mercoledì 11 novembre 2020

Deducendo Foscolo

 

Ecco qua! Nel corso delle prossime lezioni faremo la conoscenza di Ugo Foscolo, un poeta vissuto tra il 1700 e il 1800 e morto ancora giovane, all'età di 49 anni.
Vi avverto che la filastrocca "Ugo Foscolo è nato nel 1778 e morto nel 1827..." non la voglio, intesi?
  • Nota della prof: questa frase l'ho sentita pronunciare un sacco di volte, me compresa, però, se ci pensiamo bene, spesso è proprio così che vengono presentati i grandi personaggi della letteratura e i ragazzi non fanno altro che seguire dei modelli che il manuale o, nostro malgrado, noi stessi docenti proponiamo loro come introduzione alla poetica dell'autore. Vediamo di procedere in modo un pochino diverso, ossia facendo scoprire la personalità, la poetica e lo stile di scrittura del personaggio letterario da studiare direttamente permettendo ai ragazzi di ricavare informazioni dal testo originale, senza fornire nessuna anticipazione e senza leggere alcuna informazione dal libre di testo.  I ragazzi forse lo potranno trovare un po' più difficile, ma sono sicura che lo apprezzeranno. E comunque, sono pure le Indicazioni nazionali che richiedono in maniera esplicita di far acquisire tale tipo di competenza, quindi non provare l'esperimento mi sembrerebbe una grande occasione sprecata.
Vi avverto anche che vi proporrò una serie di domande nel corso della lezione e comincio subito chiedendovi cosa è successo di storicamente importante negli anni in cui Foscolo è vissuto. Ricordate che in dad avevamo affrontato proprio quel periodo, vero?
- Sì prof, abbiamo ancora le mappe e gli appunti salvati sul computer.
Meno male! Quindi? Avvenimenti importanti? Non tutti hanno la mano alzata - a dir il vero - ma diversi di voi sì. E non nego che mi faccia piacere.
- La Rivoluzione Americana!
- La Rivoluzione Francese!
- Le idee illuministe che si diffondono nel mondo!
- L'impero di Napoleone!
- La sua sconfitta a Waterloo, il suo esilio 
- L'Europa che vorrebbe cancellare tutto e tornare indietro!
Molto bene! E alcuni avvenimenti storici che avete nominato influiranno, come vedrete, sulla vita del nostro autore. Ma non ne parleremo adesso, perché non ho intenzione di anticiparvi nulla della sua biografia. Scoprirete da soli quali sono stati gli eventi storici e personali che l'hanno segnato, così come scoprirete da soli quali tematiche contraddistinguono le sue opere.
Leggendo dal libro in modo autonomo le parti introduttive di questo nuovo argomento di letteratura?
Neanche per sogno! Quelle riservatele ad un momento successivo, solo a conferma delle vostre ipotesi.
Adesso occupiamoci solo di leggere i suoi scritti e di ricavarne più informazioni possibili.
Pronti? Cominciamo!


Partiamo da una poesia di Foscolo che avete già conosciuto durante le attività di orientamento e che l'autore aveva scritto quando aveva 25 anni: il suo autoritratto. 

Qui, per chi fosse interessato, l'attività sull'orientamento a cui si fa cenno:


Rileggiamo la poesia in modalità autonoma, quindi annotiamo le informazioni che possiamo ricavare e che andremo a condividere.


