Cominciamo dalla lettura questa frase di Massimo Montanari:
Spesso ci si oppone all’immigrazione in difesa delle nostre radici. Ma le radici degli alberi, sotto terra, hanno percorsi quasi imprevedibili e portano a tanti punti differenti anche molto remoti. Pensiamo, ad esempio, alla PASTA CON IL POMODORO, classico piatto nazionale che afferma un’idea di ‘italianità’ in tutto il mondo. Le radici di questo piatto in realtà sono tutt’altro che italiane. L’invenzione della pasta se la contendono arabi e cinesi e noi l’abbiamo soltanto fatta nostra venendo in contatto con queste civiltà; il pomodoro non è una pianta originaria dell’Italia e neanche dell’Europa, ma è stato portato dall’America.
Continuiamo riflettendo su questi numeri riferiti alla situazione degli immigrati in Italia:
Immigrati regolari 6,5%
clandestini 1% - tra questi solo il 12% giunge via mare (il 15% via terra e il 73% giunge con visto turistico regolare che poi risulta scaduto)
La percezione che avevano i ragazzi era di tutt'altro genere, soprattutto a causa delle immagini viste nei notiziari televisivi.
Riflettiamo anche sul fatti che gli stranieri che provengono dall'Unione Europea possono liberamente circolare grazie al trattato di Schengen e che la Convenzione di Ginevra stabilisce che coloro che scappano da situazioni di guerra hanno diritto d'asilo.
Chiediamo ai ragazzi di ripensare ai concetti di spostamento/emigrazione di popoli nella storia. Quando sono avvenuti? Subito! A partire dalla comparsa dell'uomo sulla terra africana.... E altri esempi? Non c'è che l'imbarazzo della scelta: le antiche civiltà, le invasioni barbariche, le conquiste arabe e normanne, la politica coloniale dei "conquistadores"... e tanti altri esempi ancora.
E l'Italia? E' sempre stata terra di immigrazione, come oggi? Parliamo loro di quanti nostri antenati sono emigrati in America, in Belgio/Germania oppure che si sono spostati internamente dal Sud per trovare lavoro nelle fabbriche del Nord. Facciamo vedere loro alcune immagini riferiti all'emigrazione italiana e commentiamole insieme.
Oppure la discussione può spostarsi su un piano più "leggero", osservando questa cartina che mostra l'origine di famosi personaggi della Disney
O ancora, se si preferisce ampliare l'argomento da un'altra dimensione planetaria, si può far osservare questa cartina che mostra le varie lingue nel mondo
Il nostro percorso cominciato in aula è continuato fuori: la classe ha visitato una mostra interattiva sul plurilinguismo e sulla multietnicità che è stata allestita nella nostra città.
Infine tutti hanno contribuito personalmente alla realizzazione di un cartellone con frasi riferite al concetto di amicizia tradotte in varie lingue (inglese, francese, spagnolo, russo, rumeno, albanese, cinese, bengalese e... napoletano).
E, dulcis in fundo, la classe ha partecipato al progetto "Dona un libro ad un rifugiato" sbizzarrendosi nella formulazione di dediche ed auguri di buona permanenza per i riceventi.
Una dedica l'abbiamo direttamente estrapolata dalle parole del poeta statunitense Walt Whitman: "A te. Straniero, se passando mi incontri e desideri parlarmi, perché non dovresti farlo? E perché non dovrei farlo io?"
Anche questa è integrazione.
Questi sono alcuni libri pronti donati dai ragazzi e pronti per essere "impacchettati"
Un'ultima sorpresa "multiculturale": un alunno di nazionalità albanese ci ha fatto assaggiare un piatto tipico della sua terra natale, il burek, e ci ha rivelato la ricetta:
Ingredienti:
1
kg di spinaci freschi
2
cipolle
500
g di farina
Olio
sale e pepe
Preparazione:
Impastare
farina, sale e acqua, fare la pasta sfoglia, mettere due strati di pasta
sfoglia in una teglia.
Tagliare
gli spinaci e le cipolle a pezzi piccoli e metterli nella pasta sfoglia.
Condire
con olio, sale e pepe, aggiungere un po’ di farina.
Concludere
con due strati di pasta sfoglia e piegarli ai bordi.
Mettere
in forno fino a che non diventa dorato.
Una vera bontà!
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