Nelle prime attività di accoglienza abbiamo letto e ascoltato il testo di alcune canzoni e poesie, ponendo particolare attenzione all'utilizzo delle parole.
Ci siamo resi conto, ad esempio, che la canzone “E state” di Gabbani, tormentone estivo canticchiato con giocosità, non è per niente allegra
Proviamo a porre attenzione a queste parole:
“tra le granite e le granate”
Sono due parole di suono simile ma di significato diverso (una è una bevanda, l’altra un’arma), quindi il cantautore ha trovato un espediente poetico per rendere più originale la sua canzone: ha usato un’assonanza, cioè ha cambiato solo le vocali di una parola per dare un effetto sonoro di larga presa.
Passando a chiedere ai ragazzi qual è stato il brano estivo che hanno ascoltato più volentieri, le risposte sono state varie e ci siamo soffermati per prima cosa su "L'esercito del selfie", altro tormentone che ha riscosso un certo successo.
Si erano tutti resi conto che nel ritornello i ragazzi sono descritto con l'Iphone sempre in mano, ma privi ormai di qualsiasi contatto umano tra loro?
Non tutti, anzi, decisamente pochi.
Poi siamo passati al rap, genere musicale tanto amato dai giovani, in particolare sul testo del brano "Il primo" di Gemitaiz, che la prof non conosceva (...del resto ha un'altra età!), e vi abbiamo notato immagini ed espressioni poetiche molto suggestive.
Questa, ad esempio:
“Mi guardano d’alieno perché in testa ho un treno”
Una bella metafora che dà l'idea della velocità con cui i pensieri scorrono sulla testa.
Oppure questa:
“Quando mi nascondo per toccare il fondo
del cestino”
Altra metafora, molto forte, che serve per indicare il punto più
basso e più sporco dell’esistenza di una persona.
Decisamente una sorpresa, anche per la prof
A cosa ci è servito iniziare l'anno con l'ascolto di brani musicali?
A capire che i cantautori e i rapper scelgono con cura le parole per esprimere i loro pensieri
A capire che i cantautori e i rapper scelgono con cura le parole per suscitare emozioni in chi legge.
Esattamente ciò che fanno i poeti.
Rap e poesia o, più in generale, musica e poesia, non sono assolutamente mondi distanti.
Tutt'altro.
Quando a breve studieremo i poeti, vi troveremo perciò una medesima predisposizione d'animo ed una uniformità di intenti.
Abbiamo quindi cominciato a capire quanto siano importanti le parole?
Credo di sì.
Le parole sono potenti.
Possono fare
BENE, darci gioia, soddisfazione.
Ma possono anche fare male, molto MALE.
Il dibattito che ne è seguito non poteva che suscitare interesse e coinvolgimento tra i ragazzi.
Hanno riflettuto su quali sono le parole che procurano felicità e quali invece feriscono se rivolte a loro stessi.
Hanno dato ragione al grande Carlo Levi quando diceva che"Le parole sono pietre"
Ed hanno dichiarato di essere in perfetto accordo con questo espresso in questo brano che rappresenta la prefazione
ad un libro carinissimo, intitolato “Drilla”, incentrato sul ruolo fondamentale che hanno le parole nella vita di tutti i giorni.
Questo il brano letto:
"Nel libro le parole, quelle usate
tutti i giorni, quelle di cui sono piene i dizionari, quelle difficili di cui
pochi conoscono il significato, sono potenti, molto potenti. Il libro fa la
storia di una parola, la fa nascere, crescere, diventare importante.
Ci spiega,
così, uno dei grandi segreti dell'umanità e ci mette in guardia nei confronti
di chi nutre poco rispetto per questa meravigliosa ricchezza dell'umanità, le
parole, appunto.
Le usiamo continuamente, ce le troviamo lì, pronte, ma
riflettiamo poco sul loro straordinario potere.
Chi ne conosce molte, o
moltissime, chi, parlando e scrivendo, usa una lingua molto ricca di parole,
spesso ottiene successo, denaro e consenso.
C'è questa determinante divisione
tra quanti conoscono e adoperano poche parole e quanti sorprendono per la
ricchezza e la varietà della loro conversazione [...].
Una brutta abitudine dei
nostri tempi è quella che induce ad accontentarsi di poche parole, sempre le
stesse, fra l'altro usate in varie occasioni.
Chi conosce poche parole è
davvero povero, anzi è a un livello di povertà molto penoso, perché la mancanza
di parole rende scarse le idee, impedisce di comunicare, non consente di farsi
capire, a volte può produrre isolamento, altre volte crea equivoci, fa nascere
litigi, risse, incomprensioni [...] .
Nel nostro mondo è proprio alla scuola che
si devono chiedere le parole.
Purtroppo nelle scuole a volte non si parla
abbastanza e questo è un grave difetto.
Bisogna usarle, infatti, le parole per
farle aumentare, per renderle più vive, per evitare che diventino pietre, come
ha detto un grande scrittore.
Succede anche questo: chi ha molte parole le
lancia contro chi ne possiede poche, e allora sono sassi, fanno male,
feriscono, lasciano tracce a volte incancellabili".
Parole, quelle di questo brano, da tenere sempre a mente, sia per i ragazzi, che dimostrano di avere questa consapevolezza ancora da consolidare, ma anche per noi adulti, che non sempre siano cosci dello straordinario potere derivante da ciò che quotidianamente diciamo.
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