In preparazione alla tematica del meeting sui Diritti Umani, quest'anno incentrata sulle disuguaglianze sociali, abbiamo letto l'albo illustrato L'Altracittà scritto da Mia Lecomte, scoprendo la meraviglia del mondo degli albi, libri troppo poco utilizzati nella scuola in generale e nella secondaria in particolare.
Dopo una prima osservazione delle sole immagini, da cui sono subito scaturite riflessioni interessanti a partire dalla stessa copertina, i ragazzi hanno capito che non stavano per leggere un libro per bambini, come in apparenza poteva sembrare, bensì un testo profondo che li avrebbe aiutati a comprendere il mondo che gira loro attorno.
Il testo all'interno dell'albo è breve e denso, strettamente connesso alle immagini che ne illustrano i contenuti e con poche parole riesce a scendere in profondità e a far mettere in moto fantasia, ma anche a sviluppare capacità di rielaborazione critica.
I personaggi sono uomini e donne che vivono un'esistenza difficile e precaria ai margini della città benestante che finge di non vederli: un anziano partigiano, ragazze e ragazzi immigrati, membri di famiglie numerose, un omosessuale malato terminale, una tossicodipendente costretta a prostituirsi e clochard ridotti a vivere in strada perché cacciati dai familiari.
Queste persone vengono viste nei vari momenti della quotidianità, ovvero quando dormono, quando si svegliano, quando vanno al lavoro, quando vanno al lavoro, quando si fanno male e devono ricorrere alle cure mediche, oppure quando trascorrono il tempo libero in compagnia, immaginando, alla fine, che tutti insieme possano fare un gioioso banchetto che faccia dimenticare tutti i problemi che si ritrovano costretti ad affrontare ogni giorno.
Dopo la lettura dell'albo, i ragazzi hanno svolto diverse attività che li hanno visti protagonisti delle storie vissute dai personaggi del libro, arrivando a creare un video con le interpretazioni personali dei vari Ling, Tamara, Marisa, Jamila, Shana, Pap, Carlo Alberto, Salvatore e Oscar presenti nell'albo.
Si sono anche cimentati in vari momenti di riflessione scritta, soprattutto in modalità quick-write, e sotto si possono leggere i loro scritti elaborati a partire da una domanda stimolo assegnata.
Quale tra questi personaggi ti
ha colpito di più? Motiva la risposta.
Ivan, un uomo alcolizzato che vive in
strada. Si consola con l’alcool del suo dolore invece di fare del male ad altre
persone (Riccardo R.)
Ling, la ragazza cinese che vive e
lavora in un capannone. Mi ha colpito il fatto che deve ricordarsi tutti i
particolari che vede per farli rimanere in mente, dato che non può comprarsi
una macchina fotografica (Sara, Eleonora, Sophia, Daniele, Helena, Giulia); poi
deve lavorare in un capannone anche se è giovane e la sua vita è molto faticosa
(Christian).
Mimma, perché ha molti fratelli, come
me, e come me si occupa di loro, anzi anche dei loro figli perché alcuni miei
fratelli sono grandi (Gabriella)
Oscar, perché si è ridotto a vivere in
strada a causa del gioco (Alessandro G.)
Pablo, perché va a rubare, cambia molti
lavori e ha molte donne (Riccardo E., Alecsandru B.)
Salvatore, perché da giovane è stato un
partigiano, un uomo coraggioso che ha combattuto contro i fascisti e i nazisti;
ora che è anziano però vive solo e viene a trovarlo ogni tanto solo suo nipote
e questo mi dispiace (Alexandru T., Andrea)
Tamara, perché come me suona la
chitarra; si prostituisce e vende la droga, ma lo fa solo per avere soldi e per
riuscire ad aiutare e riavere con sé il suo bambino di un anno (Alice).
Viorel, perché cerca di divertirsi
nonostante non ci siano mai i suoi genitori e debba sempre badare ai suoi
fratellini (Maria).
