martedì 8 ottobre 2024

Lettura, scrittura, studio... a partire dagli oggetti

 


Con la classe prima, composta da ragazzi che nella quasi totalità si conoscevano, è stato un successo cominciare l'anno scolastico con la fiction, in particolare con la scrittura di racconti i cui protagonisti erano oggetti di uso quotidiano destinati a nuova vita.
Lo spunto lo abbiamo preso leggendo due albi illustrati, ma numerosi sono i riferimenti letterari a cui attingere per fornire spunti di scrittura intelligenti e creativi, come quelli suggeriti da grandi maestri quali Bruno Munari e Gianni Rodari.

Noi siamo partiti quest'anno da questi due albi, semplici ed efficaci: Chiuso per ferie di Maja Celija e La vita nascosta delle cose di Marianna Balducci.



Qui è possibile leggere tutto il percorso fiction svolto nei primi giorni di scuola in una classe prima: Partenza con la fiction
Qui si possono leggere le storie collettive fiction create sempre dai ragazzi di prima a partire dai personaggi dei loro micro-racconti: Storie fiction collettive
Giusto per dare un'occhiata anche agli scritti di avvio della classe seconda, qui si possono leggere i micro-racconti estivi autobiografici ispirati ai brevi ricordi del libro Non ero iperattivo, ero svizzero: Pillole di memoria estive
Lascio infine qualche idea ricavata dal libro Fantasia di Bruno Munari da sviluppare come avvio di laboratorio di scrittura o, come avevo fatto a suo tempo, come consegna estiva da recuperare a inizio anno scolastico per percorsi ordinari di scrittura: A tutta creatività (estiva) con Bruno Munari

Ma, tornando al nostro focus iniziale, continuare a seguire la suggestione derivante dagli oggetti quotidiani che cambiano il loro uso, può rivelarsi interessante in molteplici occasioni.
Vediamone alcune.

Per rimanere sulla fiction e parlare, ad esempio di genere horror (o per svolgere alcune letture in occasione della ricorrenza di Halloween) perfetto è il racconto di Guy de Maupassant La rivolta degli oggetti.
Io leggerò la versione presente nel libro Paura! Classici col brivido adattati da Donatella Ziliotto e illustrati da Laura Re di Einaudi Ragazzi.



Ma gli oggetti ci forniscono ottimi spunti di pre-scrittura (e scrittura) anche se intendiamo passare al genere autobiografico.
Numerose sono le poesie che vi fanno riferimento e che possiamo leggere per dare avvio a riflessioni e sollecitazioni di scrittura. 
Io ho scelto Fra tutti gli oggetti di Bertold Brecht perché mi piacciono molto i testi poetici che sfumano delicatamente verso la prosa


Oppure si possono leggere albi illustrati molto impattanti, come Il cassetto dei ricordi di Lorenza Farina, illustrato da Lucia Ricciardi


Ma gli oggetti sono fantastici anche per facilitare lo studio della storia, come ben spiega il prof Antonio Brusa e come ben spiega il libro Fare storia con gli oggetti di J.S. Mestre e N.L. Molina.
In prima, ad esempio, possiamo concederci un bell'approfondimento sull'arazzo di Bayeux per conoscere oggetti di guerra e di uso quotidiano ai tempi della battaglia di Hastings (1066) e della conquista normanna dell'Inghilterra.
Qui il suggestivo video animato dell'arazzo stesso


Così come altrettanto affascinanti risulteranno ulteriori approfondimenti su gioielli, capi d'abbigliamento o oggettistica da cucina di popolazioni vissute in loco (spesso i musei d'arte medievali delle nostre città ne sono pieni!) oppure incunaboli conservati in biblioteche, eremi o monasteri o ancora oggetti da caccia/agricoli ricavabili da dipinti o sculture, come nel caso delle opere in pietra, rappresentanti il  ciclo dei mesi, realizzate nella prima metà del 1200 e posizionate sopra il portone di ingresso della Pieve di Santa Maria Assunta di Arezzo, la nostra città.


