Dopo la lettura dei sonetti di Ugo Foscolo, dai quali abbiamo dedotto informazioni sulla biografia e sulle tematiche care all'autore, passiamo adesso a conoscere un altro tipo di composizione poetica conosciuta con il nome di Ermetismo e che annovera tra i suoi maggiori esponenti Giuseppe Ungaretti, un intellettuale, poeta e scrittore che ha preso parte alla Prima Guerra Mondiale e i cui componimenti scritti, specie quelli composti in trincea, possono considerarsi tra i più conosciuti di tutta la letteratura italiana contemporanea.
Prima di conoscerlo, però, vediamo di fare un passo indietro: l'ultimo sonetto di Foscolo letto parlava della sera, vi ricordate?
Prima di conoscerlo, però, vediamo di fare un passo indietro: l'ultimo sonetto di Foscolo letto parlava della sera, vi ricordate?
- Sì, prof! Foscolo dice di aspettare la sera perché la considera un momento di pace che gli fa passare tutti i tormenti e le inquietudini.
- Dice che gli dà una pace simile alla pace eterna che gli procurerà la morte.
- Pure a me la sera piace perché posso riposarmi, però in questo lockdown ci muoviamo di meno e sento meno il bisogno di riposare. Prima, quando facevo gli allenamenti, ero più stanco e andavo a letto più volentieri.
- A me piace il mattino invece e la sera da paragonare alla pace della morte come dice Foscolo mi fa un po' impressione. E poi, se sono triste, il buio e l'oscurità mi fanno sentire più triste ancora, quindi non la penso come lui.
Come sempre, molto interessanti le vostre riflessioni.
Nei vostri testi avete parlato proprio di questo: di come la pensa Foscolo e di come la pensate voi. E di come la pensa Foscolo è chiaro per tutti, no? Avete detto, infatti, che la sera è da lui attesa come momento di pace, proprio perché gli fa venire in mente il momento in cui raggiungerà la pace eterna e potrà finalmente far cessare tutte le sue inquietudini.
Ecco, i poeti ermetici scrivono in modo un po' diverso: non dicono esplicitamente tutto ciò che provano e non esprimono in modo diretto i loro pensieri, ma fanno in modo che il lettore possa arrivare ad interpretarli e ci riesca esclusivamente attraverso suggestioni, immagini e parole significative, da loro scelte con estrema cura.
Vi sembra un concetto strano? Forse lo è. Ma dopo che avremo lette alcune alcune loro opere e dopo che avremo riflettuto sul termine "ermetico", sono sicura che tutto vi sarà più chiaro.
Cominciamo proprio da qui: dal termine "ermetismo" e dalla parola "ermetico"
Vedete il barattolo blu che vi mostro in video? Questo è un barattolo ermetico.
Avete qualcuno con voi a casa, meglio se adulto, da poter disturbare per una mini-intervista?
C'è la mia nonna, prof! Va bene?
Il mio babbo sta facendo smart working, ma la mia mamma oggi è di riposo. Posso fare domande a lei?
Io sono solo, mi spiace, non posso chiedere niente a nessuno.
Io sono con i miei fratelli che però seguono le videolezioni.
Lasciando da parte fratelli o familiari al lavoro o in didattica a distanza come noi, vanno bene tutti gli altri adulti che possono concedere un attimo del loro tempo per rispondere a questa semplice domanda: Avete l'abitudine di utilizzare barattoli a chiusura ermetica?
Quale procedimento usate per il loro utilizzo e quali contenuti riponete dentro?
Perché scegliere di conservare i prodotti all'interno di barattoli ermetici?
Coloro che hanno familiari da intervistare lo facciano, mentre quelli soli o con persone da non poter disturbare si sgranchiscano le gambe ricercando in casa un barattolo a chiusura ermetica da poter osservare di fronte allo schermo quando, tra qualche minuto, ci ritroveremo di nuovo tutti insieme.
La mia nonna ha detto che li usa per conservare la passata di pomodoro. Prima li mette a bollire in un grande pentolone pieno di acqua per sterilizzarli, poi ci versa dentro il pomodoro e li capovolge. In questo modo può usare la salsa per fare da mangiare e il sabato sera d'inverno fa sempre la pizza.