Ivan, perché mi ha fatto capire come un
senzatetto possa passare da avere una casa e una famiglia a non avere più
niente; mi ha colpito anche il fatto che provi a chiamare la sua famiglia anche
solo per sentire le voci, ma poi non ha il coraggio di parlare (Alessandro R.)
Quale personaggio vive
l’esistenza più disagiata secondo te? Motiva la risposta.
Carlo Alberto, perché sa che dovrà
morire come il suo fidanzato e non sa a chi lasciare i cani (Riccardo R., Sara,
Eleonora, Alexandru T., Sophia, Alessio, Helena, Giulia, Maria, Alessandro R.).
Tamara, perché è costretta a drogarsi e
a prostituirsi (Gabriella, Daniele, Luca, Riccardo P.) e ha un figlio piccolo
che non può mantenere (Alessandro G.); il figlio vive in una casa famiglia,
glielo avranno portato via gli assistenti sociali, e lei può solo andare a
trovare ogni tanto (Andrea).
Ivan, perché è alcolizzato e costretto a
vivere nella cavità di un tufo (Riccardo E., Alecsandru B.)
Salvatore, perché è diventato vecchio e
sta spesso a letto da solo (Christian)
Oscar, perché è diventato povero a causa
del gioco e suo figlio, quando passa in strada, finge di non vederlo (Alice).
Quale personaggio potrebbe
diventare tuo amico? Motiva la risposta.
Carlo Alberto, perché abbiamo in comune
il fatto che ci piacciono i cani (Riccardo R.) e le persone omosessuali mi
stanno simpatiche perché sono sensibili (Riccardo P.)
Salvatore, perché mi piacerebbe
ascoltare le sue storie sulla guerra (Arbi)
Ling, perché è attenta ad ogni dettaglio
come me (Eleonora, Helena) e anche a me piace sognare le cose che non posso
avere (Sophia); poi la stimo per la sua memoria (Daniele) e mi sembra anche una
persona educata e simpatica (Giulia); inoltre io conosco un po’ di cinese,
quindi potremmo scambiare qualche parola e diventare amiche (Maria).
Viorel, perché il pomeriggio sono quasi
sempre solo e non ho nessuno con cui passare il tempo (Alessio)
Tamara, perché suona la chitarra come me
e potremmo suonare e cantare insieme (Alice)
Quale personaggio ti
sentiresti in grado di aiutare? In che modo?
Potrei aiutare Ivan, che nei sogni vede
sfuggirgli il cibo, portandolo a casa mia e offrendogli da mangiare; cercherei
poi di farlo smettere di bere, ma mi dovrebbe aiutare qualcuno più esperto di
me, un’associazione di volontari magari (Riccardo R., Riccardo P.).
Accompagnerei Tamara al SERT per
aiutarla ad uscire dalla tossicodipendenza (Arbi)
Ling, perché le comprerei una macchina
fotografica (Sara, Eleonora, Sophia, Daniele)
Salvatore perché non lo farei più
sentite solo e andrei a fargli compagnia (Gabriella), lo ascolterei volentieri
mentre racconta le sue avventure passate da partigiano (Alexandru T.) e lo aiuterei
a vestirsi (Christian); potrei anche trovargli una buona casa di cura (Alice).
Potrei aiutare Carlo Alberto facendogli
compagnia (Alessandro G.), porterei anche a passeggio i suoi cani quando è
stanco e andrei a comprargli le medicine (Alexandru T., Giulia); potrei anche
adottare i suoi cani quando lui non può occuparsene (Alessio, Helena).
A Viorel potrei dare un po’ di soldi,
così i suoi genitori potrebbero lavorare meno e stare più a casa con i figli
(Maria).
Ti è mai capitato di vedere
qualche persona che potrebbe risiedere in questa Altracittà descritta nel
libro?
