mercoledì 18 dicembre 2019

Tutti nel palazzo incantato di Atlante


Nel libro di Italo Calvino si leggono queste parole che, meglio di qualsiasi altre, spiegano il posto che ha il palazzo di Atlante all'interno del poema:
"L'Orlando Furioso è un labirinto nel quale si aprono tanti labirinti. Nel cuore del poema c'è un trabocchetto, una specie di vortice che inghiotte ad uno ad uno i principali personaggi: il palazzo incantato del mago Atlante"

Come abbiamo avuto modo di vedere durante la conoscenza di Bradamante, il mago Atlante cerca in ogni modo di proteggere Ruggero, suo figlio adottivo e, a tal fine, costruisce addirittura due palazzi: il primo è d'acciaio, ma verrà presto distrutto da Bradamante, mentre il secondo, quello più famoso e un po' più longevo, fatto di marmo e con un gigantesco portone d'oro, è ancora più ingannevole rispetto a quello edificato per primo: al suo interno, infatti, ognuno vede l'oggetto dei suoi desideri, lo insegue, ma sarà destinato a non acciuffarlo mai, perché si tratta solo di illusioni e apparizioni effimere.


Ruggero ci finisce dentro perché gli sembra di vedere al suo interno Bradamante, Orlando entra per cercare Angelica, ma si aggirano nel palazzo anche molti altri personaggi del poema - come Rinaldo, Ferrau e Sacripante - tutti, appunto, alla ricerca di qualcosa che puntualmente non riescono a raggiungere. Anche Astolfo entrerà nel palazzo ma, grazie al suo corno magico, riuscirà a demolirlo.
Calvino dà ancora questa definizione del palazzo:
"La giostra delle illusioni è il palazzo, è il poema, è tutto il mondo"
Che cosa vorrà indicare con questa sua definizione?




Dalla descrizione del palazzo si parla di piani inferiori e superiori, scale, letti d'oro e di seta, pareti nascoste dalle tende e cibo in abbondanza per tutti coloro che rimangono chiusi dentro.

Prova a fare un disegno del palazzo di Atlante. Come lo immagini?

Se tu dovessi entrarci dentro, cosa rincorreresti? 
Qual è il desiderio che vorresti veder realizzato e che potrebbe ingannarti tanto da indurti a varcare il portone dorato?





lunedì 16 dicembre 2019

Se "donne" è la prima parola del poema, un motivo ci sarà!


Ma come prof? Nell'antologia non ci sono più episodi dell'Orlando Furioso? E adesso?
Adesso ne leggeremo altri, facendo riferimento ad un bellissimo libro intitolato "Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino".


Calvino, che come abbiamo visto fin dalla prima lezione, è stato uno dei più attivi fan del poema, e 
scrive questo libro per aiutarci ad interpretare quello stupefacente mondo fantasioso creato da Ariosto facendo puntuale riferimento al testo originale, pertanto non mancheranno parafrasi e momenti di riflessione, esattamente come abbiamo fatto finora seguendo i passi inseriti nell'antologia. 
Perché rimanere ancorati unicamente al libro di testo quando un argomento lo vogliamo approfondire? Proseguiamo con altre modalità, no? Beh... ad un certo punto dovremo interromperci, purtroppo tutto l'anno scolastico all'Orlando Furioso non potremmo dedicarlo, anche se non vi nascondo che mi piacerebbe un sacco... ma non è ancora arrivato il momento di lasciarlo e godiamoci altri episodi e altri personaggi che ci aiuteranno anche ad effettuare connessioni con il piano di lavoro di ambito letterario-testuale che affronteremo nei prossimi mesi.

A proposito di personaggi, prof!
Sa che abbiamo creato una specie di fan club di Angelica?
A noi questa ragazza che fa innamorare di sé tutti i più grandi cavalieri di religioni diverse e non ne sceglie neanche uno ci è piaciuta un sacco!
Sceglie Medoro, un soldato semplice, perché a lei della ricchezza non importava nulla.
E' così che si fa! Brava!
Allora abbiamo creato questo slogan e scritto tutte le cose che ha fatto che ci sono piaciute, ad esempio andare via con Medoro, certo, ma anche curarlo con le erbe, oppure saper cavalcare molto bene, saper cogliere le occasioni e perfino regalare il braccialetto prezioso donatole da Orlando al pastore che l'aveva aiutata.
Ah, le femmine... ma quello è stato un gesto maleducato! Non si danno via i regali, si tengono!
Ma smettila, Angelica ai maschi ha dato una lezione che ricorderanno per sempre! Ha fatto bene! Dovremmo tutte imparare da lei!


Eh, effettivamente Angelica ha dato ad Orlando una bella lezione. Avete visto come l'ha ridotto, no? Ed ha saputo far volgere la sorte dalla sua parte in diverse occasioni, non c'è ombra di dubbio. Quindi fate bene ad ammirarla. Anche a me piace un sacco! Avrei quasi voluto chiamare una delle mie figlie con questo nome, figuriamoci! Quindi anch'io potrei benissimo far parte del vostro club. 
Però... beh... non avete conosciuto un'altra donna che, in quanto a personalità non ha nulla da invidiare ad Angelica, dico la verità. Anzi, costei è una figura molto potente e, a onor del vero, fa un figurone, pure più della nostra principessa del Catai che ci è piaciuta tanto.
Forse avete già immaginato a chi mi riferisco, anche perché di donne ne abbiamo viste praticamente solo due: una è la vostra beniamina, mentre l'altra è fugacemente comparsa nel primo canto per arrecare una umiliazione ad un cavaliere che....
Bradamante prof! E' stata fortissima anche lei!
Eh, ragazzi, Bradamante è una donna dalle mille qualità e tra breve ve la farò conoscere meglio.
Del resto, Ariosto era  perfettamente consapevole che le donne avessero qualità eccelse e che fossero, per tanti versi, più forti - specie emotivamente parlando - degli uomini.
Poi nel poema abbiamo detto fin da subito che esse assumono un ruolo cruciale, vero?
Ricordate le parole iniziali del Proemio: "Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori..."?
Se Ariosto utilizza come prima parola del poema "le donne", vuol dire che loro nell'Orlando Furioso avranno un ruolo di primo piano, no?
E Bradamante è sicuramente una di queste. Conosciamola subito.


Bradamante, sorella di Rinaldo e cugina di Orlando, è una paladina cristiana destinata a sposare Ruggiero, musulmano che poi, per amor suo, si convertirà al cristianesimo e che, sposandosi con lei, darà origine alla casata degli Estensi.
Possiede doti di grande guerriera, ma anche un'ammirevole sensibilità amorosa.
Compie molte imprese importanti nel poema e adesso ne vedremo alcune:
- si batte con Sacripante e lo sconfigge umiliandolo nelle modalità che già conosci;


- si batte e sconfigge anche molti altri cavalieri valorosi, come Pinabello e il temutissimo Rodomonte;



- dalla fata Melissa - figura magica che aiuta i cristiani - viene a sapere che il suo destino la legherà agli Estensi. La fata si mette in contatto con lo spirito di Mago Merlino e le mostra i personaggi passati e futuri più importanti, non solo per gli Estensi, ma anche per l’Italia (tra questi ci sono anche Ippolito e Alfonso d’Este);


- la fata Melissa le insegna come liberare Ruggiero che si trova prigioniero nel castello incantato di Atlante. Bradamante, grazie ad un anello magico, riesce a rompere l’incantesimo e a liberare Ruggiero, ma l’uomo scompare perché portato via dall’Ippogrifo, ammaestrato dallo stesso mago. Atlante aveva allevato Ruggiero e, prevedendo il futuro, non voleva che avvenisse il matrimonio tra suo figlio adottivo e Bradamante, perché sette anni dopo la loro unione sapeva che Ruggero sarebbe morto, pertanto cercherà di impedire le nozze in ogni modo;


- la fata Melissa rivela a Bradamante che Ruggero si trova prigioniero nell'isola della maga Alcina, così la tenace paladina si impegna di nuovo a liberarlo, ma l’uomo viene imprigionato di nuovo in un altro castello, sempre creato dalla magia di Atlante. 


Bradamante riuscirà a salvarlo anche questa volta, ma Ruggiero le sfugge di nuovo e finirà insieme ad una certa Marfisa, che lo aveva trovato ferito e vorrebbe sposarlo dopo averlo curato e riportato in salute. Anche Marfisa viene raggiunta da Bradamante, tra le due avverrà anche uno scontro, però si scopre non poter essere possibile l’amore tra Ruggiero e Marfisa, in quanto costei si rivela essere la gemella di Ruggiero, separata dal fratello perché da piccolissima viene rapita dagli Arabi e portata a vivere in un luogo lontano.



