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martedì 8 ottobre 2024

Lettura, scrittura, studio... a partire dagli oggetti

 


Con la classe prima, composta da ragazzi che nella quasi totalità si conoscevano, è stato un successo cominciare l'anno scolastico con la fiction, in particolare con la scrittura di racconti i cui protagonisti erano oggetti di uso quotidiano destinati a nuova vita.
Lo spunto lo abbiamo preso leggendo due albi illustrati, ma numerosi sono i riferimenti letterari a cui attingere per fornire spunti di scrittura intelligenti e creativi, come quelli suggeriti da grandi maestri quali Bruno Munari e Gianni Rodari.

Noi siamo partiti quest'anno da questi due albi, semplici ed efficaci: Chiuso per ferie di Maja Celija e La vita nascosta delle cose di Marianna Balducci.



Qui è possibile leggere tutto il percorso fiction svolto nei primi giorni di scuola in una classe prima: Partenza con la fiction
Qui si possono leggere le storie collettive fiction create sempre dai ragazzi di prima a partire dai personaggi dei loro micro-racconti: Storie fiction collettive
Giusto per dare un'occhiata anche agli scritti di avvio della classe seconda, qui si possono leggere i micro-racconti estivi autobiografici ispirati ai brevi ricordi del libro Non ero iperattivo, ero svizzero: Pillole di memoria estive
Lascio infine qualche idea ricavata dal libro Fantasia di Bruno Munari da sviluppare come avvio di laboratorio di scrittura o, come avevo fatto a suo tempo, come consegna estiva da recuperare a inizio anno scolastico per percorsi ordinari di scrittura: A tutta creatività (estiva) con Bruno Munari

Ma, tornando al nostro focus iniziale, continuare a seguire la suggestione derivante dagli oggetti quotidiani che cambiano il loro uso, può rivelarsi interessante in molteplici occasioni.
Vediamone alcune.

Per rimanere sulla fiction e parlare, ad esempio di genere horror (o per svolgere alcune letture in occasione della ricorrenza di Halloween) perfetto è il racconto di Guy de Maupassant La rivolta degli oggetti.
Io leggerò la versione presente nel libro Paura! Classici col brivido adattati da Donatella Ziliotto e illustrati da Laura Re di Einaudi Ragazzi.



Ma gli oggetti ci forniscono ottimi spunti di pre-scrittura (e scrittura) anche se intendiamo passare al genere autobiografico.
Numerose sono le poesie che vi fanno riferimento e che possiamo leggere per dare avvio a riflessioni e sollecitazioni di scrittura. 
Io ho scelto Fra tutti gli oggetti di Bertold Brecht perché mi piacciono molto i testi poetici che sfumano delicatamente verso la prosa


Oppure si possono leggere albi illustrati molto impattanti, come Il cassetto dei ricordi di Lorenza Farina, illustrato da Lucia Ricciardi


Ma gli oggetti sono fantastici anche per facilitare lo studio della storia, come ben spiega il prof Antonio Brusa e come ben spiega il libro Fare storia con gli oggetti di J.S. Mestre e N.L. Molina.
In prima, ad esempio, possiamo concederci un bell'approfondimento sull'arazzo di Bayeux per conoscere oggetti di guerra e di uso quotidiano ai tempi della battaglia di Hastings (1066) e della conquista normanna dell'Inghilterra.
Qui il suggestivo video animato dell'arazzo stesso


Così come altrettanto affascinanti risulteranno ulteriori approfondimenti su gioielli, capi d'abbigliamento o oggettistica da cucina di popolazioni vissute in loco (spesso i musei d'arte medievali delle nostre città ne sono pieni!) oppure incunaboli conservati in biblioteche, eremi o monasteri o ancora oggetti da caccia/agricoli ricavabili da dipinti o sculture, come nel caso delle opere in pietra, rappresentanti il  ciclo dei mesi, realizzate nella prima metà del 1200 e posizionate sopra il portone di ingresso della Pieve di Santa Maria Assunta di Arezzo, la nostra città.