E di sicuro penserò a strutturare un'attività interdisciplinare focalizzata sull'invenzione medievale degli occhiali, così come si spiega a pag. 100 del libro citato



Insomma... partenza con gli oggetti, continuazione con gli oggetti.
Credo proprio che ci divertiremo (e che mi divertirò ;-))

sabato 28 settembre 2024

Partenza... a tutta fiction!

 


Partire in una classe prima con la produzione di testi fiction? Certo che sì!
A parte il fatto che la fiction può essere un ottimo punto di partenza per qualsiasi nuova occasione di conoscenza, visto che non tutti gradiscono esporsi in prima persona, mentre tutti gioiscono nel raccontare storie con protagonisti terzi, ho scelto quest'anno di iniziare proprio lavorando con delle storie fiction, anche in considerazione del fatto che nella mia prima un numero molto elevato di alunni si conosceva già perché proveniente da una stessa classe della scuola primaria.
Ho, insomma, evitato quelle classiche attività legate alla messa in comune delle preferenze e degli interessi che tanto incuriosiscono gli studenti desiderosi di conoscere i nuovi compagni ed eventuali affinità caratteriali, ma che in questo ne hanno avuto di tempo alla primaria per conoscersi, pur lavorando lo stesso sul senso di appartenenza a una nuova comunità che l'esperienza della scuola "dei più grandi" va necessariamente  a rappresentare.
In più, far riflettere e far scrivere testi fiction permette di capire molto dei nostri studenti; è solo che loro si sentono più rilassati a parlare di storie che riguardano altre persone e ci offrono una conoscenza/presentazione di sé "mediata", autentica ma allo stesso tempo meno ansiogena rispetto ad una richiesta esplicita formulata in termini autobiografici. 
Insomma, dalle storie fiction scritte dai nostri studenti si riesce a comprendere davvero tanto di loro.
Vediamo com'è andata...





Perché non prendere a riferimento un testo simpatico come quello del grande Bernard Friot?
Dopo aver letto alcuni micro-racconti fiction tratti del libro Ricette per racconti a testa in giù, anche noi abbiamo creato le nostra storie scegliendo come ingredienti 3 cose che ci piacciono. Le abbiamo legate insieme - quasi amalgamandole, proprio come se le dovessimo cucinare -  e ne abbiamo quindi ricavato un racconto autoconclusivo che le contenesse tutte.
Ed ecco, ad esempio, che dagli ingredienti 
1) sushi 
2) calcio 
3) manga 
ne viene fuori la storia di un ragazzo che, dopo aver mangiato tanto sushi, prova a giocare a calcio con gli amici, ma si sente rallentato causa pancia piena e preferisce mettersi nel divano a leggere il suo manga preferito.
I ragazzi non avrebbero mai voluto smettere di scrivere, giuro!



C'è qualcosa di meglio che condividere storie in cui abbiamo potuto dare spazio alla nostra fantasia?
Anche in questo caso ci viene in aiuto un albo illustrato fortissimo,  Chiuso per ferie di Maja Celija. 
In una casa rimasta vuota causa partenza degli abitanti per le vacanze estive, i personaggi racchiusi nei quadri o nelle fotografie prendono vita, escono dalle cornici e si muovono in tutta libertà.









Molto suggestiva anche l'osservazione del video animato



Ispirandoci all'albo, abbiamo immaginato anche gli oggetti della nostra scuola muoversi in libertà non appena le aule rimangono vuote.
Via libera, quindi, a lavagne interattive che scrivono da sole, mappamondi che si mettono a ruotare vorticosamente,  matite e pennelli danzanti al suono della musica che parte da sé, stati che escono dalle carte geografiche e si fanno un bel giro, oceani che accolgono pesciolini scappati dalle copertine dei diari...
Le condivisioni, assicuro, sono state un vero spasso!




Altro bellissimo libro, tra albo illustrato e fotografia, di tematica simile che ci ha offerto spunti di lavoro altrettanto motivanti è stato La verità nascosta delle cose di Marianna Balducci, dove oggetti quotidiani (o di uso ormai passato ma sempre ultra-affascinanti) assumono nuova vita grazie a piccoli personaggi che ne modificano il consueto utilizzo.
Marianna Balducci è così brava a inventare storie che alcune le abbiamo prese come modello per impostare le nostre primissime strategie di comprensione del testo legate a trama e personaggi.






