domenica 20 marzo 2016

Il castello medievale

LABORATORIO DI STORIA: IL CASTELLO MEDIEVALE

Quando si arriva a parlare ai ragazzi di un argomento così affascinante come quello dei castelli medievali, come ci si può limitare a leggere le informazioni dal libro senza neanche provare ad addentrarci in una vera esperienza di castellani?
Abbiamo così cominciato un percorso quasi magico, che ci ha fatto ripercorrere la vita nei castelli, ci ha stimolato la creatività e la fantasia, ci ha fatto diventare "ingegneri" e infine ci ha permesso di aggirarsi tra le stanze di un castello medievale vero... ma procediamo con ordine!

Dopo aver letto sul libro numerose informazioni ed aver osservato su You Tube altrettanti video riguardanti la struttura del castello e la vita che si svolgeva all'interno di esso, abbiamo fatto disegni e perfino riprodotto in cartone dei castelli medievali stupefacenti, ricevendo i complimenti del sito internet da cui abbiamo ricavato il tutorial e allestendo in aula magna una simpatica esposizione dei nostri lavori.
Un po' di foto dei disegni...

castello disegnato da Ginevra
 
castello disegnato da Vanessa
 
castello disegnato da Sara
 
castello disegnato da Filippo
 
 
Un po' di foto dei castelli di cartone costruiti dai ragazzi...
  

castello di Sophia e Sara
 
castello di Alice e Giulia
 
castello di Maria
 
castello di Andrea
 
castello di Alecsandru e Gabriele
 
castelli di Riccardo e Alessia
e minicastelli delle due Sofie
 
castello Sara
 
castello Sofia
 
E questa è la foto di tutti castelli esposti in aula magna
 
 
Non solo "ingegneri", ma anche scrittori: all'interno dei nostri castelli abbiamo anche inventato storie fantasiose in cui protagonisti sono cavalieri, principesse, draghi.
Questi  i nostri lavori frutto della nostra fervida immaginazione:
 
 

