Scommetto che avete sentito parlare di Giacomo Leopardi e scommetto che ne avete sentito parlare nel modo sbagliato. Spesso viene definito come pessimista, depresso e infelice. Un famoso meme lo caratterizza con l'hashtag "Mai una gioia" e questo ti dà l'idea della considerazione di cui gode a livello popolare.
Invece con c'è niente di vero in queste espressioni disfattiste.
Giacomo Leopardi era sofferente per varie motivazioni legate al suo vissuto, certo, ma chi lo definisce un depresso, incapace di stare al mondo, di lui non ha capito proprio nulla, fosse pure un intellettuale autorevole o uno giovane studente superficiale.
Ma voi lo capirete, invece. Comprenderete che è stato una personalità dal talento smisurato e dalla capacità di dialogare con persone di tutte le epoche e di tutte le età, tanto che le sue riflessioni e i suoi scritti sono di una attualità impressionante.
Ma toccherete con mano tutto ciò e ben presto sono più che sicura che mi darete ragione.Ma adesso è arrivata l'ora di conoscerlo e lo facciamo immaginandoci di vederlo nei luoghi in cui lui ha vissuto e ripercorrendo i tratti salienti della sua vita, importanti per comprendere a fondo la sua poetica e la sua riflessione filosofica.
Nel nostro percorso vi saranno diverse tappe di studio, durante le quali ci soffermeremo a scrivere, a discutere, a fare connessioni ed annotazioni e, ovviamente, a leggere direttamente le sue produzioni letterarie. Ma partiamo dalle notizie biografiche riferite alla sua vita giovanile, l'età che lui stesso amava di più. Vedremo poi con quali modalità lo conosceremo sempre più a fondo, interagendo con lui in prima persona. Pronti? Iniziamo.
Chi era Giacomo Leopardi (prima parte)?
Il 29 giugno 1798
Giacomo Leopardi nasce a Recanati, un paesino isolato dello Stato Pontificio, arretrato
e molto lontano dalle idee illuministe che stavano circolando in quegli anni
nelle grandi città italiane e straniere.
Giacomo è il primogenito della famiglia Leopardi e, a distanza di pochissimi anni, nascono un fratello, Carlo, e una sorella, Paolina, ai quali sarà molto legato. Diversi
anni dopo nasceranno anche altri due fratelli, Pierfrancesco e Luigi,
quest’ultimo morto in giovane età.
In realtà nei suoi scritti rivelerà che si ricorda sua madre
sempre incinta ed in effetti la donna, Adelaide
Antici, perderà tanti bambini che teneva in grembo, ma questo per lei
non sarà affatto motivo di disperazione perché era una donna religiosissima e
incapace di dimostrare affetto, in definitiva perfino felice che i suoi figli
finissero prima possibile nel regno dei cieli.
Adelaide era una donna molto rigida che aveva preso in
carico la gestione del patrimonio familiare, visti i debiti contratti da suo
marito, padre di Giacomo, Monaldo
Leopardi, un uomo colto dalle idee reazionarie che non aveva il minimo
fiuto per gli affari e che avrebbe rischiato di condurre le proprietà di
famiglia al definitivo collasso.
Monaldo Leopardi e Adelaide Antici, genitori di Giacomo
A Recanati i Leopardi vivono in un sontuoso palazzo degno
della carica nobiliare che li rappresenta (Monaldo era un conte e
Adelaide una marchesa) e sono la famiglia di spicco del paese, composto
principalmente da contadini ed artigiani. Però non hanno un patrimonio
finanziario consistente e Adelaide gestisce la vita familiare cercando di farla
apparire ricca, ovvero mantenendo domestici e carrozze, ma di fatto facendo
vivere marito e figli con molte privazioni.
palazzo Leopardi a Recanati (oggi visitabile)
Giacomo ha un rapporto molto freddo con sua madre, mentre la
relazione con il padre è decisamente positiva, anche perché costui permetteva
ai figli il libero accesso alla sua sconfinata biblioteca e studiare i libri
conservati in casa dal padre sarà per lui un motivo di grande conforto, visto
che in un luogo arretrato e isolato come Recanati si sentiva soffocare e lo
studio dei testi contenuti nella biblioteca paterna sarà per lui unica fonte di
divertimento.
biblioteca di casa Leopardi
L’infanzia di Giacomo, comunque, scorre in modo ordinario,
nonostante la rigidità della madre e le limitazioni a cui veniva sottoposta la
famiglia: giochi con i fratelli quasi coetanei, in cui lui poteva sfogare tutta
la sua vivida fantasia e pure una certa prepotenza, in quanto pretendeva di
essere sempre, ad esempio, l’eroe greco che vinceva in campo di battaglia.
Ottimi rapporti i bambini li avevano con la nonna Virginia, donna molto affettuosa che
compensava l'anaffettività proveniente da parte materna. Giacomo fin da piccolo
era molto goloso di dolci (da adulto soffrirà di ipotensione e la ricerca del dolce diventò quasi patologica) e, ancora giovanissimo, scrisse una poesia intitolata “Guerra alla minestra”, in cui esprimeva tutto il suo disgusto per
questo alimento che gli veniva spesso proposto a tavola come piatto di portata principale. Una curiosità di ambito culinario: Giacomo non riuscì mai ad imparare a tagliare la carne
con forchetta e coltello.