Bradamante può finalmente avere Ruggiero tutto per sé e, dopo molte peripezie e dopo la conversione dell’uomo al cristianesimo (si convertirà alla nuova religione anche la musulmana Marfisa), tra i due si celebrerà il matrimonio da cui discenderà la famiglia degli Estensi. 
Anche se Ruggero, come previsto da Atlante, morirà sette anni dopo le nozze, nascerà dai due coniugi un figlio che darà origine alla famiglia d’Este.


Quindi? Che ne dite di questa donna guerriera che lotta così tanto e senza paura per coronare il suo sogno d'amore?
Ma è fortissima prof! Più coraggiosa di Angelica! E anche meglio del suo innamorato. Ma Ruggero finiva sempre vittima di un incantesimo? Se non avesse avuto lei che lo salvava in ogni occasione, chissà come sarebbe finito!
Secondo me è più Bradamante motivo di orgoglio degli Estensi che non Ruggero!
Credo che abbiate ragione. E la pensate esattamente come l'autrice di questo articolo.
Leggiamolo insieme al link sottostante

Non Angelica, ma Bradamante...

Sapete che qualche giorno fa è venuto ad Arezzo l'illustratore di un fortunato libro per ragazzi, intitolato "Le amiche che vorresti e dove trovarle", che ha disegnato a suo modo Bradamante?
Ecco come lui se l'è immaginata. La donna rappresentata ricorda molto le figure di Piero della Francesca, il nostro famosissimo artista di Sansepolcro, vedete?
E, sotto il disegno proiettato alla parete, si trova proprio l'illustratore, Fabian Negrin, che viene intervistato da degli studenti del liceo classico di Arezzo.



Il libro, illustrato da Negrin, contiene la parte testuale scritta da Beatrice Masini e questa autrice interpreta Bradamante come una guerriera corazzata di conchiglie, inserita suo malgrado in una storia piena di persone folli e colpi di scena. Avrebbe preferito una vita più tranquilla? Chissà...

Insomma, questa Bradamante è una donna davvero speciale: tenera in amore e valorosa in battaglia. Completa, non trovate?


Vero prof! Si merita un fan club anche lei!
E, nonostante una parte della classe rimanga fedele alla bella Angelica, un'altra parte inizia ad organizzarsi per metter in piedi un nuovo fan club.
Effettivamente... con l'Orlando Furioso generare facile entusiasmo è un gioco da ragazzi!



Svolgiamo quindi i seguenti lavori:

- create una tabella a T con le caratteristiche di Bradamante, elaborate un confronto tra lei e Angelica in base alle azioni che esse hanno svolto, infine provate a raffigurate voi la paladina cristiana - un po' come ha fatto Fabian Negrinn - con un disegno o una immagine creata con la tecnica del collage.

- Scrivete una mail o ad Angelica o a Bradamante, in cui comunicate che si è creato un fan club in loro onore e comunicate i motivi della vostra stima, indicando pure qualche vostro consiglio che potrebbero seguire.

- Immaginate che Angelica e Bradamante si siedano allo stesso tavolo per parlare delle loro avventure. Scrivi alcuni dialoghi che ne uscirebbero. 

- Preparate una intervista doppia in cui Angelica e Bradamante rispondono, rispettivamente, a delle vostre domande. Verrà creata in classe una sorta di drammatizzazione con tanto di minivideo "Angelica VS Bradamante" a mo' di Intervista doppia della trasmissione "Le Iene"

Resto in attesa di pubblicare i vostri scritti, i vostri disegni e pure il vostro video! Anzi... in trepidante attesa.
Non mi resta che augurarvi buon lavoro!

domenica 8 dicembre 2019

Alla ricerca del senno perduto


Prof, ma che combina Orlando quando è pazzo? Ariosto ci ha lasciato con una curiosità incredibile!
Eh, ha fatto apposta! Vedete come siete interessati a conoscere il proseguo della storia? Ariosto ha fatto centro anche con voi, non avevo dubbi!
Beh, Orlando ne ha combinate di tutte, come potete immaginare.
Semina distruzione nei villaggi che incontra, percorre interi tratti a nuoto in mare aperto, sfoga la sua furia in maniera insensata e dissennata... insomma, un vero mostro impazzito, un pericolo pubblico da fermare al più presto!
Inoltre Carlo Magno, che continua a condurre la guerra contro i Mori, ha bisogno di lui nei campi di battaglia e reclama a gran voce il suo ritorno. Insomma, occorre fare in modo che il miglior paladino  dell'esercito cristiano ritrovi prima possibile il senno perduto per amore di una donna che lo ha rifiutato preferendogli un altro. 
Soffermiamoci subito sul senno perduto di Orlando. Pensa a cosa potrebbe far perdere il senno a te. Cosa ti renderebbe pieno di rabbia tanto da, non dico farti impazzire, ma procurarti tanta rabbia da sfociare quasi in furore?


Comunque, tornando alla follia di orlando, un modo per farlo guarire e recuperare la sua ragionevolezza perduta e lo scopriremo a breve.
Andare sulla Luna, prof! 
Ricordo che lo avevamo accennato all'inizio, quando parlavamo della trama generale del poema.
Proprio così! Il senno di Orlando si trova proprio sulla Luna, luogo in cui si raccolgono tutte le cose che si perdono sul pianeta Terra. E a recuperare il cervello di Orlando, racchiuso in un'ampolla con tanto di etichetta identificativa, si reca un cavaliere bizzarro di nome Astolfo in groppa all'Ippogrifo, un fantastico cavallo alato.


Ecco una vignetta che gira su web. 
Astolfo, proprio per andare a recuperare il senno di Orlando, ha largamente battuto nei tempi (seppur nei tempi della finzione) Neil Armstrong, l'astronauta americano considerato a ragion veduta il primo uomo che ha messo piede nella Luna nel corso della famosa missione spaziale avvenuta nel luglio del 1969.
Vedi? Se leggi l'Orlando Furioso sai comprendere con cognizione di causa l'ironia che gira in rete. Ti sembra poco?
Comunque Astolfo, prima di mettere piede sulla Luna, si recherà addirittura in Paradiso e proprio qui San Giovanni Evangelista gli rivela come poter fare per recuperare il senno del cavaliere impazzito, ossia recandosi nel luogo in cui si trova tutto quello che gli umani perdono sulla Terra.
Quindi Astolfo e il suo accompagnatore San Giovanni Evangelista, a cavallo dell'Ippogrifo, volano in direzione... Luna.


Ma come appare la Luna ai due visitatori?
Molto diversa dalle immagini satellitari che oggi conosciamo!
Nell'Orlando Furioso la Luna ha una superficie del tutto liscia, lucida come quella dell'acciaio, ed è grande quasi come la Terra, come se fosse una specie di specchio - appunto - del nostro pianeta. Su di essa si trovano le stesse cose che esistono sulla Terra, quindi monti, fiumi, laghi, pianure, valli, boschi abitati dalle ninfe e perfino città con castelli e case grandissime.

Luna in una immagine odierna

Astolfo non si mette ad esplorare il luogo, non è arrivato per fare il turista e non ha tempo da perdere, ma viene subito accompagnato da San Giovanni in un vallone stretto tra due montagne dove si trova tutto ciò che si perde sulla Terra o per qualche difetto degli uomini o per qualche perdita di tempo o per colpa della Fortuna, del destino.
Molta fama, cioè la considerazione degli uomini, si trova sulla Luna perché il tempo fa dimenticare anche le imprese più gloriose. Ma ci sono anche molte preghiere, molte promesse e tantissime cose che l'uomo neppure sa di aver perso. Invece sono lì, segno che sulla Terra stanno andando scomparendo. Ci sono poi i pianti degli amanti, il tempo che si perde al gioco, l'ozio di coloro che non fanno niente, i progetti che non sono mai stati attuati, i desideri che non sono mai stati realizzati e che ingombrano quasi tutto lo spazio, segno che l'uomo sulla Terra non riesce mai a ottenere ciò che desidera.
Ad un tratto vede una montagna di vesciche gonfie e San Giovanni gli spiega che esse sono le corone degli imperi antichi (Babilonesi, Assiri, Persiani, Greci) che furono famosissimi ma ormai il loro ricordo si è quasi perduto. Poi nota degli ami d'oro e d'argento che sono considerati simboli dell'adulazione, in quanto indicano i doni dei cortigiani che hanno regalato qualcosa ai potenti per farli abboccare e ottenere tornaconti personali, così come altro simbolo dell'adulazione sono i lacci e le cicale scoppiate, anch'essi presenti in abbondanza. Ci sono poi versi, nodi, catene che indicano gli amori sfortunati, artigli d'aquila - ossia l'autorità data dai signori ai loro sottoposti -, i mantici per soffiare sul fuoco che rappresentano le preferenze dei principi per i loro protetti che poi vengono abbandonati. Ma Astolfo vede anche le rovine di castelli, cioè patti disattesi, ladroni rappresentati come serpenti con faccia di donzella, e bocce di vario tipo che simboleggiano i cortigiani trattati male. Poi sente un odore nauseabondo provenire da un fiore (che un tempo era profumatissimo): esso simboleggia il potere temporale dei papi, dato che i pontefici stanno abusando delle donazioni terrene che sono state elargite dalle autorità politiche nel corso dei secoli. Vede anche le bellezze delle donne rappresentante come sostanze che attirano e la pazzia, che però non è presente in grande quantità perché la follia ha ancora sede sulla Terra! Di pazzia ce n'è poca sulla Luna perché ce n'è troppa sulla Terra! Ecco di nuovo l'ironia dell'Ariosto per farci sapere che gli uomini sono quasi tutti folli!
Prof, sembra di percorrere i banconi del supermercato!
Ma quante cose perdono gli uomini sulla Terra?
Eh sì, perdono davvero un sacco di roba! Ma, a proposito di perdite, soffermiamoci a riflettere e scrivere un po'
Se su questo vallone lunare ci fosse uno spazio per radunare tutte le cose che hai perduto tu, cosa vedrebbe Astolfo?

