In una classe prima della secondaria di primo grado cominciare con le FAVOLE vuol dire cominciare con il piede giusto. I motivi sono molteplici, questi i più rilevanti:
- sono testi ottimi per le prime settimane di ingresso, perché le loro narrazioni semplici e d'effetto permettono di far percepire ai ragazzi un senso di continuità con la scuola primaria;
- raccontano storie brevi, capaci di far mantenere alta l'attenzione dall'inizio alla fine;
- la loro brevità permette, altresì, di lavorare in modo efficace su plot, conflitti e personaggi;
- il linguaggio semplice risulta essere alla portata di tutti;
- il mondo animale, anche se antropomorfizzato, è sentito come vicino ai contesti esperienziali dei ragazzi;
- la sperimentazione su testi di base possono considerarsi propedeutiche alle tecniche e alle strategie di comprensione e scrittura che verranno gradualmente applicate a testi sempre più complessi ed articolati;
- su tali testi riflessioni linguistiche e lessicali risultano più centrate;
- su tali testi risulterà altresì più semplice far avviare pratiche metacognitive;
- la presenza della morale permette di sviluppare in classe dibattiti e discussioni su questioni che si ritiene interessante affrontare in modalità collettiva;
- gli spunti offerti dalle azioni e dagli insegnamenti si prestano ad esercizi di scrittura veloce su cui impostare routine essenziali quali pratica quotidiana della scrittura e condivisione tra pari;
- a partire da testi semplici e all'apparenza unidirezionali risulta è ancor più interessante far notare come nei fatti si possano riconoscere situazioni di complessità e, con adeguate connessioni, iniziare a far notare interpretazioni multiprospettiche e rovesciamenti dei punti di vista.
Vista la sconfinata produzione letteraria in materia, sarà agevole scegliere le favole su cui lavorare per mettere a punto gli obiettivi che si intende focalizzare.
Su qualsiasi antologia è presente un buon numero di favole più o meno note, e tali testi, semplici e concisi, risulteranno perfetti per far sperimentare alcune strategie metodologiche da affinare progressivamente su testi sempre più articolati e complessi. Si può cominciare dal plot o "curva" della storia (propedeutica alle successive attività di sintesi) e da varie modalità di comprensione testuale profonda, come individuare la corrispondenza tra le caratteristiche dei personaggi e i riferimenti precisi sul testo da cui esse emergono.
Schema generale sulla struttura del plot
plot applicato alle favole Il leone e il lupo riconoscente e Il corvo e la volpe
tabella con caratteristiche dei personaggi e riferimenti testuali
Dopo averne lette e analizzate attentamente alcune, l'attenzione si può incentrare su qualche favola che ben si presta a discussioni, produzioni testuali e riflessioni ad ampio spettro.
Quest'anno ho scelto di soffermarmi su una delle favole più famose di tutti i tempi: La volpe e l'uva. Qui un esempio di percorso, liberamente adattabile e riproponibile sulla base di alcune sollecitazioni proposte.
Anche se la favola è arcinota e la probabilità che qualche alunno già ne conosca la storia sia piuttosto alta, prima di approcciarsi alla lettura è importante richiedere anticipazioni ai ragazzi su cosa sanno della vicenda che ci stiamo apprestando a leggere o, nel caso non la conoscano, cosa suggerisce loro la lettura del titolo. Le annotazioni verranno eseguite in modalità individuale su post-it che poi verranno raccolti, condivisi e resi visibili su parete o cartellone, così da dare avvio ad una routine del metodo MLTV (Making Learning and Thinking Visible) utile ad impostare una attività metacognitiva da completare a lettura e analisi della favola ultimate.
I ragazzi appuntano sul quaderno le annotazioni utili a lavorare sul testo dividendo la pagina in tre colonne: in quella centrale viene scritta la versione originale di Esopo, nella colonna di sinistra vengono inserite brevi notizie sull'autore e annotazioni personali riferite a possibili connessioni o domande, mentre in quella di destra gli appunti riguardano la riflessione su lessico, tempi verbali, sequenze, narratore e punto di vista.
