domenica 27 marzo 2022

Lasciati andare. Studia i verbi.

 


I verbi sono noiosi da imparare, vero, ma occorre studiarseli, non c'è via d'uscita.
Sempre richiesti in tutti gli ordini di scuola, patrimonio di conoscenza personale - vogliamo dirlo? - e anche utili, come buona parte della grammatica normativa, in caso di studio di una lingua straniera.
Ma come fare a usarli in modo corretto?
Inutile, infatti, la loro memorizzazione se poi, all'atto pratico, non li si sa correttamente coniugare.
Insomma, quali strategie utilizzare, fin dalla classe prima, per imparare l'uso dei modi e dei tempi verbali su contesto e non solo in modo mnemonico?
Quali i modi per far riflettere gli studenti sull'utilizzo corretto della nostra lingua?
Ricordiamoci che le Indicazioni nazionali parlano testualmente di riflessione sulla lingua e non di analisi grammaticale fine a se stessa.
Cominciamo, dunque, con un semplice lavoro a piccolo gruppo che, a partire dalle informazioni contenute sul libro di testo, possa produrre delle SCHEMATIZZAZIONI come strumenti di supporto per gli alunni che riscontreranno le maggiori difficoltà


Soffermiamoci quindi sul MODO INDICATIVO, di cui non basta affermare che rappresenti il modo della REALTA' o recitare perfettamente tutti i suoi tempi verbali.
Il modo indicativo, come tutti gli altri modi, va invece ben compreso e ben saputo applicare nel suo specifico contesto d'uso.


Innanzitutto, semplici stratagemmi per visualizzare TEMPI SEMPLICI e TEMPI COMPOSTI a colpo d'occhio (e che faranno entrare nell'ottica del concetto di tempo composto = ausiliare + participio passato).
Anche in questo caso le produzioni realizzate potranno essere utilizzate come strumenti di ausilio o compensativi per le varie casistiche di criticità.




Passiamo poi a far elaborare degli appunti per far capire ai ragazzi i diversi contesti d'uso dei tempi in cui il modo è suddiviso:
- nel TEMPO PRESENTE l'azione avviene nel momento in cui si parla, ma può avvenire anche in un momento passato trattato come se fosse contemporaneo (il cosiddetto PRESENTE STORICO che serve a rendere il lettore maggiormente coinvolto nella narrazione); l'uso del fraseologico "sto mangiando" serve, inoltre, a indicare il momento preciso in cui si svolge l'azione;
- nel TEMPO PASSATO l'azione è accaduta prima del momento in cui si sta parlando: se avvenuta in tempi recenti è bene usare il PASSATO PROSSIMO, mentre PASSATO REMOTO e TRAPASSATO PROSSIMO e REMOTO spettano, nei loro diversi contesti d'uso, ad azioni "concluse" e più lontane nel tempo;
l'IMPERFETTO, pezzo forte delle sequenze descrittive, è da considerarsi tempo passato particolare, in quanto permette di indicare azioni ripetute nel tempo che producono un certo effetto di continuità e, talora, anche un'atmosfera indeterminata (pensiamo alla famosa formula delle fiabe C'era una volta...);
- TEMPO FUTURO con azioni che dovranno realizzarsi (FUTURO SEMPPLICE), specie con un'aspettativa più certa (FUTURO ANTERIORE).

Gli appunti potranno essere corredati - se lo si vuole - da espressioni esemplificative, ma limitarsi solo a frasi di scarso uso quotidiano non produce apprendimento significativo, così come risulta dalle sempre più numerose evidenze scientifiche in materia.
Per uno studio della grammatica davvero funzionale non possiamo limitarci ad osservare gli esercizi del libro di testo con esempi di frasi contenenti una regola ma, nel loro insieme, del tutto decontestualizzati.
L'impostazione grammaticale formalistica dei manuali prevede classificazioni astratte che poco hanno a che vedere con frasi e testi autentici attraverso i quali, invece, può essere appreso il funzionamento di una lingua viva e attuale.
Come afferma il linguista Fabio Ruggiano "la lingua non è un insieme di frasi, ma un insieme di unità più fluide che vanno oltre la dimensione della frase. La lingua non è uniforme, ma varia al suo interno in relazione alla situazione, al mezzo usato, al tempo e all'identità dei parlanti. I testi (reali) abituano gli studenti a riconoscere le forme grammaticali all'opera, e non in astratto. I testi offrono inoltre esempi di varietà di lingua e incoraggiano gli usi attivi della produzione scritta e orale".