E di sicuro penserò a strutturare un'attività interdisciplinare focalizzata sull'invenzione medievale degli occhiali, così come si spiega a pag. 100 del libro citato



Insomma... partenza con gli oggetti, continuazione con gli oggetti.
Credo proprio che ci divertiremo (e che mi divertirò ;-))

martedì 25 ottobre 2022

Di scelte, libero pensiero, pregiudizi e orientamento

 



Tempo di pensare alla scelta delle scuole superiori, tempo di orientarsi.
Iniziamo parlando delle nostre caratteristiche personali, dei nostri punti di forza e di come ci immaginiamo da grandi. E lo facciamo in modo rigoroso e strutturato, ma anche in ottica ludica e creativa.

In classe seconda si discute delle nostre abilità, delle nostre passioni e si crea un grande "albero dei talenti", pronto ad accogliere nuove foglie ogni volta che ci rendiamo conto di possedere un punto di forza in più




Partecipiamo al concorso "La mia classe è un universo" e ci disegniamo, scrivendo a lati i nostri punti di forza e di debolezza e se ci piacciono più le attività di tipo pratico o teorico.
Ma l'aspetto più divertente riguarda i nostri video di presentazione.
Pochi minuti per parlare di noi, dei nostri interessi e di come ci immaginiamo da grandi...
Per niente facile, ma i risultati sono stati strepitosi! Qui solo un assaggio.  

In classe terza si parla invece di scelta della scuola superiore in modo più rigoroso e strutturato, ma senza dimenticare, neanche stavolta, l'aspetto ludico e quello creativo.
Disegniamo i nostri lineamenti, cerchiamo tre aggettivi per definirci, indichiamo le nostre passioni e i nostri punti di forza e concludiamo con la frase Da grande vorrei...



Da grande vorrei... 
diventare estetista, parrucchiera, calciatore, meccanico
fare la ricercatrice in un laboratorio
avere il posto fisso, aiutare gli altri
viaggiare per il mondo 


Proseguiamo, quindi, con il miglior strumento che può venirci in supporto per riflettere su noi stessi e il mondo: il libro. In particolare, soffermiamoci su alcuni punti del libro che stiamo leggendo in classe ad alta voce, ovvero Grande di Daniele Nicastro.
La madre di Luca, protagonista del romanzo, parla di scelte della scuola superiore in modo giudicante: "gli istituti professionali sono per chi non ha voglia di studiare" - afferma, convinta, davanti alle amiche. 
Riflettiamo su questa frase.  L'hai mai sentita pronunciare? Che effetto ti ha fatto? 
Luca dice che farà il liceo classico perché gli piacciono i libri e, visto che dovrà studiare un sacco, ha intenzione di studiare quello che gli piace. Cosa ne pensi?