Storia di Alessio B. (classe 1D)
Ai margini di una fitta foresta c’era un castello sempre immerso nel buio dove il signore trattava le famiglie al suo servizio come schiavi. Quando costui morì tutti gioirono e i parenti del defunto organizzarono una festa invitando tutto il popolo. Intanto un gruppo di fantasmi che viveva nelle vicinanze decise di impadronirsi del castello che tornò tetro come un tempo e tutte le persone che lo visitavano venivano trasformate in alberi. In poco tempo il prato che circondava il castello divenne un fitto bosco. Un giorno una ragazza bellissima si perse in quel bosco, in lontananza vide il castello e, incuriosita, entrò. Salite le scale, si imbatté in un gruppo di fantasmi e, impaurita, cercò di fuggire. Aveva ormai perso le speranze di sopravvivere, quando si ricordò che i fantasmi scompaiono se si riflettono in uno specchio. Nella sala più grande del castello era seduto un enorme fantasma e lei gli puntò contro uno specchio. Il fantasma morì all’istante e così accadde a tutti gli altri. Fu così che l’incantesimo finì, tutti gli abitanti trasformati in alberi tornarono a riassumere sembianze umane. I parenti del vecchio re decisero di donare il castello alla ragazza ed ella, che in realtà era una principessa, visse lì con il suo principe, felice e contenta, e amata da tutti i suoi sudditi.
Storia di Luca R. (classe 1D)
C’era una volta un principe che abitava in un enorme castello; era ricco, bello, simpatico e fortunato ed era amato da tutte le principesse più belle. Gli piaceva andare a caccia, a cavallo e anche dedicarsi all’addestrare dei falconi. Era inoltre circondato da tanti amici. Un giorno, però, una terribile malattia invase il suo corpo: la peste. Nonostante le visite dei medici, degli amici e dei familiari che lo confortavano, il principe non guariva, tanto che il 19 gennaio morì nel suo letto regale.
Storia di Riccardo R. (classe 1D)
C’era una volta in un castello un bambini di nome Propp e tutti lo prendevano in giro perché era brutto e pieno di brufoli e perché era amico di un orco che mangiava solo broccoli e fagioli. Un giorno arrivò al villaggio  una fata che aveva il potere di far diventare belli i bambini brutti, ma lui non la vide perché era rimasto al suo castello, dato che era malato: aveva tosse, raffreddore, influenza e febbre da cavallo. Per fortuna la fata si trattenne nel villaggio un mese e, proprio l’ultimo giorno, incontrò Propp e fece la magia: quel giorno Propp diventò il bambino più bello di tutti e visse per sempre felice e contento.
Storia di Helena P. (classe 1D)
Durante il Medioevo, in Francia, fu costruito un bellissimo castello, chiamato Chateau d’Ambroise, che divenne la dimora del re Enrico VIII. Il sovrano aveva due mogli che gli dettero due figli: Francesco I e Bash I. Successe che la Francia dovette allearsi con la Scozia per sconfiggere l’Inghilterra e, per far sì che i due stati mantenessero l’alleanza, Francesco I avrebbe dovuto sposare Maria, regina di Scozia. Maria, allora si recò da lui  in Francia e, arrivata insieme alla sua corte, si presentò al re. La sera stessa si tenne un banchetto a corte. Maria, all’uscita dal salone delle feste, venne fermata da Clarissa, una serva del castello che era rimasta per tanto tempo rinchiusa nelle secrete, che la avvertì di non bere mai il vino che le veniva offerto. Maria la ascoltò e, tornata nella sua camera, trovò un passaggio segreto che conduceva direttamente alle prigioni del castello. Maria decise di entrare, ma subito scorse un’ombra che le disse che qualcuno la voleva morta. Credendo che fosse Clarissa le chiese chi, secondo  lei, poteva volere questa cosa, ma l’ombra, che in realtà si chiamava Oscurità, ed era un mostro che viveva nelle foreste di Francia, chiuse l’ingresso del passaggio segreto e la spinse direttamente nelle secrete. Tutti cercarono la regina Maria, ma fallirono miseramente. Da quel giorno nel castello si può sentire la presenza del fantasma della regina di Scozia, così ingiustamente uccisa.
Storia di Maria M. (classe 1D)
In un grande castello viveva un re vanitoso che si pavoneggiava sempre ed era scontento di tutto. Una volta aveva chiesto al suo sarto di cucirgli un vestito rosso e di farglielo avere entro le 4:00. Il sarto arrivo al castello puntuale, ma le guardie non volevano farlo entrare e non aprirono il ponte levatoio. Dovette bisticciare, poi finalmente gli aprirono, ma erano le 4:30. Il re infuriato disse: - “Sei  un fannullone! Il vestito doveva essere pronto per le 4:00 e poi non ha i ponpon bianchi che ti avevo chiesto. Fammene un altro!”
Il sarto se ne andò e dopo qualche giorno tornò al castello.
Il re gli disse: - “Non mi piacciono i ponpon, sono troppo piccoli! Falli più grandi!”
Il sarto se ne andò di nuovo e dopo qualche giorno tornò dal re.
Siccome il sarto era capace di fabbricare anche le armature, il re gli disse: - “Ora fannullone vai dalla guardia che è sulla torre e chiedigli se vuole un’armatura rossa invece che argentata. Il sarto andò dalla guardia e questa gli disse di no.
Così disse al re: “No, sire!”
“Come sarebbe” – disse il re.
“La guardia ha detto di no” – rispose il sarto.
“Tu fallo lo stesso! Prepara un’armatura rossa” – disse stizzito il re.
“Sì, mio sire” – rispose il sarto.
Il sarto se ne andò e, dopo qualche giorno, riportò l’armatura rossa al castello.
Il re disse: “Ora voglio che fai le armature rosse a tutto il mio esercito!”
“Sì, mio re” – rispose il sarto.
Il sarto se ne andò e dopo diverso tempo tornò con 320 armature rosse.
Il re disse ancora: “Adesso, buono a nulla, voglio che tu faccia dei vestiti rossi per gli abitanti del mio regno e falli indossare a tutti!”
“Sì, sire” – rispose ancora il sarto.
Fece i vestiti rossi ai 1320 abitanti del regno, però non tutti volevano indossarli,così il sarto tornò dal re e gli disse: “Ho cucito tutti i vestiti e 1000 abitanti li hanno indossati”
“Perché solo 1000?” – rispose il re.
“Perché gli altri 320 non li vogliono, mio sire” – disse il sarto.
“Bene, allora che vengano uccisi tutti gli abitanti del regno che non vogliono indossare il vestito rosso!” – concluse il re.
Le guardie obbedirono agli ordini durante la notte. Il re stesso però era in pigiama e non indossava il vestito rosso, così fu ucciso anche lui, perché anche lui era un abitante del regno.
Storia di Sophia G. e Sara A. (classe 1D)
