martedì 25 maggio 2021

Il treno ha fischiato: comprendere, annotare, pensare e apprendere

 



Forse leggere racconti che possano lasciare un segno particolare nell'immaginario degli studenti che tra qualche mese affronteranno l'esame di fine ciclo potrebbe rivelarsi una scelta vincente, specialmente in un momento come questo, dove aperture e chiusure si sono vicendevolmente alternate, rendendo complessa una sistematicità e una efficacia organizzativa.
Modulando per l'ennesima volta la programmazione, la scelta di un'analisi testuale, anche in previsione di una imminente prova di comprensione del testo che i ragazzi dovranno affrontare nel corso delle Prove Invalsi, è ricaduta sulla bellissima novella di Luigi Pirandello, presente all'interno dell'antologia in uso,  Il treno ha fischiato.
Inizialmente mi sono chiesta se fosse il caso di far leggere Pirandello ad una classe terza di una secondaria di primo grado, ma la storia presenta numerosi spunti di riflessione ed ero curiosa di testare come la classe, nel complesso e nel dettaglio, sarebbe stata in grado di affrontarli. Il focus di lavoro era puntato sulla comprensione testuale, competenza sulla quale noi docenti di Lettere focalizziamo continuamente gli obiettivi didattici, e un racconto così stimolante, proprio perché in grado di fornire input interessanti e diversificati, può rappresentare un'ottima occasione di riflessione e, in genere, di apprendimento.
Per fare in modo che la didattica risulti il più possibile attiva e capace di rendere gli studenti protagonisti e costruttori del loro processo di apprendimento, e non semplici fruitori passivi di conoscenze impartite da altri,  sono state pianificate delle attività di vario genere e varia complessità che hanno supportato gli studenti nel loro lavoro di osservazione, deduzione, riorganizzazione testuale, sintesi e, ovviamente, comprensione testuale profonda.

Possono aiutare a lavorare sul pensiero e a rendere i ragazzi consapevoli dei loro processi di lavoro il modello MLTV (Making Learning and Thinking Visible/Rendere visibili Pensiero e Apprendimento) e le sue routine di applicazione, le strategie suggerite dal Reading Writing Workshop, liberamente adattate, oltre ad attività appositamente calibrate dal docente stesso in base al contesto classe che ben conosce. 
Personalmente prediligo compiere una contaminazione tra le diverse modalità didattiche che so risultare essere maggiormente funzionali agli obiettivi che intendo perseguire, tenendo il baricentro fisso su alcuni cardini:
- coinvolgimento attivo (ed emozionale) degli studenti;
- immaginazione e creatività come componenti facilitatrici dei processi di comprensione e apprendimento.


Prima di leggere la novella non è necessario fornire agli studenti informazioni sulla biografia dell'autore. Anzi, è utile fare esattamente il contrario: eseguire prima l'analisi e la comprensione del testo, quindi, da ciò che si è letto, provare a dedurre informazioni su biografia e poetica della persona che lo ha scritto sulla base di alcune domande stimolo:
- ti sembra che l'autore sia contemporaneo o vissuto in epoche passate? Da cosa si comprende?
- quali sono i messaggi e le tematiche che emergono? Cosa potrebbero avere a che fare con il vissuto dell'autore?
Ma un simile modo di procedere sarà riservato ad un momento successivo. 
Vediamo, invece, come potrebbe essere utile avviare il lavoro.


Per cominciare, proponiamo ai ragazzi alcune modalità di lavoro che possano favorire le loro capacità di compiere anticipazioni e inferenze, sempre mantenendo il focus sull'attenzione ai propri procedimenti di pensiero.

Osserviamo il titolo - Il treno ha fischiato - e analizziamo le parole da cui è composto.
Di cosa potrebbe parlare la novella? 
Quali elementi potrebbero essere presenti nella storia?


Leggiamo e analizziamo l'incipit:
Farneticava. Principio di febbre cerebrale, avevano detto i medici; e lo ripetevano tutti i compagni d'ufficio, che ritornavano a due, a tre, dall'ospizio, ov'erano stati a visitarlo.
Come ti sembra il linguaggio? Ci sono parole di cui non hai compreso il significato?
La narrazione è in prima o terza persona?
Sai cosa vuol dire "farneticare"? Perché, secondo te, l'autore ha deciso di cominciare la novella proprio con questo verbo e perché coniugandolo proprio in quel modo/tempo?
Quali personaggi vengono nominati? Dove si trovano? Che stanno facendo?
Cosa potrebbe succedere nelle scene successive?