riflessione di G., che non è d'accordo con questa affermazione

                                     riflessione di S., che è d'accordo con questa affermazione

riflessione di V, che non le manda a dire
a quegli adulti pieni di pregiudizi


Adesso osserviamo questi meme che girano in rete e sui social



IPSIA sta per Istituto Professionale Statale Industria e Artigianato.
Cosa rappresentano questi meme? Che significato hanno, secondo te?
Ti sembra che ci siano analogie tra questi meme e le parole della mamma di Luca?
Qui un assaggio di ciò che è emerso nel corso della discussione:
- Sì, nei meme il professionale è considerato scuola per chi non ha voglia di fare niente. Anzi, per chi ha voglia di distruggere tutto (guerra, pistole...). Secondo me è esagerato!
- Non è vero che al professionale vanno alle feste con i carri armati, però è vero che i cani antidroga ci sono sempre all'ingresso della scuola. I miei genitori non vogliono che mi iscriva lì. Dappertutto, ma non al professionale, mi hanno detto!
- Non è vero che i cani antidroga sono solo al professionale, sono anche in altre scuole. E poi io conosco dei ragazzi che vanno allo scientifico e si fanno le canne anche loro.
- Al professionale in classe fanno una grande confusione, nelle altre scuole non glielo permettono. Poi ci sono tanti maschi e i maschi fanno più confusione e fanno le risse.
- Nella classe di mio fratello, che è in quarta, non c'è confusione. Lui ci va volentieri e ci sono anche delle belle ragazze 
- Una volta ad Arezzo l'istituto professionale per orafi aveva molti iscritti perché c'erano tante fabbriche d'oro. Anche il mio babbo lo ha fatto. Ora molte fabbriche sono chiuse, forse gli iscritti sono di meno anche per questo.
- Certo, i genitori vogliono farci fare il liceo! Io non ho voglia di fare il liceo, non ho voglia di stare tutto il giorno sopra i libri.
- Comunque una volta non tutti andavano al professionale se volevano fare gli orafi. In terza media smettevano di studiare e andavano a lavorare in fabbrica. Anche il mio babbo e la mia mamma hanno fatto così.
- La mia mamma invece ha fatto ragioneria e ha detto che una volta tanti si iscrivevano lì per imparare a fare gli impiegati o altri lavori d'ufficio. Faceva certe materie strane... per scrivere a macchina! Mi fa strano che non ci fossero i computer, sembra di parlare dell'età della pietra! Eppure la mia mamma non è neanche tanto vecchia (ma neanche tanto giovane)
- di questi meme mi fanno ridere le padelle nello zaino degli studenti dell'alberghiero. Io ci voglio andare e magari una padella nello zaino ce la metto veramente
- Macché, ci sono i laboratori! Meglio le scuole dove si fa qualcosa e ci insegnano una professione, che quelle in cui c'è solo da studiare sui libri. A me non interessa fare l'università
- A me sì!
- E allora il liceo fallo te! Io voglio lavorare. Comincerò col mio babbo, che fa l'idraulico e che dice che è un mestiere molto ricercato. Ed è vero perché lo chiamano sempre, anche la domenica!

A proposito di licei, osserviamo queste scritte sui muri

 
 

Qual è il significato di queste scritte, secondo voi? Che idea di liceo ne emerge?
- Il liceo scientifico appare come una scuola inutile e che manda fuori di testa
- Sembra che una ragazza abbia sbagliato a scegliere, come se fosse stata drogata quando ha fatto l'iscrizione. Spero anch'io di non sbagliare e volevo proprio iscrivermi al liceo scientifico. Se quando sono lì mi accorgo che non sono fatta per quella scuola?
- Puoi cambiare! In casa mia i miei fratelli lo hanno fatto e non è morto nessuno.
- Sì, ma io non voglio far spendere soldi inutilmente ai miei genitori e non voglio perdere tempo! Speriamo che non  mi succeda.
- Sempre liceo, liceo, liceo... sembra che le altre scuole non ci sono. 
- Anche in casa mia si parla solo di liceo.
- Invece da me no, mi hanno detto di decidere come voglio, ascoltando i professori e andando a visitare le scuole quando ci saranno gli open day.
- Quelle scritte sono un po' vere. Secondo me chi va al liceo è "fatto" veramente. Oppure secchione.
- Non è vero. I miei amici vanno allo scientifico e li vedo spesso in giro. E poi continuano a venire agli allenamenti di calcio.
- Il liceo è per chi ha voglia di studiare, i tecnici e i professionali per chi ha voglia di andare a lavorare subito.
- Come se fosse facile trovare subito un lavoro!
- Il liceo è per chi vuole fare l'università. Sennò come fai a farla se non sei preparato?
- Ma non è vero! L'università si può fare dopo qualsiasi scuola superiore. Mio fratello ha fatto un istituto tecnico e ora fa l'università. Va anche bene. Visto?
- Lei che insegna italiano ha fatto il liceo classico, prof?
- No.
- Visto? E insegna bene lo stesso!

Dopo una bella botta di autostima per me e discussione che non accetta a placarsi per loro, ancora una riflessione scritta con sollecitazioni a cui rispondere (oltre ai dibattiti è bene sempre far scrivere, così da sentire la voce di tutti, anche di quelli che nelle discussioni non prendono mai la parola, ma che hanno invece cose interessanti da dire)
Ti sei già fatto una tua idea per quanto riguarda la scelta delle superiori? 
Come ti senti quando pensi alla scelta che dovrai compiere per scegliere la scuola del tuo futuro?

E. sente il "peso" della scelta di un liceo di cui non si sente all'altezza

mamma e nonna provano a convincere D. ad iscriversi al liceo scientifico
(scuole che loro hanno conosciuto e frequentato), ma lei è irremovibile: niente scientifico!