C’era una volta, in un castello costruito al centro di un villaggio, una principessa molto bella che abitava con suo padre, un re veramente cattivo. Un giorno, mentre la fanciulla stava passeggiando per il villaggio, vide un contadino e se ne innamorò subito; i due si misero a parlare e scoprirono di stare bene insieme, ma lei era già stata promessa in sposa ad un principe. Alla fanciulla piaceva molto il contadino, ma sapeva che suo padre non avrebbe mai permesso che si fidanzassero perché lui era troppo povero. Dopo un po’ di settimane che i due ragazzi si frequentavano provarono ad affrontare la situazione: il contadino andò al castello per chiedere al re la mano della principessa. Il re a quel punto si mise a ridere e disse all’uomo che non avrebbe più dovuto farsi vedere a palazzo e che non gli avrebbe mai dato sua figlia in sposa. La principessa, che aveva sentito tutto, parlò con il padre e gli disse che, se veramente le voleva bene, doveva permettere di farla sposare con il contadino. Il padre ci pensò un po’ su e alla fine prese una decisione: disse alle guardie di portare il contadino al castello per annunciargli che avrebbe potuto avere sua figlia in sposa. Allora i due si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.
Storia di Alice N. e Giulia Z. (classe 1D)
Anno 1069
C’era una volta un castello molto nascosto, abitato da una bellissima principessa di nome Bella. Aveva appena compiuto 18 anni e i suoi genitori le volevano far trovare marito. Quindi organizzarono per lei un bel banchetto reale con tutti i principi più famosi della Germania. Si presentarono a corte 102 giovani, ma a lei non piaceva nessuno di loro e marito lo voleva trovare da sola. Disse quindi ai suoi genitori che non la dovevano aiutare a trovare il grande amore, ma loro risposero che doveva essere per forza un uomo ricco, bello e di stirpe reale. “Capito signorina?” – conclusero. Lei li minaccio di andarsene lontana da loro per trovare il vero amore, loro annuirono con la testa e le aprirono le porte del castello. La ragazzo andò a preparare i suoi bagagli e a prendere il suo cavallo, Samba, e lasciò il castello per cercare marito da sola. Dopo 11 ore arrivò in un paesino della Toscana chiamato Poppi; secondo lei era un posto stupendo e il castello era abitato da un bel principe di nome Leopoldo I. La ragazza se ne innamorò subito, ma non sapeva come farsi notare da un ragazzo così affascinante e poi c’era un altro problema: lui era già fidanzato con la principessa Leila. In paese giravano voci che al castello cercassero una serva. Bella, sentendo queste parole, decise di recarsi lì per avere quel lavoro. Arrivata al castello c’erano tante ragazze in fila per quel posto, ma il principe rimase incantato dalla bellezza di Bella e così scelse lei come cameriera. Il giorno dopo Leopoldo lasciò la sua fidanzata e iniziò a corteggiare la principessa Bella. Lei era molto contenta e tra i due nacque un vero amore. Dopo qualche giorno Bella confessò al principe di non essere una semplice serva, ma di essere una principessa. Alla fine decisero di sposarsi con una maestosa cerimonia invitando tutti i paesani e anche i familiari della ragazza, che nel frattempo avevano perdonato la figlia ed erano molto felici della sua scelta. Dopo un anno dalle nozze nacque la piccola Elisa e vissero tutti felici e contenti nel castello di Poppi, nel cuore della bella Toscana.
Storia di Riccardo P. (classe 1D)
C’era una volta in cima ad una montagna un castello maestoso. Un giorno un perfido stregone addormentò tutti gli abitanti del castello, tranne la fanciulla di cui era innamorato, ma ella non lo ricambiava, così lo stregone la rinchiuse in una stanza. Ma un giorno un giovane cavaliere la vide dalla finestra e si accorse che stava piangendo, così decise di entrare per liberarla, ma una barriera magica glielo impediva. Subito dopo si affacciò lo stregone e gli disse: “Come osi provare ad entrare nel mio castello?” Il cavaliere gli rispose: “Ho visto una fanciulla e voglio liberarla”, ma lo stregone ribatté: “Tu non l’avrai mai, lei è di mai proprietà!”. Lo stregone provò ad uccidere il cavaliere, ma non ci riuscì perché l’uomo aveva una spada incantata, così gli distrusse lo scettro e lo trafisse in un colpo solo. In quell’istante la barriera magica si disintegrò e tutti gli abitanti si svegliarono dal’incantesimo e si resero conto di essere liberi grazie al cavaliere, così lo applaudirono per le sue gesta eroiche. Il cavaliere e la fanciulla iniziarono a frequentarsi e dopo pochi mesi si sposarono e tutti vissero felici e contenti.
Storia di Alessandro G. (classe 1D)
Un giorno due ragazzi, camminando dentro un bosco, scoprirono, molto meravigliati, un castello. Questo era circondato da un fossato ed il ponte levatoio era aperto. Incuriositi fecero una corsa ed entrarono al suo interno. Davanti a loro videro degli uomini con delle armature di ferro e con delle lance appuntite, così scapparono spaventati ed entrarono in una stanza piena di porte. Quella dietro di loro si chiuse ed essi, in preda alla paura, non sapevano come fare ad uscire. Provarono ad aprirle, ma solo una si aprì e non era quella che portava all’uscita. Molto impauriti andarono avanti e si imbatterono in una stanza signorile, dove c’erano divani, candelabri, una tavola con delle coppe di ferro piene di vino, un letto a baldacchino e sopra un tavolino si trovava un forziere pieno di monete d’oro e una pergamena dove era disegnata la cartina del castello. La presero e la osservarono attentamente. Videro un’uscita alternativa, presero le monete d’oro, le misero nel loro zaino, seguirono le indicazioni della pergamena, sgattaiolarono dal ponte levatoio ed uscirono dal castello. Ripercorsero tutto il bosco, tornarono al loro villaggio e spartirono tutto l’oro con i loro familiari.
Storia di Eleonora D’A. (classe 1D)
Molto tempo fa, di fronte ad un grande castello, ci fu una battaglia tra Arabi e Normanni. I Normanni erano dei guerrieri molto potenti, al contrario degli Arabi che avevano soltanto poche armi e qualche flotta. Già nel primo scontro morirono molti Arabi, ma il loro re cercò di incoraggiarli e disse: “Forza, ce la possiamo fare!”, allora i guerrieri arabi iniziarono a tirare le lance e molti Normanni furono colpiti. Alcuni morirono per terra, altri affogati. Anche il re dei Normanni fu colpito e morì affogato. Il castello e tutte le terre intorno diventarono proprietà degli Arabi vincitori.
Storia di Alessandro R. (classe 1D)
