domenica 8 dicembre 2019

Alla ricerca del senno perduto


Prof, ma che combina Orlando quando è pazzo? Ariosto ci ha lasciato con una curiosità incredibile!
Eh, ha fatto apposta! Vedete come siete interessati a conoscere il proseguo della storia? Ariosto ha fatto centro anche con voi, non avevo dubbi!
Beh, Orlando ne ha combinate di tutte, come potete immaginare.
Semina distruzione nei villaggi che incontra, percorre interi tratti a nuoto in mare aperto, sfoga la sua furia in maniera insensata e dissennata... insomma, un vero mostro impazzito, un pericolo pubblico da fermare al più presto!
Inoltre Carlo Magno, che continua a condurre la guerra contro i Mori, ha bisogno di lui nei campi di battaglia e reclama a gran voce il suo ritorno. Insomma, occorre fare in modo che il miglior paladino  dell'esercito cristiano ritrovi prima possibile il senno perduto per amore di una donna che lo ha rifiutato preferendogli un altro. 
Soffermiamoci subito sul senno perduto di Orlando. Pensa a cosa potrebbe far perdere il senno a te. Cosa ti renderebbe pieno di rabbia tanto da, non dico farti impazzire, ma procurarti tanta rabbia da sfociare quasi in furore?


Comunque, tornando alla follia di orlando, un modo per farlo guarire e recuperare la sua ragionevolezza perduta e lo scopriremo a breve.
Andare sulla Luna, prof! 
Ricordo che lo avevamo accennato all'inizio, quando parlavamo della trama generale del poema.
Proprio così! Il senno di Orlando si trova proprio sulla Luna, luogo in cui si raccolgono tutte le cose che si perdono sul pianeta Terra. E a recuperare il cervello di Orlando, racchiuso in un'ampolla con tanto di etichetta identificativa, si reca un cavaliere bizzarro di nome Astolfo in groppa all'Ippogrifo, un fantastico cavallo alato.


Ecco una vignetta che gira su web. 
Astolfo, proprio per andare a recuperare il senno di Orlando, ha largamente battuto nei tempi (seppur nei tempi della finzione) Neil Armstrong, l'astronauta americano considerato a ragion veduta il primo uomo che ha messo piede nella Luna nel corso della famosa missione spaziale avvenuta nel luglio del 1969.
Vedi? Se leggi l'Orlando Furioso sai comprendere con cognizione di causa l'ironia che gira in rete. Ti sembra poco?
Comunque Astolfo, prima di mettere piede sulla Luna, si recherà addirittura in Paradiso e proprio qui San Giovanni Evangelista gli rivela come poter fare per recuperare il senno del cavaliere impazzito, ossia recandosi nel luogo in cui si trova tutto quello che gli umani perdono sulla Terra.
Quindi Astolfo e il suo accompagnatore San Giovanni Evangelista, a cavallo dell'Ippogrifo, volano in direzione... Luna.


Ma come appare la Luna ai due visitatori?
Molto diversa dalle immagini satellitari che oggi conosciamo!
Nell'Orlando Furioso la Luna ha una superficie del tutto liscia, lucida come quella dell'acciaio, ed è grande quasi come la Terra, come se fosse una specie di specchio - appunto - del nostro pianeta. Su di essa si trovano le stesse cose che esistono sulla Terra, quindi monti, fiumi, laghi, pianure, valli, boschi abitati dalle ninfe e perfino città con castelli e case grandissime.