A S. piace disegnare, ma non se la sente di scegliere
un liceo artistico perché dice di non aver voglia di studiare troppo

V. ha il terrore di non capire nulla di matematica alle superiori.
visto che già alle medie riesce a capirla poco

M., che dice di voler provare a scegliere il liceo linguistico
perché gli piacciono le lingue (e le numerose ragazze che lo frequentano)
però non crede di essere in grado a superare gli esami e sembra già
essere sicuro di trovare tanti intoppi e tante difficoltà

N. non vede l'ora di arrivare a gennaio, 
scegliere e non sentire più il peso di questa scelta

L'idea di non essere all'altezza di scegliere alcune scuole è sempre in agguato.
Poco male: questo sarà motivo per lavorare su autostima e smontare pregiudizi.
Cominciamo subito utilizzando di nuovo delle scritte sui muri, espressioni di pensiero diffuso e catalizzatrici di attenzione.
Rispondiamo: Quali messaggi esprimono? Con quali ti trovi più d'accordo? 




Accompagnare gli studenti e le studentesse nella loro scelta, aiutarli a pensare in modo libero e determinato sarà l'obiettivo di questo percorso verso le superiori.
Occorrerà lavorare su pensiero metacognitivo e provare a creare tanta sinergia
con le famiglie, con gli esperti di progetti esterni, con staff e colleghi del nostro ordine di scuole e con di quelli di ordini di scuola superiore, con le varie figure referenti dell'orientamento a più livelli.
E poi parlare e leggere storie attraverso le quali conoscersi e immedesimarsi.
Un percorso complesso, per nulla semplice.
Ma l'unico percorribile.

venerdì 10 gennaio 2020

orientarsi... on line



Hai bisogno di cercare delle informazioni on line?
Devi svolgere una ricerca per la scuola?
Bene! Il web può risolvere tutte le tue esigenze.
Ma credi che sia sufficiente collegarsi in rete per risolvere ogni problema?
Se la tua risposta è sì, sappi che è la risposta SBAGLIATA.
Sul web verrai travolto da migliaia di informazioni con un semplice click e, se non sarai in grado di navigare correttamente, correrai il serio rischio di reperire informazioni sbagliate o di uscire dalla rete con le idee ancora più confuse!

Intanto un po' di chiarezza "TEORICA"
Cos'è Internet?
Internet è una rete gigantesca che connette i computer e i dispositivi elettronici di tutto il mondo - usando linee telefoniche, fibre ottiche e satelliti - e che ospita un numero illimitato di siti contenenti informazioni di ogni genere.
In rete chiunque può fornire ed inserire dati o notizie, così come chiunque può avere accesso a tali informazioni. Puoi quindi facilmente comprendere che sul web si trova davvero di TUTTO!
Com'è fatto un sito web?
Le schermate di un sito web si chiamano pagine. La pagina iniziale, detta homepage, presenta di solito un sommario dei contenuti sul sito. Per sfogliarlo basta cliccare sul link, cioè sui collegamenti ad altre pagine web che si vogliono esplorare (come sai, se compare la "manina" vuol dire che il sito può essere aperto e consultato). Questo modo di usare il web viaggiando velocemente è chiamato, difatti, "navigare in rete".
Chi accede a Internet può visionare il contenuto dei siti con l'aiuto di un browser che riconverte i dati codificati per la visualizzazione su uno schermo.
Per ricercare qualsiasi informazione su Internet sono utilizzati i motori di ricerca sui quali va digitato il nome di ciò che si intende ricercare, così da ottenere tutti i risultati possibili.
Google è il motore di ricerca più famoso al mondo.


Adesso passiamo alla "PRATICA"
Come posso svolgere la mia ricerca on line?
Digitare sul motore di ricerca - 99 volte su 100 Google - l'argomento che viene richiesto è veloce e semplicissimo, ma altrettanto veloce e semplice è perdersi tra la miriade di informazioni che appaiono!

Esempio pratico: stamattina in classe abbiamo svolto una ricerca su Galileo Galilei e la parola chiave inserita sul motore di ricerca è stata proprio questa.
Nello schermo ci sono apparsi immediatamente tutti questi riferimenti, e a scorrere le pagine si possono vedere una quantità di risultati incredibili!


