lunedì 26 agosto 2019

Un passo alla volta e ripartiremo alla grande!



Pronti per ripartire? Un passo alla volta e, nel giro di pochi giorni, riprenderemo alla grande!
Approfittiamo di questi primissimi giorni di scuola per sgranchirci le dita con la scrittura e per rendere fluido il linguaggio espositivo raccontando ciò che di bello ci hanno lasciato le vacanze appena trascorse.
Nel vostro taccuino dovevate annotare i vostri pensieri estivi e, se possibile, corredarli con biglietti, gadget e mini-oggettistica, giusto?
Vediamo allora di condividere cosa ne è uscito fuori, così da approfittare per rimanere ancora qualche ora nell'atmosfera vacanziera.
E poi, si sa, parlare dell'estate mette buon umore, così cominceremo l'anno scolastico con il sorriso e, sempre con il sorriso, riprenderemo le nostre consuete attività.


Intanto comincio io a leggere alcune annotazioni del mio taccuino e poi vi mostrerò i biglietti dei concerti a cui ho assistito e i pass di ingresso ai musei di Madrid che ho visitato.

 

     


Ok ragazzi, adesso tocca a voi!
Un po' di foto delle vostre annotazioni sui taccuini:

 
















Tenetevi cari questi ricordi e queste annotazioni perché, a breve, li riprenderemo per comporre il primo testo autobiografico di quest'anno.
Le modalità di stesura saranno le stesse dello scorso anno: prima bozza con consulenza individuale, poi ritiro della bozza, mie annotazioni con i post-it, successiva revisione con nuove consulenze e infine consegna quando sarete soddisfatti della stesura definitiva.
Ma tutto a suo tempo...

Adesso continuiamo a rimanere in atmosfera estiva leggendo tre poesie su cui poi svolgeremo delle attività, sia individualmente che a coppia.
Sarà anche un modo più rilassato per ripassare le caratteristiche del testo poetico e per cominciare l'anno in maniera distesa apprezzando i versi e le parole che i grandi poeti hanno scritto per farci immedesimare in situazioni che sentiamo vicine alla nostra esperienza di vita e alla nostra sensibilità.

La prima poesia si intitola "Arrivederci fratello mare" ed è stata scritta da Nazim Hikmet, uno scrittore del Novecento di origine turca che nel suo paese natale è rimasto in carcere per lungo tempo a causa delle sue idee politiche.


Arrivederci fratello mare


Ed ecco, ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po' della tua ghiaia
un po' del tuo sale azzurro
un po' della tua infinità
e un pochino della tua luce
e un po' della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino mare
eccoci con un po' più di speranza
eccoci con un po' più di saggezza
e ce ne siamo andati come siamo venuti
arrivederci fratello mare

Piccola parentesi: Questa foto l'ho scattata in spiaggia alle 6 del mattino e l'ho condivisa sui social insieme alla poesia appena letta. Invece di condividere foto e basta su Instagram, perchè non provi anche tu ad abbinare a una tua foto qualche breve riga di commento? Perchè no, ricorrendo anche ad una citazione o ad una breve poesia e non al semplice "Da rifare" o "Che divertimento"? Provaci, te lo consiglio ;-)

Leggiamo una volta insieme la poesia e poi ciascuno la rilegga per conto proprio.
Qual è la sensazione che vi suscita? Vi siete ritrovati in alcune espressioni usate dal poeta?
Come prima attività immediatamente seguente alla lettura, disegna uno schema ad Y ed inserisci le tue riflessioni sui tre settori che già conosci bene: impressioni, connessioni e domande. Condividiamo insieme ciò che avete annotato.


