martedì 7 gennaio 2020

Cosa c'è di meglio dei "piccoli momenti"?


Tornati dalla pausa natalizia, quale miglior occasione per sperimentare una nuova strategia di scrittura che possa farci tornare col pensiero ai momenti più significativi delle nostre vacanze di fine anno?
Già, proprio così. Ritorniamo con la mente ai giorni appena trascorsi e proviamo a mettere in pratica la cosiddetta strategia del "PICCOLO MOMENTO" (o "SMALL MOMENT").
Di cosa si tratta? 
Aiutiamoci con questo disegno: 


Il cerchio esterno rappresenta un avvenimento vissuto ricco di tanti dettagli.
Il cerchio interno rappresenta il "piccolo momento" - all'interno dell'avvenimento più grande - su cui dovrete soffermare la vostra attenzione.
Si tratta di riportare alla mente sensazioni provate, particolari osservati e percepiti nel corso di un piccolo episodio che è rimasto impresso nella vostra memoria.

Per dimostrarvi come può essere scritto un "piccolo momento" vi porto come testo modello una breve produzione elaborata dalla sottoscritta.
Nel corso di queste vacanze di Natale ho passato una giornata a Firenze con mia figlia e, dopo la visita ad una mostra di pittura, ci siamo dedicate ad esplorare le vie del centro, soprattutto in cerca di occasioni da poter acquistare, visto il periodo dei saldi e l'abbondanza di negozi nelle strade dello shopping fiorentino.
Vi mostrerò come si può raccontare uno "small moment" - in questo caso la sosta presso un negozio di abbigliamento femminile - e ne approfitteremo anche per ripassare le strategie di scrittura già viste nei mesi scorsi e sempre utili da rispolverare in caso di nuovo produzioni scritte richieste.
Perché, avrete già capito, il prossimo "small moment" che richiederò sarà quello che riguarderà un fatto che, nel corso di queste vacanze, è accaduto proprio a voi... 😊


Intanto questo rappresenta un semplice organizzatore grafico che vi aiuterà a focalizzare l'episodio 
e, nella vostra produzione, provate ad inserirlo.
Questo, invece, è il testo modello, corredato di tecniche scrittorie utilizzate, così da eseguire un ripasso sulle strategie viste nei mesi passati:

Il mio "piccolo momento"
Sosta in un negozio di abbigliamento fiorentino



Passeggiare in centro per le strade di Firenze è sempre gradevole, anche se risulta quasi difficile muoversi a causa della pressante folla di turisti.
➽Questa è una semplice INTRODUZIONE: dove mi trovo? chi è con me? cosa sto facendo?
Mi serve per contestualizzare il mio "piccolo momento" e per rispettare la struttura canonica del testo: 1) introduzione 2) sviluppo 3) conclusione.
➽Nota l'aggettivo sottolineato pressante: dà l'idea delle persone che sembrano schiacciarti vista la loro numerosità. Non trovi che sia più efficace dell'espressione "c'è tanta gente in giro?"
Cerca quindi di utilizzare TERMINI SPECIFICI, parole dense di significato al posto di parole generiche e troppo banali. Ti servirà per ampliare il lessico. Il sistema è semplice: consulta il dizionario per ricercare il più possibile l'utilizzo di sinonimi e termini precisi. 
➽Nota anche l'uso del tempo verbale: in questo caso è il presente. Che tu voglia utilizzate un tempo presente o uno passato, la regola importante che dovrai seguire è quella di cui abbiamo spesso parlato: MANTIENI IL TEMPO VERBALE scelto dall'inizio alla conclusione del tuo testo.

Mia figlia chiede di entrare in un noto negozio di Via dei Calzaiuoli, strada dello shopping fiorentino, ed io la seguo, seppur la cosa non mi entusiasmi affatto.
➽Ecco il "piccolo momento", ovvero il riferimento al negozio che verrà approfondito nel corso dello sviluppo del testo.

All'interno la folla è ancora più accalcata: le ragazze rovistano tra le felpe colorate, le signore scrutano i cappotti e i relativi cartellini indicanti il prezzo, mentre gli uomini, mariti o fidanzati, si guardano attorno con aria afflitta e sconsolata.
➽Ancora ricorso a parole specifiche (quelle sottolineate).
➽Uso della strategia che conosciamo col nome di "magia del tre": più che ricercare tre aggettivi di seguito, che in un contesto del genere potrebbero risultare un po' troppo artificiosi, presentiamo tre situazioni in cui si presentano i clienti del negozio: le ragazze tra le felpe, le signore tra i cappotti e gli uomini annoiati in attesa che le loro compagne si affrettino ad acquistare. Come abbiamo avuto modo di vedere, il ricorso a tre situazioni è efficace per la linearità e la scorrevolezza dell'esposizione.