Continuiamo a seguire la perlustrazione di Astolfo. Non dimentichiamoci che non c'è tempo da perdere: bisogna ritrovare il senno di Orlando, altrimenti il paladino,ormai diventato mostro, distruggerà mezzo mondo!
E in effetti al senno di Orlando ci siamo quasi... infatti, ad un tratto, appare ad Astolfo una scena molto particolare: una serie di ampolle al cui interno si trova un liquido molle e poco denso che tende ad evaporare se non si chiude bene il coperchio.
Indovinate cos'è questo liquido molle contenuto dentro le ampolle?
Il cervello delle persone, prof!
Ma fa un po' senso descritto così, bleah...
Esatto, è il cervello umano! E ci saranno poche o tante ampolle secondo voi?
Tantissime!!!
Esatto ancora! Ci sono tantissime ampolle, seppur la quantità di cervello contenuta in esso possa variare: c'è chi ha perso un po' di senno, chi un po' di più e chi lo ha perso del tutto.
Siccome in ogni ampolla è apposta la targhetta con il nome del cervello di appartenenza, quella di Orlando è l'ampolla più grande!
Certo prof. Lui lo ha perduto tutto il suo!
Appunto... ma le sorprese non finiscono qui. Con la consueta ironia, Ariosto ci dice che anche Astolfo vede che nella ampolla che contiene il suo nome di cervello ce n'è un bel po', però ciò che lo meraviglia è il fatto di vedere il senno di tante persone che sulla Terra sembrano tanto assennate e invece qui hanno ampolle molto grandi, segno son pazzerelle pure loro, anche se non sembra!


Ma come fanno le persone a perdere così tanto cervello?
Guarda, Ariosto lo spiega proprio nell'ottava successiva. Chiarisce che molti uomini sulla Terra perdono il senno per amore - come è accaduto a Orlando -, ma anche per cercare onori, soldi,  sperando di ingraziarsi i potenti, per seguire credenze magiche, ricercando gioielli, opere o cercando di inseguire ciò che desiderano. Molti cervelli sono anche di filosofi, astrologi, poeti...
Probabilmente c'era anche quello di Ariosto, vero prof?
Io credo che, almeno in piccola quantità, il suo ce lo avrebbe considerato di certo. Non si nomina solo per modestia, forse. Non trovate?
Parla di poeti infatti. Sicuramente intende anche se stesso.
E poi sul proemio lo dice che Alessandra Benucci potrebbe farlo impazzire da un momento all'altro, quindi anche lui avrà sulla Luna una piccola parte del suo cervello.
A voglia! Anche più di una piccola parte, secondo me. E poi bisogna essere pure mezzi matti per cercare di sposare una donna già sposata.
E allora la tua ex che stava con te quando sapevi che era già fidanzata con R***?
E ci sarà anche un pezzo del mio cervello lassù... che ti devo dire?
State anticipando le riflessioni che avevo intenzione di farvi fare, tanto meglio.
Di nuovo carta e penna e provate a scrivere di getto queste annotazioni che poi, al solito, condivideremo.
Sicuramente Astolfo troverebbe anche un po' del tuo cervello. Tanto o poco diccelo tu. Per quale motivo il tuo senno si trova lì? Cos'è che te lo ha fatto perdere?

Dopo aver individuato il senno di Orlando e aver dato un'occhiata ad altre targhette identificative per pura curiosità, Astolfo ottiene da San Giovanni il permesso di prendere l'ampolla e riportarla sulla Terra. Cosa ci dovrà fare? Una cosa per nulla semplice: farla avvicinare al volto di Orlando, di modo che egli possa aspirare l'umore che proviene dal suo senno molle, farlo penetrare in tutto il corpo e tornare così a rinsavire completamente. Ma vi anticipo che la cosa andrà in porto: Orlando, seppur con grande fatica, verrà trattenuto a forza per aspirare il suo senno e tornerà del tutto sano e integerrimo come era prima!


Sembra una pratica strana - ed effettivamente lo è - ma Astolfo stesso ne ha dimostrazione al momento: si avvicina infatti all'ampolla che contiene il suo senno, la annusa e sembra che il cervello torni subito al suo luogo naturale. Ariosto ci anticipa che in effetti Astolfo tornerà saggio per lungo tempo, anche se ad un certo punto della sua vita commise di nuovo molti errori.

Dopo aver letto il canto, sbizzarriamoci in una produzione scritta strutturata, ma anche in qualche attività creativa suggerita dagli input appena visti.


Attività di produzione scritta

Dopo aver disegnato un cervello in modo stilizzato, prova a suddividerlo - mantenendo le proporzioni giuste - nelle attività che occupano la tua giornata.
Ti faccio un esempio di come potrei suddividere il mio:


Adesso fai la stessa cosa tu. Puoi decidere se suddividere il tuo senno con i colori oppure no. Importante è che si capisca quali sono le attività che riempiono la tua giornata nel corso, ad esempio, di un paio di settimane.
Quindi scegli una di queste voci che hai scritto e crea su di esso una bozza di testo autobiografico - incentrata appunto sugli impegni che contraddistinguono la tua giornata - che ti verrà corretta solo con dei post-it in cui saranno suggerite delle integrazioni o indicate strategie di revisione. Quindi riprenderai di nuovo in mano la bozza, la modificherai secondo le indicazioni fornite e la rivedrai infine per gli aspetti formali di editing prima della consegna. La bozza definitiva verrà valutata secondo i criteri che già da tempo conosci. La bozza, nelle sue varie fasi, verrà scritta quasi interamente in aula per avere modo di poter eseguire più consulenze possibili nel corso della stesura.

Attività creative

1) Disegna delle immagini che abbiano dei riferimenti al testo appena letto: Astolfo sull'Ippogrifo che va sulla Luna, oggetti visti al suo interno, ampolle con il senno e le etichette nominative... insomma, ciò che ha colpito più la tua fantasia.
Cerca di utilizzare la modalità vignetta a fumetti, così da poter creare, a fine poema, una sorta di giornalino degli episodi letti, da far consultare anche ai ragazzi degli anni futuri che dovranno affrontare la lettura dell'opera.

2) Lavorando, se vuoi, in gruppo, prova a ricostruire in miniatura gli spazi della Luna che ha avuto modo di osservare Astolfo: ponendo come base un cartone, prova a ricreare alcuni oggetti che sono stati nominati nel canto. Dai sfogo alla tua creatività e vedrai che ti divertirai anche tu, magari facendoti suggerire le idee proprio dai tuoi compagni!
Prof! Io ho già in mente come riprodurre i cervelli! Con i gusci di noce!! Però l'ampolla non la metto, va bene lo stesso? Non saprei come fare...
Va benissimo l'idea della noce!! Bravo! 
Certo che, per opportunità, alcune modifiche potrete apportarle, però la base di lavoro deve essere la rispondenza precisa a ciò che è scritto nel testo, quindi niente cose che non c'entrano nulla con quanto letto, ma oggetti direttamente nominati da Ariosto (va bene anche solo disegnarli), come artigli, bocce, lacci, fiori... insomma, quelli elencati nelle ottave appena lette. Corredate l'oggettistica scelta con didascalie di spiegazione dei loro significati simbolici.
Che ne dite? Vedrete che ne verrà fuori una sorta di mini-museo!
Con l'Orlando Furioso la fantasia non deve essere certo tenuta a freno!
Ariosto per primo ve lo ricorderebbe, figuriamoci io!
Buon lavoro a tutti!


giovedì 5 dicembre 2019

... e cominciò la gran follia, sì orrenda che de la più non sarà mai ch'intenda



Eh sì, ormai Orlando è giunto al capolinea e dopo la batosta ricevuta a casa del pastore, che gli ha confermato che tutte le scritte amorose sono riferite proprio alla sua amata Angelica, la gelosia ormai è diventata incontenibile e di lì a poco esploderà in una furia orrenda mai vista prima.
Il famoso slogan "keep calm" - che com'è noto invita a stare calmi per rifuggire dalle situazioni di stress - nelle immagini viene usato in senso profondamente ironico, proprio come sarebbe piaciuto allo stesso Ariosto che dell'ironia ha fatto un vero e proprio baluardo.
KEEP CALM and SONO PAZZO DI TE! 
Ecco, questo potrebbe applicarsi alle ottave che stiamo per iniziare a leggere!
E' vero che lui si mostrerà pazzo a causa della sua donna, ma... altro che mantenere la calma! Seminerà terrore, sfacelo e distruzione ovunque!!!