I ragazzi scrivono le loro risposte, tutte parimenti accolte, in modalità individuale, meglio se tramite post-it, e in modalità collettiva verranno condivise.
Nel caso in cui si riscontrino criticità in merito ai punti di vista della narrazione, verranno programmate, in fase successiva, delle lezioni chiarificative che ne esemplifichino i fondamenti.

Verrà, inoltre, fatto notare l'esempio di incipit "in medias res", con i fatti presentati in piena vicenda accaduta per comprendere la quale vi saranno flashback esplicativi, proprio come tra poco avverrà nella novella stessa. Allo stesso modo, potranno essere programmate lezioni per parlare di varie tipologie di incipit. Qui alcuni esempi:





Dopo le prime anticipazioni sull'incipit, la lettura prosegue mettendo in evidenza il personaggio di Belluca, uomo arrendevole che reagisce per la prima volta al suo datore di lavoro in modo clamoroso, tanto da venir fatto rinchiudere in ospedale per sospetta pazzia. La sua frase ricorrente è proprio "Il treno ha fischiato". E, di nuovo, possiamo richiedere con le stesse modalità anticipazioni su ciò che potrebbero significare questo comportamento e queste parole per lo sviluppo successivo della storia.



Proviamo a far soffermare i ragazzi sull'accenno al tipo di professione che svolge il personaggio.
Il lavoro di Belluca viene descritto come monotono, ripetitivo, alienante e, per aumentare il livello di coinvolgimento dei ragazzi e per incidere in modo più focalizzato sulla abilità di comprensione testuali e sulle capacità di effettuare connessioni ed inferenze, può essere chiesto ai ragazzi di riflettere su quali possono essere, a loro avviso, i mestieri considerati più monotoni e noiosi e quali quelli più creativi e stimolanti. La lettura della novella avviene in una classe terza e parlare di tematiche legate all'orientamento e alla conoscenza di sé è comunque interessante e proficuo a livello formativo, inoltre sempre in questa classe viene affrontato lo studio della Costituzione e l'art. 1 - incentrato proprio sul lavoro - permette di ampliare, anche in lezioni successive, l'attenzione sulla professionalità e sulla libera scelta di ognuno in base ai propri talenti e inclinazioni.




Proseguendo nella lettura della novella di Pirandello si intuisce che la situazione inziale si sta capovolgendo: Belluca sembra impazzito, ma un nuovo personaggio - suo vicino di casa che lo conosce bene - diventa il  narratore della storia e dichiara che la sua pazzia, in realtà, è una condizione naturalissima, preannunciando che ne darà spiegazione.


Pirandello usa una metafora molto efficace per indicare la "naturalezza" della situazione di Belluca, nonostante l'apparenza faccia pensare ad una condizione contraria e lo fa con queste parole:

"A un uomo che viva come Belluca finora ha vissuto, cioè una 'vita impossibile', la cosa più ovvia, l'incidente più comune, un qualunque lievissimo inciampo impreveduto, che so io, d'un ciottolo per via, possono produrre effetti straordinarii, di cui nessuno si può dare la spiegazione, se non pensa appunto che la vita di quell'uomo e 'impossibile'. Bisogna condurre la spiegazione là, riattaccandola a quelle condizioni di vita impossibili, ed essa apparirà allora semplice e chiara. Chi veda soltanto una coda, facendo astrazione del mostro a cui essa appartiene, potrà stimarla per se stessa mostruosa. Bisognerà riattaccarla al mostro; e allora non sembrerà più tale; ma quale dev'essere, appartenendo a quel mostro. Una coda naturalissima"

Ne sono seguite discussioni, annotazioni e visualizzazioni per aiutare i ragazzi a comprendere il concetto. Perché non deve stupire il lettore il fatto che Belluca reagisca di colpo alle provocazioni e continui a ripetere che il treno ha fischiato? Il motivo presto si scoprirà. Intanto i ragazzi provano a rappresentare la metafora del mostro (con ottimi risultati)