Sì: barboni che vivono alla stazione o
in Piazza Guido Monaco (in Albania qualcuno cerca il cibo tra i rifiuti),
persone che chiedono l’elemosina, uomini di colore che vendono oggetti in
spiaggia o che lavano i vetri delle macchine ai semafori, immigrati che abitano
nel centro accoglienza di Civitella.
Ad Arezzo le persone che vivono alla
stazione hanno anche raccolto le firme per far riaprire un dormitorio, chiuso
durante l’estate, perché la notte iniziano a scendere le temperature e loro
hanno molto freddo.
L’uomo che ha cominciato la raccolta
delle firme ha raccontato di essere andato a vivere in strada a 16 anni. Ha
anche detto che la notte qualche persona si è divertita a tirargli dei sassi
addosso.
Qui il link dell'articolo del Corriere di Arezzo, fonte della nostra notizia:
Qual è la tua reazione quando
li vedi?
Li ignoro fingendo di non vederli perché
non ho il coraggio di parlarci se sono adulti.
A volte cerco di togliermi il senso di
colpa “allungando” qualche spicciolo.
Se sono ragazzi però è capitato che ci
abbia giocato al pallone.
A volte mi chiedo come fanno a vivere
così e come hanno fatto a ridursi a vivere in quel modo.
Qualche volta provo pena, altre volte se
li vedo che litigano o dicono delle bugie mi fanno un po’ rabbia.
Però se ci penso bene non posso
giudicarli perché della loro vita non so nulla e se si sono ridotti a vivere in
povertà vuol dire che sono stati costretti.
Ti è piaciuto leggere questo
albo?
Sì, anche se all’inizio ci sembrava un
libro per bambini. Dopo averlo letto abbiamo capito che l’argomento è molto
crudo rispetto a quanto sembra, ma è descritto con poche parole ben scelte e la
realtà difficile risulta più delicata. Anzi, le parole, proprio perché sono
poche, sono più concentrate e il loro significato è più “forte”. Poi nel
finale, con tutti i personaggi che mangiano insieme e la foto scattata
finalmente da Ling, il messaggio è positivo: tutti sono contenti e hanno la
speranza di vivere bene. I personaggi poi è vero che sono persone povere, ma
hanno una vita come tutti gli altri: dormono, mangiano, lavorano, si curano se
stanno male, passano il tempo libero da qualche parte… noi li immaginiamo a
fare niente, come se fossero persone finte. Invece sono persone vere. Come noi.
Spesso anche in tv si parla di immigrati, ad esempio, solo quando ci sono
reati. Non è giusto parlare così. Sono persone con una loro vita, come tutti.
Come noi.
Le nostre interpretazioni dei
personaggi dell’albo attraverso le foto
Giulia e Sophia – Ling intenta a cucire di fronte
Alice – Tamara e la sua chitarra
Riccardo E. - Pap che lava i vetri alle auto allineate al semaforo (con Riccardo P. e Alessio, all'interno dell'auto, che lo guardano scocciati)
Riccardo R. - Ivan in piena sbronza
Alexandru - Carlo Alberto che può solo guardare i dolci nel bancone della pasticceria
Gabriella, Sara ed Helena - Jamila e Shana che stanno sempre insieme e pettinano i loro lunghi capelli scuri
Gabriella - Marisa che scende le scale della metropolitana con le sue buste di plastica
Arbi - Oscar che si sistema tra i cartoni per prepararsi a dormire in strada
Arbi, Christian, Andrea, Christian - Salvatore che, disteso, si avvolge con i colori della bandiera italiana che da giovane, visto il suo passato da partigiano, si è ritrovato a difendere.
Daniele ha infine riprodotto l'illustrazione presente nella copertina dell'albo.
Qui il video che è stato prodotto
I ragazzi hanno infine scritto alcune domande che avrebbero voluto fare direttamente alla scrittrice, approfittando del fatto che la prof aveva promesso loro di provare a contattare la scrittrice in persone via Messenger.
