lunedì 1 ottobre 2018

Anche le storie hanno le curve!


Nella prova di ingresso di italiano, strutturata per classi parallele, avevate come consegna quella di eseguire un riassunto.
La prova è andata piuttosto bene nel complesso, ma alcuni hanno commesso delle inesattezze sul riassunto, quindi... corriamo ai ripari! 


Vi svelo subito una cosa: io odio i riassunti da fare obbligatoriamente con l'individuazione delle sequenze!
Mi spiego meglio: riconosco che è importante saper individuare le tipologie di sequenze in un brano e che occorre fare attenzione a come viene introdotto un personaggio nuovo, a come lo scrittore mostra un cambio di scena, un'intensificazione dell'azione narrativa... tutte cose fondamentali e che osserveremo attentamente, così da imitare dagli scrittori tante tecniche da poter utilizzare nei nostri elaborati.
Però... le singole sequenze da individuare con le parentesi graffe, i titolini scritti accanto, il riassunto fatto con la somma di tutto ciò che è stato appuntato... ma anche no!
O meglio: sì se questa è la vostra modalità congeniale, ma no se è l'unica che debba essere considerata valida.
Noi vedremo un'altra modalità per entrare dentro la trama delle storie, gustarcele seguendo il loro ritmo che va intensificandosi e prendendole come spunto quando le storie saremo noi a scriverle direttamente.
Cominciamo, ad esempio, conoscendo meglio il cosiddetto "PLOT"


Il plot delle storie è una tecnica molto utile per inventare storie o per eseguire i riassunti.
Come prima cosa ricorda che, se ti viene richiesto di fare il riassunto, NON  inserire DIALOGHI e scrivi SEMPRE in TERZA PERSONA.
Se la storia la inventi tu… puoi dare libero sfogo alla tua fantasia!
Questa è la struttura del “plot” che indica l’andamento narrativo di un racconto (viene detto anche "curva a campana").

 

Nel “plot” ritroviamo anche le classiche 5W del testo narrativo (Who? When? Where? What? Why?) che hai conosciuto anche alla scuola primaria.




Nella parte iniziale del racconto, l’INTRODUZIONE, la tensione narrativa è minima ed il ritmo tranquillo; solitamente vengono presentati i personaggi (WHO? Chi?), il tempo (WHEN? Quando?) e il luogo (WHERE? Dove?) della storia.
Quando la tensione comincia a salire, è come se si creasse una specie di “curva” narrativa: assistiamo allo SVILUPPO della storia, l’azione prende vita, sorge un problema (WHAT? Cosa?) per qualche motivo (WHY? Perché?), nascono dei conflitti e il ritmo narrativo si fa un po’ più intenso.
Nel CLIMAX (o “punto culminante”) la tensione narrativa raggiunge il massimo grado: il ritmo diventa molto intenso, possono avvenire dei colpi di scena, la suspense può raggiungere il più alto livello e l’azione raggiunge il culmine.
Dopo questa fase di massima tensione possiamo cominciare a vedere una discesa del ritmo narrativo: il problema o il conflitto piano piano si risolvono, l’azione si fa meno concitata e la “curva” narrativa appare discendente.
Nella CONCLUSIONE il ritmo narrativo torna tranquillo e la tensione appare di nuovo minima: il problema o il conflitto viene risolto, quindi l’andamento discendente della curva si arresta.
Come si può facilmente intuire, la trama delle storie rappresenta una specie di “curva”.
E adesso... al lavoro!
Ricerchiamo il plot nel racconto che dovevamo riassumere in classe e in altri brani che leggeremo insieme, poi proviamo a scriverci su.
Vedrete che sarà divertente salire verso il climax e discendere verso la conclusione.
Non proprio montagne russe, ma qualcosa di simile sì ;-)






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