Siamo nell’anno 1000 e i guerrieri delle steppe del Nord stanno arrivando. Essi hanno già occupato molti altri castelli grazie ad una tattica molto ingegnosa. Essa prevedeva, quasi come tutte le atre, l’assedio del castello ma, una volta fatto ciò, non si aspettava che le persone all’interno del castello morissero di fame o di sete o di freddo, si faceva credere che l’intento fosse proprio questo, ma in realtà dietro le linee di assedio, dei braccianti scavavano un tunnel sotto un lato delle mura facendo in modo di compromettere l’integrità strutturale del castello. Ottenuto ciò, i guerrieri facevano arrivare delle catapulte o, in alcuni casi in cui le mura erano robuste, venivano fatte arrivare delle arieti, dopodiché creavano un diversivo attaccando con due guerrieri da un altro lato per concentrare le difese da quel lato e infine, con pochi colpi di catapulte e arieti, le mura crollavano, permettendo l’entrata dei guerrieri che saccheggiavano la città. In più si cercava di far sì che le mura cadessero dalla parte del fossato, così non bisognava sprecare tempo e materiali. Queste informazioni sono state recuperate da dei cavalieri che sono riusciti a scappare e che hanno visto i guerrieri dirigersi verso il nostro castello. Abbiamo calcolato che i guerrieri arriveranno circa fra tre settimane. Fortunatamente abbiamo due vantaggi. Il primo è di sapere la loro tattica, il secondo è che il loro castello è costruito sopra una montagna formata da roccia molto dura; grazie a ciò ci metteranno molto più tempo ad applicare la loro tattica, anche se si è saputo che in passato sono già riusciti ad abbattere un castello sopra una montagna. Dopo una riunione tra cavalieri, il re ha deciso, in un primo momento, di non parlare ai cittadini di questo attacco imminente, poiché, sentendo i racconti su questi guerrieri, la città entrerebbe nel panico, ma si è anche reso conto che sarebbe impossibile applicare migliorie senza il loro aiuto e in più le persone si devono preparare all’attacco. Quindi il re ha detto ai suoi sudditi questa cosa. Come immaginato, subito i sudditi hanno detto di scappare, ma il re ha spiegato che sarebbe stato impossibile farlo, così si sono convinti. Il re ha ordinato ai fabbri di preparare centinaia di spade, armature e lance. Ai sudditi maschi è stato detto di allenarsi per diventare soldati, agli schiavi è stato detto di irrobustire le mura, soprattutto le fondamenta, rinforzare la porta di entrata e costruire un cancello, rinforzare le torri e creare delle fenditure nelle mura.  L’irrobustimento delle mura si pensa che allungherà il tempo di scavo di due settimane. Poi è stato detto alle donne di accumulare le provviste e infine ai contadini di costruire archi e frecce. Oggi le nostre guardie nelle torri, come previsto, hanno avvistato i soldati nemici. A quanto pare i nemici sembrerebbero non attuare la tattica che usano di solito, probabilmente perché, vedendo la montagna, si sono accorti che la loro tecnica non funzionerebbe. Ciò è un grande problema, poiché non ci aspettavamo che avrebbero cominciato subito l’attacco, infatti, purtroppo, sono riusciti con gli arcieri e le catapulte a colpire i nostri soldati e stanno già cominciando ad avvicinarsi al fossato. Se non reagiamo con prontezza, entro una settimana potrebbero già aver superato le mura; a questa notizia sono andati tutti nel panico, compresi i re e i cavalieri, l’unico modo per difendersi sarà quello di far uscire i soldati fuori dalle mura. Questa potrebbe essere una pessima mossa, visto che sopraffaranno i soldati prima che noi retraiamo il ponte potrebbero entrare quasi subito. Fortunatamente i soldati sono riusciti a far arretrare di un centinaio di metri quelli nemici, purtroppo però dovranno ritirarsi presto, in più i nemici hanno prontamente lanciato dei massi con le catapulte contro l’argano che stava per ritirare il ponte, non facendolo retrarre. Per proteggersi allora dall’entrata dei nemici, abbiamo ideato una tattica che le farà desistere per un po’, essa consisterà nel far sembrare la ritirata dei soldati avvenire dentro il bastione. Dopodiché i nemici, molto probabilmente, attaccheranno la porta d’entrata e mentre cercheranno di aprirla, chiuderemo il cancello che è nascosto nelle mura, così facendo rimarranno intrappolati dentro e in più a sorpresa i nostri arcieri usciranno dal bastione e lanceranno una pioggia di frecce infuocate, facendo anche in modo che il ponte si distrugga, ma prima di fare ciò uccideremo i soldati rimasti intrappolati e faremo nuovamente uscire i nostri soldati. A quanto pare questa tattica ha funzionato e i nemici, viste le perdite, si sono ritirati. Il nostro è il primo castello che ha fermato la loro avanzata, ovviamente avrà bisogno di molte riparazioni. Tutta la città ha fatto festa e il re ha deciso che ogni anno proprio questo giorno si festeggerà questa importante vittoria.
Storia di Gabriele C. (classe 1C)
C’era una volta un antico castello. Dentro di esso risedeva un vecchio fantasma paurosone. Un giorno arrivarono una famiglia reale con il loro figlio appassionato di fantasmi. Il bambino, mentre perlustrava il castello, scoprì una stanza segreta nascosta nel muro. Aprendola, scoprì una camera piena d’oro e, camminando, vide un uomo che sembrava nebbia seduto su una sedia. Il bambino si mise subito a piangere e a gridare. Avvertì subito i genitori e tutti quanti scapparono terrorizzati da quel castello.
Storia di Gianbattista P. (classe 1C)
C’era una volta un piccolo castello in cui viveva una famiglia composta da 25 persone. Un giorno un’altra famiglia che viveva vicino attaccò quel castello e, dopo una terribile lotta, la famiglia di 25 persone riuscì a vincere e si prese anche il castello dell’altra famiglia.
Storia di Eugenio C. (classe 1C)
Un giorno in un castello arrivarono un gruppo di soldati. Correvano impauriti, urlando di aver visto un drago. In questo castello abitata un astuto cacciatore di draghi ed un mercenario. Il cacciatore, dopo aver sentito la notizia del drago, cercò il mercenario e gli offrì la testa del drago. I due si unirono per combattere la creatura e riuscirono ad ucciderla, ma il mercenario fu ferito ad una gamba nel combattimento e il drago lo sbranò. Il cacciatore portò il drago morto al castello e lo appese alle mura per spaventare gli eventuali nemici.
Storia di Giacomo G. (classe 1C)
C’ era una volta in Britannia un castello governato da un mago molto potente e perfido che aveva tanti draghi al suo servizio che lo difendevano. Un giorno il mago rapì la principessa Elisabetta III e la tenne prigioniera per due anni. Tutti i cavalieri della Britannia provarono a liberarla, ma morirono tutti. Un giorno da molto lontano arrivò un cavaliere molto forte che liberò la principessa e sia lei che il suo salvatore si sposarono e vissero felici e contenti.
Storia di Gabriele C. (classe 1D)