Ma qual è questa "vita impossibile" che ha portato Belluca a reagire come se avesse perso la ragione?
Nella seconda parte della novella, attraverso un lungo flashback, Pirandello spiega chi è Belluca, che tipo di esistenza conduce: egli è un uomo che si ritrova a vivere con tre donne cieche (moglie e due anziane, cioè suocera e sorella della suocera), con due figlie vedove e i loro sette figli, costretto a svolgere un lavoro extra di sera, a casa, per riuscire a sostenere tutte quelle bocche da sfamare. Belluca conduce una vita tremenda, piena di rinunce e sacrifici, visto che dodici persone dipendono da lui in tutto e per tutto. Ne consegue che è del tutto naturale e normale che, alla fine, il suo equilibrio psichico possa cedere e lui manifesti dei segnali di "pazzia"
Una notte l'uomo sente il fischio di un treno e questo sarà per lui come una folgorazione, una sorta di consapevolezza rivelatrice: l'uomo sembra rendersi conto all'improvviso che fuori il mondo continua a vivere, che le persone costantemente si spostano per viaggiare, e anche lui, risvegliando in se stesso i pensieri di un mondo esterno mutevole e dinamico, potrà ogni tanto viaggiare con la fantasia, "staccare la spina", seguire la sua immaginazione, allontanare per un po' i brutti pensieri "per prendere con l'immaginazione una boccata d'aria nel mondo" e continuare la sua esistenza alleviandone, almeno temporaneamente, il senso di alienazione e la gravosità.


Di certo un testo del genere veicola tanti messaggi che, per i ragazzi di una scuola secondaria di primo grado, non sono sempre di immediata comprensione. Ciò non toglie, a mio avviso, che si possa comunque discutere e riflettere sui significati di testi di alto spessore, sulle tematiche e sui messaggi, espliciti e impliciti, che una narrativa di qualità possa arrivare a trasmettere a dei ragazzi di tredici anni. Si tratta di accompagnare i ragazzi per farli riflettere e per permettere loro di sviluppare al meglio una capacità di rielaborazione personale e uno spirito critico, utili entrambi per consolidare un metodo di lavoro proficuo utile nella prosecuzione degli studi futuri (e non solo).



La novella presenta stimoli interessantissimi su cui soffermarsi e programmare discussioni di spessore.
Questi gli spunti, ricavabili dalla novella, su cui provare a far riflettere i ragazzi per cercare di far leva sul loro coinvolgimento emotivo e sul loro ruolo di soggetti attivi, entrambi garanzie di apprendimento più solido ed efficace. Dopo averne discusso in modalità collettiva, si può chiedere di scrivere delle annotazioni, a scelta, in modalità individuale che andranno alla fine condivise per un reciproco arricchimento personale.

Prima richiesta di annotazione:
Nella novella un personaggio appare all'inizio in un certo modo, poi si comprende che dietro quella realtà iniziale se ne nasconde un'altra molto diversa. Non esiste, secondo Pirandello, una realtà assoluta, una verità unica e ciò che appare in un certo modo risulta essere invece in un altro ancora. Dietro l'apparenza, spesso esiste un'altra realtà: sei d'accordo? 

Seconda richiesta di annotazione:
La verità assoluta, quindi, non esiste. Esistono tante verità quanti sono i punti di vista delle persone, così che sapere qual è la verità risulta impossibile. Prova a raccontare un avvenimento che è stato affrontato sotto tanti punti di vista, dove tutti hanno detto la loro opinione e non si è arrivati a comprenderne come davvero siano andate le cose.

Terza richiesta di annotazione:
Pirandello afferma che l'uomo è costretto a recitare un ruolo, come se dovesse indossare una maschera. Il ruolo è imposto dalla società e, magari, non è neppure quello che vorremmo vivere davvero. Ti è capitato di vedere qualcuno in un ruolo diverso da quello a cui sei abituato? Che effetto ti ha fatto?

Quarta richiesta di annotazione:
In quali occasioni ti senti costretto a vivere un ruolo che non ti appartiene? Quale maschera ti sembra di dover indossare, quando invece vorresti comportarti in tutt'altro modo? 