Proviamo adesso a soffermarci sul lessico della poesia.
Quali parole vi colpiscono maggiormente e per quale motivo? 
Prof, a me il mare chiamato "fratello". Forse perché sente di avere con lui un legame affettivo, come se fosse un suo parente.
A me la parola "arrivederci" perché vuol dire che il saluto è temporaneo e che lui al mare ha intenzione di tornarci. Anche io quando sono in vacanza al mare, prima di rientrare a casa, vado in spiaggia a salutarlo, perché so che l'anno dopo lo rivedrò.
A me il fatto che parli di portare via ghiaia. Anche io al mare raccolgo sassi, a volte per farci dei fermacarte, a volte per dipingerli. Importante è non raccogliere conchiglie e sabbia, perché è proibito e fanno la multa!
Mi piace "sale azzurro" perché si riferisce al sapore salato dell'acqua del mare (quindi coinvolto il gusto) e al colore dell'acqua (quindi coinvolta la vista), quindi due sensi insieme.
Mi piace "infinità" perché, guardando il mare, sembra che non finisca mai e che non abbia dimensioni.
Anche "luce" perché i riflessi del sole fanno apparire l'acqua luminosa, comes e avesse delle stelline o dei glitter. Si vede il riflesso anche nella sua foto, prof!
A me ha colpito "infelicità": chissà perché parla di infelicità riferita al mare! Per me al mare non si può essere infelici!
Però è infelice chi lo deve lasciare, magari!
Ma anche il mare può essere infelice, perché tante persone ci muoiono e tanti lo inquinano. L'infelicità può essere anche la sua.

Continuiamo ad osservare delle espressioni usate dal poeta per evocare immagini e suggestioni.
Quali versi catturano la vostra attenzione?
Il poeta all'inizio dice "Arrivederci fratello mare" e "ce ne andiamo come siamo venuti", poi ripete queste espressioni alla fine, dicendo che "ce ne siamo andati come siamo venuti". Vuol dimostrare che il mare non lo ha cambiato.
No, invece! Perché dice che i visitatori hanno ottenuto più saggezza e più speranza, quindi sono stati cambiati dal mare. Non è vero che tornano come sono venuti. Magari si riferisce al fatto che sono arrivati, ma se ne devono andare come sono venuti, nel senso che lo devono lasciare. 
Se ripete le espressioni iniziali, vuol dire che vuole metterle in evidenza. I poeti non ripetono mai se non lo ritengono importante.
A me ha colpito il destino del mare che può raccontare: può dire di vedere tante cose il mare, portare felicità, divertimento, ma anche dolore e morte, perché gli incidenti avvengono, le persone annegano.

Dopo queste riflessioni svolte a voce, lavorate con un compagno e cercate di spiegare la poesia, verso dopo verso, annotando le osservazioni che sono state fatte nel corso della discussione e, se volete, aggiungendone anche di nuove.
Come sempre condividiamo il frutto del nostro lavoro e, a conclusione di questa prima lezione dell'anno, concediamoci due ultime attività.

Osserviamo quest'opera di Ivan Konstantinovic Ajvazokskij, pittore russo di origine armena definito "l'artista del mare" a causa dei soggetti dei suoi quadri, denominata "Vista dalla laguna di Venezia" e dipinta nel 1841.
Quali emozioni vi suscita? Notate alcuni legami con la poesia appena analizzata?
Discutiamone insieme.


A me suscita tristezza per i colori scuri, le persone che di notte sembrano voler fuggire, la città in lontananza, il tronco d'albero piegato come se soffrisse.
I colori mi piacciono e c'è il riflesso della luna che non mi fa apparire il quadro triste. Forse un po' malinconico, ma neanche tanto.
Io ci rivedo l'infinità, l'infelicità di cui parlava il poeta ed è come se queste persone dicessero Arrivederci o aiutaci fratello mare, perché è come se le aiutasse proprio come potrebbe fare un familiare o un amico fidato.
Poi c'è il riflesso della luna, quindi quella luce di cui si parlava anche nella poesia.

Ok, per oggi le considerazioni sono state numerose e produttive.
Speriamo nei prossimi giorni di continuare così.
Ma prima di salutarci, guardiamo, anzi ascoltiamo, questo video in cui Sergio Carlacchiani (pseudomino Karl Esse) - attore, doppiatore e poeta marchigiano -  interpreta proprio il nostro "Arrivederci fratello mare"


E arrivederci anche a voi alla prossima lezione.

1 commento:

  1. bella idea prof, abbinare sapienza ed esperienza è sempre un percorso avvincente per chi sa ascoltare e "ridefinire" facendo proprio ciò che ha ascoltato!

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