Cosa potete dedurre da queste parole?
Il suo aspetto fisico! Occhi intensi, capelli rossi, pallido, denti bianchi, labbra carnose...
Corporatura proporzionata e petto largo.
L'abbigliamento semplice e curato.
Piaceva all'epoca alle donne un uomo messo fisicamente così?
Certamente! Vi anticipo che il suo fascino conquistò molte donne, alcune pure già sposate.
Beato lui! Ma dal ritratto tanto bello non sembrerebbe...
In un uomo mica si guarda solo l'aspetto fisico, eh!
Ma neanche nelle donne! Anche se... insomma, se una è bella è meglio, no?
Oltre all'aspetto fisico, cosa dice Foscolo di sé? Cosa avete annotato?
Che era sveglio, leale e che amava spendere i soldi. Dice anche che 
E che aveva tante virtù ma anche tanti vizi.
Triste nella maggior parte dei giorni, solitario e sempre pensoso.
Anche inquieto, "agitato" insomma,  ma anche tenace e coraggioso.
Capisce che dovrebbe seguire la ragione, ma spesso segue il cuore, si lascia dominare dai sentimenti, dalla passione. Quindi anche dall'amore e dalle donne che gli piacciono.
Dice anche che lui si scontra con il mondo e che anche il mondo si scontra con lui, quindi deve essergli successo qualcosa che lo ha fatto soffrire.
Alla fine si capisce che vuole diventare famoso e che ci riuscirà dopo la morte.
La morte lo farà riposare: se era molto pensieroso e agitato, smettendo di pensare e di agitarsi si sarebbe riposato davvero.
Molto bene ragazzi! Proviamo ad elencare alcune informazioni interessanti che potranno rivelarsi utili per la sua biografia e per comprendere la sua produzione letteraria rispondendo a questa sollecitazione: che personalità aveva Ugo Foscolo? Che cosa vuole ottenere nella vita?



      
 Foscolo ci appare così:
  • passionale
  • pensieroso
  • malinconico
  • irrequieto
  • sveglio
  • tenace
  • leale
  • coraggioso
  • spendaccione
  • solitario
  • si arrabbia facilmente
  • virtuoso ma anche vizioso
  • va dietro al cuore e non alla ragione
  • lui è contro al mondo, ma anche il mondo è contro di lui
  • vuole ottenere la fama
  • sa che la sua irrequietezza finirà solo con la morte
Vi comunico che siete stati molto in gamba: avete già individuato delle informazioni interessanti che ci saranno molto utili nella prosecuzione del nostro percorso.
Ottimo lavoro! Tenete da parte le vostre annotazioni e proseguiamo.

Adesso cerchiamo di fare un lavoro simile leggendo un'altra poesia di Foscolo, famosissima: il suo titolo è A Zacinto e vi anticipo soltanto che l'autore la dedica alla sua isola natìa, attualmente non più chiamata così, ma denominata Zante. 


Come potete osservare dalla carta, si tratta di un'isola greca che ancora oggi accoglie molti turisti, attratti sia dalle bellezze paesaggistiche, che dal mare cristallino tipico di queste zone.


Vi avviso: il linguaggio non è semplicissimo da comprendere e frasi/espressioni/parole sono molto ricercate.
Avete notato, anche solo ad una prima occhiata, quanto è lungo il primo periodo? Dove si trova il punto?
Ma è lontanissimo, prof! Dal verso 1 si arriva al verso 11!
Esattamente. E adesso proviamo a individuare i verbi di questo lungo periodo, così da capire da quante frasi risulta composto.
Riuscite ad indicarmi tutte le forme verbali? Non vi preoccupate se, al primo impatto, non vi sono chiari i loro significati, perché ve li chiarirò in un secondo momento. E, se alcune forme verbali vi sfuggono, sono qui per aiutarvi ad individuarle, perciò non preoccupatevi neppure di questo.
Allora, i verbi sono: toccherò... giacque... specchi... nacque... fea... tacque... cantò... baciò.
Perfetto! Ben otto frasi come discorso di esordio poetico. Non male, no?
Cosa notate a proposito dei tempi verbali prevalenti utilizzati?
Sono verbi quasi tutti al passato remoto, sei su otto. Potrebbero indicare qualcosa di lontano nel tempo, riferito a molti anni prima e qualcosa che ormai non c'è più.
Proprio così. E lo vedremo presto.
Cominciamo leggendo integralmente questa poesia ed io vi aiuterò un po' nella parafrasi per comprenderne meglio il senso generale, visto lo stile decisamente complesso.
Le deduzioni, ossia le conseguenze logiche che ne farete derivare, dovranno però essere solo ed esclusivamente vostre, intesi?
Ok prof! Siamo pronti!
Bene. La poesia è questa. Trascrivetela sul quaderno, poi ne seguirà lettura e, per facilitarvi il lavoro, eseguirò una parafrasi in modalità orale (chiudete il libro non appena avrete finito di scrivere perché, come sapete, il testo mette a fianco già pronte spiegazioni, note e parafrasi; voglio solo che ascoltiate e che prendiate appunti sul vostro quaderno).