La mia mamma li utilizza per metterci dentro la marmellata. Abbiamo un albero di susine che in estate ne fa tantissime! Lei cuoce le susine, mette a bollire i barattoli e poi li riempie di marmellata per la colazione o le crostate. Rispetto alle marmellate comprate, le sue sono molto più buone! Una volta ne ha fatta una anche con i pomodori verdi! Era buona pure quella!
La mia mamma compra i barattoli con la guarnizione di gomma per metterci dentro i biscotti. Non solo quelli che fa lei, ma anche quelli che compra: li toglie dalla confezione e li lascia lì. Dice che in questo modo non diventano secchi e duri, ma rimangono sempre morbidi ed è vero.
Nel ripostiglio ho dei barattoli chiusi con pesto e marmellata che ho preso al supermercato. Sono durissimi da aprire e io li faccio sempre aprire al mio babbo.
Bene! Ottime informazioni. Il barattolo a chiusura ermetica serve proprio a quello che dite voi.
Nelle prossime lezioni la prof di scienze vi spiegherà perché è così importante il processo di sterilizzazione per escludere la presenza di batteri e microrganismi nocivi alla salute nel corso della conservazione degli alimenti, mentre noi ci sforzeremo di comprendere come possiamo collegare il concetto di "ermetico" a quello di composizione poetica ermetica.
Proviamo a fare qualche ipotesi.
I barattoli ermetici devono essere chiusi bene per conservare il cibo. Che poi questo è più buono. Forse anche la poesia, se è "chiusa" bene, può essere più interessante da leggere!
Chiusa bene nel senso di poco comprensibile, riservata? Come si fa a capirla, allora?
Se una poesia è chiusa, nel senso che non si capisce il significato, il poeta magari la scrive apposta così, almeno il lettore si sforza di comprendere cosa avrebbe voluto dire e la interpreta come preferisce.
In questo modo c'è meno rischio di sbagliare: se interpreto una cosa io, non è detto che sia la stessa cosa che ci vedi tu, ma io ho ragione e anche tu ce l'hai come me. Sbaglio?
No, affatto. I poeti ermetici vogliono che il lettore sia coinvolto in prima persona nell'interpretazione dei loro versi e usano apposta, come dite voi, parole suggestive, misteriose, ma dense di significato che possono rendere il coinvolgimento del lettore ancora più stimolante possono aiutarlo nella libera interpretazione.
Poesia "chiusa" nel senso di intima, non rivelata subito in maniera esplicita, ma un po' più difficile da penetrare ad una prima lettura, proprio come avviene con il tappo del barattolo che non si apre al primo tentativo, ma che poi rivela, esattamente come il testo poetico, un contenuto molto gradito.
Poesia "chiusa" e "impenetrabile" come chiusi e impenetrabili ai microorganismi esterni sono i barattoli ermetici.
Vi è più chiaro adesso?
E provate anche a pensare all'aggettivo "ermetico" riferito alle persone: anche se, magari, nessuno di voi ha sentito qualcuno dire ad un altro "Oggi mi sembri ermetico!", cosa vorrà dire definire "ermetica" una persona?
Vorrà dire che una persona appare chiusa, silenziosa, riservata, impossibile da decifrare!
Non si sa che cosa pensa una persona ermetica perché la vediamo, magari, pensierosa, ma non dice niente e non possiamo capire cosa succede.
Proprio così. Vediamo insieme le definizioni della parola "ermetico" proposte dal dizionario digitale della pagina web Treccani:
- chiuso, impenetrabile, incomprensibile, difficile da interpretare;
- dalla chiusura perfetta che non consente passaggi di solidi, liquidi o fluidi;
- poesia "pura" ed essenziale con un significato non rivelato dall'autore, ma tutto da interpretare
vedete che già sul termine ermetico si possono comprendere le caratteristiche fondamentali della corrente letteraria di cui stiamo parlando?
Se digitiamo sul motore di ricerca la parola ermetismo il web ci propone tanti risultati e anche tante mappe concettuali già pronte, riprese da vari siti di contenuto didattico. Ve ne mostro una:
Vedete quali caratteristiche vengono sintetizzate? Proprio quelle riferite alla chiusura, all'essenzialità e alla impenetrabilità di cui abbiamo parlato fino ad ora.
Che ne dite, però, dopo questa lunga premessa di passare a leggerla qualche poesia ermetica?
