sabato 31 ottobre 2020

Leggere, discutere, scrivere di migrazioni

 

I migranti: composizione con i sassi fatte dall'artista siriano Nizar Ali Badr

A circa un mese dall'inizio di questo atipico anno scolastico, siamo giunti a parlare di migrazioni in modalità trasversale: la stiamo trattando contemporaneamente a storia, geografia ed italiano.

Un caso? No. Ovvio che lo avessi progettato fin da subito. Ma è stato semplicemente per dimostrare come gli argomenti scolastici possano essere affrontati sotto vari aspetti disciplinari e in maniera trasversale, provando a superare quella celebre metafora delle materie come cassetti a sé stanti che ho sentito tante volte nominare pure quando alla scuola media ci andavo io!

Può essere comunque utile osservare come lo stesso argomento possa essere affrontato in ottica diversa e secondo il "taglio" tipico delle varie discipline.
Partiamo, ad esempio, dai manuali di studio delle materie storico-geografiche: essi appartengono alla tipologia di TESTO ESPOSITIVO, ovvero testi che "espongono" e danno informazioni su un dato argomento, senza evidenziare opinioni o punti di vista dell'autore (quindi, molto diversi dal testo argomentativo che richiede un ragionamento persuasivo su un problema) e qui le migrazioni vengono presentate in modo puntuale, preciso e oggettivo: nella loro collocazione storica, spiegandone i legami consequenziali di causa/effetto nel manuale di storia, e nella loro informativa, completa di trasposizione grafica, nel manuale di geografia.

Migrazioni nel libro di testo di storia:



Nel manuale di storia le migrazioni vengono inquadrate nel contesto storico-sociale europeo, con abitanti dei paesi economicamente più poveri che si spostano verso America del Nord, America Latina e Australia.  Abbiamo letto e schematizzato le informazioni, quindi siamo passati ad analizzare le fonti iconografiche, costituite soprattutto da foto d'epoca e raffigurazioni pittoriche a tema. Una sezione viene dedicata ad un raffronto tra migrazioni di inizio Novecento e migrazioni attuali, con carte e foto a confronto che rendono maggiormente esplicita ed incisiva questa prospettiva sincronica, in cui viene paragonata la situazione attuale a quella passata, così da capire meglio ciò che accade nel mondo di oggi. 

Abbiamo anche navigato all'interno dei siti che consentono di cercare traccia di parenti che in passato sono emigrati verso l'altro capo del mondo facendo riferimento ai link che potrete visionare qui


Continuando ad esplorare il mondo del web, abbiamo individuato e letto questo articolo in cui si parla della pericolosità delle traversate affrontate dai migranti italiani per raggiungere i paesi d'oltreoceano 


Sul sito di Focus Junior abbiamo poi fatto un approfondimento su come vivevano gli italiani all'estero, scoprendo che nei loro confronti sussistevano molti pregiudizi da parte delle persone che abitavano nei paesi ospitanti

Abbiamo quindi analizzato e commentato questa famosa immagine satirica che mette in evidenza molti dei pregiudizi riguardanti gli immigrati italiani in terra statunitense


Su YouTube abbiamo visionato un filmato dello sbarco degli italiani in America...

...e uno che ricorda le frasi inserite nella Relazione all'ispettorato per l'immigrazione redatta nel 1912 dal Congresso degli Stati Uniti d'America


Migrazioni nel libro di testo di geografia


Nel manuale di geografia le informazioni puntano ad evidenziare i dati statistici e le riflessioni problematizzate sul ruolo che le migrazioni svolgono all'interno dell'economia e alla società di un paese che le accoglie. Grande rilievo è dato a grafici e carte geografiche, che vanno analizzate con attenzione e che aiutano a rendere "visibile" e meglio comprensibile la tematica che si intende spiegare.
Schede di approfondimento riguardano le migrazioni di ieri e di oggi e, proprio su questa tematica, sono stati letti brani scelti ricavati da tre libri e due poesie, quindi l'argomento è stato affrontato anche a livello linguistico-letterario