Adesso avete tutto ciò che vi serve per appuntare le vostre osservazioni e deduzioni.
Annotate tutto ciò che ritenete importante per ricavare informazioni su biografia, tematiche e stile di scrittura del nostro autore, poi passeremo alla consueta condivisione.
Allora? Quali sono le vostre deduzioni su Foscolo? Sono molto curiosa...


- scrive sonetti, cioè poesie formate da due quartine e due terzine
- il linguaggio è un po' difficile da comprendere
- il sonetto è dedicato a Zacinto perché lui è nato qui e ci è vissuto da bambino
- non descrive il paesaggio di Zacinto, ma fa il nome di personaggi mitologici che possono essere collegati all'isola, come Venere che è nata in quelle acque e Omero, che ha descritto le bellezze naturali del posto e che ha parlato anche di Ulisse
- di Ulisse dice che ha avuto un esilio diverso. Forse dal suo. Lui non è più nelle sue terre d'origine perché, forse, è dovuto andare in esilio anche lui
- anche Ulisse è originario di un'isola greca, Itaca, ma lui lì ci torna; Foscolo dice invece che non ci tornerà più
- alla sua isola potrà solo dedicare dei versi, ma non ci potrà tornare
- nella sua tomba non andrà a piangere nessuno

Un po' di immagini sui riferimenti antichi e mitologici che compaiono nel testo:

Nascita di Venere di Sandro Botticelli
Galleria degli Uffizi

statue di Omero e Ulisse

Ancora un ottimo lavoro, ragazzi. Bravi! Ricapitolando: quali tematiche vi sembra risultino trattate? Elenchiamole insieme:
  • il ricordo, la nostalgia
  • l'amore per la terra in cui è nato
  • l'allontanamento, l'esilio 
  • il dolore, la solitudine
  • la sepoltura, la tomba
  • fascino per il mondo classico


Avete, giustamente, osservato che il linguaggio non appare affatto semplice, ma proviamo lo stesso a soffermarci su questo tipo di lessico, così raffinato e ricercato. Avete anche, giustamente, parlato di fascino per il mondo classico ed è proprio così: accenni a personaggi mitologici, ma anche costruzioni sintattiche ed espressioni che ricordano le lingue antiche, oltre ad una minuziosa attenzione alla terminologia.
Osservate, ad esempio, le parole che usa quando parla dell'isola natìa. Quali sono e cosa significano, secondo voi?
- Zacinto mia e o materna mia terra: la considera quasi una madre, un suo parente, una sua proprietà, quasi come se fosse solo la sua
- alla fine si considera suo figlio e usa proprio questa parola
- Itaca di Ulisse invece è definita petrosa: dà tutta un'altra sensazione, tutta un'altra immagine! Più dura, non accogliente come Zacinto
- nei versi in cui parla della sua isola ci sono molte negazioni: , non... forse perché sa che non ci tornerà e insiste a volerlo ripetere, però in fondo si capisce che gli dispiace tanto
- usa la parola fato, viene dal mondo classico
- del fato, che è il destino, dice che che gli riserva una tomba su cui nessuno piangerà: la parola illacrimata rende l'idea, mi piace
- il sorriso di Venere che rende fertile la terra ha qualcosa di magico... sembra una scena fantasy!
- nei primi versi mi colpiscono le parole in cui si sente il suono della S: sacre, sponde, specchi, isole, sorriso...