Quello che conta davvero non sono le mappe preconfezionate da sapere o ciò che leggiamo sul libro di testo a livello puramente teorico: ciò che conta davvero è ciò che emerge dai testi originali che andiamo ad affrontare e vedrete che leggere un testo poetico di qualche significativo autore appartenente alla corrente dell'Ermetismo sarà una esperienza che non vi lascerà indifferenti.
Per iniziare, ricolleghiamoci proprio alla tematica della "sera" vista nelle scorse lezioni durante la lettura del sonetto foscoliano dedicato proprio a questo momento della giornata. Il testo che leggeremo sarà una famosa poesia ermetica che si intitola Ed è subito sera ed è stata scritta da un poeta, vissuto un centinaio di anni dopo Ugo Foscolo, chiamato Salvatore Quasimodo.
Sotto una foto dell'autore e la poesia che andremo ad analizzare:
Ed è subito sera
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera
Come vi sarete accorti da soli, questa poesia fa riferimento alla sera e, se riportiamo alla mente l'ultimo sonetto letto di Foscolo, non possiamo notare un bel po' di differenze, no?
Proviamo ad individuarle insieme.
Rispetto al sonetto di Foscolo questa poesia è molto più breve.
Sì, sono soltanto tre versi e l'ultimo è uguale al titolo.
Non ci sono le rime e i versi non sono tutti della stessa lunghezza.
Anche nel contenuto sono diverse: nel sonetto Foscolo diceva che aspettava la sera come momento di pace dai suoi tormenti e la paragonava al riposo eterno. Qui il poeta non dice niente della sera, ci presenta un uomo solo che si accorge che la sera arriva troppo presto.
Quell'uomo sembra triste. Anche se il poeta non commenta e non esprime opinioni, si capisce che quest'uomo solo sulla terra e trafitto dal sole ha un significato negativo e pessimista.
Le parole sono poche e fanno riflettere.
In che modo fanno riflettere? Quali sono quelle che vi colpiscono di più?
A me la prima. Ognuno. Non dice tutti, dice ognuno. Dà l'idea di parlare di ogni uomo presente sulla terra, non parla in generale. E ogni uomo si sente solo nel centro della terra.
L'uomo si crede il centro e il cuore della terra, ma in realtà è completamente solo.
Anche i raggi del sole, che di solito si associano ad immagini positive, qui fanno impressione. Usa il verbo "trafiggere", come se infilzassero qualcuno.
E il verso finale vuole forse far capire che l'uomo solo sente il tempo passare velocemente.
Anche Foscolo diceva che il tempo scorre velocemente mentre l'uomo soffre e si tormenta.
Ma non è che quando si è soli il tempo passa più lentamente? Secondo me Ed è subito sera finale vuol dire che l'uomo solitario si accorge che la sera arriva dopo una lunga giornata in cui è stato in solitudine e non lo ha consolato neanche il sole, infatti lo trafigge.
Ma se si usa la parola "subito" vuol dire che la sera arriva velocemente!
Le parole sono tutte importanti e anche per me "subito" vuol dire che la vita dell'uomo, dato che si sente solo, scorre velocemente. Anche l'idea di sole che trafigge è triste. Questo verbo si usa riferito ad un'arma che passa un corpo da una parte all'altra, ad esempio una spada, una freccia... Qui sono addirittura i raggi del sole che trafiggono. Non usa illumina, non c'è il senso di luce.
I bambini, quando vogliono disegnare qualcosa di felice, disegnano sempre un sole con lunghi raggi. Anche secondo me qui il sole non rappresenta la felicità e la felicità non compare da nessuna parte.
Le parole che mi colpiscono "solo sul cuore della terra": quasi mi immagino un uomo da solo su un mappamondo, quasi come se fosse al centro del pianeta.
A me fa venire in mente l'immagine di un uomo che viene colpito da un raggio di sole che lo trapassa. Poi di colpo diventa buio e lui si rende conto che la vita è passata velocemente.
Avete visto quante ipotesi interpretative si possono fare? Molti di voi sono concordi nel dire che la poesia ha un significato generale negativo visto il senso di solitudine e di scorrere inesorabile della vita che si riesce a percepire.
Questo succede perché, anche se in questo testo il poeta non commenta e non rivela apertamente i suoi pensieri - comportandosi quindi da artista "ermetico" -, egli usa poche parole, ma essenziali, suggestive e dense di significato, così che il lettore sia facilitato a comprendere il senso e il messaggio che vorrebbe far trapelare l'autore e che non appare diretto ed immediato.
