Qualche settimana fa ho riscontrato in classe un tale coinvolgimento nella discussione pro e contro la musica trap, che ho deciso di indirizzare questo interesse verso finalità didattiche: testo argomentativo, esercizio del pensiero critico e sessione di debate.
Credo che sia andata bene, almeno da ciò che scrive S.
Stavolta la narrazione dell'esperienza la lascio alla voce dei ragazzi: a raccontare com'è andata sarà proprio S.
Buona lettura
“Silenzio in aula!”
È un peccato non
averlo potuto dire, se devo essere sincera!
Un po' tutti abbiamo
sognato di essere in un tribunale, in giacca e cravatta, ad urlare “obiezione!”
( e con tutti - molto probabilmente -
intendo solo io).
Ma il sogno della me
di 8 anni, si è realizzato in classe.
Dopo una discussione
avvenuta in aula sulla musica trap, noi compagni ci siamo schierati su due
fronti: da una parte i favorevoli e, dall’altra, i contrari.
Io, ad esempio, sono
contraria e mi sono inserita nel primo gruppo.
Abbiamo diviso la
classe in: gruppo pro-trap, gruppo conto-trap e giudici.
Perché anche i
giudici? Perché c’è stato bisogno di una giuria!
Ci è stata data la
possibilità di sperimentare una specie di ricostruzione di un processo in un
tribunale, con arringhe da avvocati e di sentenze emesse da una giuria, che in
termini più “scolastici” si chiama DEBATE. Una cosa spaziale, raga!
In un’aula al secondo
piano della nostra scuola, che aveva le sedie con le ruote così che potevamo
riunirci meglio per discutere, ci siamo divisi in quelle tre parti di cui
parlavo e i gruppi a favore e pro hanno presentato le loro argomentazioni a
sostegno della rispettiva TESI.
Proprio come fanno
gli avvocati in tribunale, le tesi sono state argomentate e prima ancora sono
state preparate, con documentazioni varie da presentare direttamente alla
giuria.
Ogni gruppo si è
riunito a cerchio e si è consultato prima di iniziare.
Nel mio gruppo, per
esempio, come documentazione ho portato diversi testi, le così dette “prove dei
fatti” (ovvero alcuni testi delle canzoni trap e qualche articolo di giornale),
e le ho condivise con agli altri.
Dopo il confronto, è iniziata la simulazione della sentenza.
Un gruppo dopo
l’altro ci siamo espressi, contrastando le nostre posizione, imparando ad
utilizzare un lessico specifico e ad aspettare il proprio turno per
controbattere.
La volete sapere la
cosa più bella?
Io e altri ci eravamo
anche vestiti eleganti! Giusto per calarci meglio nei personaggi che stanno a simboleggiare la legge!
I giudici poi si sono riuniti e, in base alle argomentazioni ascoltate, le prove mostrate e il modo di esporre, hanno scelto il vincitore.
Ha vinto il gruppo
dei contrari, quello in cui ero io, soprattutto perché avevamo procurato delle
prove più numerose rispetto ai favorevoli (questo ha espresso nella sentenza la giuria), ma abbiamo tutti accettato la
vittoria con sportività e siamo usciti dal personaggio di avvocato per tornare
ad essere i compagni di classe di sempre.
È stata un esperienza spaziale, che mi ha fatto capire bene come delle persone mature dovrebbero confrontarsi (e mi ha fatto capire anche che questo potrebbe diventare il mio mestiere, perché no?)
È stata anche una
esercitazione sul testo argomentativo, svolta in forma orale.
Ottimo modo per
imparare la struttura di questo genere testuale in modo divertente!
Davvero un’idea
geniale!
Spero di replicare esperienze simili e spero anche di riuscire a dire “Silenzio in aula” nel prossimo Debate!
Un bel lavoro, interessante, motivante e coinvolgente. Didatticamente molto formativo. Complimenti!
RispondiEliminaGrazie mille, mi fa piacere che lo abbia apprezzato
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