mercoledì 18 novembre 2020

Continuare a dedurre, iniziare a scrivere

 


Dopo le deduzioni, devo dire andate a buon fine, eseguite a partire dalle poesie AutoritrattoA Zacinto di Ugo Foscolo, il nostro lavoro prosegue con le stesse modalità leggendo e commentando insieme il sonetto In morte del fratello Giovanni: si confermano alcune informazioni già ricavate dalla lettura delle opere precedenti - l'allontanamento dal luogo d'origine, la peregrinazione continua che permette solo un lontano saluto, l'irrequietezza incapace di placarsi -  e se ne aggiungono di nuove - un fratello morto in giovane età, una madre anziana che rimpiange la sua partenza, la speranza che il popolo straniero del luogo in cui il poeta morirà possa restituire il corpo a sua madre rimasta in patria.
I ragazzi continuano a fare deduzioni, ma iniziano anche le loro prime connessioni e dalle loro annotazioni si possono evincere riferimenti molto interessanti, non solo ad opere letterarie lette negli anni scorsi, ma anche a fatti riguardanti l'attualità e il mondo, vicino e lontano, che li circonda.




Queste alcune trascrizioni:

Per il poeta deve essere difficile stare lontano dai suoi cari, si sente che ci soffre. Perché se ne era andato? Se qualcuno tiene tanto alla sua famiglia deve trovare il modo di tornare. Ulisse, dopo tutto, ce l'ha fatta e lui lo ammira, altrimenti non lo avrebbe nominato su A Zacinto.

Foscolo mi ricorda Dante. Secondo me anche lui ha subito un'ingiustizia e preferisce non tornare. Forse neanche Dante sarebbe tornato a Firenze di fronte alla morte di un parente.

Questa richiesta di restituire il suo corpo alla madre mi ricorda la richiesta che aveva fatto Ettore ad Achille prima del duello finale in cui viene ucciso. E anche quando il babbo di Ettore (che non ricordo come si chiama) andò da Achille per farsi restituite il cadavere di suo figlio. Il corpo era anche tutto devastato perché Achille lo aveva legato dietro al suo cavallo in corsa, però per i Greci il funerale era importante e il padre vuole riprenderlo lo stesso.

A me fa impressione questa madre che ha visto morire un figlio giovane, il fratello di Foscolo, appunto. E poi lui dice che il suo corpo vuole che torni alla mamma, quindi sa che morirà presto anche lui? Una donna che vede morire due figli soffrirà per il resto della sua vita.

Foscolo si sente che ha come preoccupazione quella di venire ricordato dopo la morte. Ma, secondo me, si preoccupa anche che i suoi parenti possano avere un posto in cui poterlo piangere quando non ci sarà più. Nel lockdown di marzo ricordo tutte quelle persone morte per Covid dentro quei camion. Ho pensato a loro che non c'erano più, ma anche ai parenti che non gli erano potuti stare vicini e che non sapevano dove poter andare a piangere i loro familiari che non c'erano più.

Comunque, dopo le numerose informazioni ricavate dal testo, è la volta di scoprire se le ipotesi finora formulate si sono rivelate giuste: dal libro di testo leggiamo le notizie biografiche riferite all'autore e ci possiamo rendere conto che diverse supposizioni erano state centrate in pieno, scoprendo finalmente il motivo per cui il poeta lascia definitivamente la sua patria, ossia la mancata accettazione del governo austriaco nella città di Venezia, luogo in cui si era trasferito dopo la morte del padre, a seguito della firma del Trattato di Campoformio con cui Napoleone cedeva Venezia all'Austria.
Per Foscolo, che aveva accolto Napoleone con enorme entusiasmo, considerandolo un vero e proprio liberatore, la delusione è cocente e arriva a considerare il famoso imperatore francese un autentico traditore.


Nuove annotazioni a partire dalle seguenti sollecitazioni:

- Ti è capitato di rimanere deluso/a da una persona che stimavi profondamente? Racconta cosa è successo, come ti sei sentito/a e come hai cercato di superare questa sensazione così sgradevole.
- Ti è capitato, invece, di rivalutare una persona verso la quale, a primo impatto, ti sembrava di nutrire una certa antipatia?


La tappa successiva è quella di soffermarsi sul senso di irrequietezza che, abbiamo visto, essere una componente caratteriale di Foscolo che torna continuamente all'interno dei suoi sonetti, e la riflessione sul senso di irrequietezza/inquietudine che prova, nei diversi frangenti, ognuno di noi.
La lettura del sonetto Alla sera, nel momento in cui presenta la sera come momento particolarmente atteso dal poeta per poter finalmente mettere a riposo le ansie e le preoccupazioni, dimostra in maniera efficace quanto l'animo di Foscolo sia tormentato fino ad arrivare a "ruggire", quasi personificandolo come fosse un animale feroce che non ha nessuna intenzione di divenire mansueto, ma che con l'oscurità e il pensiero di una pace eterna riesce finalmente a calmarsi. Tutte quelle quelle "r" e tutte quelle "g", hanno notato i ragazzi, danno ancora di più la sensazione di aGGRessività, proprio come se osservassimo una tiGRe che prova ad addormentarsi, rimanendo sempre sospettosa.