Questo succede perché, anche se in questo testo il poeta non commenta e non rivela apertamente i suoi pensieri - comportandosi quindi da artista "ermetico" -, egli usa poche parole, ma essenziali, suggestive e dense di significato, così che il lettore sia facilitato a comprendere il senso e il messaggio che vorrebbe far trapelare l'autore e che non appare diretto ed immediato.
Ma adesso è arrivato il momento di conoscere il poeta ermetico più famoso di tutta la letteratura italiana, le cui produzioni poetiche sono conosciute in tutto il mondo come sorprendenti testimonianze di sentimenti e valori universali magistralmente concentrati in versi ridotti e parole dense, cariche di significato: Giuseppe Ungaretti.
Arruolatosi come volontario nella Prima Guerra Mondiale, Ungaretti ha scritto molte delle sue poesie più famose nel corso della sua esperienza in trincea, nelle montagne del Carso, annotandole in un taccuino che portava sempre con sé. Noi ne leggeremo alcune e, come sempre, annoteremo e condivideremo le riflessioni più significative.
Per prima cosa date una lettura alle informazioni biografiche contenute nell'antologia ed elencate cinque avvenimenti essenziali della sua vita, quindi iniziamo a conoscerlo meglio partendo da una delle sue poesie più brevi, intitolata Mattina, che - come quelle lette in precedenza - parla di un momento particolare della giornata, ma lo fa in maniera del tutto diversa da quello che abbiamo visto finora e tutti insieme proveremo a capire la portata rivoluzionaria di un simile modo di scrivere.
Ecco la poesia, brevissima, scritta in trincea nel gennaio del 1917.
Dopo la lettura, esprimete le vostre prime considerazioni, a cui, come sempre, seguirà condivisione e riflessione collttiva.
Mattina
M'illumino
d'immenso
Finita prof! Ma che spettacolo!
Più ermetica di così si muore! Un titolo e quattro parole, wow!
Sembra una pubblicità della luce, delle lampadine.
La M e la N tornano spesso, danno un effetto di ripetizione che mi piace.
Non ci sono punti, virgole, niente. Pochissime parole, tanto spazio bianco. C'è subito un bell'impatto visivo.
Con il titolo Mattina si capisce che il poeta intendeva l'alba, magari il momento in cui sorge il sole e che dà l'idea dell'immensità.
Non c'è un significato negativo come su Ed è subito sera. Qui il sole dà un senso di pace, immensità, eternità.
Immagino quanto facesse bene ai soldati in trincea svegliarsi la mattina con la luce del sole invece che con le nuvole che potevano portare pioggia e trasformare la trincea in una pozza di fango: la luce del mattino dà gioia anche a noi quando ci alziamo, figuriamoci a loro!
Io mi immagino l'illuminazione del sole che sorge sulla riva del mare. Quando sono sulla spiaggia e vedo l'alba o il tramonto, provo delle emozioni forti e capisco il significato di immensità.
Sembra che chi guarda il sole diventi luminoso come l'alba mattutina che dà al cielo un colore molto particolare che fa pensare alla bellezza e alla immensità della natura.
Benissimo, bravi! Mi piacciono le vostre riflessioni.
E se vi facessi vedere la versione originale di questa poesia? Eccola qua! Provate a fare un confronto tra le due e dite quale delle due versioni preferite.
Quella definitiva, prof! E' più breve e più intensa. E ognuno interpreta la luce del mattino come e dove vuole. Qui il titolo dice che la sensazione di illuminazione avviene al mare, nel cielo del mare. Preferisco immaginarlo da un'altra parte. Mi piace più che sia la sensazione provata da Ungaretti in trincea e non in spiaggia: mi dà l'idea che gli avrebbe dato la forza per affrontare le fatiche della giornata.
Mi sembra che chi guarda dia uno sguardo un po' troppo veloce a questa luce. Invece mi immagino una persona che rimane a guardare l'immensità della luce del mattino per molto tempo e questo mi viene bene nella versione definitiva.
Poche parole danno una emozione più forte e fanno immedesimare meglio nella pace luminosa del mattino.