Ma i miei complimenti! Non solo siete stati ottimi osservatori dei termini utilizzati, ma ne avete anche compreso bene il senso e avete pure anticipato alcune riflessioni sulle figure retoriche presenti nel testo: il suono della consonante S che torna spesso è chiamata "allitterazione", mentre negare per ottenere una espressione affermativa, quindi contraria a quello che si vuole esprimere (come nel caso di Omero che non tacque le bellezze dell'isola, nel senso di esaltò le bellezze dell'isola) è definita "litote". Siete davvero fortissimi!

Qui un video che può aiutarti a capire le principali figure retoriche, che - comunque - ripasseremo insieme e che studierai in maniera più puntuale alle scuole superiori.


Adesso la prossima consegna: in base a quanto letto nel testo poetico, quali sono le domande che vi vengono in mente?
Scrivetele nel lato sinistro del foglio e, accanto (o di seguito, se lo preferite), provate a rispondere formulando delle ipotesi tutte vostre, che - ovviamente - dovranno risultare logiche e consequenziali.
Se le vostre ipotesi sono giuste, ve lo svelerò strada facendo. Per ora annotate tutto e tenete da parte il lavoro. Verificheremo presto se le vostre deduzioni sono corrette.  
Allora, pronti con domande e ipotesi? Cominciate pure. 
Finito il lavoro, come sempre, condivideremo tutte le riflessioni che siete stati in grado di produrre.


Domanda: Foscolo è un autore della letteratura italiana e il suo nome e cognome sono italiani. Perché è nato in Grecia?
Ipotesi: Forse i suoi genitori erano di passaggio oppure originari di quei luoghi, chissà...

Domanda: quando è venuto a vivere in Italia e perché?
Ipotesi: da adulto, perché nel sonetto si dice che era fanciulletto quando si trovava a Zacinto. Forse uno dei genitori era italiano, anzi sicuramente il padre, perché il cognome è italiano.
Oppure viene in Italia per seguire le idee dell'Illuminismo, che qui si erano diffuse di più rispetto alla Grecia.

Domanda: perché non può più tornare nella sua terra d'origine?
Ipotesi: parla di esilio diverso rispetto ad Ulisse. Diverso dal suo, magari perché Ulisse riesce a tornare e lui non ce la fa. Magari ha fatto qualcosa di grave oppure qualcuno  lo ha cacciato.

Domanda: perché non descrive il paesaggio dell'isola, che sicuramente era ed è bellissimo?
Ipotesi: perché gli interessa dimostrare che la sua terra è quasi magica e che non si tratta di una terra qualsiasi. Infatti nomina figure mitologiche, come Venere, Omero e Ulisse.

Domanda: perché dice che nessuno piangerà sulla sua tomba?
Ipotesi: perché sa che andrà a vivere lontano dal suo paese, che non tornerà più e che morirà lontano, quindi verrà sepolto nel luogo in cui si trova.

Domanda: perché ha usato un linguaggio così difficile?
Ipotesi: forse per più di un motivo: per far vedere quanto era colto, per fare colpo sui lettori e ottenere la fama, perché prende come modello le lingue antiche.


Che dire? Tutti voi lettori del blog Foscolo lo conoscete e lo conoscete pure bene, quindi non siete d'accordo con me se vi dico che hanno formulato delle ipotesi molto vicine al vero? Sono sicura di sì, però non diciamoglielo ancora... limitiamoci a far loro i nostri complimenti. Saranno incentivati a lavorare con la medesima efficacia pure nelle deduzioni successive. 
Ciò che invece verrà loro richiesto sarà una riflessione di natura metacognitiva sulle attività appena svolte.
Questa la scheda utilizzata sarà la seguente:



La metacognizione finale, per riprendere le parole del pedagogista/matematico-informatico Seymour Papert, è sempre utile perché "si impara ascoltando e leggendo, cliccando e osservando, tuttavia si impara meglio facendo. Ma si impara ancora meglio se si combina il fare con il parlare di quello che si è fatto e con il riflettere su quanto si è fatto". 
E, mi raccomando, seguiteci sempre su tutto quello che stiamo facendo: il feedback proveniente da lettori competenti ci è parimenti utile. Sia a loro che a me. 
A presto! 

Nessun commento:

Posta un commento