Un simile modo di procedere risulterà utile, non solo nell'immediato per rendere visibili connessioni, annotazioni e riflessioni, ma anche per far introiettare l'abitudine di prendere appunti suddividendo le pagine del quaderno in spazi differenti finalizzati ad annotare in autonomia domande, connessioni/collegamenti e parole chiave (ma la questione di "come prendere appunti" verrà meglio chiarita in un altro post appositamente dedicato).
Queste, punto per punto, le singole fasi di lavoro:
Primo step - riflessione sulla lingua.
I ragazzi fanno "grammatica sul testo" e le favole, ribadisco, ben si prestano a tale finalità visto il loro linguaggio semplice e la loro alta comprensibilità. Facciamo un esempio soffermandoci sulle forme verbali: più che una memorizzazione dei modi e dei tempi contenuti nelle tabelle del manuale di grammatica, è fondamentale comprendere perché, come e quando sia necessario usare determinati modi e tempi, così da comprenderne l'uso corretto ed essere progressivamente in grado di applicarlo nelle produzioni testuali autonome. Nel caso della favola La volpe e l'uva è importante far notare, ad esempio, la diversità di effetto e di applicazione tra indicativo imperfetto e passato remoto: per dirla con le parole di Antonio Ferrara, contenute nella piccola guida Leggero leggerò, "l'imperfetto allontana la narrazione in un tempo continuato, lento, cristallizzato. Quasi fosse un fondale teatrale", mentre "il passato remoto mette in scena l'azione, il fulmine a ciel sereno, l'agito improvviso. Con il passato remoto il personaggio agisce su uno sfondo immobile".
Secondo step - narratore e focalizzazione.
Per approfondire, si può consultare una precedente post a questo link narratore, focalizzazione e punti di vista oppure si possono utilizzare queste ottime slide create dalla Prof.ssa Annalisa Totaro.
Terzo step - plot o curva della storia.
Con un testo così breve, far comprendere come si struttura nei suoi tratti essenziali una storia è decisamente più semplice, quindi riflettere su situazione iniziale, problema/conflitto dei personaggi, climax, risoluzione problema/conflitto e conclusione, in una parola sull'andamento del plot, risulterà molto più agevole (come già sperimentato nelle letture iniziali ricavate dall'antologia). Come ben sappiamo, lavorare sul plot permette di far individuare le scene fondamentali di una storia e ciò risulterà tanto più utile quando i brani diventeranno più complessi, con conseguenti richieste di comprensione e sintesi.
Il lavoro sul testo prosegue con l'analisi del personaggio della volpe: la sua caratterizzazione, il conflitto che deve superare e la sua evoluzione.
Un organizzatore grafico può essere di supporto, ma non indispensabile. L'importante è far corrispondere le caratteristiche individuate a quanto ricavato dal testo e approfittarne per introdurre la differenza tra informazioni esplicite e implicite, chiedendone l'individuazione e la deduzione, così da favorire la negoziazione dei significati e la condivisione di interpretazioni.
Per rendere, altresì, la vicenda della favola più coinvolgente, viva, attualizzata e vicina al vissuto degli studenti, possono essere previsti esercizi di quick write in cui i ragazzi provano a ritrovare gli insegnamenti di Esopo nel loro vissuto quotidiano.
Esempio di traccia stimolo su cui far scrivere per 15 minuti in modo continuativo e a cui far seguire un congruo tempo di condivisione:
Ti è mai capitato di dover rinunciare a qualcosa a cui tenevi tanto? Hai finto anche tu di non esserne più interessato o hai dimostrato tutta la tua delusione?
Oppure far riflettere sull'uso del proverbio "Quando la volpe non arriva all'uva dice che è acerba" e sul fatto che si possano riconoscere situazioni vissute in prima persona o da altre in cui tale proverbio potrebbe essere applicabile.
Questo tipo di esercitazione serve per rendere progressivamente fluente la scrittura individuale e per impostare una routine di scrittura che preveda l'abitudine ad una pratica attiva quotidiana.