Migrazioni per italiano


Le letture hanno riguardato parti selezionate di questi tre libri:
Daniele Aristarco, Io vengo da: capitoli Noi veniamo dalle migrazioni, La rotta, A casa di chi, Io vengo dall'acqua, Io vengo dalla Cina;
Daniele Aristarco, Fake: capitolo Il lungo viaggio;
AA.VV., La prima volta che: racconto La prima volta che ho visto il mare di Antonio Ferrara

Sono state svolte annotazioni incentrate, in particolare, sul confronto tra le migrazioni di ieri e quelle di oggi. Sono state rilevate le situazioni affini e le diversità. Interessante è stato discutere sui pregiudizi che hanno riguardato gli italiani all'estero e notare come venissero apostrofati con espressioni simili a quelle che oggi si sentono in giro rivolte ad altre persone che provengono da fuori. 
E' stato creato un glossario di espressioni e termini specifici (migrante, rifugiato, profugo, richiedente asilo, fuga di cervelli...).
Sono stati visionati filmati sulla nave Vlora...


...e sono stati fatti raffronti con la pericolosità dei viaggi affrontati dai nostri connazionali in tempi di emigrazione, ma anche dei viaggi della speranza in cui molte persone, ancora oggi, rischiano la vita per andare in cerca di un futuro migliore. 
Alcuni ragazzi, nati in Italia da genitori di origine straniera, hanno riferito fatti e particolari vissuti dai loro familiari, mentre altri, nati in paesi esteri, hanno raccontato alcuni episodi riferiti alle loro esperienze migratorie.
Abbiamo parlato delle grandi rotte che percorrono oggi i migranti e dei "muri" che ostacolano il loro cammino edificati in varie parti d'Europa.
I ragazzi hanno anche provato a fornire le loro idee in merito alle proposte concrete per favorire una corretta integrazione tra migranti e popolazione che li accoglie, rilevando prima le criticità, ma riconoscendone anche i punti di forza.
E' stato chiesto poi di riflettere ed elaborare due testi distinti, partendo alle seguenti frasi tratte dal libro  di Daniele Aristarco Io vengo da:
  • "Ciò che fa paura è la miseria che si muove verso il continente europeo"
  • "Nessuno può fare nulla contro l'ostinazione di chi parte e vuole continuare a vivere [...]. Non v'è popolo al mondo che non abbia viaggiato o che non abbia avuto origine da una migrazione. La prima risale a 200.000 anni fa, quando l'Homo Sapiens abbandonò l'Africa per muoversi verso il Medio Oriente e l'Europa".

E' stato, quindi, creato una sorta di minilibro, utilizzando fogli A3 appositamente ripiegati, in cui compaiono le riflessioni dei ragazzi a seguito degli input forniti. 
In via di ultimazione la messa a punto del libretto (che, ovviamente, a lavoro ultimato, verrà inserito all'interno del post).

Sul racconto di Antonio Ferrara La prima volta che ho visto il mare abbiamo discusso di strategie di scrittura, plot, incipit ed explicit ricorsivo, colpo di scena, oltre che discutere della tematica migratoria e delle tragedie che essa porta con sé.
Attraverso organizzatori grafici, abbiamo lavorato sull'analisi dei dettagli che portano progressivamente a far comprendere al lettore che il protagonista è un migrante in balìa di spietati scafisti e che preannunciano un finale che, dall'immagine della foto di un ragazzo in spiaggia sorridente posta all'inizio del brano, nessuno si sarebbe aspettato.


Abbiamo quindi letto questo articolo del Corriere della Sera riferito ad una delle più grandi tragedie avvenute nelle acque del Mediterraneo...

... e osservato/commentato questi monumenti marini in ricordo di tutte le persone che hanno perso la vita nel corso delle traversate in mare

museo sommerso di Lanzarote in ricordo dei migranti morti in mare 


Dopo la prosa, siamo passati  a leggere due poesie, Immagina un essere senza paesaggio di Chandra Livia Candiani e Pane di Nino Sassi Giovenale, si è proceduto - come sempre - alla negoziazione dei significati e si sono discusse sensazioni, connessioni, anche con annotazioni libere scritte su carta o in modalità digitale.