A me piace anche la prima versione perché mi immaginavo comunque l'alba in spiaggia, così la visualizzo meglio, mi dà l'idea del cielo che assume un'altra colorazione e lo sguardo che prova a posarsi su di lui per gustarsi la sensazione di pace che dà.
Provate anche a visualizzare le sensazioni e le immagini che vi suggerisce la poesia Mattina e, in un secondo tempo, cimentatevi in una produzione grafica che la possa rappresentare.
Qui alcuni lavori di visualizzazione:
Proviamo adesso a soffermarci sulla negoziazione dei significati di un'altra poesia famosissima di Ungaretti: si intitola Soldati ed è stata scritta, sempre in trincea, nel 1918.
Soldati
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie
Le foglie in autunno sono prossime a morire, infatti stanno attaccate a malapena all'albero e a fine stagione cadono e si seccano per terra. Anche i soldati in guerra sono prossimi a morire come succede alla foglie e il paragone è molto efficace.
Ancora una volta non servono tante parole. Con quattro versi brevi, senza bisogno di dare tante spiegazioni, chiarisce il significato della vita al fronte: gli uomini sono prossimi alla morte come le foglie dell'albero in autunno.
Il titolo è importante, prof. Altrimenti non sarebbe così chiaro che ci si riferisse ai soldati.
Però, forse, si riferisce all'uomo in generale, che è destinato a morire in poco tempo.
Anche secondo me si riferisce all'umanità intera: non dice i soldati stanno come sugli alberi le foglie, ma "si sta" come sugli alberi le foglie in autunno, quindi si rivolge a tutti. Si capisce solo dal titolo che si riferisce ai soldati, ma potrebbe voler intendere tutta l'umanità.
Ancora una volta avete centrato il punto: il senso di precarietà dei soldati al fronte è reso perfettamente da questa breve ma magistrale similitudine tra i militari e le foglie in autunno, entrambi prossimi a morire.
Questa poesia esprime la fragilità e l'angoscia che vivevano i soldati in trincea.
Era durissima la vita al fronte, sempre in pericolo, si poteva morire da un momento all'altro, proprio come le foglie che sanno che in autunno dovranno morire.
Visto che siete entrati in pieno nel pensiero ermetico e nella poetica di Ungaretti, cominciamo adesso a sperimentare, in modalità laboratoriale, alcune tecniche di scrittura appena viste e a produrre le nostre composizioni poetiche prendendo a modello lo stile utilizzato da Ungaretti.
Attività di produzione scritta (e creativa) a partire dalla poesia Soldati di Ungaretti
1) Prova a inventare un
paragone tutto tuo per descrivere una situazione di precarietà (o, se preferisci, una situazione di
qualsiasi altro genere) eseguendo un ricalco della poesia.
Segui queste indicazioni per rispettarne la struttura:
- nel primo verso mantieni intatte le parole “Si sta come”
- nel secondo verso scegli una stagione (o un'altra precisazione temporale)
- nel terzo verso scegli un luogo
- nel quarto verso inserisci il soggetto
Es: Si sta come
d’estate
sull’erba
la rugiada
Segui queste indicazioni per rispettarne la struttura:
- nel primo verso mantieni intatte le parole “Si sta come”
- nel secondo verso scegli una stagione (o un'altra precisazione temporale)
- nel terzo verso scegli un luogo
- nel quarto verso inserisci il soggetto
Es: Si sta come
d’estate
sull’erba
la rugiada
Scrivi la poesia ermetica
che hai creato a ricalco di Soldati all'interno di un'immagine di un barattolo che, se vuoi, puoi decorare a tuo piacimento.
Qui alcune vostre produzioni:
2) Esci a fare una passeggiata e raccogli un po' di foglie cadute dagli alberi (in questa stagione ne troverai in abbondanza!). Cerca di trascrivere in modalità creativa la poesia Soldati e/o di creare introno alle parole una composizione libera e fantasiosa incollando o disponendo le foglie a tuo piacimento.
Immagina che sia una specie di
“Challenge” in cui sfidi te stesso/a e la tua creatività per riuscire a creare
una composizione di foglie di sicuro effetto! Via libera alla fantasia, quindi!
Spiega infine il procedimento
che hai seguito o scrivendolo o creando un video tutorial in cui presenti, in
modo semplice, tutte le fasi di lavoro che ti hanno portato a produrre il risultato finale.
