venerdì 25 settembre 2020

Una poesia per cominciare, tante sollecitazioni per continuare

 



Questi primi giorni di scuola li dedicheremo a rientrare nella routine dello sviluppo delle competenze in lingua italiana svolgendo attività che ci permetteranno di ANTICIPARE diversi procedimenti e tematiche di lavoro che approfondiremo nel corso di tutto l'anno.
Proviamo a recuperare alcuni argomenti già trattati lo scorso anno, sia in presenza che in dad, e vediamo di anticipare alcune situazioni che più avanti andremo ad esaminare meglio e lo facciamo leggendo una poesia intitolata Scuola, scritta da Sandro Penna, autore originario di Perugia vissuto nel Novecento. 
Vi anticipo che si tratta di una poesia breve, infatti è composta da soli sei versi, e vi anticipo anche che studieremo qualche testo simile, definito nei libri di testo "poesia ermetica", che sono sicura vi piacerà, perché in questo genere di opere le parole sono ridotte, ma i significati sono concentrati e le immagini che ne derivano sono dense ed emozionanti.
Un esempio per tutti, una poesia "ermetica" e breve che più breve non si può: si intitola Mattina ed è stata scritta da Giuseppe Ungaretti, un poeta che si era arruolato come volontario durante la Prima Guerra Mondiale e che scoprirà tutta la tragicità del conflitto passando anni durissimi all'interno delle trincee, dove tentava di consolarsi proprio scrivendo poesie. Il testo in questione è formato da un'unica frase: M'illumino d'immenso.
Così breve prof? Mai sentita una poesia così corta! Questo Ungaretti già mi piace!
Più che una poesia, sembra una pubblicità.
Ottima osservazione, infatti è stato scelto un adattamento di questa frase per creare degli slogan pubblicitari legati all'energia elettrica, ad esempio. 
Però, se il titolo è Mattina, vuol dire che lui si illumina con il Sole che sorge. 
Il Sole del mattino mette sempre di buon umore. Oggi, invece, è un tempo da lupi!
Beh, avremmo fatto lezione fuori oggi, se fosse sorto il Sole al posto di tutta questa pioggia, ma non importa. Va benissimo anche leggere e riflettere in aula.
Secondo me è importante il titolo, prof, specialmente quando le poesie sono così corte. Così ci aiuta a capire meglio l'argomento, vero?
Certamente! E, a proposito di titolo, potrete ben immaginare quale sarà l'argomento del testo che leggeremo a breve.
Sì, prof. Sicuramente ci sarà qualcosa riferito ad una scena scolastica. Forse uno studente che legge o che scrive. Però uno studente del tempo dell'autore, non uno di oggi. 
Mia nonna mi ha raccontato che un tempo a scuola si veniva severamente puniti se non si rispettavano le regole, è vero?
E' verissimo! E vi dirò di più: tra le attività da svolgere a seguito della lettura della poesia, ci sarà anche quella di strutturare una intervista ai vostri nonni e/o conoscenti che hanno vissuto una scuola diversa da quella che state frequentando adesso. Anche se dobbiamo sottostare a delle regole a causa della pandemia, non dimentichiamoci che oggi a scuola ci sono molte più libertà rispetto ad un tempo! E lo vedrete nel corso delle vostre interviste: non crederete alle vostre orecchie! Accadevano cose impensabili al giorno d'oggi.
Mio nonno mi parla di punizioni dietro alla lavagna stando con le ginocchia sopra i ceci. Possibile?
Io so che i prof con un bastoncino potevano picchiare gli alunni.
La mia nonna ha una grafia molto bella però e diceva che prima di scrivere riempivano paginate di disegnini piccoli.
La mia mamma è giovane, ma ha fatto le scuole in Romania e lì fino a pochi anni fa gli studenti disobbedienti potevano venire picchiati. Chissà se succede anche adesso.
So che in alcuni villaggi della Cina i bambini sono puniti severamente e persino chiusi in degli sgabuzzini! Ce lo aveva raccontato un nostro compagno di classe alle elementari. Mamma mia! Da morire di paura!
Visto com'è interessante mettersi nel punto di vista di chi è vissuto prima di voi o di chi vive in altri paesi e deve sottostare a regole diverse dalle nostre? Le vostre interviste saranno interessantissime, ne sono sicura.
Ma adesso andiamo a leggere la poesia Scuola, che si trova inserita in una raccolta scritta tra il 1927 e il 1938. Questo è il testo.

Negli azzurri mattini
le file svelte e nere
dei collegiali. Chini
sui libri poi. Bandiere 
di nostalgia campestre
gli alberi alle finestre.

Scriviamo il componimento sul quaderno, poi leggiamolo prima insieme ad alta voce, poi in modalità individuale, quindi condividiamo le impressioni e le suggestioni che il testo nell'immediato ci suggerisce.