Quinta richiesta di annotazione:
Secondo te è vero che, ogni tanto, occorre compiere qualche gesto un po' pazzo per riuscire a sopportare il peso di una vita troppo noiosa o impegnativa? Prova a fare qualche esempio che aiuta anche te a sciogliere le tensioni e uscire dalla monotonia quotidiana

Sesta richiesta di annotazione:
Belluca riesce a "salvarsi" con l'immaginazione. A tuo avviso, è vero che l'immaginazione ha un tale potere e può far raggiungere risultati grandiosi? A te capita di lasciarti trasportare dall'immaginazione? Quali sensazioni ti procura?

Qui un po' di annotazioni dei ragazzi

"forse siamo maschere modellate dalle interazioni con il mondo.
Sono convinta che tutti hanno un lato nascosto di cui nessuno è a conoscenza" (P.) 


"se ognuno di noi vivesse sempre secondo le regole, il mondo sarebbe fatto da automi,
ognuno identico all'altro, senza speranze né sogni" (P.)


"è vero che ognuno ha il proprio ruolo nella società e non è solo uno: 
ad esempio io sono una studentessa, ma anche un'amica, una figlia e una nipote.
Dipende tutto dai punti di vista" (V.)

"capita spesso di immaginare così tanto da perdere il contatto con la realtà.
L'immaginazione è una cosa immancabile; è come un mondo parallelo dove tutto è a posto" (V.)

"tra tutta quella gente si trovava la prof. e mi sembrava impossibile che potesse fare le compere. 
Noi pensiamo che l'unica cosa che i professori fanno sia insegnare. 
Invece hanno una vita anche loro" (K.)

"ognuno ha le sue difficoltà nella vita, qualcosa da cui vorrebbe evadere 
e l'unico modo per farlo è l'immaginazione. Io lo faccio chiudendo gli occhi,
non sono creativa, non so immaginare scrivendo o disegnando" (G.)


"l'immaginazione è ciò che ti porta in un altro mondo e ti fa sentire libero.
Leggere un libro è il massimo dell'immaginazione perché attraverso le parole
visualizzi personaggi, paesaggio, tempo" (D.)


"la domenica cammina con noi un professore di italiano di una scuola superiore in pensione.
Non riesco ad immaginarlo a scuola che sgrida qualche suo studente" (A.)



Per lavorare sulla comprensione testuale, si possono proporre anche attività che riguardino la funzione e l'evoluzione dei personaggi, il plot della storia, la sintesi, la ricerca di tema/messaggio. Importante sarà anche lavorare sul  lessico, sulle espressioni letterali/metaforiche.
Si possono utilizzare, a tal scopo, anche organizzatori grafici, così da aiutare nella focalizzazione delle informazioni essenziali. L'importante è sempre fare in modo che ciò che viene evidenziato possa avere riscontro con quanto riportato sul testo

Questi alcuni organizzatori grafici di supporto alla comprensione testuale
In merito agli organizzatori grafici, noto che, per esperienza personale, la maggioranza degli alunni ne apprezzano l'uso, ma alcuni, seppur in minoranza e specialmente nelle classi terze, preferiscono una stesura delle annotazioni senza delimitazione di spazio. A mio avviso, importante è lasciare che ciascuno organizzi il lavoro nella maniera che ritiene più funzionale, sempre tenendo ben presente gli obiettivi specifici che si intende far perseguire. Fondamentale, come detto, è che ciò che viene annotato sia aderente a ciò che risulta dal testo.

per annotazioni sul personaggio

per concentrarsi su nuclei essenziali della trama e della struttura testuale

per individuare le classiche "5 W"


per fare il punto sul lessico


questi alcuni lavori di sintesi svolti dai ragazzi



Una volta che è stata completata la lettura e sono state eseguite le attività di comprensione del testo, proviamo far leggere ai ragazzi la biografia dell'autore e poniamo alcune sollecitazioni di questo genere: 
- Si può capire dalla novella il periodo storico in cui scrive l'autore oppure no? Come?
- Si può capire dalla novella il luogo da cui proviene l'autore oppure no? Come?
- La tematica della pazzia è centrale in questa novella. Quale riferimento autobiografico hai scoperto in tal senso?
- Su quali produzioni letterarie si cimenta l'autore? Qual è, a tuo avviso, il motivo?