Luna in una immagine odierna

Astolfo non si mette ad esplorare il luogo, non è arrivato per fare il turista e non ha tempo da perdere, ma viene subito accompagnato da San Giovanni in un vallone stretto tra due montagne dove si trova tutto ciò che si perde sulla Terra o per qualche difetto degli uomini o per qualche perdita di tempo o per colpa della Fortuna, del destino.
Molta fama, cioè la considerazione degli uomini, si trova sulla Luna perché il tempo fa dimenticare anche le imprese più gloriose. Ma ci sono anche molte preghiere, molte promesse e tantissime cose che l'uomo neppure sa di aver perso. Invece sono lì, segno che sulla Terra stanno andando scomparendo. Ci sono poi i pianti degli amanti, il tempo che si perde al gioco, l'ozio di coloro che non fanno niente, i progetti che non sono mai stati attuati, i desideri che non sono mai stati realizzati e che ingombrano quasi tutto lo spazio, segno che l'uomo sulla Terra non riesce mai a ottenere ciò che desidera.
Ad un tratto vede una montagna di vesciche gonfie e San Giovanni gli spiega che esse sono le corone degli imperi antichi (Babilonesi, Assiri, Persiani, Greci) che furono famosissimi ma ormai il loro ricordo si è quasi perduto. Poi nota degli ami d'oro e d'argento che sono considerati simboli dell'adulazione, in quanto indicano i doni dei cortigiani che hanno regalato qualcosa ai potenti per farli abboccare e ottenere tornaconti personali, così come altro simbolo dell'adulazione sono i lacci e le cicale scoppiate, anch'essi presenti in abbondanza. Ci sono poi versi, nodi, catene che indicano gli amori sfortunati, artigli d'aquila - ossia l'autorità data dai signori ai loro sottoposti -, i mantici per soffiare sul fuoco che rappresentano le preferenze dei principi per i loro protetti che poi vengono abbandonati. Ma Astolfo vede anche le rovine di castelli, cioè patti disattesi, ladroni rappresentati come serpenti con faccia di donzella, e bocce di vario tipo che simboleggiano i cortigiani trattati male. Poi sente un odore nauseabondo provenire da un fiore (che un tempo era profumatissimo): esso simboleggia il potere temporale dei papi, dato che i pontefici stanno abusando delle donazioni terrene che sono state elargite dalle autorità politiche nel corso dei secoli. Vede anche le bellezze delle donne rappresentante come sostanze che attirano e la pazzia, che però non è presente in grande quantità perché la follia ha ancora sede sulla Terra! Di pazzia ce n'è poca sulla Luna perché ce n'è troppa sulla Terra! Ecco di nuovo l'ironia dell'Ariosto per farci sapere che gli uomini sono quasi tutti folli!
Prof, sembra di percorrere i banconi del supermercato!
Ma quante cose perdono gli uomini sulla Terra?
Eh sì, perdono davvero un sacco di roba! Ma, a proposito di perdite, soffermiamoci a riflettere e scrivere un po'
Se su questo vallone lunare ci fosse uno spazio per radunare tutte le cose che hai perduto tu, cosa vedrebbe Astolfo?

Continuiamo a seguire la perlustrazione di Astolfo. Non dimentichiamoci che non c'è tempo da perdere: bisogna ritrovare il senno di Orlando, altrimenti il paladino,ormai diventato mostro, distruggerà mezzo mondo!
E in effetti al senno di Orlando ci siamo quasi... infatti, ad un tratto, appare ad Astolfo una scena molto particolare: una serie di ampolle al cui interno si trova un liquido molle e poco denso che tende ad evaporare se non si chiude bene il coperchio.
Indovinate cos'è questo liquido molle contenuto dentro le ampolle?
Il cervello delle persone, prof!
Ma fa un po' senso descritto così, bleah...
Esatto, è il cervello umano! E ci saranno poche o tante ampolle secondo voi?
Tantissime!!!
Esatto ancora! Ci sono tantissime ampolle, seppur la quantità di cervello contenuta in esso possa variare: c'è chi ha perso un po' di senno, chi un po' di più e chi lo ha perso del tutto.
Siccome in ogni ampolla è apposta la targhetta con il nome del cervello di appartenenza, quella di Orlando è l'ampolla più grande!
Certo prof. Lui lo ha perduto tutto il suo!
Appunto... ma le sorprese non finiscono qui. Con la consueta ironia, Ariosto ci dice che anche Astolfo vede che nella ampolla che contiene il suo nome di cervello ce n'è un bel po', però ciò che lo meraviglia è il fatto di vedere il senno di tante persone che sulla Terra sembrano tanto assennate e invece qui hanno ampolle molto grandi, segno son pazzerelle pure loro, anche se non sembra!


Ma come fanno le persone a perdere così tanto cervello?
Guarda, Ariosto lo spiega proprio nell'ottava successiva. Chiarisce che molti uomini sulla Terra perdono il senno per amore - come è accaduto a Orlando -, ma anche per cercare onori, soldi,  sperando di ingraziarsi i potenti, per seguire credenze magiche, ricercando gioielli, opere o cercando di inseguire ciò che desiderano. Molti cervelli sono anche di filosofi, astrologi, poeti...
Probabilmente c'era anche quello di Ariosto, vero prof?
Io credo che, almeno in piccola quantità, il suo ce lo avrebbe considerato di certo. Non si nomina solo per modestia, forse. Non trovate?
Parla di poeti infatti. Sicuramente intende anche se stesso.
E poi sul proemio lo dice che Alessandra Benucci potrebbe farlo impazzire da un momento all'altro, quindi anche lui avrà sulla Luna una piccola parte del suo cervello.
A voglia! Anche più di una piccola parte, secondo me. E poi bisogna essere pure mezzi matti per cercare di sposare una donna già sposata.
E allora la tua ex che stava con te quando sapevi che era già fidanzata con R***?
E ci sarà anche un pezzo del mio cervello lassù... che ti devo dire?
State anticipando le riflessioni che avevo intenzione di farvi fare, tanto meglio.
Di nuovo carta e penna e provate a scrivere di getto queste annotazioni che poi, al solito, condivideremo.
Sicuramente Astolfo troverebbe anche un po' del tuo cervello. Tanto o poco diccelo tu. Per quale motivo il tuo senno si trova lì? Cos'è che te lo ha fatto perdere?