Alcune annotazioni a seguito della lettura del sonetto, partendo dalle seguenti sollecitazioni:

- L'espressone "spirto guerrier ch'entro mi rugge" è potentissima per dimostrare quanto l'animo di Foscolo si senta inquieto e irrequieto. A te capita di provare dei sentimenti di ansia e inquietudine? Quali rimedi metti in atto per farti forza e cercare di superarli? Se vuoi, prova pure tu a ricercare un'espressione che renda l'idea di un carattere irrequieto e ansioso, anche aiutandoti con metafore o similitudini.
- Anche per te la sera rappresenta il momento in cui finalmente ti rilassi o preferisci farlo in altri momenti della giornata? Che sensazioni suscita in te l'arrivo della sera?
- Se ti piace scattare delle foto o registrare dei video, esci all'aperto e fotografa/riprendi il momento del crepuscolo, o altro orario serale, in cui il paesaggio assume un colore nuovo e tutto suo.




Il momento in cui si condividono le riflessioni che sono state scritte è quello più significativo, e adesso che lo facciamo a distanza, beh, proprio la medesima cosa non è... però nessuno demorde e, magari anche con tempi un po' più distesi e con appunti online talora inviati in orari più flessibili, raccogliere i pensieri scritti su carta provoca sempre una certa emozione.

Approfittiamo, quindi, anche in dad per inserire i percorsi letterari che stiamo seguendo all'interno di un quadro più vasto che comprenda orientamento e conoscenza di sé.
Purtroppo l'interruzione delle lezioni in presenza e gli edifici scolastici chiusi stanno penalizzando non poco i ragazzi che si trovano a dover scegliere la scuola superiore senza poter interagire di persona con ambienti/laboratori e personale docente delle nuove scuole, ma nessuno ha intenzione di lasciarli abbandonati a loro stessi e anche in una situazione così complessa verranno lo stesso accompagnati a scegliere in maniera consapevole nel miglior modo possibile consentito. 
Intanto, anche a distanza, indirizziamo in ottica orientativa ciò che abbiamo letto e analizzato, lasciando che i ragazzi riflettano e scrivano a partire dai seguenti input: 

- Foscolo ha compiuto una scelta drastica a seguito della delusione seguita al tradimento di Napoleone. Come giudichi questa sua reazione? Ti è mai capitato di dover prendere delle decisioni in modo rigido e tassativo, anche se sapevi che non ti avrebbero fatto stare bene? Sei riuscito a mantenerle nel tempo?
- Ripensa al sonetto A Zacinto, in cui Foscolo parla dei suoi luoghi natii: anche tu farai una sorta di "viaggio nel tempo" ripensando ai luoghi del tuo passato, a quelli del presente e a quelli futuri:
 - ci sono dei posti in cui hai trascorso la tua infanzia che, ricordandoli, ti procurano sentimenti particolari? Perché li consideri o li consideravi speciali? 
- Pensa ai luoghi che, invece, ritieni essere speciali per te oggi: quali sono? Sono i medesimo o altri rispetto a quelli dell'infanzia di cui hai parlato prima? 
- Leggiamo insieme il brano dell'antologia "Un paese di vuole", tratto dal libro La luna e i falò di Cesare Pavese, in cui l'autore torna nei luoghi della propria giovinezza. Dopo aver trascritto e commentato la sua famosa frase Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti, descrivi il tuo paese natale o, se preferisci, il luogo in cui vivi adesso, nel caso in cui tu ti sia spostato/trasferito, soffermandoti sui particolari che te lo rendono particolarmente gradito o su ciò che, invece, apprezzi di meno.
- Ci sono luoghi, in Italia o all'estero, che vorresti andare a visitare? Parlane e spiegane le motivazioni.
- Scrivi un'ultima annotazione sui luoghi del futuro: dove ti vedi? Quale professione stai svolgendo? Descrivi anche l'ambiente in cui si svolgerà il lavoro immaginario del tuo futuro.



Vorrei vivere a Milano, città caotica, nevrotica, affascinante. Il mio sogno è sentire il click della macchina fotografica ogni giorno, vedere i soffitti alti con i neon pendenti, le vetrate sottili, il trucco impeccabile, i capelli appena piastrati. Mi immagino pronta a farmi fotografare con un sorriso smagliante, anche se so che il mondo sotto i riflettori non è solo rose e fiori.
So che avrò bisogno anche di un posto tranquillo, ad esempio uno studio, perché voglio laurearmi in legge e il lavoro di modella potrebbe servire per guadagnare qualcosa durante l'università.

Quando penso ai luoghi del futuro mi vedo nel mio studio di avvocato, ben vestito, in giacca e cravatta, seduto alla scrivania. Da una parte ci sono i  libri di legge in un grande mobile a tutta parete e in un'altra parete, come nelle serie tv, grandi vetrate che fanno vedere il panorama della città. Nella scrivania tengo le foto della mia famiglia: moglie e quattro figli, due maschi e due femmine.

La mia mamma vorrebbe che rimanessi in Italia a lavorare, ma io voglio tornare in Cina dove è rimasto mio nonno. Sono molto legato al  mio nonno e vedo il mio futuro insieme a lui, nella sua casa vicino al mare, dove in estate c'è meno caldo che qui e si sta bene quando facciamo le passeggiate e ci fermiamo per parlare un pochino o stare in silenzio per pensare. 

Queste solo alcune delle riflessioni che stanno venendo fuori. Se vi va, continuate a seguire il blog perché ne stanno arrivando molte altre. E dai ragazzi, come sappiamo bene, c'è sempre tanto da imparare, sia che li seguiamo in presenza che a distanza attraverso lo schermo di un computer (anche se, personalmente, preferisco di gran lunga la prima opzione). 



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