Per rendere visibili i processi di apprendimento, lavoriamo su metacognizione e consapevolezza delle proprie modalità di ragionamento.
A inizio lettura era stato chiesto di appuntare alcune anticipazioni a partire dal titolo e dall'incipit: come sarebbe continuata la storia?
A fine lettura è giunto il momento di rileggere le annotazioni - meglio se i  post-it risultano visibili all'intera classe perché applicati su cartellonistica - così che la classe possa riflettere sui processi di apprendimento attraverso la visione di ciò che è stato annotato. Anche in questo caso la condivisione avrà un ruolo molto importante per consolidare i saperi appresi.

Nel modello educativo MLTV (Making Learning and Thinking Visible/Rendere visibili Pensiero e Apprendimento) vi sono alcune routine molto utili per sedimentare gli apprendimenti.
Per agire in modo efficace su questa attività stiamo lavorando sulle seguenti:

PRIMA PENSAVO... ADESSO PENSO...
Per riflettere su come è cambiato il nostro pensiero dopo l'esperienza intrapresa e l'argomento affrontato


CSI: COLORE, SIMBOLO, IMMAGINE
Far scegliere tre concetti rilevanti: al primo far associare un COLORE che cattura l'essenza dell'idea, al secondo abbinare un SIMBOLO e al terzo un'IMMAGINE.


PERIODO, FRASE, PAROLA
Far selezionare sul testo letto un PERIODO significativo per la comprensione testuale, una FRASE particolarmente coinvolgente e una PAROLA considerata potente


A breve, nuovi aggiornamenti sulle ruotine applicate dai ragazzi

mercoledì 19 maggio 2021

Un signor bambino molto speciale: Giacomo Leopardi


Scommetto che avete sentito parlare di Giacomo Leopardi e scommetto che ne avete sentito parlare nel modo sbagliato. Spesso viene definito come pessimista, depresso e infelice. Un famoso meme lo caratterizza con l'hashtag "Mai una gioia" e questo ti dà l'idea della considerazione di cui gode a livello popolare.


Invece con c'è niente di vero in queste espressioni disfattiste.
Giacomo Leopardi era sofferente per varie motivazioni legate al suo vissuto, certo, ma chi lo definisce un depresso, incapace di stare al mondo, di lui non ha capito proprio nulla, fosse pure un intellettuale autorevole o uno giovane studente superficiale.
Ma voi lo capirete, invece. Comprenderete che è stato una personalità dal talento smisurato e dalla capacità di dialogare con persone di tutte le epoche e di tutte le età, tanto che le sue riflessioni e i suoi scritti sono di una attualità impressionante.
Ma toccherete con mano tutto ciò e ben presto sono più che sicura che mi darete ragione.


Questo è un meme molto più azzeccato di tanti altri che lo contraddistinguono!
Ma adesso è arrivata l'ora di conoscerlo e lo facciamo immaginandoci di vederlo nei luoghi in cui lui ha vissuto e ripercorrendo i tratti salienti della sua vita, importanti per comprendere a fondo la sua poetica e la sua riflessione filosofica.
Nel nostro percorso vi saranno diverse tappe di studio, durante le quali ci soffermeremo a scrivere, a discutere, a fare connessioni ed annotazioni e, ovviamente, a leggere direttamente le sue produzioni letterarie. Ma partiamo dalle notizie biografiche riferite alla sua vita giovanile, l'età che lui stesso amava di più. Vedremo poi con quali modalità lo conosceremo sempre più a fondo, interagendo con lui in prima persona. Pronti? Iniziamo.

Chi era Giacomo Leopardi (prima parte)?


Il 29 giugno 1798 Giacomo Leopardi nasce a Recanati, un paesino isolato dello Stato Pontificio, arretrato e molto lontano dalle idee illuministe che stavano circolando in quegli anni nelle grandi città italiane e straniere.


Giacomo è il primogenito della famiglia Leopardi e, a distanza di pochissimi anni, nascono un fratello, Carlo, e una sorella, Paolina, ai quali sarà molto legato. Diversi anni dopo nasceranno anche altri due fratelli, Pierfrancesco e Luigi, quest’ultimo morto in giovane età.
In realtà nei suoi scritti rivelerà che si ricorda sua madre sempre incinta ed in effetti la donna, Adelaide Antici, perderà tanti bambini che teneva in grembo, ma questo per lei non sarà affatto motivo di disperazione perché era una donna religiosissima e incapace di dimostrare affetto, in definitiva perfino felice che i suoi figli finissero prima possibile nel regno dei cieli.
Adelaide era una donna molto rigida che aveva preso in carico la gestione del patrimonio familiare, visti i debiti contratti da suo marito, padre di Giacomo, Monaldo Leopardi, un uomo colto dalle idee reazionarie che non aveva il minimo fiuto per gli affari e che avrebbe rischiato di condurre le proprietà di famiglia al definitivo collasso.