Anche la presentazione dell'organizzatore grafico dell'omino cuore-mano-cervello (classico strumento wrw) per individuare caratteristiche e fatti salienti dei personaggi ha ricevuto un'ottima accoglienza


Tanto che lo abbiamo anche sperimentato riferendolo a ciò che pensiamo-proviamo-facciamo noi stessi in questi primissimi giorni di scuola



Oppure applicandolo a ciò che pensa, prova e compie la signora Lucilla, simpatica protagonista del racconto Mattarello 





Racconto che ci è piaciuto così tanto da sceglierlo come modello per elaborare il nostro primissimo riassunto scritto (e il nostro omino cuore-mano-cervello ci è stato ancora di aiuto)



E per lavorare sul senso della nuova comunità formatasi nel nuovo contesto scolastico? 
Niente di meglio che utilizzare gli appena conosciuti organizzatori grafici, o aiutarsi con i dadi dello storytelling, per continuare a creare piccole storie di fantasia individuali da raccogliere prima a piccolo gruppo, poi a classe intera in una vera e propria STORIA COLLETTIVA che si avvale del contributo di ciascun alunno della nuova classe.
Eh sì: non c'è storia collettiva senza collaborazione, e noi abbiamo collaborato benissimo!
Ed è stata una bella soddisfazione anche vedere il nostro lavoro pubblicato nel blog di istituto e trasformarlo in minilibretto illustrato personalizzato.



Queste le storie collaborative create a partire da personaggi inventati singolarmente e poi amalgamati in storie collaborative scritte a più mani.

 gruppo 1: Huang, Cristian S., Waleska, Adelina

                  Personaggi:

  • un uomo che mangia un frutto e ottiene super-poteri
  • una donna anziana che prepara pizze molto buone
  • una donna giovane che prepara pizze molto buone
  • un giovane mago 

Una donna anziana e una donna giovane aprirono un ristorante dove preparavano delle pizze molto buone con una ricetta segreta. Un giorno entrò nel ristorante un uomo con in mano un frutto misterioso e lo mise in tasca per non farlo vedere. L’uomo disse alla giovane chef: - Scusa, posso avere una pizza? La giovane chef rispose: - Certo! La donna giovane iniziò a preparare la pizza e, appena cotta, la dette all’uomo. La pizza con quella ricetta era veramente speciale! All’improvviso nel ristorante entrò un ladro che aveva saputo che la pizza era speciale e disse alle due donne urlando: - Datemi la ricetta della pizza! Le due donne, tutte impaurite, gli dettero subito la ricetta. Il ladro scappò di colpo correndo, preso dall’ansia, ma dal nulla spuntò un mago misterioso che disse al ladro: - Dammi la ricetta che hai rubato! Il ladro scappò, ma il mago fece in modo che la ricetta rubata finisse nelle mani dell’uomo con il frutto in tasca e  quest’uomo, che aveva una maschera come faccia, la tolse e disse: - Io sono Jhon Cena! John Cena mangiò il frutto misterioso e diventò enorme; con il piede schiacciò il ladro e il mago gli prese la ricetta, andò al ristorante a consegnarla alla donna giovane e alla donna vecchia, che lo ringraziarono tanto. Il mago e Jhon Cena diventarono migliori amici e guardie del ristorante.

 

gruppo 2: Alessia, Valentina, Maikol, Anna Maria

                  Personaggi:

  • una fioraia che mangia tante ciambelle
  • una ragazza che va a scuola di domenica e non trova nessuno
  • una donna che compra un cane
  • un ragazzo che ascolta le canzoni di Anna Pepe 