Comunque, piccola parentesi prima di leggere la scena clou di tutto il poema, se sei interessato ad approfondire come si è diffusa la moda del "Keep calm" e se vuoi provare a creare un tuo keep calm personalizzato, dai un'occhiata a questo link e fai un po' di esperimenti ;-)

keep calm

Io, ad esempio, ho creato questo

Per restare ancora un pochino sulla vena ironica, ad Orlando forse sarebbe bastato interpretare bene il comportamento di Angelica per non rimanere sconvolto dal suo rifiuto, un po' come avviene in questa simpatica vignetta che circola sul web e che, in chiave moderna, può sintetizzare ciò che la bella principessa del Catai aveva sempre pensato ma che non aveva mai osato esplicitare al suo autorevole spasimante


Ok, stop toni leggeri e divertenti. Adesso facciamo sul serio. Ricomponiamoci e torniamo a seguire le avventure, anzi le disavventure, del povero Orlando che, come ricorderai, ha appena avuto la certezza del tradimento di Angelica vedendo con i suoi occhi il bracciale che lui stesso le aveva regalato e che lei ha consegnato al pastore prima di allontanarsi in Oriente con Medoro. Orlando ha provato ad ingannarsi in tutti i modi, a non credere all'evidenza, ma adesso è costretto ad arrendersi di fronte a prove inequivocabili e il suo cervello non regge di fronte a tanto dolore.
Ovviamente non riesce a dormire e se ne va da quella casa in cui aveva ricevuto ospitalità perché la considera un vero inferno, quasi che avesse colpa lei stessa della sofferenza che sta provando.
Percepisce il dolore chiuso dentro di sé, come un grande recipiente pieno d'acqua che ha una fuoriuscita troppo stretta e riesce a far uscire il liquido faticosamente, solo goccia dopo goccia.
Tenere dentro il dolore non fa bene, prof.
Quando litigo con mia sorella o piango con le mie amiche, poi sto meglio. Se mi tengo tutto dentro, sto peggio, sto malissimo.
E' vero. Anche a me, quando vengo rimproverato e non riesco a sfogare la rabbia, mi fa male lo stomaco dal nervoso 

Certo! Tenere il dolore dentro fa malissimo e infatti Orlando sta davvero male e, come detto, prova ad allontanarsi dalla casa del pastore, ma la sua mente è ottenebrata dalla sofferenza.
Ariosto dice che ormai Orlando come lo abbiamo conosciuto prima non esiste più: è morto dentro, sepolto. Ad ucciderlo è stata l'"ingratissima" Angelica.
Anche se è buio pesto, il nostro paladino entra nel bosco e vaga senza meta per tutta la notte. Allo spuntar del sole si rende conto di esser tornato nel punto di partenza, nel luogo in cui aveva visto tutte le scritte sugli alberi, sulle rocce ed anche su una fonte. Una fonte di pietra, in particolare, mostra delle scritte  amorose sicuramente incise dalla mano di Medoro e questa visione gli provoca - dice Ariosto -  ODIO, RABBIA, IRA e FURORE!


Peggio dell'ira funesta di Achille, prof! Orlando è parecchio messo peggio!
Altroché se è messo peggio! E' messo male, malissimo! Ha perso completamente il senno. In lui sono rimasti solo i quattro sentimenti appena nominati e la sua furia diventerà presto incontenibile.
Tira così fuori una spada e riduce la nuda pietra della fonte in mille pezzettini!
Urca prof! Cominciamo bene! Distrugge addirittura una fonte di pietra?
E questo è niente! Vedrete cosa succederà tra poco!
Orlando entra dentro la grotta in cui aveva letto le scritte che descrivevano i gesti d'amore tra i due innamorati e devasta con la spada l'intero luogo, così come deturpa tutti gli alberi nelle cui cortecce apparivano i nomi di Angelica e Medoro legati in cento nodi.
Quel locus amoenus viene completamente distrutto, così non potrà dare più ristoro a nessuno.
Tutto quello che trova per terra - sassi, tronchi d'albero, rami, zolle di terra - lo scaraventa nelle acque del fiumiciattolo che scorre nei paraggi, così che le acque, prima limpide e trasparenti, divengono sudicie ed torbide per tutto ciò che vi è andato a finire dentro.
Prof! Lo avesse visto sporcare le acque Greta Thunberg  non avrebbe temuto la sua furia e sarebbe andata a brontolarlo!
Ma che c'entra! Mica ci butta la plastica nel fiume! E' tutto materiale organico, mica inquina.
Eh, ma ha rovinato l'acqua limpida che c'era prima! Un danno all'ambiente lo farà lo stesso, no?
Comunque è così inferocito che Greta farebbe una brutta fine, secondo me. Sfogherebbe la sua furia pure su di lei, chissà...



Eh sì, la sua furia comincia a manifestare tutta la sua pericolosità!
Dopo questa distruzione, sudato e stremato dalla fatica e dalla rabbia espressa in modo così violento, si getta a terra nel prato a guardare verso il cielo e rimane tre giorni e tre notti così, disteso, senza mai alzarsi, senza preoccuparsi di mangiare e, nel frattempo, la sua angoscia non si placa affatto, anzi cresce e questo lo porta fuori di senno completamente.
Dopo tre giorni passati in totale immobilità, si desta e comincia a togliere di dosso con estremo vigore tutti i pezzi dell'armatura che ricoprono il suo corpo e finiscono tutti sparpagliati per il bosco, compresa la sua spada. Orlando getta via tutto, si straccia anche i vestiti che stanno sotto la corazza e rimane completamente nudo. A questo punto comincia - dice Ariosto - "la gran follia, sì orrenda che de la più non sarà mai ch'intenda"
L'uomo non ha con sé nessuna arma, ma è talmente infuriato che le sue forze diventano centuplicate, tanto da creare distruzione e devastazioni a mani nude.
Riesce a sradica gli alberi con una sola scrollata, come se si trovasse nell'orto a raccogliere le verdure.
Pensate che specie di mostro è diventato!
Dei pastori che si trovano nelle vicinanze, sentito il fracasso, lasciano  il gregge per andare a vedere cosa sta succedendo...


ma Ariosto, da buon furbetto, arrivato a questo punto della storia, decide di interromperla con la motivazione di non voler annoiare il lettore, ma in realtà sa benissimo che chi lo ascolta è curiosissimo di vedere cosa combinerà Orlando ormai del tutto impazzito. Consueta strategia per creare suspense, attesa e curiosità in chi lo sta seguendo. Compreso noi.
Oh no! Perché la storia si interrompe ancora sul più bello?
Ma l'ha appena detto, no? Perché vuole incuriosire chi legge! Le storie lunghe e intricate sono così!
E' vero. La mia nonna guarda il segreto e quando finisce si arrabbia sempre perché dice che la puntata termina proprio nel punto più bello. E' una tattica per far continuare a seguire il programma, io me ne sono accorto. Ma lei no! Si arrabbia ogni volta!

Per placare la nostra curiosità, approfittiamone per fare qualche riflessione.
Innanzitutto... carta e penna e scrittura di getto. Poi, al solito, condivisione.
In questo canto la pazzia è provocata dalla gelosia diventata incontenibile. Tu cosa pensi della gelosia? Ti capita, a volte, di essere geloso di qualcuno o qualcosa?



Sono gelosissima di mia cugina che sa disegnare molto bene. Mi piacerebbe tanto essere brava come lei, ma io non ci riesco proprio.
Sono geloso del nuovo fidanzato di G***, la mia ex. Mi sta antipatico e poi è più brutto di me!
Sono gelosa di L*** per i voti che prende a matematica. Come fanno a tornarle sempre tutte le espressioni? Come fa a non sbagliare mai niente?
Sono gelosa della mia amica che si compra tutti gli abiti firmati e può truccarsi senza che i genitori le dicano nulla. Io ci ho provato una volta e c'è mancato poco che la mia mamma mi staccasse la testa dal collo!
Io non sono geloso per niente del nuovo fidanzato della ex. Mi piaceva, ma non farei mai come Orlando. Ce ne son tante di ragazze... perché perdere la testa per una quando ne puoi avere quante ne vuoi?
Parla per te!! Io non piaccio a nessuno!!
Io sono gelosa di chi riesce ad allungare i capelli. A me, dopo un certo punto, non mi crescono più, anzi... mi si arricciolano le punte e mi diventano pure più corti! Che nervi!