Qui alcune vostre composizioni creative:
3) Facciamo un ultimo esperimento prendendo un piccolo barattolo a chiusura ermetica nel quale provare ad inserire, nell'arco di alcuni giorni, dei biglietti con scritte le nostre parole significative o evocative e le nostre poesie di stile ermetico a tematica libera.
Troppo
difficile? Ma no…
“Non ho mai cominciato una poesia di cui conoscessi la fine. Scrivere una poesia è una scoperta” (Robert Frost)
Se non sai proprio da che parte cominciare, segui ciò che dice Friot sul suo libro e che, ti assicuro, è un metodo che funziona al 100%:
“Prendi un grande foglio di carta e una matita o un pennarello sottile.
Comincia facendo tutti gli scarabocchi che vuoi.
Concentrati sul gesto della mano e un po’ alla volta lascia che si formino delle parole.
Di tanto in tanto torna allo scarabocchio, cambiando il tipo di gesto in modo che cambi la scrittura.
E sperimenta anche diverse posizioni per scrivere: disteso sulla schiena, seduto a gambe incrociate, in piedi su una gamba sola”
Ti ha convinto? Io credo di sì! Non ti resta che "buttarti" e provare a sperimentare.
A fine lavoro, come sai, ti spetterà la compilazione della consueta scheda di metacognizione, utile per ripercorrere tutte le fasi di lavoro di questo lungo percorso ed effettuarne feedback a più livelli.
Adesso, però, ti spetta dare sfogo alla creatività e alla sensibilità che di certo possiedi.
Non sprecare l'occasione e non considerare questo tempo speso inutilmente.
Cominciare a
scrivere una poesia è stato un esercizio di sperimentazione anche per coloro
che sono diventati poeti di professione, lo sai?
Nel bellissimo libro Un
anno di poesia dell’artista francese Bernard Friot, vengono riportate alcune
frasi di poeti che possono incoraggiarti a scrivere senza timore. Ve ne leggo
alcune:
“Quando si scrive
una poesia non sempre si sa cosa si sta dicendo” (Raymond Queneau)“Non ho mai cominciato una poesia di cui conoscessi la fine. Scrivere una poesia è una scoperta” (Robert Frost)
Se non sai proprio da che parte cominciare, segui ciò che dice Friot sul suo libro e che, ti assicuro, è un metodo che funziona al 100%:
“Prendi un grande foglio di carta e una matita o un pennarello sottile.
Comincia facendo tutti gli scarabocchi che vuoi.
Concentrati sul gesto della mano e un po’ alla volta lascia che si formino delle parole.
Di tanto in tanto torna allo scarabocchio, cambiando il tipo di gesto in modo che cambi la scrittura.
E sperimenta anche diverse posizioni per scrivere: disteso sulla schiena, seduto a gambe incrociate, in piedi su una gamba sola”
Ti ha convinto? Io credo di sì! Non ti resta che "buttarti" e provare a sperimentare.
Scrivi le tue poesie in un biglietto e chiudile in un piccolo barattolino. Sarà il tuo "barattolino poetico".
Prova a inserire qualche tua composizione poetica anche nei prossimi giorni.
Vedrai che piano piano potresti anche arrivare a riempirlo.
A fine lavoro, come sai, ti spetterà la compilazione della consueta scheda di metacognizione, utile per ripercorrere tutte le fasi di lavoro di questo lungo percorso ed effettuarne feedback a più livelli.
Adesso, però, ti spetta dare sfogo alla creatività e alla sensibilità che di certo possiedi.
Non sprecare l'occasione e non considerare questo tempo speso inutilmente.
Ricorda le parole della grande poetessa Wislawa Szymborska: “Preferisco il ridicolo di scrivere poesie il ridicolo di non scriverne”. Sono sicura che, a fine lavoro, arriverai a sentirti completamente d'accordo con lei. E anche con un altro grande scrittore italiano, Italo Calvino, che ha dato una definizione di poesia, a mio avviso, tra le più belle in assoluto: "La poesia è l'arte di far entrare il mare in un bicchiere". Tu comincia a farla entrare in un barattolo. Buon lavoro!
Si parte da Foscolo per spiegare l'emertismo di Quasimodo e Ungaretti, passando attraverso i barattoli a chiusura ermetica... Un viaggio fantastico e rigorosissimo
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