Era una domenica mattina e una ragazza di nome Rachele andò a scuola come ogni giorno. Appena arrivata non trovò nessuno e subito si preoccupò, così tornò a casa dalla madre Laura e chiese spiegazioni. La madre le disse che era domenica e, dato che era fioraia e lavorava anche in questo giorno di festa, lasciò Rachele da sola per andare al lavoro. La signora andò in negozio, ma vide che al posto dei fiori c’erano le ciambelle, così cominciò a mangiarle. Mangiando tanto, diventò talmente piena che stava per esplodere, così andò dalla sua amica dottoressa, di nome Maria, e si fece dare una medicina. Dopo averla curata, Maria propose a Lara di andare a cena da lei e Lara accettò. Il giorno dopo Maria andò a prendere un cagnolino al canile. Qui trovò un cucciolo di pastore maremmano bellissimo e lo chiamo Kyra. Tornata a casa, vide suo figlio Gianfilippo che ballava e ascoltava Anna Pepe e, finita la canzone, preparò insieme a lui la cena. Dopo poco, arrivarono Lara e Rachele. Cenarono tutti insieme, compreso il cagnolino Kyra, e si divertirono un mondo.


gruppo 3: Ginevra, Teresa, Vittoria

                  Personaggi:

  • un cane che apparteneva alla regina si perde
  • un ragazzo prende un cane al canile
  • una ragazza che non aveva ricevuto regali di compleanno da nessuno, ne riceve uno bellissimo dai genitori: un viaggio in America 

Una ragazza di nome Sara per il suo compleanno non aveva ricevuto nessun regalo e i suoi genitori, vedendola triste, le regalarono un viaggio in America insieme al suo fidanzato Francesco. Francesco aveva preso pochi mesi prima una cagnolina di nome Sky e anche lei sarebbe andata con loro. Presero tutti l’aereo e passarono insieme due bellissime settimane, ma quando fu il momento di partire, Francesco diede a Sara il suo regalo: un altro viaggio di tre giorni a Londra! Dopo qualche giorno presero un’altra volta l’aereo per Londra. Appena scesi dall’aereo, si accorsero che pioveva in maniera assurda, ma questo non li fermò per fare un giro in città. Durante la passeggiata Sky iniziò a tirare il guinzaglio, ma Sara e Francesco non capivano il motivo. Ad un tratto videro un cucciolo di golden retriver: era quello il motivo per il quale il loro cagnolino tirava così! Non esitarono nemmeno un attimo e lo portarono nel loro albergo. Francesco chiamò il numero della medaglietta e gli rispose la famiglia reale! Nel frattempo King, il cagnolino della regina, si era innamorato di Sky. Il giorno seguente, appena smise di piovere, i due fidanzati riportarono King alla regina, ma il cagnolino non si voleva allontanare da Sky e Sky non si voleva allontanare da lui. Alla fine si scoprì che la cagnolina era incinta di otto golden retriver. La regina non voleva separarli, quindi decise di regalare alla coppia una cosa a Londra. Una nuova avventura li stava aspettando!       

                                        

gruppo 4: Gabriele, Alessio, Christian M., Davide

                  Personaggi:

  • un angelo che cade per le ali non “ricaricate”
  • un ragazzo con un naso così grosso che vorrebbe toglierselo
  • una signora che vuole preparare un dolce ma ha pochi ingredienti 

Era una giornata soleggiata, Mr Nasone e Filippo Calippo erano a tavola impazienti di mangiare una fetta di dolce, ma la mamma di Filippo, Mariasedia, era a corto di ingredienti. - Ragazzi, vado a fare la spesa, state attenti e non aprite agli sconosciuti! – disse la mamma con fare superiore. - Oh, mamma! – dissero in coro con la bocca asciutta. Intanto Barcello, un angelo, stava volando tranquillo, senza preoccupazioni. A un certo punto si sentì più leggero del solito, pensando di aver raggiunto la pace interiore, ma all’improvviso si ricordò di non aver caricato le ali, così precipitò sulla casa di Mr Nasone e Filippo Calippo. L’impatto della caduta era così forte che Barcello spaccò il tetto e finì proprio a capotavola. - Accidenti! La prossima volta devo ricordarmi di portare un caricatore portatile! – disse Barcello facendo finta di niente. - Ragazzi! Sono tornata con la spe… ma cosa avete fattooooooo!!! - Tranquilla mamma, stiamo bene! - Nooooo! Cosa avete fatto al mio set di bicchieri di cristalloooooo!! Era infuriata! - Posso spiegare… - disse Barcello La mamma Mariasedia stava emanando attorno a sé un aura potentissima. - Mamma, calmati – disse Filippo Calippo impaurito. - Non chiamatemi più mamma, Chiamatemi SIGNORAMARIATORTURAMEDIEVALE!! Mr Nasone disse: - Signora, si calmi! Alla fine la signora si calmò e mangiarono tutti insieme il millefoglie al mascarpone. 