Le commesse sono giovani, gentili e ben vestite, sembrano quasi pronte a compiere loro stesse delle sfilate di moda, gli abiti appaiono ben assortiti ed i cartelli con le scritte "saldi" sono colorati e in bella vista con lo scopo di attirare il più possibile la clientela.
➽Di nuovo la "magia del tre", stavolta sia con le aggettivazioni riferite alle commesse, che agli aspetti descrittivi messi in luce: commesse - appunto - abiti e cartelle con scritta "saldi".
➽la similitudine tra le commesse e le modelle serve a visualizzare l'avvenenza delle ragazze. Come sai, metafore e similitudini sono spesso di aiuto per permettere al lettore di immedesimarsi meglio nella scena presentata.
➽La descrizione parte con sensazioni visive: si descrivono cioè le cose che si vedono e che attirano l'attenzione del senso visivo.

L'atmosfera è molto calda, tanto che con le giacche si soffre un po' ed è necessario alleggerirsi per non ritrovarsi a sudare troppo. Dalle casse esce una piacevole musica di sottofondo e ovunque si percepisce in maniera pregnante il profumo di tessuti nuovi e morbidi al tatto.
➽La descrizione del negozio continua con altre sensazioni: uditive, olfattive e tattili. Le descrizioni sensoriali, come sai, sono molto efficaci per far sentire il lettore perfettamente inserito nella scena.

"Avete bisogno di una mano?" - sento sussurrare da una giovane commessa dai modi affabili e cortesi.
"No grazie, stiamo dando un'occhiata"
"Prego, fate pure. I camerini di prova sono in fondo dietro l'angolo, in caso ne abbiate bisogno"
"Grazie mille" - rispondo con un sorriso.
➽Dopo aver strutturato delle sequenze narrative/descrittive, il passaggio verso la sequenza dialogica è quasi d'obbligo: ricorda che l'alternanza delle sequenze rende un testo meno monotono e più variegato, quindi cerca di farne ricorso.
➽Per creare una sequenza dialogica non è necessario ogni volta inserire il discorso diretto con la formula fissa
Io dissi: ...........................
Lei rispose: .....................
Inserendo le virgolette e andando a capo, si comprende ugualmente chi sta parlando e anche il cambio di interlocutore.

Intanto mia figlia sembra non avere intenzione di decidersi tra felpa rossa, felpa azzurra e felpa multicolore. Senza passare dalle cabine di prova, ad un tratto la scelta ricade su una maglia sportiva dalle scritte fluorescenti. A me pare che una simile già la possieda e non mi sembra neanche la migliore tra quelle presenti nel negozio, ma si sa... sui gusti personali non si può certo intervenire!
➽La parola "felpa" ripetuta tre volte può servire a focalizzare l'attenzione del lettore, quindi a volte le ripetizioni hanno un loro significato e non è detto debbano sempre essere evitate.
➽La conclusione comprende una semplice riflessione ("tutti i gusti son gusti!" in pratica...), ma è comunque un modo per scongiurare la frase banalissima e tanto odiata dai prof "Poi sono tornata a casa e mi sono divertita molto!". Concludi insomma in modo il più possibile originale e non scontato.

Pronti a parlare dei vostri "small moments"?
Seguendo le indicazioni di questo testo modello, provate ad elaborare un testo voi.
Sai a cosa serve, principalmente, un lavoro del genere?
A concentrarti sui particolari, a ricordare i dettagli di un avvenimento e ad evitare quel fastidioso effetto di "elenco dei fatti" per nulla gradevole alla lettura.
E poi rivivere con i ricordi una esperienza è sempre un fatto positivo.
Un famoso studioso statunitense, Erving Polster, afferma questo concetto: "l'esperienza, se non può essere raccontata, si consuma come se non valesse la pena di porvi attenzione; attraverso il racconto, invece, viene vissuta in modo creativo e rielaborata in relazione al passato e al contesto presente, restituendole un senso rinnovato".
Io sono d'accordo. E credo che, in fondo, lo siate anche voi.
Buon lavoro.


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