Pensa adesso a qualche personaggio del mondo dei fumetti o dei film/telefilm che ti ricorda Orlando in tutta la sua furia
A me Thor! 
Ma no, lui è una divinità!
A me Terminator
A me Hulk
Anche a me l'associazione fa tornare alla memoria Hulk che, quando viene investito dalla rabbia, diventa verde, gigantesco e la sua forza diviene mostruosa.
Guardiamo il video che mostra alcune scene del film L'incredibile Hulk prodotto dalla Marvel Cinematic Universe e anche qualche riferimento al fumetto da cui è tratto. Effettivamente il suo aspetto e la sua forza bruta un pochino lo ricorda Orlando impazzito, non trovate?


(Il riferimento al film della Marvel mi è stato suggerito dal prof Mariano Somà)

Infine, se volete, ripercorrete di nuovo la drammatica esperienza vissuta del nostro paladino ascoltando le parole della bravissima attrice teatrale Sonia Bergamasco che legge ed interpreta proprio i passi dell'Orlando Furioso che abbiamo appena letto.
Riguardatevi la parafrasi completa dell'episodio e scrivetene una sintesi. Prima di andare avanti, voglio esser certa che tutto sia stato compreso alla perfezione, ok?
Ma certo prof! Potrà chiederci tutto quello che vuole!
Mah... la troppa spavalderia mi ha sempre un po' preoccupato, ma se son convinti di aver appreso tutto, evidentemente la comprensione dell'opera sta penetrando piuttosto bene.
Comunque gustiamoci Sonia Bergamasco... se già l'Orlando Furioso ci è piaciuto con le nostre narrazioni, ascoltando lei rimarremo sicuramente incantati!
Buona visione!




sabato 30 novembre 2019

Impazzire di gelosia si può? Orlando dice di sì!


Insomma, questa Angelica ne ha stesi diversi, avete visto?
Nel primo canto tutti la inseguono, tutti si battono per lei, tutti la desiderano. Ma lei fugge da tutti e nessuno dei suoi spasimanti riesce a far breccia nel suo cuore.
O almeno, nessuno riesce a conquistarla fino a quando non incontra un soldato saraceno di nome Medoro.
L'uomo è gravemente ferito e lei si prende cura di lui, grazie alla sue conoscenze delle arti mediche apprese in Oriente, fino a farlo completamente ristabilire.


I due si innamorano perdutamente l'uno dell'altro e Angelica decide di sposarlo e tornare con lui in Catai.
Visto che l'amore è riuscito a piegare anche l'altera e irraggiungibile Angelica?
Con tutti i cavalieri famosi ed autorevoli che l'hanno corteggiata, lei ha scelto un umile fante come suo compagno di vita. Un bello smacco, non trovate?
Un affronto insopportabile per Orlando, il cavaliere più prestigioso di tutto l'esercito francese.
E infatti, quando costui scoprirà che Angelica gli ha preferito qualcun altro, non userà mezze misure e darà sfogo ad una pazzia senza precedenti.
Pronti a scoprire come tutto questo avviene?
Cominciamo a leggere il canto che ne parla, ovvero il ventitreesimo, a partire dall'ottava 100.
Che valore ha, a livello numerico, il canto n. 23 nel poema? Ricordate quanti sono i canti in totale, spero...
Vero prof! 23 è la metà di 46, quindi Ariosto parla della pazzia di Orlando a metà dell'opera.
Proprio così. Ariosto colloca l'episodio della pazzia di Orlando, che dà la spiegazione del titolo del poema, a metà esatta dell'opera.
Dopo aver combattuto con il re di Tartaria Madricardo, Orlando giunge in un luogo del bosco molto accogliente, una sorta di "locus amoenus" come quello in cui Angelica aveva incontrato Sacripante: l'erbetta e le rive di un fiume indurrebbero chiunque a rinfrescarsi e riposarsi dalle fatiche, e infatti Orlando si ferma per poter trovare un po' di ristoro.
Come sempre accade nell'Orlando Furioso, questo luogo all'apparenza rilassante e tranquillo farà scoprire cose che si riveleranno devastanti per il cuore e l'animo del povero cavaliere innamorato, ma l'Ariosto anticipa subito che sta per avvenire qualcosa di sconvolgente perché, dopo pochi versi, afferma che quel giorno sarà "infelice e sfortunato".


Guardandosi intorno, Orlando nota delle incisioni nelle cortecce degli alberi in cui compaiono i nomi di Angelica e Medoro intrecciati in cento nodi.


Il luogo in cui è giunto Orlando è infatti quello in cui la sua amata e il fante da lei salvato hanno trascorso tanti momenti d'amore e si sono divertiti ad immortalare la loro passione incidendo i nomi di entrambi sugli alberi.
Ariosto dice che quelle lettere per lui sono come tanti chiodi con i quali l'amore punge il suo cuore. Un bel paragone, non trovate?


Sì, il paragone dà l'idea della immagine del cuore trafitto.
Comunque prof, con tutti i posti che ci sono dentro a un bosco, proprio lì doveva andare a finire!
Ariosto è perfido! Veramente, sembra Beautiful!
Comunque prof le femmine la fanno spesso questa cosa di scrivere dappertutto i nomi dei ragazzi con cui stanno. For ever for ever... e dopo un po' li lasciano anche! Non va mica bene!
Non è vero che lo fanno solo le femmine! Ieri mi hai preso il diario tu e ci hai scritto che ami la G***, come se a me me ne fregasse qualcosa! E non mi hai neanche lasciato  lo spazio per scrivere i compiti!

Di fronte a queste incisioni Orlando prende tempo per trovare delle scuse plausibili che giustifichino i fatti dal suo punto di vista, dato che non vuole assolutamente credere che la realtà sia davvero quella che gli si sta palesando. All'inizio pensa che possa essere stata un'altra Angelica a incidere quelle scritte, ma presto si rende conto che la calligrafia è proprio quella della sua amata, quindi prova a giustificarsi di nuovo col fatto che il nome Medoro non sia altro che un sistema per indicare il suo nome stesso. Ossia, la donna ha sì scritto Medoro, ma con quel nome avrebbe voluto indicare Orlando e nessun altro.
Ma prof, queste scuse fanno acqua da tutte le parti!
Sì, ma quando uno è innamorato è vero che non vuole accettare l'evidenza. La mia nonna dice sempre: non c'è peggior cieco di quello che non vuol vedere e peggior sordo di quello che non vuol sentire.
Ariosto dice che Orlando usa "fraude a sè medesimo", cioè cerca di ingannare se stesso perchè il sospetto è diventato un macigno pesante e, nonostante provi a cercare delle giustificazioni, rimane invischiato nei suoi dubbi senza riuscire ad uscirne più, così come succede ad un uccellino che rimanga incastrato in una ragnatela o in una sostanza vischiosa e, nonostante cerchi di battere le ali, non ce la fa a uscire dal luogo che lo ha reso prigioniero e lo ha destinato irrimediabilmente a soccombere. Le similitudini che usa Ariosto sono eccellenti, non c'è che dire!
Ma non è mica finita per Orlando, eh! Anzi, siamo solo all'inizio!
L'uomo infatti si dirige verso una grotta per trovare un po' di frescura e... proprio nelle pareti d'ingresso sono visibili delle scritte in arabo...
Stavolta non sono solo nomi intrecciati, bensì frasi vere e proprie. Lui conosce l'arabo e può leggere tutto con estrema facilità, così apprende che proprio in quella grotta Angelica e Medoro avevano passato degli intensi momenti d'amore e le scritte nelle pareti ne sono realistica testimonianza.
Nooooo! Almeno non lo avesse conosciuto l'arabo, così non avrebbe capito niente!
Io se vedo scritte in una lingua straniera mica so quello che c'è scritto! Magari anche che la mia fidanzata mi tradisce e io non me ne accorgo neanche, che ne so!
E ancora una nuova similitudine chiarisce meglio quanto si senta avvilito Orlando, infatti dice che rilegge le scritte tre volte e, ogni volta che lo fa, sembra che una fredda mano stringa il suo cuore.
Quella lingua complessa che lui sapeva decifrare e comprendere e che tante volte lo aveva tratto d'impiccio, adesso gli si rivela quasi ostile. Non fosse stato in grado di comprenderla, si sarebbe risparmiato sicuramente dell'altro dolore. Dolore al quale la natura intorno a lui appare del tutto indifferente...