Vediamo come fare per provare ad applicare le regole grammaticali studiate alla costruzione e produzione testuale autonoma.
Osservare qualche esempio di contestualizzazione, ripreso da testi modello appositamente selezionati, va considerata prassi didattica fondamentale in quanto i ragazzi saranno gradualmente condotti a riflettere, a condividere osservazioni e, come step finale, a mettere in pratica quanto osservato e appreso attraverso produzioni scritte elaborate in autonomia, quindi ad un uso autentico e funzionale dei fenomeni linguistici studiati.
Per fare apparire meno astratte le indicazioni contenute nel libro di testo di grammatica a proposito dell'uso dei modi e tempi verbali da introiettare efficacemente, scegliamo di lavorare su un testo modello: quello scelto è Azzurrina di Angela Nanetti (racconto fiabesco di cui è stata svolta lettura integrale) ed eseguiamo una riflessione condivisa sull'uso dei tempi verbali dell'indicativo. La riflessione avverrà prima in forma orale e, successivamente, gli appunti verranno rielaborati in forma scritta, così che i ragazzi possano mettere su carta le loro osservazioni e, di conseguenza, sedimentarli.


I ragazzi notano che l'uso del futuro prevede la nascita della bambina che a breve si realizzerà (La chiamerò Azzurrina), quello dell'imperfetto azioni che tendono a ripetersi e che rallentano la narrazione (le dame sonnecchiavano, vigilavano), quello del passato remoto azioni compiute e concluse, che segnano uno "stacco" piuttosto netto con quelle lente e di atmosfera ripetitiva indicate con l'imperfetto (il grifalco quando sentì quel nome spiccò il volo).


Fatto ciò, i ragazzi sperimentano in maniera individuale l'uso dei vari tempi verbali visti, elaborando dei mini-testi in cui inserire le diverse forme verbali viste nel loro specifico contesto d'uso.
Segue condivisione degli errori e suggerimenti/correzioni reciproche nei casi di dubbio o richiese di chiarimenti.



 MODO CONGIUNTIVO e MODO CONDIZIONALE


Tra le fatiche scolastiche più inutili che possiamo ricordare, esiste quella di dover imparare il MODO CONGIUNTIVO, ma anche il MODO CONDIZIONALE, solo sulla base della classica tabella dei verbi, senza -però-  riuscire ad applicarli bene all'interno del loro contesto d'uso.
Mi piace sempre leggere le scritte sui muri, perché trovo che siano uno spaccato sociale per lo più autentico da cui ricavare spunti interessanti per riflettere e per cercare di comprendere anche tutte le criticità che vi emergono.
Pur trattandosi di divieto giustamente sanzionabile, le scritte sui muri possono essere un buon input da cui partire, non già per deriderne gli autori, bensì per analizzarne limiti e criticità (ma anche, talora, elementi di saggezza).
E, proprio come diceva il grande Rodari, partire dall'errore è importantissimo perché anche dall'errore si può generare conoscenza.

Prima di passare ad analizzare gli errori commessi sulle scritte, vengono fatti notare alcuni aspetti della spiegazione teorica fornita dal manuale, ad esempio la congiunzione "che" necessaria per legare due frasi in cui sia presente il congiuntivo o l'uso corretto delle concordanze nel periodo ipotetico di secondo e terzo tipo in cui è previsto l'uso obbligatorio del congiuntivo e del condizionale.
Si passa quindi all'analisi dell'errore, con riferimento a modi verbali e concordanze scritte in modo scorretto, e ad una produzione di frasi/minitesti con congiuntivo e condizionale in contesto d'uso.








Per interiorizzare l'uso corretto delle concordanze può essere d'aiuto anche memorizzare certe strofe di alcune canzoni, quindi via libera all'ascolto dei seguenti testi:

Se avessi un cuore di Annalisa
"Se davvero avessi un cuore, ti amerei..."


Se tu fossi qui di Pino Daniele
"Se tu fossi qui, ti direi quello che non ti ho detto mai..."


Una canzone d'amore degli 883
"Se solo avessi le parole, te lo direi..."
Se io fossi un angelo di Lucio Dalla
"Se io fossi un angelo, chissà che cosa farei..."


E concludiamo individuando i verbi al modo congiuntivo (e non solo) presenti in questa filastrocca di Gianni Rodari, del cui messaggio abbiamo tutti tanto bisogno, specie in questo momento.

Filastrocca un po' burlona
per divertire qualunque persona:
se la salita fosse in discesa,
se la montagna stesse distesa,
se tutte le scale andassero in giù,
se i fiumi corressero all'insù,
se tutti i giorni fosse festa,
se fosse zucchero la tempesta,
se sulle piante crescesse il pane,
come le pesche e le banane,
se mi facessero il monumento...
io non sarei ancora contento.
Voglio prima veder sprofondare,
tutte le armi in fondo al mare.
(Gianni Rodari)

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