la scrittura diventi pratica quotidiana e che segua un personale percorso di miglioramento.
Il laboratorio di scrittura dovrebbe diventare vera e propria prassi.
Riadattando alle esigenze delle mie classi il metodo del Writing worshop di Nancie Awell che ho conosciuto in rete grazie al gruppo di docenti Italian Writer Teachers, capitanato dalla spumeggiante Jenny Poletti Riz, ho cominciato anche io un itinerario di routine strutturato che, spero, possa portare i suoi frutti.
I capisaldi del WW si possono leggere nel libro della Atwell "In the middle", un testo in inglese di 600 pagine. Dico la verità: io non l'ho letto. Mi sono affidata al ben più accessibile, seppur sempre scritto in lingua inglese, testo "Writing workshop - the essential guide" di Ralph Fletcher, facendomi ogni tanto aiutare dalla docente di conversazione in lingue straniere di mia figlia, e soprattutto alle ottime slide esplicative che Jenny ha mostrato al Convegno della Erickson tenuto a Rimini nel mese di ottobre di quest'anno.
Questa è, comunque, la sessione di lavoro che il metodo WW prevede.
Sotto, la pagina di spiegazione adattata dalle mie esigenze.
Molta differenza, come si può vedere, non c'è.
 
 
 
 
 
 
In questa strategia si tratta di dare importanza non al prodotto finito, ma al processo di scrittura che conduce a realizzare un prodotto finito.
Ho iniziato il laboratorio una mattina in cui avevo riconsegnato il canonico compito di italiano dicendo ai ragazzi che avremmo svolto una attività di scrittura che poteva, forse, sembrare simile (sempre di scrivere si trattava, no?), però sarebbe stata molto diversa nelle finalità: davanti a loro avevano il foglio protocollo in cui era stato osservato e valutato il loro prodotto, ciò che avevano scritto, mentre nell'attività che stava per cominciare sarebbe stato valutato e osservato il loro procedimento, cioè come avrebbero scritto.
Bene.
Minilesson: breve spiegazione in cui indico ciò che devono fare. Consegna facile. Solo scrivere.
La scelta era tra scrittura libera o a partire da un semplice attivatore (Il pomeriggio è piacevole quando...)
Writing: i ragazzi hanno scritto per 40 minuti, durante i quali potevano consultarsi brevemente con il compagno di banco, ma soprattutto potevano chiedere la consulenza del docente rispettando i turni di attesa.
Sharing: condivisione dei risultati e feedback. I ragazzi hanno cercato di analizzare le difficoltà procedurali incontrate, i loro punti di forza e, dopo le correzioni (o sarebbe meglio chiamarli suggerimenti), le strategie per provare a migliorare.
 
 scrittura su attivatore di Sophia
 
scrittura libera di Helena ed Alice
 
feedback Helena

feedback Sophia
 
Non dico che sia tutto andato liscio, ci sono stati alcuni ragazzi che hanno fatto faticata scrivere e altri che non avrebbero potuto lavorare anche meglio, però, globalmente, l'attività ha suscitato interesse, li ha fatti riflettere su come scrivono, sugli errori più frequenti, sulle parole che tendono a ripetere, sulla costruzione delle frasi che non appare sempre lineare. In una parola abbiamo lavorato sulla metacognizione.
E lavorare sulla metacognizione non può far altro che bene.
Su questo non ho il minimo dubbio.
Continueremo in questa direzione e vedremo come il percorso si evolverà.
Intanto cerchiamo di studiare per far perfezionare in classe le tecniche di scrittura poi, un passo alla volta, procediamo tutti insieme.
Io ci credo.
 
   
 

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