E Ariosto aggiunge che quella sofferenza è davvero terribile per chi la prova. Lui ne sapeva qualcosa, no?
Lo aveva detto nel proemio che Alessandra Benucci lo tormentava fino quasi a farlo diventare pazzo, vero prof! 
Sì, vero, dice proprio così.
E, in un altro efficace paragone, dice che la sofferenza di Orlando è come acqua chiusa dentro un grande recipiente dall'imboccatura stretta che, se capovolto, fa uscire l'acqua con fatica solo goccia dopo goccia.
Qui prof basta una goccia per far traboccare il vaso!
Alla fine Orlando esplode per forza con tutto questo dolore che trattiene dentro.
Proprio così. E tra poco vedremo tutta la potenza di questa sofferenza esplodere e procurare danni incredibili a destra e a manca.


Prima di andare avanti, proviamo a soffermarci e a riflettere su un episodio della nostra vita in cui eravamo così esasperati che è bastata una piccola cosa per far esplodere tutto ciò che tenevamo dentro. Ricordiamo cioè un momento in cui la goccia che ha fatto traboccare il vaso l'abbiamo sperimentata di persona. Annotiamo con una produzione scritta che richieda non più di venti minuti di tempo, quindi concludiamo - per chi vuole - con il consueto momento della condivisione.

Ma continuiamo a seguire le vicende dello sventurato Orlando che, ancora una volta, prova a ingannare se stesso pensando che qualcuno lo vuole far morire di gelosia e che tutto ciò che ha visto sia una specie di complotto architettato da qualche nemico e di cui magari è ignara la stessa Angelica.
Anche se Orlando sembra comportarsi da sciocco cercando di negare ancora una volta l'evidenza, in realtà tutti noi di fronte a qualcosa che ci appare troppo doloroso cerchiamo, almeno nella fase iniziale, di trovare una spiegazione che ci faccia allontanare dal problema e magicamente ce lo annulli.
Sapete che quando hanno scoperto una patologia grave a mia figlia speravo con tutta me stessa che i medici, dopo l'ennesimo esame ecografico, mi dicessero: "Guardi signora, ci siamo sbagliati. Sua figlia non ha nulla!" Sapevo che sarebbe stato impossibile, ma dentro di me ogni volta ci speravo. Tutto, pur di non accettare la realtà.
Prof, quando è morto mio nonno avrei voluto svegliarmi da un brutto sogno. Non volevo che morisse.
Io nel compito di matematica ho preso 5 e guardavo quel voto come se magicamente potesse trasformarsi in un 9. Allora non sono matto! 
No, non siete affatto matti. E' il cervello umano che cerca di sfuggire al dolore, almeno nella fase iniziale. Ma bisogna poi cercare di affrontarle le situazioni sgradevoli, non c'è altra soluzione.
Tu dovrai cercare di ricordare i bei momenti passati col nonno, tu dovrai impegnarti per rimediare il brutto voto e io ho accompagnato mia figlia nel percorso per la guarigione. La vita è così e non dobbiamo farci trovare impreparati.


Ma... torniamo - come promesso - al nostro paladino sventurato.
Mogio mogio, con la fronte bassa e la spavalderia originaria ormai completamente svanita, Orlando prosegue il suo cammino a cavallo, finché giunge ad una villa dove decide di passare la notte.
Ormai si muove come un automa: lascia che il garzone della casa si occupi del suo cavallo e si fa persino togliere l'armatura dalle persone che lo accolgono perché lui pare non averne la forza. 
Non mangia nulla (che fame potrebbe avere?) e si reca in camera per cercare di dormire, ma ovunque gli sembra di vedere le scritte che aveva poc'anzi letto sulle pareti della grotta.
Ed è a quel punto che il pastore, proprietario della casa in cui sta trovando ristoro, per provare a tirarlo su di morale, gli racconta la storia di due innamorati che si erano anch'essi fermati a riposarsi presso la sua villa...
Oddio no prof! Angelica e Medoro! Orlando si deve sorbire la storia d'amore di quei due proprio mentre sta morendo di dolore a causa loro! Ma questo è il massimo della sfortuna!
Non solo. Il pastore, dopo aver raccontato nel dettaglio che i due si sono innamorati dopo che la donna ha curato l'uomo gravemente ferito, mostra una gemma, lasciatagli come regalo in cambio dell'aiuto offerto, e questa gemma Orlando la riconosce  immediatamente perché lui stesso l'aveva precedentemente donata ad Angelica.
Fossi stato Orlando, avrei dato un pugno a quel pastore!
Che c'entra il pastore, scusa! Mica ha colpa di nulla! 
Ma non lo vedeva che tanto 'sta storia non gliela faceva passare la tristezza!
Eh, ma lui non aveva colpa se quei due si erano fermati lì.
Eh, ma pur di farlo stare zitto, questo e altro!
Ma quali pugni! Lui è così abbattuto che non si regge in piedi! Ora le cose sono due: o sviene o si alza e distrugge tutto quello che trova intorno a sé. Magari dà pure fuoco alla casa!
Comunque questa Angelica, mamma mia che vipera! Regala pure la gemma che le era stata donata. I regali si tengono, anche se non piacciono!
Ma scusa, era lui che la voleva per forza! A lei non piaceva Orlando, inutile che questo la volesse per sé. Lei non lo contraccambiava! Bene ha fatto a sposare uno di cui si è innamorata. Perché avrebbe dovuto finire con Orlando se a lei piaceva Medoro? E perché Orlando non se ne cerca un'altra?
Come avrete capito, Orlando è arrivato ad un punto di non ritorno.
Ariosto dice che aver sentito quella storia suggellata da tale conclusione, per Orlando ha significato la fine di ogni illusione ed è come se avesse ricevuto un colpo tale da fargli staccare la testa dal collo.
E allora che succede prof?
Come reagisce Orlando?
Spacca tutto? Sviene? Uccide il pastore? Brucia la casa?
Calmi, calmi, calmi... vedremo tutto ciò che succede nella prossima lezione. Ormai il tempo a nostra disposizione è finito.
E il suono della campanella non fa che confermare le mie ultime parole.
Noooooooo! Ora che veniva il bello!
Ed il suono della campanella appare ingrato quasi quanto la bella Angelica!
E il che è tutto dire!
Alla prossima... perché ormai alla pazzia ci siamo quasi! E continueremo a vederne delle belle.

sabato 16 novembre 2019

E intanto la bella Angelica fugge... (seconda parte)


Avevamo lasciato Rinaldo e Ferrau che dovevano dividersi perché arrivati ad un bivio durante l'inseguimento di Angelica, ricordi no?
Ok, vediamo cosa succede.
Semplice e strano nello stesso tempo: dopo tanto girovagare, si ritrovano nello stesso punto da cui erano partiti! Il solito Ariosto malandrino che si diverte a prenderli in giro ;-)
Ferrau, tornato alle rive del fiume in cui aveva perso l'elmo, decide di recuperare il tempo perduto e di darsi da fare per cercare di recuperarlo.
Prendendo un ramo di un albero e usandolo a mo' di pertica, entra in acqua e con stizza batte sul fondale per provare nell'impresa impossibile di tornare in possesso dell'elmo.
Ehm... con questa "pertica" e con il suo atteggiamento di "stizza" non sta facendo una bella figura, eh... ma, ad un tratto, si vede di fronte una figura a mezzo busto che esce dal fiume e che tiene in mano proprio l'elmo che sta cercando!
Accidenti, che colpo! Eretto di fronte a lui c'è niente po' po' di meno che un fantasma!!