In un grande castello viveva un re che venne colpito da un maleficio che lo fece diventare malvagio. Molto tempo dopo un suo discendente, che si chiamava re Saggio, riuscì a distruggere il maleficio con un’opera buona che nessuno dei suoi antenati aveva fatto: aiutare un contadino. Un giorno il re Saggio passò per una strada un po’ malinconica con i suoi soldati quando, ad un certo punto, caddero in una trappola che li fece sprofondare in una buca. Dopo molte ore passò di lì un contadino, il quale, vedendo il re in trappola, per poco non sveniva. Ai contadini, infatti, non capitava mai di vedere il loro re caduto in una trappola. In meno di tre secondi il contadino era tornato a casa e, dopo aver preso una scala, si precipitò ad aiutare il re per uscire da quella buca e, in men che non si dica, il re venne liberato. Il re, non sapendo come ricompensare il contadino, decise di dargli un po’ di denaro, ma soprattutto decise di aiutarlo nel lavoro dei campi. Qualche giorno dopo il re iniziò la sua settimana lavorativa e, dato che era molto imbranato perché non aveva mai lavorato in vita sua, dovette lavorare molto e ricevere tanti aiuti dal contadino. Finita la settimana, il re disse: “Non è giusto, io non ho aiutato affatto il contadino, dato che non sono capace a fare niente nei campi. Ma, dato che ho avuto questa opportunità di imparare qualcosa, voglio dare il meglio di me per aiutare chi mi ha salvato la vita”. Le settimane di aiuto diventarono mesi e, dato che il castello era lontano, il re fece costruire una casetta vicino a quella del contadino. E così anche i mesi diventarono 2, 3, 4, fino a che il re diventò amico del contadino e addirittura il contadino invitò il re a vivere da lui. Molti anni dopo il contadino morì e il re, dal dispiacere, si ammalò e morì anche lui per il dolore. Il re si ritrovò con il suo amico trasformato in fantasma: non era diventato un essere bianco ma aveva un bel colore dorato. E non era finita qui! Infatti, dato che il re aveva vissuto a casa del contadino per un lungo periodo, adesso il contadino, anche se come fantasma, era ospite del re nel suo castello. Il contadino-fantasma era rimasto a bocca aperta a vedere questo stupendo palazzo, con le sue mille stanze, il suo ponte levatoio, le sue merlature, le sue torri altissime, e soprattutto a vedere il trono dove, anche se non l’aveva mai visto, stava seduto il suo miglior amico… il re Saggio.
Storia di Elena P. (classe 1C)
In un tempo molto lontano c’era un principe di nome Alessio che viveva in un castello con sua moglie Cristina. Un giorno Alessio vide Cristina fare qualcosa di strano, ovvero una pozione stregata, e, mentre la stava preparando, aveva assunto un aspetto da strega. Alessio si paventò e cominciò a correre lungo il corridoio, ma non fece in tempo ad uscire perché venne trasformato in un gatto nero. Quando una delle serve vide il gatto, lo cacciò subito. Cristina disse a tutti che Alessio era scomparso e di sicuro era morto e che voleva trovare subito un altro marito. Si sparse la voce per tutta la città, tutti erano molto interessati e le donne molto incuriosite. La mattina dopo, sotto quelle grandi porte del castello, c’erano molti uomini ad aspettare il loro turno per essere presentati a Cristina, tra cui il gatto, che era riuscito a sapere la notizia. Appena Cristina si affacciò alla finestra, video Alessio-gatto, allora chiamò subito la sua serva e disse di riferire a quegli uomini che l’incontro era rimandato. Dopo qualche giorno tornarono le stesse persone e ci furono questi incontri: Cristina fu colpita da un certo Matteo e decise di prendere lui come sposo. Furono annunciate a tutti le nozze e tutti furono invitati al matrimonio. Quel giorno tutto il paese andò al castello, tra cui il gatto-Alessio che, durante la cerimonia, si trasformò in persona e tutti videro quella scena. Alessio disse davanti a tutti cosa era successo e Cristina era molto arrabbiata perché era stato rovinato il suo matrimonio. Matteo, tutti gli abitanti del villaggio e le serve scapparono e riferirono tutto all’imperatore che condannò a morte Cristina e Alessio avrebbe dovuto ucciderla. Lui lo fece e l’imperatore lo tenne a corte con sé.
Storia di Marco P. (classe 1C)
Tanto tempo fa nel castello di Poppi viveva una regina cattiva di nome Morgana che pretendeva che i suoi sudditi pagassero tasse molto alte, anche se la maggior parte della popolazione era costituita da poveri e contadini. Un giorno il contadino Ugo si rifiutò di pagare le tasse perché i suoi figli non avevano nulla da mangiare. Su ordine della regina, i soldati rinchiusero Ugo e la sua famiglia nella loro casa e appiccarono il fuoco. Questo  doveva servire da lezione per tutta la popolazione. Nel soldato viveva un soldato crociato di nome Gregorio che, tornato dalla guerra, era stato informato dell’accaduto. Vista la malvagità della regina e dei soldati, Gregorio iniziò ad incitare la popolazione alla rivolta. Così, in una notte buia e tempestosa, Gregorio e il suo  popolo riuscirono ad arrivare al castello di soppiatto, ma era pieno di soldati. Ci fu una battaglia sanguinosa, i morti ci furono sia nello schieramento della regina che in quello di Gregorio, ma il popolo ebbe la meglio. La regina venne rinchiusa nella torre del castello e ci rimase fino alla sua morte. Gregorio fu eletto re che si rivelò un governatore fedele e giusto nei confronti del suo popolo fino alla fine dei suoi giorni.
Storia di Sofia B. (classe 1C)
Ciao, sono Sofia, una ragazza vissuta nel Medioevo, anzi, a dir la verità, sono un fantasma. Vi chiederete il perché io sia diventata un fantasma. Il 14 giugno del IX secolo d.C. io e mio marito Luca ci sposammo. Avevamo preparato tutto alla perfezione, eranoo venuti tutti gli invitati, ma poche ore dopo la messa, quando stavamo mangiando, arrivarono i Normanni ad attaccare il nostro bellissimo castello e morimmo tutti. A parte la mia storia, vi racconto un po’ come era fatto il mio castello. Il letti erano a baldacchino e piccoli, data la nostra statura, ma comodi e caldi perché il freddo non riusciva ad entrare. Le stanze erano fredde, ma chi era fortunato come me aveva il camino per riscaldarsi. La mattina mi tingevo i capelli, mi depilavo i peli superflui e mi profumavo. Il bagno non c’era, quindi non mi lavavo sempre, ma per farlo mi immergevo in una tinozza. La mia cucina era divisa in due parti: una per gli schiavi e una per noi padroni. Tutti hanno lasciato questo posto, ma io sono restata qua da sola e tutto il giorno gironzolo per il castello.
Storia di Paras S. (classe 1C)
