sabato 18 febbraio 2023

"Io nel pensier mi fingo..."

 

Leopardi sta seduto a pensare sulla sua amata collina ricca di vegetazione e la fantasia gli fa immaginare grandi cose oltre la siepe: immensità, infinità, silenzio, quiete, tempi presenti e passati...

Si "immerge" nel pensiero fin quasi ad annegarvi, il cuore sembra averne paura, ma la sensazione di "naufragio" immaginifico gli procura una sensazione piacevolissima ("e il naufragar m'è dolce in questo mare"

E noi quando pensiamo intensamente, quando cerchiamo con il pensiero di andare oltre a ciò che vediamo, dove ci dirigiamo con la nostra mente? 
Che sensazione ci dà pensare all'infinito, a ciò che c'è stato prima di noi e che verrà dopo di noi, allo spazio sempre più ampio che ci circonda e all'universo che ci ingloba dentro di sé rendendoci infinitamente piccoli?

Leggiamo il testo della vostra compagna Serena:

Come una retta
Infinito. Già solo questa parola crea una euforica paura in me. Il solo concetto di "senza fine" mette in dubbio la vera domanda che sia mai esistita da quando l'uomo ha potuto scambiare la prima parola: "chi siamo noi veramente?" Ovviamente nessuno lo sa per certo, o forse sì. Quello che ci ripetono tutti gli studiosi della scienza è che viviamo nel bel mezzo di un vuoto, colmato dalle nostre così amate stelle, che possiamo ben definire come palle di gas e fuoco. Altre sfere riempiono questa imponente estensione, i corpi celesti, più o meno simili alla nostra Terra. 
Quando pensiamo allo spazio, sul momento non ci sono grandi pensieri a riguardo, semplicemente qualcosa che studiamo dall'inizio del nostro cammino scolastico, ma quando osserviamo il cielo, illuminato e spento, e l'occhio cade sulla prima stella che ammalia di più, cominciamo a realizzare la lontananza, la distanza e l'enorme differenza di massa che c'è fra noi, il nostro pianeta, quella stella e tutto ciò che c'è oltre.
Nel momento in cui realizzi che c'è un infinito di fronte a te, la vita non sembra più reale, bensì una stupida simulazione o solo qualcosa di surreale. Ora, quando capisci a cosa sei davanti, ti senti infinitamente piccolo, solo un minuscolo esperimento.
Il Sole ti sembra finto, come tutto ciò che esso alimenta, quindi la stessa vita. E' qui che ti ritrovi ad essere tutt'uno con l'atmosfera, cacciando ogni pensiero possibile. Solo una cosa sei in grado di pensare in quel momento: chi sono VERAMENTE? 




Avete mai fatto dei pensieri simili a Serena? 
Trovate che ci siano affinità tra ciò che lei scrive e ciò che Leopardi dice nella sua poesia?
E noi che sensazione proviamo se ci immaginiamo un grande zoom che, partendo da noi uomini e dalla nostra vita ordinaria, si estende così tanto da arrivare a farci percepire l'infinità dell'universo?
Per "immergerci" in pensieri così straordinari, osserviamo e ascoltiamo ciò che queste sollecitazioni - digitali e analogiche - ci suggeriscono.

Cominciamo osservando questi brevi video:

Zoom dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande

Come in alto così in basso, dal macro al micro, 
dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo

le dimensioni dell'universo

il suono dell'universo

Osserviamo adesso questa immagine


Quali sensazioni abbiamo provato a seguito di queste sollecitazioni?
Ci siamo turbati? Ne siamo rimasti affascinati? Sia turbati che affascinati?
Com'è "naufragar in questo mare" di pensieri?

Rimaniamo in tema, ma passiamo ad una dimensione più concreta ed analogica: conosciamo l'illustratore ungherese Istvan Banyai e "leggiamo" le pagine di Zoom.
Si tratta di uno straordinario libro senza parole che va osservato con attenzione e assaporato in ogni particolare. Vedremo in che modo questo piccolo-grande testo, coloratissimo e silenzioso, sarà in grado di ricondurci alle  riflessioni e ai  pensieri su cui ci siamo soffermati prima, riuscendo - forse - a stupirci nello stesso modo. Non resta che metterci alla prova.



































Com'è andata questa lettura? Sta "annegando" il pensier nostro? Forse un po'...

Allora concludiamo leggendo queste parole di Blaise Pascal che potranno aiutarci a tirare le fila di tutte le immagini che abbiamo visto e di tutte le sensazioni che abbiamo provato

"L'uomo è infinitamente piccolo di fronte alla natura, 
ma infinitamente grande se accetta di farne parte"

Queste parole di Pascal riescono a farci riemergere da tutte queste riflessioni che sembrano stordirci? Forse no. Anzi, esse aprono a ulteriori discussioni di vastissimo respiro su tematiche ambientali importantissime e attualissime,  quali il ruolo dell'uomo e di tutto ciò che lo circonda, il mantenimento dell'ecosistema, la consapevolezza delle risorse del pianeta, la partecipazione attiva ai grandi temi dell'ecologia e del rispetto della natura.
Le riprenderemo presto queste tematiche, certo. Ma non adesso.
Ora limitiamoci a fare i "naufraghi" sopraffatti dalla "dolcezza" dei nostri pensieri.
Come niente meno che Leopardi, scusate se è poco.

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