Domande che ci piacerebbe fare
alla scrittrice Mia Lecomte.
Come Le è venuta l’idea di scrivere
questo libro che parla di un argomento così delicato?
Perché proprio la scelta dell’albo e non
di un romanzo?
Ha conosciuto personalmente alcune persone
che nomina nell’albo? Se sì, le ha aiutate?
Cosa prova quando vede persone che
potrebbero vivere nella sua Altracittà?
Come è stato scelto il disegnatore del
suo albo?
E la scrittrice Mia Lecomte, contattata davvero via Messenger, ha gentilmente risposto alle nostre domande, rendendo tutti inizialmente increduli e, subito dopo, estremamente felici!!!
Che colpaccio, ragazzi!!!!
Questa la sua mail di risposta alle nostre domande:
Queste le risposte di Mia Lecomte:
Come Le è venuta l’idea di scrivere
questo libro che parla di un argomento così delicato?
L’idea mi è venuta dai miei figli. Ne ho
tre, due femmine e un maschio, che ormai sono grandini (25, 20 e 18 anni…).
Mentre la mattina li portavo a scuola in macchina, a Roma, mi facevano un sacco
di domande su quello che vedevano: perché lava i vetri, perché cammina tutto
storto, perché dorme per strada, ma non ce l’ha una casa, e i sui bambini?....
E così abbiamo trovato insieme delle risposte. Tutti i miei libri per bambini
sono nati da idee dei miei figli, gliene ho rubate un sacco! E infatti adesso
che sono grandi non scrivo quasi più libri per bambini…
Perché proprio la scelta dell’albo e non
di un romanzo?
Perché il discorso era nato appunto
dalle chiacchiere mattutine con dei bambini, che mi obbligavano a rivedere
tutto con i loro occhi…
Ha conosciuto personalmente alcune persone
che nomina nell’albo? Se sì, le ha aiutate?
Mi sono ispirata ad alcune persone che
ho conosciuto (e aiutato un po’, con tutti i miei limiti). Amici e conoscenti,
grandi e piccini, in centri per i rifugiati, i migranti, soprattutto. Oppure
conosciuti parlandoci per strada, quando mi fermavano per chiedere soldi…
Cosa prova quando vede persone che
potrebbero vivere nella sua Altracittà?
Penso che se la vita non avesse voluto
che fossi io a scrivere di loro, potrebbero essere loro a scrivere di me… Certe
cose dipendono solo dalla fortuna/destino, non dal merito. È sottile sottile la
barriera che separa le nostre vite da quelle degli altri, e le cose potrebbero
improvvisamente ribaltarsi, cambiare.
Come è stato scelto il disegnatore del
suo albo?
Andrea, che ormai è un caro amico con
cui spero di fare molti altri libri, l’ho conosciuto in occasione del
mio/nostro libro precedente: Come un
pesce nel diluvio (non so se l’avete visto, anche qui si parlava di eroi
piccoli e di cose importanti da fare uniti, tutti insieme). È stato l’editore
(Sinnos) che ci ha presentati, perché pensava che avremmo potuto comprenderci
bene. E infatti è stato così!
Io e Andrea abbiamo in cantiere anche un
altro libro, per cui finora non siamo riusciti a trovare un editore. Si chiama Gli spaesati, e racconta in poesia di
animali fuori habitat, migrazioni che richiamano ironicamente altre migrazioni
di cui tutti siete a conoscenza.
Vi mando il testo da leggere, in
anteprima, attraverso la vostra insegnante. E quando forse un giorno sarà
pubblicato vi avviserò.
Grazie tantissimo di aver voluto
lavorare per l’Altracittà, non potete immaginare quanto mi avete fatta felice!
E vi invidio anche un po’: avessi io
avuto un’insegnante come la vostra…
Un abbraccio a tutti M.
Grazie a lei per la sua cortesia da parte di tutti noi.
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