Nel Medioevo di fronte al castello di un imperatore avvenne una grande battaglia. La storia comincia con un guerriero molto forte che il suo imperatore ammirava tanto. Questo guerriero, che si chiamava Attila, non amava il principe, figlio dell’imperatore, perché si vantava sempre di uccidere i re degli altri popoli, ma non era vero, anzi era Attila che li uccideva. Attila parlò con il suo imperatore di questa faccenda e lui chiamò subito il principe dicendogli che ci sarebbe stata una battaglia. Dovevano combattere il principe e Attila. Chi avesse vinto sarebbe diventato il successore dell’imperatore. Attila accettò e anche il principe. Iniziò  la lotta nel castello. Attila era più forte e agile, ma il principe sembrava che barasse perché chiamava ad aiutarlo le sue guardie, ma la maggior parte delle guardie non si faceva avanti perché aveva paura. Attila uccise tutte le guardie, ma non il principe. Attila e il principe combattevano dentro le mura del castello. Ad un certo punto Attila fece cadere dalle mura del castello il principe. Era fatta. Attila sarebbe diventato imperatore.
Storia di Alessia C. (classe 1C)
C’era una volta un contadino e sua moglie che abitavano all’interno di un grande castello. Di giorno andavano a coltivare i campi, ma una mattina il castello venne attaccato dai nemici. Subito i due si diressero verso il ponte levatoio e, appena entrati, si rifugiarono nelle loro case. Le sentinelle avvistarono i nemici e riuscirono a incastrarli tra la prima e l’ultima porta e dall’alto cominciarono a gettare pietre e acqua bollente, mentre dalle feritoie venivano scagliate frecce. I nemici stremati uscirono dal castello e si allontanarono. Per festeggiare la vittoria il sovrano organizzò una festa per tutti gli abitanti del castello.
Storia di Sara F. (classe 1C)
C’era una volta un bel castello in cui abitava una principessa insieme ai suoi animali. Un giorno un nobile arrivò a palazzo e si innamorò di lei. La principessa però era innamorata, ricambiata, del figlio del re del castello accanto e il nobile si offese. Dopo diversi anni la principessa invecchiò e il principe suo vicino non era più innamorato di lei perché era diventata brutta. Il nobile, invece, era ancora innamorato, ma la principessa lo rifiutò una seconda volta. Così la principessa invecchiò rinchiusa nel suo castello da sola, senza nessuno che le facesse compagnia.
Storia di Riccardo S. (classe 1C)
Un tempo dame e cavalieri vivevano in grandi castelli con spesse mura ed alte torri. Ogni castello era circondato da un profondo fossato pieno d’acqua. Per entrare ed uscire dal castello bisognava passare un ponte levatoio. Un bel giorno, però, il ponte levatoio di un famoso castello si ruppe e gli abitanti del castello rimasero intrappolati. Provarono a chiedere aiuto, urlando dalle grandi torri, ma nessuno veniva in loro soccorso. Le persone iniziarono a sentire la fame e ad ammalarsi, fino a quando vicino al castello arrivò un enorme drago. La gente terrorizzata si nascose dentro le abitazioni, ma il drago non voleva fare del male o distruggere il castello, voleva solo aiutarli. Il drago si mise disteso facendo da ponte levatoio. La popolazione salì sopra il drago e si ritrovò in una bella prateria. Tutti erano tristi perché non avevano più il loro castello, ma il drago promise che avrebbe fatto costruire per loro il castello più bello del mondo e così fece. Lavorò giorno e notte fino a quando finì il castello. La popolazione ringraziò il drago e gli disse che poteva rimanere con loro per aiutarla a sconfiggere i nemici. Per festeggiare, tutte le persone andarono al vecchio castello e lo bruciarono in segno di addio.
Storia di Gabriele  V. (classe 1C)
Tanto tempo fa nel castello di Salisburgo viveva un re di nome Carlo, che veniva soprannominato Carlo il Perfido. Un giorno le truppe del castello di Londra decisero di attaccare il castello di Carlo, ma non sapevano con chi avevano a che fare. Carlo si arrabbiò e ordinò ai suoi uomini di distruggere il castello di Londra, però il re di Londra fece alle sue truppe un’imboscata. Re Carlo pensava che i nemici si fossero arresi, ma loro, molto furbi, entrarono dentro un carro, si intrufolarono dentro al castello e rubarono al re tutto l’oro e tutti i suoi averi. Uccisero il re mentre stava dormendo, uccisero tutte le guardie e resero tutti gli abitanti schiavi. Si impossessarono anche del castello che, da quel giorno, diventò il castello più famoso e temibile di tutto il Medioevo.
Storia di Serboli G. (classe 1C)
C’era una volta, in un castello medievale, un principe coraggioso che indossava un’armatura d’oro e aveva la lancia gialla e blu. Però in una torre del suo castello c’erano  fantasmi e trappole. Il principe provò ad affrontare i fantasmi, percorse un corridoio, andò a sinistra e ai suoi piedi trovò una trappola per topi che gli schiacciò l’alluce. Il principe per il dolore si mise a gridare a squarciagola. Subito dopo doveva girare a destra, ma trovò un muro e quasi si “spiaccicò” contro di esso. Andando avanti schiacciò per sbaglio un pulsante con i piedi e gli cadde un masso in testa. Alla fine gli apparvero all’improvviso 5 fantasmi allineati, lo attraversarono e lui svenne. Dopo 5 minuti si risvegliò e percorse 10 metri senza far scattare trappole. Era stata tutta fortuna. Poi si appoggiò al muro con la mano perché era molto stanco e schiacciò un altro pulsantino, così arrivò rotolando verso di lui un masso e quindi dovette correre a gambe levate, ma riuscì a seminare il masso. Schiacciò un altro pulsantino col piede mentre camminava e subito sbucò una pietra dall’alto che gli cadde sui piedi, così cominciò a zoppicare. Il principe si domandò quanto doveva ancora camminare dentro questa torre. All’improvviso gli apparve un fantasma che correva verso di lui velocemente e lui si spaventò a morte. Però vide che era arrivato all’uscita, ma intorno a lui spuntavano molte trappole, allora camminava con molta cautela. Per sbaglio pigiò un pulsante e gli apparve un martello che gli dette un colpo in testa. Alla fine uscì con le sue truppe, arrivò tardi nel campo di battaglia e il re si arrabbiò molto con lui.
Storia di Ginevra D’I. (classe 1C)