gruppo 5: Lin, Greta, Emily, Ioanaiarina

                  Personaggi:

  • una ragazza un po’ paurosa
  • una ragazza preoccupata
  • una ragazza che va in America
  • un assassino che terrorizza la città 

Un giorno tre ragazze di nome Sharon, Tara e Ely vincono un viaggio a Chicago. Dopo tre ore arrivano all’hotel e si dirigono verso la loro stanza. Durante una notte qualsiasi, alle 3:00 del mattino, arriva una telefonata sconosciuta. Le tre ragazze si svegliano di scatto, cercano di capire chi era e, prima di rispondere, parlano tra loro. Tara, sottovoce, esclama guardando le altre: - Chi sarà mai? Ely rispose: - Non so, proviamo a rispondere – e allora risposero. - Chi è? – domandò Sharon. Una voce cupa e paurosa rispose: - Ciao, Sharon, Tara, Ely. So dove abitate. Un momento di silenzio tra le tre. - Vi sto venendo a trovare… Tara impaurita rispose: - Ma… ma… chi sei? - Vero! Chi sei? – aggiunge Sharon. La voce cupa rispose da un silenzio tombale, dopo di che disse: - Giratevi. Vedrete la persona che viveva qui prima di voi. Le ragazze si girarono e videro un morto senza testa nel divano. Impaurite da quella vista corsero in cucina a prendere un coltello e videro una testa infilzata. Ely andò di corsa in camera da letto e, quando Sharon e Tara la raggiunsero, rimasero tutte spaventate a morte perché davanti a loro c’era l’assassino più famoso di quelle zone: SCREAM! Le ragazze aprirono la finestra e si precipitarono fuori per nascondersi dietro un cespuglio, quando Scream uscì per cercarle, ma non le notò. Le ragazze erano in salvo per ora… 




 

gruppo 6: Maria Angelica, Emine, Nora, Sofia

                 Personaggi:

  • una ragazza che gioca a pallavolo
  • una ragazza che fa shopping
  • una ragazza che trova un cagnolino e lo porta dal veterinario
  • una ragazza che vuole comprare una cintura e una gonna ma non le trova ed è triste 
  • a questi si sono aggiunti personaggi ripresi dagli altri gruppi. 
  • Questa l’abbiamo chiamata “storia collettivissima

Un giorno una ragazza di nome Marta uscì dalla palestra di pallavolo e, vicino alla porta, vide un cane solo e lo portò subito dal veterinario. Quando arrivò nella stanza del veterinario vide una ragazza con una gonna insieme a una cintura brillantinata bellissima. Le chiese dove l’avesse presa e la ragazza rispose: - L’ho presa da Zara, comunque grazie per il complimento! Marta il giorno dopo andò in negozio da Zara, ma non trovò né la gonna né la cintura ed era molto triste. Tornò la sera e, per la tristezza, iniziò a guardare un film horror che parlava di un assassino che terrorizzava la città. Mentre guardava il film, sentì dei rumori provenienti dalla cucina, allora con terrore andò a controllare e alla fine scoprì che era sua zia che cucinava la pizza per la cena. Il giorno dopo Marta non vide più il cane nella cuccia, allora tutta preoccupata cercò in tutta casa, ma capì che ormai era scappato. Allora andò da sua zia ad attaccare dei cartelli con la scritta “Cercasi cane”. Andò in un primo negozio dove c’era una signora che mangiava le ciambelle. Marta le diede un po’ di volantini e le disse: - Chiama questo numero se vedi il cane, per favore. Mentre tornava disperata a casa, vide un angelo con in braccio un cane che saliva verso il cielo. Da lì capì che il cane non c’era più… In realtà la mattina dopo si sveglio con una bella sorpresa: il cane che le leccava la guancia; si era solo allontanato.