Soffermiamoci un attimo sull'infanzia di
Leopardi e leggiamo insieme l'albo illustrato “Giacomo signor bambino”, in
cui l’autore - Paolo di Paolo -, mescolando fatti storici e scenari di fantasia, ci dà l’idea di
come Leopardi abbia trascorso alcuni suoi momenti di vita infantile. Vedremo che il bambino Giacomo era nel complesso sano, molto vivace, un po’ prevaricatore, ma estremamente fantasioso ed intelligente, tutte
qualità che si manterranno nel corso della sua vita, ad eccezione dei suoi problemi
di salute che diverranno, purtroppo, sempre più limitanti.
Domande stimolo propedeutiche alla dell'albo
Cominciamo dall'osservare la copertina? Cosa vedete? Cosa rappresenteranno, secondo voi, queste illustrazioni?
Osserviamo le illustrazioni prima di iniziare la lettura. Come vi sembrano i colori o le raffigurazioni? Quali sono i soggetti maggiormente rappresentati? Ti sei fatto un'idea dell'argomento di questo albo solo osservando le immagini?
Leggiamo le prime pagine e facciamo alcune considerazioni:
come vi appare il carattere di Giacomo bambino?
Il piano è quello di far sparire di notte il semolino per non mangiare l'odiata minestra almeno per una settimana.
Cosa hanno intenzione di fare i bambini?
Quale piano avresti in mente tu?
Questa che hai letto è una parte dell'ode alla minestra, tanto disprezzata, scritta da Giacomo appena undicenne:
"Or sei tu minestra de' miei versi l'oggetto
e dir di abbominarti mi porta un gran diletto.
Ah, se potessi escluderti da tutti i regni interi...
si dice che resusciti quando sei buona i morti
ma, oh, detto degno d'uomini invero poco accorti"
Quali sono le parole che non conosci?
Qual è il significato e il messaggio di questa ode?
Come ti sembra il tono che usa Leopardi?
Adesso scegli tu qualcosa che proprio non sopporti (non è detto sia per forza riferito al cibo) e prova a scrivere alcune righe spiritose che mostrino i difetti di ciò che hai scelto
Una nota curiosa della sua biografia a proposito di minestra e pasti in genere: la madre Adelaide Antici legava i figli al seggiolone per dar loro da mangiare e, se il cibo scottava, non tollerava le loro lamentele. Insisteva affinché mangiassero perché la sofferenza, a suo avviso, era indirizzata a Gesù, quindi andava considerata comunque un bene.
L'autore cita la frase, attribuita davvero da Leopardi stesso, "chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo". Cosa ne pensi? Scrivi una annotazione di almeno mezza pagina.
Il cuoco ha un mobile in cui i cassetti rappresentano le emozioni e dice che non ricorda dove ha messo la felicità.
Secondo te, che messaggio vuole dare l'autore?
Se tu possedessi un mobile in cui compaiono i cassetti delle emozioni, quale sarebbe l'emozione a cui spesso faresti ricorso? Quale cassetto ti piacerebbe aprire di più e quale di meno?
Qual è la tua idea di felicità? Tu sei felice quando...
Vedremo che per Leopardi la felicità è difficilissima da raggiungere, se non impossibile: l'uomo è felice solo quando è fanciullo, quando possiede illusioni e speranze, ma da adulto le sue speranze svaniranno e lui dovrà dire per sempre addio alla felicità.
Ma vedremo tutto a tempo debito...
Intanto concludiamo la riflessione sull'albo illustrato immaginando quale viaggio dovrà fare il cuoco per raggiungere la chiave della felicità.
Secondo voi, dove potrebbe andare?
Elaboriamo una tabella in cui inseriremo nomi dei protagonisti della storia e loro caratteristiche, come sempre facendo riferimento direttamente alle parole utilizzate nel testo.
Tracciamo il plot della storia, da cui ricaveremo le informazioni per elaborare un riassunto dell'intero albo.
Riassunto dell'albo:
Nell'albo illustrato appena letto ed osservato, l'autore presenta un "signor bambino", non un bambino semplicemente, ma un bambino con caratteristiche eccezionali e che ha sei nomi! E' un po' prepotente e molto fantasioso, gioca con i fratelli ad interpretare eroi greci (es. Achille), scegliendo sempre di essere la guida e il vincitore. Lui e i fratelli decidono di dichiarare guerra all'odiata minestra e progettano un piano per rubare il semolino dalla cucina alle tre di notte, così che il cuoco non possa avere modo di cucinarla per almeno una settimana e sostituendola in tavola con dolci ed altre prelibatezze. Giacomo mobilita i suoi burattini che scendono in cucina qualche minuto prima per distrarre la cagnetta Dorina che sta di guardia alla porta. Si accorgono però che il cuoco in piena notte è alla disperata ricerca di qualcosa, così avvertono i bambini, che scendono e chiedono all'uomo che cosa cerchi in modo così ossessivo. Il cuoco rivela di tenere tutto in ordine all'interno dei suoi cassetti, sia oggetti che sentimenti (ad es. esiste il cassetto delle risate, di ricordi, dei pensieri profondi...), ma non riesce a ricordare dove sia finito il cassetto della felicità. Il bambino dice che deve cercarla dentro di sé, ma il cassetto della felicità è piccolo e chiuso, così serve ingoiare una chiave per poterlo aprire. Tutti quanti si mettono così alla ricerca della chiave della felicità...
Bene! Abbiamo conosciuto Giacomo Leopardi bambino e, nelle prossime lezioni, vedremo da adulto quali vicende biografiche lo contraddistingueranno e quali versi sublimi, uniti ad interessantissime riflessioni, lo caratterizzeranno. Vi renderete conto che non era solo un "signor bambino", bensì anche un signor adulto fuori dal comune che si è meritato tutta la fama che lo ha fatto giungere, in modo così affascinante, fino a noi. Appuntamento alla prossima lezione!
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