Immagina di essere senza paesaggio,
nessuno sfondo, solo
vaghi contorni. Immagina 
qualcuno senza parenti
né provenienza, non ha meta,
né valigia, solo cavi
d'alta tensione
dei nervi. Immagina 
un corpo bambino senza
madre senza suolo,
l'improvvisazione delle ali,
uno squarcio inesperto
per sorriso,
un essere che non rapina fiato
e non ammucchia respiro,
una lieve accensione
nell'aria, il suono di cosa
che si spezza e si spezza
ancora, senza caduta a terra,
senza gravità. Immagina
quant'è leggero essere 
niente, esserlo fino in fondo,
assumerlo su spalle scarne
di facchino. Se vuoi conoscere
come abita, copre un percorso,
si sfama, veglia anche nel sonno,
consegnati allo sciame
del firmamento
e lascia che ti sfili
pezzo a pezzo
faccia a faccia
il mondo.
(Chandra Livia Candiani)


Pane 

Parla tutto straniero qui,
le case, le strade,
le insegne dei negozi,
la gente.
Sto qui ma non capisco
e sorrido quando parlano
mimo, raccontando
in italiano
quello che chiedo: pane pane pane.
(Nino Sassi Giovenale)



Soffermarsi a pensare al feedback, al prodotto finale, ma soprattutto al processo: l'importanza della metacognizione
Dopo tanti contenuti visti e numerose attività svolte, si è reso necessario tirare le fila del percorso.
I ragazzi hanno cercato di rielaborare e riorganizzare tutto ciò che avevano appreso attraverso un lavoro di risistemazione generale dei contenuti e delle riflessioni svolte, che li ha visti impegnati a creare prodotti in modalità grafico-pittorica, ma anche digitale (anche in questo caso i lavori verranno inseriti nel post non appena giungeranno a conclusione).
E' stata condivisa una rubrica di valutazione ed una scheda, da compilare a fine percorso, su indice di gradimento/interesse verso le attività proposte, oltre alla richiesta di feedback scritto, in cui i ragazzi hanno ripercorso le tappe operative, hanno esplicitato ciò che li ha maggiormente colpiti e anche tutto ciò che hanno imparato di nuovo, considerando quanto il percorso possa essersi rivelato utile per comprendere il fenomeno analizzato. 
A fronte di una mole di informazioni così nutrita è fondamentale che i ragazzi si soffermino sui processi di lavoro che sono stati messi in atto. Fare metacognizione, quindi "pensare a cosa è stato pensato", letto, discusso e scritto,  renderà ricco di senso il prodotto finito e, in via generale, l'intera attività.



A conclusione del percorso sulle migrazioni è stato scelto un libro un po' particolare: un silent book. 
Un libro bellissimo, composto da sole immagini e zero parole.
Orizzonti è il titolo e l'autrice è Paola Formica.


Perché un silent?
Perché sulle migrazioni si sentono dire tante parole, tante ne abbiamo lette e ascoltate e di tanto abbiamo discusso.
Alla fine ci siamo lasciati guidare solo dalle suggestioni e abbiamo solo parlato noi.
Ma ciò che è venuto fuori ha bisogno di un post tutto suo. Se siete curiosi... seguiteci nel prossimo post.
Vedrete che le potenzialità di un libro silenzioso sono semplicemente incredibili.

2 commenti:

  1. Lavoro bello e completo, declinato didatticamente in modo impeccabile ed interdisciplinare...Storia, Geografia lessico, letteratura si intrecciano sempre opportunamente e proficuamente. Gli alunni sono coinvolti ed intervengono con vari contributi e forme espressive. Molto opportune sia le rielaborazioni metalinguistiche finali che i criteri di valutazione ed autovalutazione messi in atto.

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