C’era una volta una principessa e un principe che avevano 17 anni e si innamorarono fin dalla prima volta che si erano incontrati; tennero però nascosto il loro amore ai genitori perché la principessa, di nome Caterina, era figlia del re di Banavia, mentre il principe, di nome Filippo, era figlio del re di Canastia e i due regni in quel momento non erano in sintonia, così i ragazzi speravano che le cose si risolvessero e decisero di aspettare di compiere 22 anni per potersi sposare. Il loro amore così fu tenuto nascosto 5 anni, ma fecero bene ad aspettare. Passati i 5 anni i re di Banavia e di Canastia decisero di fare pace e programmarono un incontro tra regnanti per far conoscere i rispettivi figli che avevano la stessa età e che avrebbero potuto sposarsi tra di loro, così la pace sarebbe stata più solida. Entrambi i giovani si aspettavano, ma nel luogo dell’appuntamento  la principessa non vide arrivare il principe e rimase molto delusa. Caterina chiese al padre perché, secondo lui, Filippo non si era presentato all’appuntamento e il padre rispose, con grande rabbia, che il re di Canastia lo aveva ingannato nel corso di un commercio di pietre preziose. Nello stesso tempo anche il re di Canastia disse al figlio Filippo che il re di Banavia, padre di Caterina, lo aveva truffato e che nessuno della famiglia doveva avere più niente a che fare con quel regno. I giovani si incontrarono e si riferirono tutto ciò che avevano sentito dire dai loro padri e arrivarono alla decisione difficilissima, cioè presentarsi ai genitori dell’altro e dichiarare il loro amore. Spedirono una lettera al re di Banavia in cui dissero che il re di Canastia si sarebbe presto presentato al castello per chiarire qualche questione e il re ci credette. Il giorno dell’incontro i genitori dei ragazzi erano tutti presenti e i due giovani, mano nella mano, confessarono di aver scritto la lettera; raccontarono anche che da tempo erano innamorati e che non avevano intenzione di perdersi a vicenda a causa dei capricci dei loro padri. I due re, sentendo queste parole, andarono su tutte le furie, imprecando di qua e di là. Il padre di Filippo prese suo figlio e se ne tornò al suo castello e anche a Caterina fu impedito di vedere ancora il principe. I giovani rimasero delusi e si ritirarono a piangere nelle loro stanze e, visto che era stato loro proibito di vedersi, si scrissero in segreto e organizzarono una fuga. Il giorno scelto per la fuga i ragazzi si allontanarono dal castello di nascosto e lasciarono una lettera per i loro genitori, dove scrissero che erano fuggiti insieme e che non si dovevano preoccupare per loro perché ognuno stava con la persona che amava di più al mondo. I due andarono a vivere in un paesino chiamato Linomia e, per non essere riconosciuti, cambiarono i loro nomi in Olga e Silvestro Stilton e vissero per sempre felici e contenti.
Storia di Sofia M. (classe 1C)
C’era una volta un castello medievale dove viveva un vecchio re. Un giorno costui venne a mancare, nel castello rimase solo la servitù che decise di mettere il castello in vendita. Il castello però non veniva acquistato da nessuno perché tutte le persone che entravano per vederlo sentivano la voce del re defunto e se ne andavano impauriti. Il mercoledì delle ceneri una famiglia andò a fare una passeggiata nel bosco, la bambina più piccola si allontanò perché vide un cespuglio di more; i genitori in quel momento stavano raccogliendo i fiori e non si accorsero della sua lontananza. Ad un certo punto la bambina vide le mura del castello e, presa dalla curiosità, entrò e sentì una voce che le chiese: “Chi è entrato?”. La bambina si voltò ma non vide nessuno, allora cominciò a urlare e la stessa voce la rassicurava dicendole che non doveva avere paura. La bambina uscì dal castello a gambe levate e tornò dai suoi genitori, raccontò l’accaduto ma loro non le credevano, così l’indomani la bambina convinse i genitori di tornare al castello con lei. Arrivati, furono accolti dalla voce del fantasma. Il padre, un po’ impaurito ma preso dalla curiosità, iniziò a fare domande e venne a scoprire che quella voce era la vera voce del re che proveniva da dietro una parete. Il padre allora iniziò a toccare la parete e, ad un certo punto, questa si aprì e finalmente il segreto venne svelato. Dietro c’era uno strano apparecchio che un inventore che faceva parte della servitù aveva creato per riprodurre la voce del re morto. Esso era collegato con il portone di ingresso che, ogni volta che si apriva, faceva partire la voce. Tutto ciò era stato fatto dalla servitù perché non voleva che il castello venisse venduto.
Storia di Vanessa C. (classe 1C)
C’era una volta un castello dove abitava una principessa di nome Sofy, figlia di re Ettore. Un giorno Sofy incontrò un principe di nome Leonardo e, non appena lo vide, si innamorò perdutamente di lui. Qualche settimana dopo lo rivide, ma si accorse che era cambiato molto: era diventato orribile e cattivo, tanto che la trascino con la forza a casa sua. Leonardo abitava in un castello sporchissimo, anche se alcuni pezzi di arredamento non erano male. Con Leonardo abitavano anche alcuni suoi familiari che lo aiutavano. Uscita dal castello, Sofy si accorse che Leonardo non c’era più, così scappò al suo castello delusa e da quel giorno non ebbe più alcun fidanzato.
Storia di Michele D.V. (classe 1C)
Tanto tempo fa in un castello vivevano un re e una regina. Un giorno il re diventò triste. La regina disse ai suoi giullari di riuscire a farlo divertire, allora tutti si vestirono in modo buffo, fecero dei giochi, ma niente, il re era ancora triste. Dopo vari tentativi falliti la regina mandò uno dei suoi servitori a chiamare un vecchio amico del re. Il servitore si mise in cammino e, dopo vari chilometri, entrò in una foresta buia, piena di trappole e fantasmi. Il servitore, pieno di brividi, cercò di camminare piano per non far azionare le trappole, ma appena si appoggiò ad un tronco si accorse che era una trappola, infatti da lì uscì una lama, ma il servitore ebbe riflessi prontissimi e la schivò. Il servitore, astuto, prese la lama e, legandola ad un ramo, creò un’arma. Superata la foresta nera, il servitore – che si chiamava Peter – si trovò di fronte un goblin che gli pose un indovinello, dicendogli: “Se sbagli, ti mangio!” L’indovinello era questo: “Cos’è quella cosa che la produci ma non si vede?” Peter, in difficoltà, rispose: “Il suono”. Il goblin disse: “No! Ma ti do un’altra possibilità. Ripeto: cos’è quella cosa che la produci ma non si vede?” Peter disse: “L’anidride carbonica!” Allora il goblin, stupito perché aveva indovinato, lo fece andare. Dopo aver superato tanti pericoli arrivò al castello dell’amico del re. Peter spiegò all’uomo che doveva recarsi subito al castello per far tornare il sorriso al re e così lui fece. In effetti l’uomo andò subito dal suo amico re e costui, quando  lo vide, fu così felice di vederlo che il suo riso si sentì in tutto il castello. Finalmente era tornato felice!
 