E questo fantasma sapete chi è?
Si tratta di ARGALIA, fratello di Angelica, a cui lo stesso Ferrau aveva promesso di restituire l'elmo dopo averlo ucciso. Cosa non avvenuta. Cioè, uccidere lo aveva ucciso, ma l'elmo non glielo aveva reso! Il fantasma di Argalia lo rimprovera per la mancata promessa e gli dice di andarsi a cercare un altro elmo in maniera dignitosa, sia impossessandosi di quello di Rinaldo o, se preferisce, di quello di Orlando.
Ferrau rimane così male che non riesce neppure più a parlare.
Eh, insomma, c'è da comprenderlo! Venir rimproverati da un fantasma per una promessa non mantenuta farebbe demoralizzare (ma anche impaurire) chiunque!
Così, con fronte vergognosa, Ferrau decide di riscattarsi dalla magra figura e giura che riuscirà a conquistare con onore l'elmo di Orlando, mettendosi subito alla sua ricerca.
Quanta fretta!
Ma vediamo adesso dov'è andato a finire Rinaldo che, come ricorderete, aveva preso la strada opposta.
Beh, Ariosto con lui li sofferma poco: dice soltanto che torna di nuovo ad inseguire il suo cavallo, che addirittura lo vede passare, lo chiama a sè, ma l'animale neanche se lo fila e così lui corre ancora più forte per poterlo acchiappare! Poche parole, ma una nuova figuraccia non da poco, non c'è che dire!
Intanto Angelica continua la sua fuga, timorosa di vedersi spuntare di nuovo di fronte Rinaldo, così come avviene nel mondo animale, quando la preda teme di veder sbucare all'improvviso il predatore che la potrebbe da un momento all'altro divorare.
Ed ecco però che il suo animo viene rasserenato da un luogo bellissimo, fresco, ombreggiato e costeggiato da un piacevole ruscello: il classico "locus amoenus" letterario. Proprio quello che le ci voleva per scaricare la tensione e riposare un po'
Ricordate il lavoro sul locus amoenus fatto lo scorso anno nel corso della lettura del mito di Narciso, no?
Sì prof! Dovevamo descrivere un luogo in cui ci troviamo bene! 
Io ho parlato della mia camera.
Io della palestra in cui faccio danza.
Io della piscina di mia nonna in cui mi tuffo spesso in estate


Comunque, in questo posto fresco e rilassante, Angelica scende da cavallo e lascia l'animale libero di pascolare. Concedendosi finalmente una meritata tregua, la bella donna si rilassa sotto una gradevole copertura di fronde, ma la sua letizia dura pochissimo, perchè sente lo scalpiccio di un cavallo e qualcuno che si sta avvicinando.
Si tratta di un altro cavaliere ancora, che scende da cavallo con aspetto dimesso, e si appoggia per terra con la mano sotto la guancia, fisso come fosse una pietra.
Lei  lo osserva da nascosto, senza farsi vedere... ma si accorge di conoscerlo: il suo nome è SACRIPANTE.


Sacripante se ne sta fisso in quella posizione e in silenzio per circa un'ora, poi comincia a lamentarsi e a questo punto Ariosto, da buon burlone, si diverte a ricercare similitudini esagerate: i suoi lamenti avrebbero potuto spaccare i sassi o ammansire le tigri e le sue guance, a causa delle lacrime, parevano veri e propri fiumi. Eh, che esagerazione! Abbiamo capito: pure questo terzo cavaliere viene preso un giro esattamente come gli altri due :-)
Ma qual è la causa della sua disperazione?
Indovinate un po'... la donna di cui è innamorato.
E indovinate chi è la donna di cui è innamorato?
Angelicaaaaaaaaaaa!!
Noooo, ma come avete fatto ad indovinare?
Proprio così: anche Sacripante è innamorato di Angelica ed è disperato proprio a causa sua, dal momento che è convinto che qualcuno - in particolare il prode Orlando - possa averla sedotta e abbia colto la sua purezza, definita un fiore da lasciare immacolato, una rosa da non cogliere per conservarne intatta innocenza e bellezza.
Prima di vedere la faccia che farà quando si troverà Angelica davanti (perchè lei, furbissima, deciderà di palesarsi per i suoi buoni motivi), soffermiamoci con una piccola riflessione scritta.
Senza pensarci troppo, scrivi ciò che recentemente ti ha fatto disperare.
Elabora la tua riflessione con uno scritto di una decina di minuti, poi nuova condivisione.
Prof, mi ha fatto disperare il compito di scienze! Tutti i nomi non riesco a ricordarli e ho fatto tanta fatica per studiarli. Poi il compito aveva quasi tutte le domande sugli argomenti che non ricordavo.
Io sono disperato adesso perchè ho rotto il cellulare. Senza messaggiare mi sembra di vivere fuori dal mondo.
Io più che disperato sono arrabbiato perchè la mia ex si è messa con quello più antipatico della scuola: aveva detto che non mi avrebbe mai lasciato, invece ha preferito l'altro.
Siamo stati insieme tre mesi, anche se ci siamo visti poche volte. Più che altro ci sentivamo su Whatsapp. Ma io ci sono rimasto male parecchio.

Dopo un po' do condivisione delle nostre sventure, torniamo a seguire le vicende di Angelica che, di nascosto, è stata in ascolto dei lamenti di Sacripante, decidendo, per suo tornaconto, di agire di conseguenza.
Angelica conosceva Sacripante, era stato suo spasimante, e adesso che è sola le serve qualcuno di cui fidarsi che possa proteggerla. Con mentalità opportunistica e calcolatrice, decide di sfruttare l'occasione fingendo di dargli (false) speranze.
Eh... le donne sanno essere perfide se ci si mettono, no?
Certo prof, anche a me è successo che G**** abbia fatto finta di volermi conoscere solo per potersi avvicinare al mio migliore amico che le interessava!
Ecco, appunto.
Angelica quindi appare di colpo al suo spasimante, come se fosse una dea scesa dal cielo, dicendole che ha un'opinione sbagliata su di lei e augurandogli la pace come si conviene faccia una autentica divinità.


Potete solo immaginare la faccia di Sacripante!
E' meravigliato, felicissimo... anzi, aiutatemi voi a cercare degli aggettivi che potrebbero esprimere il suo stato d'animo.
Prof, gli sarà preso un colpo, altrochè!
Sarà stato ultrastupito! Sarà rimasto imbambolato per un'altra ora! Magari a bocca aperta e con gli occhi a cuoricini!

Dopo lo stupore iniziale, in effetti, Sacripante si reca di corsa ad abbracciare la sua amata appena ritrovata, sollevato dal fatto che non sia finita tra le braccia di Orlando, e lei lo tranquillizza dicendogli che non si è concessa al prode paladino.
Ariosto si diverte ancora a giocare con l'ironia dicendo che non si sa se Angelica abbia detto la verità o meno, però quello che è certo è che è furbissima e, dicendo quelle parole, la donna sa che legherà ancora di più a sé l'uomo che di lei è innamorato pazzo. Furbizia femminile, non c'è storia!
Soddisfatto per questa rivelazione, Sacripante cambia improvvisamente idea sull'illibatezza della sua amata: adesso non si tratta più di conservare intatto il fiore, anzi, considera Orlando uno stupido per non aver approfittato dell'occasione e ci penserà lui a possedere la bella Angelica, a prendere quel fiore che prima considerava inviolabile, convinto che tanto incontrerà il favore della donna.
Ancora una volta Ariosto rende ridicolo un cavaliere che, nel giro di pochi minuti, afferma tutto il contrario di ciò che aveva pensato prima.
Piccola pausa prima di incontrare l'ultimo personaggio che farà la sua comparsa nel primo canto.
Modalità che ormai conosci: penna, foglio e 20 minuti di scrittura ininterrotta.
Conosci qualcuno che cambia idea con estrema facilità? Pensa ad un episodio avvenuto.
Ti è mai capitato di cambiare idea su qualcosa? Cosa? Per quale motivo?
A me capita continuamente di cambiare idea. Prima, ad esempio, credevo che andare in piscina al corso di nuoto fosse noioso, poi ho scoperto che è divertente.
Conosco un ragazzo che ogni volta dice il contrario di quello che aveva detto il giorno prima. E si arrabbia se glielo fai notare, dicendo che il bugiardo sei tu! La mia mamma mi dice di non invitarlo più a casa perchè fa prendere il nervoso anche a lei.
Io ho cambiato idea su una maestra delle elementari: nei primi giorni mi sembrava buonissima, poi l'ho conosciuta meglio ed era malvagia. Aveva fatto finta di essere simpatica, forse. Dopo voleva che fossimo sempre in silenzio e ci brontolava in continuazione. Un incubo!

Ok, torniamo alla nostra lettura, anche perché siamo quasi giunti alla conclusione del canto.
Però prima dobbiamo fare la conoscenza di un nuovo cavaliere, l'ultimo (ma non ultimo per importanza eh... anzi... mentre Rinaldo, Ferrau e Sacripante compaiono a inizio poema ma poi non si nominano quasi più, il cavaliere che staremo per conoscere è un personaggio importantissimo all'interno della trama).
Proprio mentre Sacripante si accinge ad abbracciare la sua Angelica, che lui crede ormai completamente in sua mercè, sopraggiunge un cavaliere vestito di bianco con una piuma in testa.


Prof!! Un altro ancora?
Ma quanti cavalieri ci sono dentro questo bosco? Non dovrebbero essere a fare la guerra?
Eh, avete ragione. Il bosco è frequentatissimo, in effetti. Ma ricordatevi che la trama dell'Orlando Furioso ha una struttura tutta intersecata, uno scarabocchio al posto della linea dritta per capirci, e tutto ciò che sembrerebbe essere in un certo modo, si rivela poi essere tutto il contrario di ciò che l'apparenza suggerirebbe.
Innervosito per esser stato interrotto, il nostro Sacripante decide di sfidare immediatamente a duello il cavaliere misterioso, sicuro di poterlo battere con estrema facilità.
Ma, come al solito, i piani non vanno mai come dovrebbero e, dopo una caduta di entrambi da cavallo, il cavaliere di bianco vestito si rialza in piedi subito, mentre Sacripante rimane a terra, per giunta sotto  l'animale che lo sta quasi schiacciando.
Poi, dopo aver facilmente vinto, il cavaliere ignoto, sdegnoso, non si preoccupa del rivale lasciato a terra e se ne va al galoppo del suo destriero.
Accidenti, che figuraccia che ha fatto Sacripante! E proprio davanti ad Angelica!