E adesso? Qual è il primo errore da evitare?
Innanzitutto entrare nel primo sito disponibile, magari il famosissimo Wikipedia, e fare copia e incolla con pochi semplici click!
Oltre al fatto che non ti servirà a nulla un'azione del genere, verrai doppiamente rimproverato dai prof prima di tutto perché non saprai riferire nulla di quello che hai "copia-incollato", ma soprattutto perché hai dimostrato di esserti fermato al primo sito di riferimento senza svolgere alcun tipo di riflessione critica sull'argomento richiesto.


Cosa fare allora?
Prenditi un po' di tempo per leggere le informazioni sui vari siti e scegli quello che contenga notizie esposte in maniera chiara e relativamente concisa. 
Sarai così in grado di riferire senza difficoltà ciò che hai letto.
Seleziona solo le informazioni che ritieni davvero rilevanti e, anche se intendi copiarle ed incollarle in un un tuo file, cambia o rendi uniforme il carattere, così da elaborare un documento il più possibile ordinato e ben leggibile.

Esempio pratico: tra i siti che riguardano Galileo Galilei, prova a concentrarti su Treccani e Focus invece di fermarti a Wikipedia.
Tieni anche presente che Wikipedia è comunque un'enciclopedia libera, seppur sottoposta al controllo dei collaboratori che vi scrivono, e che ci sono altri ottimi siti pronti a garantirti maggior attendibilità, come - appunto - Treccani e Focus, fonti sicure perché quotidianamente impegnate in ambito culturale ad alto livello, oltre che estremamente chiare nella presentazione dei loro argomenti.

Come fare a riconoscere una fonte sicura?
Intanto ci sono dei siti che sono fonti attendibili vista la professionalità con cui si occupano di informazione, sia a livello cartaceo che digitale. Tra questi si annoverano, ad esempio, i quotidiani appartenenti alle testate nazionali, oppure siti come quelli sopra citati, o altrettanto noti in ambito didattico-culturale, che sarebbero per primi penalizzati in caso di diffusione di false informazioni.
Inoltre è ottima regola controlla la homepage del sito. Se noti che la pagina riporta delle notizie riprese da altri siti, citando - si spera - la fonte principale, cerca sempre di risalire al link della fonte primaria e concentrati su questa, perché qui sono contenute le notizie originarie da cui attingere.
Nel sito controlla anche la pagina "Chi siamo", osserva se è sufficientemente chiara, dettagliata, ben scritta e se possiamo ricavare anche dati dell'autore o comunque dello staff di collaborazione.
Per ciò che concerne, comunque, le strategie di riconoscimento dell'attendibilità o meno delle fonti, con loro relativa veridicità, tieni presente che affronteremo prossimamente anche il tema attualissimo delle fake news, quindi esploreremo e navigheremo in rete per avere gli strumenti giusti per orientarsi al meglio in un "mare magnum" di notizie che non sempre corrispondono alla realtà dei fatti.

Ultima raccomandazione: cita sempre la fonte!
In merito alla tuo lavoro di ricerca, infine, ricordati di inserire a conclusione dell'elaborato la sitografia a cui hai fatto riferimento, ovvero l'indirizzo del sito (o dei siti) da cui hai estrapolato le informazioni.

Esempio pratico: il sito da cui abbiamo letto ed elaborato le informazioni in classe è quello di Focus, pertanto a fine elaborato hai copiato e incollato questo indirizzo, specificando che si trattava della fonte sulla quale hai scelto di lavorare.


Qui il sito da cui abbiamo ricavato le informazioni per la nostra ricerca


Ti è più chiaro adesso come poter svolgere una ricerca?
Spero di sì!
Non ti resta che salvare il tuo file su pc e, se vuoi, stampalo per poterlo leggere con maggior facilità.
Ricorda che dovrai esporre alla classe e al prof le notizie che hai raccolto, quindi prova a ripetere ad alta voce ciò che hai scritto nel tuo documento.
Vedrai che gli insegnanti saranno soddisfatti del tuo impegno, ma prima di tutto dovrai esserlo tu: lavorare per conseguire la competenza di sapersi orientare in ambito digitale, diventerà uno degli aspetti che ti saranno più utili in svariati settori della vita, da quello privato a quello più propriamente professionale.
Presto, come detto, continueremo il discorso occupandoci ancora di attendibilità dei siti a proposito del riconoscimento delle fake news. 
Ne scopriremo delle belle, stanne certo! E sul blog, al solito, delineeremo il percorso di lavoro affrontato in classe, quindi... massima allerta! 