Quali sono le vostre osservazioni dopo una prima lettura? 
Rispondete liberamente. Annoteremo tutti quanti gli interventi che verranno esposti.
Non ci sono i verbi, prof. Anzi, solo uno. 
Mancano anche le rime, si chiama verso libero, vero, quando la poesia che non ce le ha?
Si capisce che parla di scuola dalla parola "collegiali", come quelli del collegio, quelli che si vedono anche in tv nel reality show che si intitola così.
Il primo verso parla di mattina azzurra, sarà il colore del cielo. Di mattina i ragazzi sono in fila e camminano, però dopo vanno in classe e si fermano.
Sì, dice che i ragazzi sono sopra i libri.
Alla fine si parla di nostalgia. Sicuramente sono alunni che rientrano a scuola dopo l'estate e quindi provano tristezza e nostalgia di quando giocavano fuori in campagna.
In quegli anni si giocava fuori, nei campi. Non c'erano tante strade e si giocava nell'erba.
All'inizio i ragazzi sono in fila. Camminano velocemente perché le file sono svelte e poi le fila sono nere. Il nero è riferito di sicuro alle uniformi scolastiche.
Un tempo tutti le dovevano indossare di colore nero. Ora ci sono anche altri colori. Meno male! A me un grembiule tutte nero deprimerebbe subito!
Sembra di vederli dall'alto camminare svelti svelti, come se fossero file di formiche nere. Camminano per entrare in classe. Una volta dentro, si fermano.
Che peccato! Prima si muovono, poi si devono fermare piegati sopra i libri. Ci credo che provano nostalgia dell'estate, quando potevano stare all'aperto e muoversi quanto volevano!
Ne approfitto per fare una precisazione di tipo lessicale. Nelle circolari di questi giorni si parla di mascherina da indossare in situazione dinamica e da poter abbassare al banco in situazione statica. Cosa significano questi due termini? Qui ci sono situazioni dinamiche e statiche?
Essere statici vuol dire essere fermi. Essere dinamici vuol dire muoversi. Qui gli studenti si muovono all'inizio, quindi sono dinamici quando sono fuori in fila, poi in classe sono statici, perché stanno sopra i libri.
Anche in un'altra scena, secondo me, c'è un contrasto tra chi è fisso e chi si muove: la bandiera si muove e gli alberi no.
I ragazzi guardano gli alberi dalla finestra che stanno fermi, ma hanno nostalgia del movimento che facevano fuori, infatti c'è a parola bandiera, che con il vento si muove sempre.
Anche i colori, comunque, danno contrasto: le file degli studenti sono nere, un po' cupe, mentre il cielo è azzurro e dà allegria.
E' strano il contenuto, secondo me. Sono immagini e ognuno ha le sue. Lei diceva che si immagina gli studenti in fila dall'alto, io li immagino entrare vestiti tutti uguali, triste, e sempre tristi andare seduti e piegare la testa sopra i libri, con poco tempo per guardare gli alberi e con tanta tristezza quando ripensano all'estate.
Io immagino la bandiera che si muove fuori e i ragazzi che la invidiano. Forse la invidiano anche gli alberi.
E' una poesia di immagini: le file scure, i ragazzi al banco, le bandiere, gli alberi, il gioco all'aperto...





Considerazioni ottimali. Bravissimi!
Proviamo adesso a fare, ad alta voce, una specie di "parafrasi", di spiegazione in parole nostre di ogni verso di questa poesia e inseriamo degli appunti che possono aiutarci a fissare queste scene che, come dite voi, stimolano il lettore ad immaginare questa atmosfera di ingresso nell'edificio scolastico.


Come sempre, dedichiamo tempo in classe a consolidare ciò che stiamo leggendo (in classe e non a casa! Vivadio siamo in presenza e lavoriamo attivamente tutti insieme, così da condividere le idee e le riflessioni che scaturiscono dai nostri lavori) e svolgiamo queste attività che ci consentiranno di penetrare meglio all'interno del testo.

Queste le consegne, da cominciare adesso e continuare nelle prossime lezioni:

Riscriviamo il testo poetico in prosa e specifichiamo quale suggestione o immagine ci ha maggiormente colpito;

Compiliamo lo schema ad Y;

Eseguiamo una piccola esercitazione di lessico ricercando insieme, dal dizionario digitale, significati etimologici e sinonimi/contrari delle parole "svelte" e "chini"

Soffermiamoci sulla parola bandiera, posta a fine verso e in posizione di rilievo, e all'idea di LIBERTA' a cui essa rimanda. Discutiamo e annotiamo insieme cosa significa per noi libertà, specie libertà di scelta, tenendo ben presente che, a breve, dovremo effettuare una scelta libera molto importante: quella della scuola superiore.

Sempre in merito al concetto di libertà, per cominciare un approccio ad un tipo di testo scritto che a fine anno potrebbe costituire anche una tipologia di prova d'esame, partiamo da questa citazione di Aristotele, famoso filosofo greco, su cui proveremo a riflettere ed argomentare (e anche a scrivere le nostre considerazioni)
"Solo chi ha superato le sue paure sarà veramente libero". Seguirà, come sempre, condivisione.

Ancora una anticipazione su una tipologia testuale che affronteremo a breve: il testo argomentativo.
Nei primi versi si parla di uniforme scura da far indossare agli studenti.
Cosa ne pensate? Dividete la pagina del quaderno in due parti, indicando argomenti a favore e argomenti contrari sulla questione "a scuola grembiule sì o no?". Anche in questo caso verranno condivisi i vostre ragionamenti e vedremo, strada facendo, qual è il processo per ottenere prodotti argomentativi persuasivi ed efficaci.

Tutto chiaro?
Per casa solo una consegna: intervistate, come anticipato prima, persone che possono aver vissuto situazioni simili a quelle suggerite in poesia (quindi scuola di altri tempi o di situazioni culturali diverse dalle nostre). Il mezzo da utilizzare è libero: domande e trascrizione di risposte sul quaderno oppure utilizzo di strumentazioni digitali (presentazioni o riprese video).

Buon lavoro! E presto... a tutta condivisione! 

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