Così come routine dovrà diventare la pratica costante di condivisione e discussione collettiva. Leggere e condividere i quick write permette di lavorare sull'ascolto, sull'accoglienza dei diversi punti di vista e sul senso di appartenenza alla comunità.
A conclusione dell'intera attività sulla favola, tutti i quick write effettuati possono servire come "semi di scrittura" per far elaborare ai ragazzi un testo più strutturato dove poter cominciare a lavorare su bozza di prima stesura e fasi di revisione, procedure che richiedono una attenta e precisa progettazione, quindi non trattabili all'interno di questo post per motivi di spazio.
A fine analisi de La volpe e l'uva, andrà di nuovo fatto annotare su post-it ciò che si è imparato di nuovo dalla lettura della favola rispetto a quanto si credeva di sapere o intuire in fase iniziale. Le annotazioni andranno condivise e rese visibili su cartellonistica così da farne visualizzare il processo di pensiero, utile in fase di metacognizione finale e di presa di coscienza del proprio modo di ragionare, capisaldi della metodologia MLTV sopra richiamata. Una simile procedura, fatta sperimentare a inizio anno, può aiutare i ragazzi a prendere confidenza con i meccanismi non sempre semplici della metacognizione e può far visualizzare il loro modo di pensare, così da renderli più consapevoli dei loro ragionamenti e dei loro processi di pensiero, oltre che dell'importanza delle nuove informazioni acquisite.
A mio avviso, le favole sono anche un'ottima base di partenza per abituare i ragazzi a riflettere sulla complessità dei fatti, seppur essi a prima vista appaiano semplici e unidirezionali, e se si fanno rilevare le giuste connessioni con testi di alta qualità che giocano in maniera magistrale sul cambio di prospettiva, ecco che l'abitudine a considerare i punti di vista più multiformi e sfaccettati sarà immediatamente impostata e, di conseguenza, sarà più semplice farla proseguire in modo del tutto naturale.
Ovviamente il riferimento immancabile a questo genere di approccio non può che partire dal grande Gianni Rodari, che i ragazzi hanno sicuramente già conosciuto alla scuola primaria e che continueranno a conoscere anche nella nuova realtà scolastica. Nella fattispecie, può essere letta e fatta trascrivere questa sua favola che, come in altre celebri occasioni, si diverte a rovesciare la morale e, in maniera delicata e naturale, induce i lettori a osservare i fatti da nuovi punti di vista e li abitua a capovolgere le situazioni e a fornire le interpretazioni più variegate e inconsuete.
Alla volpe (di Gianni Rodari)
Questo è quel pergolato
e questa è quell'uva
che la volpe della favola
giudicò poco matura
perché stava troppo in alto.
Fate un salto,
fatene un altro.
Se non ci arrivate
riprovate domattina.
Vedrete che ogni giorno
un poco si avvicina
il dolce frutto:
l'allenamento è tutto
Le discussioni o i quick write su cui far lavorare i ragazzi possono essere molteplici: riflettere sulla nuova morale, su cosa significhi perseverare per un raggiungere una meta, sul valore da attribuire alla tenacia e all'allenamento. Ma anche mettere a raffronto le storie di Esopo e Rodari, negoziare interpretazioni e nuovi significati, motivare perché si preferisce una morale rispetto ad un'altra. Il tutto, accogliendo ogni intervento e facilitando sia la discussione che la condivisione.
Allo stesso modo, sarà interessante continuare il lavoro su insegnamenti rovesciati e visioni multiprospettiche presenti in alcune favole di questo delizioso libretto, intitolato - appunto - Favole a cui non badare troppo, in cui taluni personaggi sembra che contravvengano a comportamenti ritenuti moralmente giusti, ma la loro condotta li porta, alla fine, a risultare i veri vincitori delle circostanze, come la mucca Muriel che verrà ripagata perché ha lasciato la comfort zone della sua fattoria in favore dell'erba più verde della ricca fattoria del vicinato o come il tacchino Chester che, beffeggiato per la sua pigrizia, riesce a salvarsi la vita alla vigilia del giorno del Ringraziamento proprio perché rimasto oziosamente a poltrire.