Dopo aver individuato il senno di Orlando e aver dato un'occhiata ad altre targhette identificative per pura curiosità, Astolfo ottiene da San Giovanni il permesso di prendere l'ampolla e riportarla sulla Terra. Cosa ci dovrà fare? Una cosa per nulla semplice: farla avvicinare al volto di Orlando, di modo che egli possa aspirare l'umore che proviene dal suo senno molle, farlo penetrare in tutto il corpo e tornare così a rinsavire completamente. Ma vi anticipo che la cosa andrà in porto: Orlando, seppur con grande fatica, verrà trattenuto a forza per aspirare il suo senno e tornerà del tutto sano e integerrimo come era prima!


Sembra una pratica strana - ed effettivamente lo è - ma Astolfo stesso ne ha dimostrazione al momento: si avvicina infatti all'ampolla che contiene il suo senno, la annusa e sembra che il cervello torni subito al suo luogo naturale. Ariosto ci anticipa che in effetti Astolfo tornerà saggio per lungo tempo, anche se ad un certo punto della sua vita commise di nuovo molti errori.

Dopo aver letto il canto, sbizzarriamoci in una produzione scritta strutturata, ma anche in qualche attività creativa suggerita dagli input appena visti.


Attività di produzione scritta

Dopo aver disegnato un cervello in modo stilizzato, prova a suddividerlo - mantenendo le proporzioni giuste - nelle attività che occupano la tua giornata.
Ti faccio un esempio di come potrei suddividere il mio:


Adesso fai la stessa cosa tu. Puoi decidere se suddividere il tuo senno con i colori oppure no. Importante è che si capisca quali sono le attività che riempiono la tua giornata nel corso, ad esempio, di un paio di settimane.
Quindi scegli una di queste voci che hai scritto e crea su di esso una bozza di testo autobiografico - incentrata appunto sugli impegni che contraddistinguono la tua giornata - che ti verrà corretta solo con dei post-it in cui saranno suggerite delle integrazioni o indicate strategie di revisione. Quindi riprenderai di nuovo in mano la bozza, la modificherai secondo le indicazioni fornite e la rivedrai infine per gli aspetti formali di editing prima della consegna. La bozza definitiva verrà valutata secondo i criteri che già da tempo conosci. La bozza, nelle sue varie fasi, verrà scritta quasi interamente in aula per avere modo di poter eseguire più consulenze possibili nel corso della stesura.

Attività creative

1) Disegna delle immagini che abbiano dei riferimenti al testo appena letto: Astolfo sull'Ippogrifo che va sulla Luna, oggetti visti al suo interno, ampolle con il senno e le etichette nominative... insomma, ciò che ha colpito più la tua fantasia.
Cerca di utilizzare la modalità vignetta a fumetti, così da poter creare, a fine poema, una sorta di giornalino degli episodi letti, da far consultare anche ai ragazzi degli anni futuri che dovranno affrontare la lettura dell'opera.

2) Lavorando, se vuoi, in gruppo, prova a ricostruire in miniatura gli spazi della Luna che ha avuto modo di osservare Astolfo: ponendo come base un cartone, prova a ricreare alcuni oggetti che sono stati nominati nel canto. Dai sfogo alla tua creatività e vedrai che ti divertirai anche tu, magari facendoti suggerire le idee proprio dai tuoi compagni!
Prof! Io ho già in mente come riprodurre i cervelli! Con i gusci di noce!! Però l'ampolla non la metto, va bene lo stesso? Non saprei come fare...
Va benissimo l'idea della noce!! Bravo! 
Certo che, per opportunità, alcune modifiche potrete apportarle, però la base di lavoro deve essere la rispondenza precisa a ciò che è scritto nel testo, quindi niente cose che non c'entrano nulla con quanto letto, ma oggetti direttamente nominati da Ariosto (va bene anche solo disegnarli), come artigli, bocce, lacci, fiori... insomma, quelli elencati nelle ottave appena lette. Corredate l'oggettistica scelta con didascalie di spiegazione dei loro significati simbolici.
Che ne dite? Vedrete che ne verrà fuori una sorta di mini-museo!
Con l'Orlando Furioso la fantasia non deve essere certo tenuta a freno!
Ariosto per primo ve lo ricorderebbe, figuriamoci io!
Buon lavoro a tutti!


1 commento:

  1. Bellissima trattazione scolastica: da ricopiare e riproporre in tutte leaule d'Italia.

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