Monaldo Leopardi e Adelaide Antici, genitori di Giacomo

A Recanati i Leopardi vivono in un sontuoso palazzo degno della carica nobiliare che li rappresenta (Monaldo era un conte e Adelaide una marchesa) e sono la famiglia di spicco del paese, composto principalmente da contadini ed artigiani. Però non hanno un patrimonio finanziario consistente e Adelaide gestisce la vita familiare cercando di farla apparire ricca, ovvero mantenendo domestici e carrozze, ma di fatto facendo vivere marito e figli con molte privazioni.

palazzo Leopardi a Recanati (oggi visitabile)

Giacomo ha un rapporto molto freddo con sua madre, mentre la relazione con il padre è decisamente positiva, anche perché costui permetteva ai figli il libero accesso alla sua sconfinata biblioteca e studiare i libri conservati in casa dal padre sarà per lui un motivo di grande conforto, visto che in un luogo arretrato e isolato come Recanati si sentiva soffocare e lo studio dei testi contenuti nella biblioteca paterna sarà per lui unica fonte di divertimento.

biblioteca di casa Leopardi

L’infanzia di Giacomo, comunque, scorre in modo ordinario, nonostante la rigidità della madre e le limitazioni a cui veniva sottoposta la famiglia: giochi con i fratelli quasi coetanei, in cui lui poteva sfogare tutta la sua vivida fantasia e pure una certa prepotenza, in quanto pretendeva di essere sempre, ad esempio, l’eroe greco che vinceva in campo di battaglia. Ottimi rapporti i bambini li avevano con la nonna Virginia, donna molto affettuosa che compensava l'anaffettività proveniente da parte materna. Giacomo fin da piccolo era molto goloso di dolci (da adulto soffrirà di ipotensione e la ricerca del dolce diventò quasi patologica) e, ancora giovanissimo, scrisse una poesia intitolata “Guerra alla minestra”, in cui esprimeva tutto il suo disgusto per questo alimento che gli veniva spesso proposto a tavola come piatto di portata principale. Una curiosità di ambito culinario: Giacomo non riuscì mai ad imparare a tagliare la carne con forchetta e coltello.

Soffermiamoci un attimo sull'infanzia di Leopardi e leggiamo insieme l'albo illustrato “Giacomo signor bambino”, in cui l’autore  - Paolo di Paolo -, mescolando fatti storici e scenari di fantasia, ci dà l’idea di come Leopardi abbia trascorso alcuni suoi momenti di vita infantile. Vedremo che il bambino Giacomo era nel complesso sano, molto vivace, un po’ prevaricatore, ma estremamente fantasioso ed intelligente, tutte qualità che si manterranno nel corso della sua vita, ad eccezione dei suoi problemi di salute che diverranno, purtroppo, sempre più limitanti.



Domande stimolo propedeutiche alla dell'albo
Cominciamo dall'osservare la copertina? Cosa vedete? Cosa rappresenteranno, secondo voi, queste illustrazioni?
Osserviamo le illustrazioni prima di iniziare la lettura. Come vi sembrano i colori o le raffigurazioni? Quali sono i soggetti maggiormente rappresentati? Ti sei fatto un'idea dell'argomento di questo albo solo osservando le immagini?

Leggiamo le prime pagine e facciamo alcune considerazioni: 
come vi appare il carattere di Giacomo bambino?

Il piano è quello di far sparire di notte il semolino per non mangiare l'odiata minestra almeno per una settimana.
Cosa hanno intenzione di fare i bambini?
Quale piano avresti in mente tu?