 
Quindi è stata la volta non solo di immaginare, ma anche di vivere in prima persona il castello stesso e quale migliore occasione per fare una visita ai castelli medievali del nostro territorio?
Ancora qualche foto...
Rocca di Civitella in Val di Chiana
scenario di una manifestazione del luogo chiamata "Giostra del Sarapino"
  
castello di Poppi (esterno)
 
castello di Poppi (interno)

castello di Poppi (ancora interno)
 
salone delle feste


le secrete
 
 
Più addentrati nel castello di così! Ma non è finita...
Abbiamo anche partecipato ad un concorso indetto da un'associazione che si occupa della salvaguardia del castello di Sammezzano creando ancora storie fantastiche e disegni a tema.
Questi i nostri lavori:
 
Storia di Riccardo E.
Un bellissimo castello, chiamato castello di Sammezzano, fu ideato  da un signore arabo che voleva portare la sua trazione in Europa. I lavori cominciarono con entusiasmo e per finirli ci vollero sette anni.  Quando i lavori finirono il castello fu aperto al pubblico. All’interno della stanza più colorata un ragazzo si perse e, mentre girava per trovare l’uscita, vide in un angolo una statua che in Italia si cercava da tamto tempo ma non si riusciva a trovare: la statua di Sammezzano. All’improvviso arrivò un terremoto e la statua si distrusse, insieme a qualche stanza del castello. Il ragazzo, per fortuna, riuscì a salvarsi. Dopo molti anni gli scavi e i lavori di ricostruzione del castello riportarono alla luce i pezzi della statua di Sammezzano che non si erano distrutti così tanto, quindi vennero incollati e la statua che prima nessuno riusciva a trovare ora fu ricomposta e fatta ammirare al  pubblico dentro la sala del castello più colorata.
Storia di Arbi  
Il castello di Sammezzano fu creato da un signore arabo che volle portare la sua tradizione in Europa. Per i lavori fu chiamato un architetto arabo che era una specie di mago, anche se lui non lo sapeva, e questo architetto creò molte stanze magiche. Per finire tutti i lavori ci vollero 7 anni e quando i lavori finirono il castello fu aperto al pubblico. Un bambino si perse mentre stava ammirando la camera dei dipinti perché era così piena di colori che l’arcobaleno se li sarebbe sognati. Questa stanza era magica: il bambino fu accolto da tante luci colorate e non si accorse che stava camminando lungo degli specchi e che era uscito in giardino. Il bambino aveva strane visioni: l’orsetto che aveva con sé prese vita e diventò colorato come tutti quei colori che aveva visto dentro il castello, poi la stanza dei vetri che aveva percorso la vide distrutta dalle bombe nemiche perché era come se si fosse trovato in guerra. La stanza dei vetri di colpo scomparve e non si trovò più. Il bambino scappò impaurito, fu ritrovato dai genitori qualche giorno dopo e, quando disse loro quello che aveva visto, loro dissero che non era vero. Invece era tutto vero perché il bambino era entrato in una stanza magica costruita dall’architetto mago chiamato dal signore arabo a costruire il castello di Sammezzano.
Storia di Sara, Giulia e Alice 
C’era una volta nel castello di Sammezzano un mostro che era rimasto intrappolato dentro la sala dei pavoni. Per uno strano incantesimo, Il suo corpo era diventato di tutti i colori perché era rimasto lì da troppo tempo e tutti i colori della stanza erano finiti su di lui, mentre le pareti della stanza erano diventate neutre. Passavano notti e giorni e lui si stufava sempre più a stare rinchiuso dentro quella stanza neutra e triste. Un giorno però al mostro venne un’idea: chiamare la madre di tutti i colori, la Principessa Arcobaleno, che, con la sua bacchetta magica, colorava tutto ciò che toccava. La Principessa era molto indaffarata e il mostro dovette aspettare un anno prima di vederla arrivare da lui, ma quando arrivò al castello di Sammezzano la Principessa liberò il mostro, che era un mostro buono, e lo fece tornare bianco. Nella stanza, invece, rispendevano i bellissimi colori che aveva prima.
Storia di Maria
Era una giornata come tutte le altre e il Duca di Sammezzano avvisò  le guardie del suo castello di tenersi pronte perché sarebbe arrivato un ospite speciale. Ad un certo punto arrivò alla porta l’imperatore Carlo Magno che lesse al Duca (anzi lo lesse qualcun altro perché lui non sapeva farlo…) questo messaggio:
“Io, l’imperatore Carlo Magno, ho avuto il permesso da Papa Leone III di ridipingere il suo castello”
Il Duca gli disse: “Eminenza, a me va bene”.
Allora Carlo Magno si mise all’opera e fece dipingere il castello con dei colori magnifici.
Poi tornò dal Duca e gli mostrò un altro messaggio: “Io, l’imperatore Carlo Magno, ho il permesso da Papa Leone III di ottenere la proprietà di metà del castello”.
Questa volta al Duca venne un dubbio perché il Papa non c’era mai con lui, così decise di spiare l’imperatore per qualche giorno. Mentre i suoi uomini stavano dipingendo le pareti del castello di Sammezzano, Carlo Magno aveva una penna d’oca magica che scriveva per lui dei messaggi finti che l’imperatore si inventava al momento e non erano affatto mandati dal Papa. Allora, di notte, il Duca gli rubò la penna d’oca e il giorno dopo gli fece vedere questo messaggio: “Io, Papa Leone III, ti ordino subito di tornare a Roma perché i Longobardi stanno escogitando un piano di rivolta e tu mi devi difendere”.
Carlo Magno lasciò il castello e si precipitò subito a Roma.
Il Duca non lo rivide mai più e si tenne per sempre il suo castello splendidamente colorato dagli uomini dell’imperatore.
Storia di Alessandro
Un signore camminava dentro il castello di Sammezzano e riuscì a percorrere tutte le sue 365 stanze dalle decorazioni uniche, con pareti e soffitti colorate di stile orientale e moresco. Si immaginò la vita del marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes che aveva ereditato il castello da un nobile spagnolo e che lo ristrutturò così come lui lo stava vedendo. Si immaginò di essere come il marchese: architetto poliedrico, ingegnere, botanico, bibliofilo, imprenditore e deputato del Regno d’Italia. Poi il signore entrò nel grande parco del castello di Sammezzano pieno di specie arboree esotiche, come le sequoie. Anche all’esterno le decorazioni erano uniche: ponti, grotte artificiali, statue di Venere, vasche e fontane. Il cammino del signore ad un tratto finì ma, ripercorrendolo, abbiamo scoperto anche noi un po’ di storia del castello di Sammezzano.

disegno di Alice
disegno di Eleonora
disegno di Giulia
disegno di Helena 
disegno di Sara 
disegno di Sophia
 

 
 
 

 
 
 
 
 

 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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