 

Alla fine abbiamo ideato, inventato, collaborato, amalgamato, condiviso. 
E ci siamo divertiti, oltre che meglio conosciuti. Ottimo, no?
Per me/per noi la fiction è stata davvero top!

mercoledì 21 agosto 2024

Inizio d'anno al sapore delle "bizzarrie" dell'estate

 


Iniziare non è facile, ma vediamo di partire portando con noi un po' di sensazioni dell'estate (che non è ancora terminata né a livello meteorologico né a livello percettivo visto il caldo che fa).
Rievocando giornate all'aria aperta o succose fette d'anguria, pianteremo i primi semi (il riferimento all'anguria ci sta a pennello) delle nostre attività di prescrittura, da sviluppare in seguito come veri e propri testi autobiografici, assaporeremo linguaggio in prosa e linguaggio poetico che, nel corso dell'anno, verranno progressivamente affrontati attraverso letture individuali e collettive, e ci soffermeremo ad analizzare illustrazioni o dipinti tematici, così importanti per un'educazione all'immagine critica e consapevole.
Bene. Partiamo. 

Leggiamo una poesia di Umberto Saba, poeta nato a Trieste e vissuto tra fine Ottocento-prima metà Novecento, e una di Federigo Tozzi, poeta nato a Siena a lui contemporaneo, dove vengono presentate due situazioni estive opposte: una caratterizzata dal sole opprimente e l'altra dal temporale.


Meriggio d'estate (Umberto Saba)
Silenzio! Hanno chiuso le verdi
persiane delle case.
Non vogliono essere invase.
Troppe le fiamme
della tua gloria, o Sole!
Bisbigliano appena
gli uccelli, poi tacciono, vinti
dal sonno. Sembrano estinti
gli uomini, tanto è ora, pace
e silenzio... Quand'ecco da tutti
gli alberi un suono s'accorda,
un sibilo lungo che assorda,
che solo è così: le cicale.



Temporale estivo (Federigo Tozzi)
Le nuvole grigie e nere si urtano,
si pigiano spinte dal vento nascondono
il sole, oscurano il cielo.
Ci sono ancora, qua e là, lembi d'azzurro,
ma vanno facendosi sempre più piccoli,
sempre più radi.
Ecco un lampo: guizza, abbaglia,
sembra incendi il cielo.
Poi scoppia il tuono.
Un tonfo forte, un brontolio lungo.
I passeri si rifugiano
sotto i tegoli, le rondini volano basse,
senza stridi.
Cadono le prime gocce d'acqua, si fanno
fitte, sembrano grossi aghi lucenti.
Poi la pioggia scroscia impetuosa.

Quali sensazioni ti ha suscitato la lettura delle poesie?
Quali immagini sei riuscito a visualizzare? 
Ti sembra che alcune ricorrano in entrambe le poesie?
Quali connessioni ti sono venute in mente?
Cosa noti nelle parole (ad esempio quelle nella parte finale del verso, quelle che non conosci, quelle che ti colpiscono per le sensazioni visive o uditive che ti fanno percepire)?
Quale delle due ti ha colpito di più e perché?


Leggiamo adesso due brani, tratti da un libro di Will Gmehling che parla di una famiglia tedesca che ha ottenuto l'ingresso gratuito nella piscina del paese per tutta l'estate, in cui ritornano le due situazioni estive sopra viste (se ti interessa leggere tutta la storia, puoi prendere in prestito quando vuoi il libro riposto negli scaffali della biblioteca di classe).