Questa che hai letto è una parte dell'ode alla minestra, tanto disprezzata, scritta da Giacomo appena undicenne:
"Or sei tu minestra de' miei versi l'oggetto 
e dir di abbominarti mi porta un gran diletto.
Ah, se potessi escluderti da tutti i regni interi...
si dice che resusciti quando sei buona i morti
ma, oh, detto degno d'uomini invero poco accorti"

Quali sono le parole che non conosci?
Qual è il significato e il messaggio di questa ode?
Come ti sembra il tono che usa Leopardi?
Adesso scegli tu qualcosa che proprio non sopporti (non è detto sia per forza riferito al cibo) e prova a scrivere alcune righe spiritose che mostrino i difetti di ciò che hai scelto
Una nota curiosa della sua biografia a proposito di minestra e pasti in genere: la madre Adelaide Antici legava i figli al seggiolone per dar loro da mangiare e, se il cibo scottava, non tollerava le loro lamentele. Insisteva affinché mangiassero perché la sofferenza, a suo avviso, era indirizzata a Gesù, quindi andava considerata comunque un bene.


L'autore cita la frase, attribuita davvero da Leopardi stesso, "chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo". Cosa ne pensi? Scrivi una annotazione di almeno mezza pagina.

Il cuoco ha un mobile in cui i cassetti rappresentano le emozioni e dice che non ricorda dove ha messo la felicità.
Secondo te, che messaggio vuole dare l'autore?
Se tu possedessi un mobile in cui compaiono i cassetti delle emozioni, quale sarebbe l'emozione a cui spesso faresti ricorso? Quale cassetto ti piacerebbe aprire di più e quale di meno?
Qual è la tua idea di felicità? Tu sei felice quando...
Vedremo che per Leopardi la felicità è difficilissima da raggiungere, se non impossibile: l'uomo è felice solo quando è fanciullo, quando possiede illusioni e speranze, ma da adulto le sue speranze svaniranno e lui dovrà dire per sempre addio alla felicità.
Ma vedremo tutto a tempo debito...

Intanto concludiamo la riflessione sull'albo illustrato immaginando quale viaggio dovrà fare il cuoco per raggiungere la chiave della felicità.
Secondo voi, dove potrebbe andare?

Elaboriamo una tabella in cui inseriremo nomi dei protagonisti della storia e loro caratteristiche, come sempre facendo riferimento direttamente alle parole utilizzate nel testo.

Tracciamo il plot della storia, da cui ricaveremo le informazioni per elaborare un riassunto dell'intero albo.

Riassunto dell'albo:

Nell'albo illustrato appena letto ed osservato, l'autore presenta un "signor bambino", non un bambino  semplicemente, ma un bambino con caratteristiche eccezionali e che ha sei nomi! E' un po' prepotente e molto fantasioso, gioca con i fratelli ad interpretare eroi greci (es. Achille), scegliendo sempre di essere la guida e il vincitore. Lui e i fratelli decidono di dichiarare guerra all'odiata minestra e progettano un piano per rubare il semolino dalla cucina alle tre di notte, così che il cuoco non possa avere modo di cucinarla per almeno una settimana e sostituendola in tavola con dolci ed altre prelibatezze. Giacomo mobilita i suoi burattini che scendono in cucina qualche minuto prima per distrarre la cagnetta Dorina che sta di guardia alla porta. Si accorgono però che il cuoco in piena notte è alla disperata ricerca di qualcosa, così avvertono i bambini, che scendono e chiedono all'uomo che cosa cerchi in modo così ossessivo. Il cuoco rivela di tenere tutto in ordine all'interno dei suoi cassetti, sia oggetti che sentimenti (ad es. esiste il cassetto delle risate, di ricordi, dei pensieri profondi...), ma non riesce a ricordare dove sia finito il cassetto della felicità. Il bambino dice che deve cercarla dentro di sé, ma il cassetto della felicità è piccolo e chiuso, così serve ingoiare una chiave per poterlo aprire. Tutti quanti si mettono così alla ricerca della chiave della felicità...

Bene! Abbiamo conosciuto Giacomo Leopardi bambino e, nelle prossime lezioni, vedremo da adulto quali vicende biografiche lo contraddistingueranno e quali versi sublimi, uniti ad interessantissime riflessioni, lo caratterizzeranno. Vi renderete conto che non era solo un "signor bambino", bensì anche un signor adulto fuori dal comune che si è meritato tutta la fama che lo ha fatto giungere, in modo così affascinante, fino a noi. Appuntamento alla prossima lezione!