domenica 3 febbraio 2019

L'Iliade tra i nostri banchi di scuola



Come affrontiamo in classe lo studio dell'Iliade?
Qui un feedback, passo dopo passo.
Dopo aver discusso del significato di poema epico, del ruolo degli aedi e dei rapsodi nella trasmissione orale di questi testi e della figura di Omero nel mondo greco,abbiamo cominciato col provare a comprendere tematica e struttura generale del poema.
Ovviamente grande successo è stato riscosso dall'antefatto, a cui è seguito il rapimento della bella Elena da parte di Paride e, di conseguenza, lo scoppio della guerra tra Achei e Troiani. Ma, ancor più interessante è stato il dibattito che ha coinvolto i ragazzi in merito alla rivalità sulla bellezza che può insorge tra le figure femminili (ma pure quelle maschili...) anche nella vita reale. Sempre divertente assistere a queste discussioni, non c'è niente da fare!



Abbiamo poi parlato della trama generale del poema, che va dall'ira di Achille - di cui a breve avremmo letto nel Proemio - e che si conclude con i funerali di Ettore, osservando anche i due video sottoriportati, semplici e divertenti.




Abbiamo quindi imparato cosa vuole dire fare la parafrasi di un testo parafrasando, appunto, il Proemio, spiegando, interpretando, ricostruendo l'intero testo parola per parola.
E che spettacolo vederlo scritto in lingua originale!





Contestualmente alla lettura del Proemio, ci siamo divertiti a creare i nostri PATRONIMICI e ad attribuirci EPITETI.
Gli epiteti in particolare sono così entrati nell'uso corrente tra i ragazzi che riaffiorano nei testi talora in merito agli argomenti più disparati, come una sconfitta subìta ad una partita di calcio:

"Mentre giocavo a calcio mi sono fatto togliere dai piedi il pallone dal mio avversario che è riuscito a fare un goal devastante. 
Tutti erano arrabbiati con me e io, D**** cuore fragile, me ne sono andato tra gli insulti. Quello che mi ha più offeso è stato: 'Vai a fare un altro sport!', detto da tiro facile, il ragazzo che ha fatto goal".

Dalla lettura del Proemio abbiamo compreso quanto sia stata rovinosa l'ira di Achille e abbiamo ragionato sugli effetti della rabbia nella vita di tutti noi, concetti discussi anche nel corso della lettura di passi legati al litigio tra Achille ed Agamennone



Ci siamo poi cimentati in qualche traccia di scrittura in modalità prevalentemente quickwrite.
Qualche esempio

Achille, il guerriero più forte degli Achei, è andato dallo psicologo per parlare del suo litigio con Agamennone.
Lo psicologo fa sedere Achille nella poltrona e gli chiede:
-    Di cosa vuoi parlare?
-    Del mio litigio con Agamennone. – risponde Achille.
Il medico chiede di spiegare cosa è successo per vedere cosa può fare per aiutarlo.
Achille racconta l’accaduto:
-    Quando ero in battaglia contro i Troiani, Crise, sacerdote di Apollo che rivoleva indietro sua figlia Criseide, schiava di Agamennone, mandò la peste tra l’esercito acheo perché non gli veniva restituita, così io andai a parlare col mio capo di questa situazione. Gli dissi che doveva dare indietro la schiava e lui annunciò che voleva avere in cambio quella di qualcuno di noi. Io gli dissi che era molto scorretto a parlare così, noi combattevamo per lui, rischiavamo ogni giorno di morire e lui, invece, non lo faceva. Gli dissi anche che era un “cuore di cervo”, un codardo, oltre ad averlo chiamato “brutto cane”. Lui si è sentito offeso e mi ha detto che avrebbe preso in cambio proprio la schiava mia, Briseide. Per questo mi infuriai e gliele dissi di tutti i colori. Gli dissi anche che me ne sarei andato. Lui rispose che potevo anche andarmene, che tanto non gli servivo, che mi considerava un guerrafondaio e con una forza dovuta alla divinità, non al mio merito. Le sue parole mi hanno profondamente offeso e lui si è anche approfittato dei miei sentimenti.
Lo psicologo un po’ riflette poi dice ad Achille che dovrà superare la rabbia e provare a far pace con Agamennone.
Achille risponde che sta provando ancora odio, ma lo psicologo gli suggerisce di provare a superare questo brutto sentimento perché lo farà star male.
Achille risponde che ci proverà, quindi gli dà la mano, lo saluta ed esce dallo studio.

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Achille si trova nel lettino dello studio di uno psicologo.
Il medico gli chiede perché è venuto da lui e Achille risponde che vuole parlargli del litigio con Agamennone.
Gli parla in questo modo: - Allora, tutto è partito da una schiava, perché Agamennone ne aveva ricevuta una come premio di nome Criseide. Quando Crise, sacerdote di Apollo e padre della ragazza, aveva chiesto di averla indietro, Agamennone non aveva accettato all’inizio, così l’esercito acheo aveva subito delle punizioni da Apollo. Andai a parlare con lui per dirgli di ripensarci e lui risponde che vuole subito una nostra schiava. Io gli ho controbattuto che lui non scendeva a combattere in campo come noi, che rischiavamo la vita anche se i Troiani non ci avevano fatto niente, ma solo per soddisfazione di suo fratello Menelao. Poi l’ho offeso perché mi ha fatto prendere il nervoso! Se non ci fosse stata Atena lo avrei anche ucciso.
Lo psicologo dice che Atena ha fatto bene a fermarlo, altrimenti ci sarebbero stati guai peggiori.
Achille dopo la chiacchierata si sente meglio.
E’ sbollita la sua rabbia ed è conto di non aver fatto guai peggiori, come ha detto lo psicologo.



Passando alla lettura dell'ultimo incontro tra Ettore e Andromaca, abbiamo parlato del senso di abbandono, di quanto sia difficile salutare le persone a cui teniamo e di quanto Ettore sia stato coraggioso ad affrontare Achille, pur sapendo che sarebbe andato incontro a morte certa.
Molti di noi avrebbero rinunciato ad affrontare un nemico così pericoloso e sarebbero rimasti a casa: con una moglie bella come Andromaca ed un figlio piccolo come Astianatte sarebbe stato difficilissimo, se non impossibile, partire e rinunciare a loro!
Il passo in cui i due sposi si salutano per sempre, il momento in cui Ettore prende in braccio il bambino togliendosi l'elmo per non spaventarlo, con la moglie che accenna un ultimo sorriso... beh... ha sempre una enorme presa, non c'è che dire!


I ragazzi hanno poi provato a riprodurre il dipinto di Ettore e Andromaca di De Chirico, dandone una loro personale interpretazione.
In effetti, il ricorso ai manichini e alla loro fusione di corpi ha dato avvio ad una negoziazione di significati molto interessante...


Ma son piaciute molto anche delle rappresentazioni più esplicite quali effigi o statue tematiche, in particolare questa, ritenuta attuale e ricca di pathos


E intanto che ci accingiamo a leggere l'episodio in cui Achille ed Ettore si affronteranno in campo aperto, i ragazzi preparano i loro teatrini e kamishibai in cui effettuare drammatizzazioni, riscritture, interpretazioni personalizzate e dialogate degli eroi del poema che li hanno maggiormente colpiti.
E l'Iliade torna in vita tra le mura della nostra classe...






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