"Siamo arrivati in piscina abbastanza presto, verso le dieci. Quel giorno eravamo i primi in assoluto; è sempre un po' strano quando sei il primo ad arrivare. Il prato è deserto, ci sono al massimo un paio di cornacchie e di gabbiani che saltellano qua e là. L'erba è verde e morbida. E le vasche azzurre sono vuote. Dentro non c'è nessuno. L'acqua è liscia come uno specchio e scintilla sotto i raggi del sole. Allora ti siedi, e tutto intorno a te c'è solo silenzio.
Quel giorno però si sentivano le gocce di pioggia che cadevano in acqua. In giro non c'era un'anima. Adil diceva sempre così nei giorni in cui non veniva nessuno. Era l'unico bagnino simpatico.
- Oggi non c'è un'anima! - ci ha detto mentre posavamo le nostre cose, i teli e tutto il resto. Ovviamente non abbiamo lasciato niente sul prato perché era fradicio. Accanto alle docce però c'era una tettoia e ci siamo sistemati lì. Osservavamo la pioggia scrosciare.
[...]
Ormai era luglio inoltrato e all'improvviso ha cominciato a fare caldissimo. La piscina era piena zeppa, quasi non c'era più posto dove stendere i teli. Ci spalmavamo la crema solare in continuazione perché il sole bruciava. Sul trampolino da dieci metri c'era sempre un sacco di gente, io non me la sentivo di salire. Anche nelle vasche era difficile nuotare. Ho ripensato ai giorni in cui c'eravamo praticamente solo noi. Ah, com'era bello guardare la pioggia che cadeva in acqua e a quanto era fresco il venticello".

Cosa noti, d'impatto, di diverso in questo testo rispetto alle due letture precedenti? Sai spiegarne, con parole tue, il motivo? Quale dei testi letti preferisci? Prova a darne motivazione.
Quali scene sei riuscito a visualizzare in questo brano?
Ti sembra di ritrovare qualche immagine o sensazione ritrovata nelle poesie lette in precedenza?
Come ti immagini l'aspetto fisico dei personaggi, le espressioni dei loro volti o i loro gesti?
Sei riuscito a fare delle connessioni?


Osserviamo adesso le tavole di questo albo illustrato, proveniente dal Giappone e intitolato Un giorno d'estate, dove ancora una volta si riscontrano calura estiva e pioggia battente. Cerca di porre la massima attenzione a ogni dettaglio. 



Cosa noti in queste immagini? 
Quale potrebbe essere l'argomento centrale dell'albo?
Come è resa evidente la differenza tra giornata di sole e giornata di pioggia?
Come viene rappresentato lo stato d'animo del personaggio?
Quali particolari, secondo te, sono più efficaci?
Cosa ne pensi dell'uso del colore?
Sei riuscito a fare delle connessioni?

Per finire, osserviamo con attenzione tre dipinti famosi a tema estivo che ritraggono personaggi in cerca di refrigerio tra il verde della natura o le acque del mare (primi due) e paesaggi in attesa di temporale (terzo): 
- il primo, del 1869, è Scena d'estate del pittore francese Jean-Frédéric Bazille, oggi nel Fogg Art Museum dell'Università statunitense di Harvard, 
- il secondo si intitola Estate, oggi al Museo Nacional de Bellas Artes de L'Avana (Cuba), realizzato nel 1904 dal pittore spagnolo Joaquin Sorolla,
- il terzo, paesaggistico, è del pittore inglese John Constable, vissuto tra Settecento e Ottocento, e si intitola Sera d'estate con tempesta di nuvole







Quale personaggio, nei primi due dipinti, ha catturato di più la tua attenzione? 
Quale particolare del paesaggio, nel terzo dipinto, ti ha più colpito?
Quali dettagli sono, secondo te, più efficaci in ciascuna di queste opere?
Sei riuscito a fare delle connessioni?
Quale dei tre dipinti è il tuo preferito? Prova a dare una motivazione.
Immagina di poter "entrare" all'interno del quadro: quale sceglieresti? In quale di queste scene di piacerebbe essere?

Insomma, con questo avvio all'insegna delle "bizzarrie" estive, soprattutto a carattere meteorologico,  si può fin da subito impostare un approccio didattico all'insegna dell'osservazione, sia linguistica che d'immagine, della ricerca di connessioni utili alla riflessione su vissuti personali da poter, in seguito, trasformare in annotazioni scritte e bozze di testo autobiografico a tematica tutta estiva.
In seguito, appunto. 
Importante è prendere il tempo che serve per ripartire, riflettere, esplicitare ad altra voce certe percezioni e certi gusti o riferimenti personali. Sviluppare quello che ne emerge e indirizzarlo con gradualità verso obiettivi didattici precisi sarà più semplice per tutti. In primis per noi.