Oddio prof! Una figura tremenda! Io non mi sarei alzato più, avrei fatto finta di essere morto stecchito!
E' come se faccio a botte con un compagno davanti a tutti e cado per terra con la bicicletta che mi cade sopra! Tutti riderebbero di me! Magari anche la I*** che mi piace tanto... il pensiero mi mette una angoscia!!!

Eh, pure lui rimane molto male! Sacripante inizialmente se ne sta sbigottito, come accade al contadino che rimane fisso a guardare i buoi che sono stati improvvisamente uccisi da un fulmine, poi si lamenta a terra per la vergogna, infine se ne sta muto, ormai affranto e demotivato per la terribile onta subìta.
Angelica cerca di tirarlo su di morale, dicendo che la colpa di quanto è successo è da attribuire al cavallo che non ha saputo mantenere l'equilibrio e aggiunge che in una contesa chi abbandona il campo è sempre il perdente, quindi in questo caso l'altro cavaliere.
Sì sì, tutte belle parole - che la donna ha minuziosamente calcolato, è chiaro - ma Sacripante ha preso una di quelle batoste che si ricorderà per un bel pezzo.
Prof, Angelica è una furba e pure un po' bugiarda! Stavolta chissà perchè non è scappata...
Ma certo che non scappa! Sacripante le serve, no? L'ha scelto apposta perchè lo vuole come suo aiutante! E ora cerca di tirarlo su di morale con una scusa che più falsa non si può! Mah... le donne!!

E a te è mai capitato di fare una figuraccia davanti alla persona a cui tenevi come è successo al povero Sacripante?
Stavolta proviamo a discuterne e vediamo se qualcuno è così coraggioso da raccontarlo ai compagni.
La figuraccia l'ho fatta in palestra quando non riuscivo ad arrampicarmi sulla pertica. Tutti un pochino si erano alzati da terra e io niente. Insomma, tutti mi guardavano e mi sono sentito in imbarazzo.
A me è successo quando devo salutare per forza i parenti che non conosco: qualche giorno fa sono arrivati a casa mia mentre ero a giocare con una ragazza che mi piace e la  mia mamma me li ha fatti salutare e abbracciare per forza, brontolandomi perchè ero troppo imbranato!
Anch'io mi sono vergognato della mia mamma che guardava la partita nelle gradinate. Ha cominciato a urlare, arrabbiata perchè secondo lei l'arbitro aveva sbagliato, invece è lei che di calcio non capisce niente e vuole fare tanto la bravona! I miei compagni di squadra la guardavano e ridevano e io volevo fare finta di non conoscerla!

Siamo giunti quasi alla fine del canto, quindi ancora qualche minuto di attenzione.
Nel bosco appare una nuova figura ancora, stavolta un messaggero a cavallo. Costui chiede informazioni in merito ad un cavaliere vestito di bianco che sta cercando. Sacripante gli dice che non solo lo ha visto, ma che è stato da lui appena battuto, così prega l'uomo di rivelargli l'identità di questo strano personaggio, di modo che possa riscattare al più presto la sconfitta subìta.
Il messaggero lo accontenta immediatamente è gli rivela che il cavaliere che lo ha appena battuto è in realtà una donna, una valorosa guerriera di nome BRADAMANTE.


Secondo voi come sarà rimasto di fronte a questa notizia?
Prof!! Non bastava la figura fatta prima! Ora scopre che lo ha sconfitto una femmina! Ariosto lo vuole proprio massacrare, eh!
Comunque deve essere rimasto molto male...

Certo, è rimasto malissimo! Sconfitto dopo pochi minuti, col cavallo che gli è caduto sopra, e tutto ciò glielo ha pure provocato una donna!
Il suo volto diventa rosso dalla vergogna e sale con Angelica a cavallo, abbandonando tutti i desideri piacevoli che provava solo poco tempo prima nei suoi confronti.
Ma le sorprese non finiscono ancora e ad un certo punto compare Baiardo, il cavallo di cui è alla disperata ricerca Rinaldo, quel primo cavaliere che nelle ottave iniziali camminava nel bosco a piedi.
Sacripante cerca di avvicinarsi all'animale, ma questi gli tira dei calci tremendi per respingerlo, mentre si reca, mansueto come un agnellino, da Angelica, ricordandosi che a suo tempo la donna si era occupata di lui.
Ecco, vedete, Ariosto fa fare più bella figura al cavallo che ai cavalieri, non solo negli atteggiamenti di riconoscenza, bensì anche nell'aspetto fisico, infatti Baiardo viene descritto come animale elegante e di colorazione dorata!
La bella Angelica si rabbuia velocemente perchè compare di nuovo Rinaldo di cui Ariosto svela un retroscena non esplicitato ad inizio canto: Rinaldo aveva bevuto alla fonte dell'amore ed è anche per questo che è irrimediabilmente pazzo di lei, mentre Angelica aveva bevuto alla fonte opposta, quella dell'odio, quindi la sua maggiore preoccupazione è quella di tenerlo il più lontano possibile. In pratica lui la ama e lei lo odia! Perfetto, no?
Ottimo prof! Sembriamo io e la B***: io la amo, lei mi odia! Mi ci vorrebbe quella fonte, così la faccio bere alla cannella dell'amore!
Io invece farei bere l'acqua dell'odio ad una che si è innamorata di me e che cerca di starmi sempre appiccicata: non mi piace, non la voglio e non so come fare per non vederla più!

Comunque, quando vede Angelica timorosa di Rinaldo, Sacripante riprende la sua baldanza e si dice offeso del fatto che non lo consideri capace di difenderla e che non riponga fiducia nelle sue doti guerresche.
Ecco...dimostra proprio di non aver capito nulla, vero? Ma se ha appena fatto una figura tremenda!
Infine, dato che il canto è diventato un po' troppo lungo, Ariosto dice di voler interrompere momentaneamente la vicenda, perchè teme che altrimenti il lettore potrebbe annoiarsi.
E siamo quindi arrivato alla fine della nostra prima lettura.
Che ne pensate?
Prof! Ma è divertente! 
E' buffo, prof! Qui si incontrano, poi fuggono, poi si incontrano di nuovo.
Un bosco pieno di gente, tutti innamorati di una donna sola... che intrecciume! Sembra Beautiful!
Ma poi come si diverte Ariosto a prendere in giro i personaggi! E' strano vedere questi cavalieri così imbranati!

Vediamo di svolgere alcune attività riferite al canto appena letto, così da avere modo di rielaborare e consolidare le nostre conoscenze


Attività da svolgere individualmente:

Elaborare una tabella a T in cui inserire nomi di personaggi e loro comportamenti/azioni, con riferimenti precisi al testo




  • Indicare più scene possibili in cui si nota il tono ironico e divertito dell'autore;
  • Spiegare se sembra che Ariosto provi simpatia per qualche personaggio in particolare, motivando con riferimenti al testo;
  • Indicare quali elementi potrebbero definirsi appartenenti al genere fantasy (è possibile consultare la mappa sul genere fantasy elaborata lo scorso anno nelle attività a classi aperte) e al genere avventura appena affrontato.

Attività da svolgere a piccolo gruppo:
  • provare a creare uno storyboard, disegnando i passaggi principali del canto. Nel gruppo ci sarà chi disegna e chi progetta le scene da rappresentare e chi scrive le didascalie sotto i disegni. Ne uscirà fuori un giornalino con immagini a vignette, come se si trattasse di una sorta di fumetto. 
  • dopo lo storyboard, elaborare una sintesi del canto. Mi raccomando: vietato dilungarsi troppo!
La prof stessa ha rappresentato un suo storyboard in maniera stilizzata, giusto per farvi vedere che non si tratta certo di una impresa impossibile!



Nelle vostre vignette cercate di inserire più dettagli e di rendere il tutto più ordinato, così da poter creare dei "giornalini illustrati" da far consultare anche ai ragazzi di altre classi che magari non conoscono la storia di questi paladini.

Tutto chiaro? Ok.
Buon lavoro e... scommetto che ci sarà da divertirsi un mondo nel momento della condivisone!
Sono curiosissima di vedere i vostri disegni e di leggere le vostre riflessioni.
E scommetto che lo siete anche voi! ;-)
Ovviamente nel blog tutto verrà testimoniato, come di consueto.
Alla prossima lettura! Perchè l'intreccio del poema continua... eccome se continua!