Ma le riflessioni da fare con i ragazzi possono continuare ancora e molto interessante sarà anche soffermarsi sul lessico e sul significato connotativo e denotativo di espressioni o parole chiave.
In questo caso ho ritenuto fondamentale guidare i ragazzi verso un approfondimento semantico della parola ACERBO, pronunciata dalla volpe in modo sprezzante per giustificare la sua rinuncia ad accaparrarsi i grappoli d'uva.
ACERBO, come si evince dalla consultazione del dizionario digitale, significa non maturo, ma anche acre e pungente o inesperto e infantile.
E, anche in questo caso, le connessioni con testi di qualità possono essere di grande aiuto.
A partire dalla gradevolissima lettura e osservazione delle pagine dell'albo illustrato a contenuto poetico di Silvia Vecchini Acerbo sarai tu, possiamo leggere insieme la prima poesia del libro e procedere ad un'altra pratica nei confronti della quale i ragazzi dimostreranno graduale dimestichezza, ossia la negoziazione dei significati. Anche stavolta verranno proposti quick write inerenti connessioni col proprio vissuto per provare a incidere su coinvolgimento emotivo e sfera motivazionale, con conseguente ricaduta negli apprendimenti. Come sempre le annotazioni verranno condivise e contribuiranno a consolidare la compattezza del gruppo e il senso di comunità.
Un'etichetta
una parola un verbo
ma per cortesia
non acerbo
acerbo sarai tu
talmente aspro
immangiabile da non volerne più
e poi chi ha detto che devo
piacere a te?
Io di certo no
a me va bene
il sapore che ho
Sollecitazioni da cui partire per attività di quick write o negoziazioni in forma verbale potranno essere le seguenti:
- chi sta parlando, secondo te?
- a chi si sta rivolgendo?
- che significato assume qui la parola "acerbo"?
- che reazione mostrano i versi finali?
- a te capita mai di sentirti "acerbo" in alcune occasioni?
*Il percorso progettato sull'albo illustrato Acerbo sarai tu - molto utile per lavorare su orientamento e conoscenza di sé - sarà, comunque, oggetto di un altro post
Giunti a fine percorso, come non prevedere una produzione scritta e creativa sul magico mondo della favole?
Oltre al consueto lavoro di metacognizione e condivisione dei processi di pensiero, i ragazzi hanno scritto in maniera autonoma delle favole in cui taluni animali tipici si sono incrociati e ritrovati tutti insieme in uno strano mix riecheggiante nientedimeno che l'idea geniale rodariana dell'insalata di fiabe.
La favola autoprodotta - completa di morale conclusiva - è stata scritta e rappresentata/drammatizzata in maniera creativa e ognuno ha scelto la modalità ritenuta più congeniale (fumetto, disegno in rilevo, personaggi cartonati, libretto semplice o pop-up, origami).
Il passo successivo sarà quello di trasferire i prodotti creati su formato informatico, creando libri/fumetti digitali o animazioni.
Partendo da semplici organizzatori grafici, i ragazzi hanno dato libero sfogo alla fantasia, creando storie e interpretazioni personali una più bella dell'altra: evidentemente le visioni multiprospettiche si stanno interiorizzando e i loro effetti si iniziano a vedere nel concreto. Bene così! ;-)
Organizzatore grafico su cui far appuntare le caratteristiche
e le azioni dei personaggi da inserire nella favola
Organizzatore grafico compilato
Ecco i lavori realizzati
Insomma, la favola - con la sua semplicità - apre un mondo intero.
E, come dice Pablo Neruda, ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che con la meraviglia e l'incanto negli occhi, la legga e gliela racconti.
Non resta che seguire il suo consiglio. I risultati non tarderanno ad arrivare.
Bellissimo Barbara! Ottime connessioni!
RispondiEliminagrazie!!!
EliminaComplimenti veramente
RispondiEliminagrazie mille!
Eliminagrazie mille!
RispondiEliminaGrazie infinite, Barbara, di questa condivisione. Anch'io ho sempre snobbato la favola ma leggendo questa tua narrazione mi si è aperto un mondo. Complimenti vivissimi!!
RispondiEliminaMi fa molto piacere!
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