venerdì 18 marzo 2016

festa del p greco

 
14 MARZO: FESTA DEL P GRECO
 
Il 14 marzo di quest’anno i ragazzi della classe 1D hanno celebrato la festa del Pi greco (∏ = 3,14...), il numero che esprime il rapporto tra ogni circonferenza e il proprio diametro.
Si ricorda che questa giornata è stata scelta in tutto il mondo perché nella datazione anglosassone il mese (3) precede sempre il giorno (14), quindi la data che ne deriva è proprio il 14 marzo.
La festa è un’ottima occasione per rendere omaggio alla matematica ed incentivarne il suo studio tra i giovani, quindi complimenti alla prof Lucia Cesari che ha ben compreso come sia importante mostrare gli aspetti più affascinanti e creativi legati alla sua materia – la matematica, appunto – che tanto spesso viene associata a qualcosa di astratto e cervellotico, così lontano, insomma, da un’occasione di festa come quella che in classe si è celebrata.
Come afferma Anna Cerasoli, autrice del libro “Tutti in festa con il p greco”, interessante è anche scoprire la “natura” del festeggiato, ovvero un numero che ha un inizio ma non ha una fine e che si presenta pressappoco così: 3,14159265350979… e che prosegue con sempre nuove cifre, senza fermarsi mai!
La festa sta per cominciare e i preparativi fervono… sulla cattedra compaiono bibite, dolciumi, salatini. E tutto in onore della matematica.
 
 
Prima di gustare tutte queste prelibatezze, però, una piccola esercitazione matematica: i ragazzi misurano tutte le figure rotonde che vedono intorno a loro (crostate, piatti di carta, tappi delle bibite) e trovano per ciascuna di esse il p greco, calcolando il rapporto tra circonferenza e diametro.
Prodigio! Il p greco è sempre intorno a noi, è su tutto ciò che di rotondo ci circonda!
 
 
Mentre i ragazzi mangiano, la prof legge loro la storia di Ipazia, tratta dal libro di Bruno D’Amore e Marta Isabel Fandino Pinilla, “La nonna di Pitagora”
Tutti ascoltano la storia di questa donna, vissuta nel I secolo d.C., che pagherà molto cara la sua passione per la matematica, infatti finirà i suoi giorni barbaramente uccisa.
Interessanti parallelismi si sviscereranno nei giorni seguenti paragonando la condizione di Ipazia, una donna vittima di stereotipi e fanatismo religioso, ad altre figure femminili che si sono ritrovate a vivere le sue stesse condizioni seppur a numerosi anni di distanza, prime tra tutte la pakistana Malala, ma questo sarà argomento di un altro interessantissimo post…
Tornando al nostro p greco day, la lezione prosegue proiettando alla lim il dipinto “La scuola di Atene” di Raffaello Sanzio, conservato presso i Musei Vaticani, in cui viene evidenziata la figura di un’unica donna inserita tra tante figure maschili famose appartenenti al mondo della matematica e della filosofia (ad es. Pitagora, Socrate, Platone, Aristotele) : questa donna, ben individuabile sulla sinistra per i suoi capelli lunghi, rappresenta la stessa Ipazia.
 
 
In classe è stato quindi affisso un cartellone raffigurante l’immagine di Ipazia ed i ragazzi svolgono al pc una ricerca sulla biografia di questa matematica così intelligente ma tanto sfortunata.
La prof ha provato a far cimentare i ragazzi con il componimento di frasi poetiche, o comunque di senso compiuto, le cui parole, come nel seguente schema, dovevano esser lunghe quanto le cifre della successione del p greco. Il risultato si è rivelato un po’ “bizzarro”, ma comunque interessante.
 
 
 
 
 
Insomma: l’avreste detto che, grazie alla matematica, ci si potesse divertire e incuriosire così?