Oggi parleremo di un mito che da sempre colpisce l'immaginario collettivo: il mito di Narciso.
Ne esistono diverse versioni, ma noi prenderemo a riferimento quella più celebre, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio, uno degli artisti più noti dell'antica Roma.
Narciso è un ragazzo bellissimo, nato in seguito ad una violenza sessuale: sua madre, la bella naiade Liriope, era stata avvistata dal dio fluviale Cefiso, il quale aveva fatto in modo di rinchiuderla tra i suoi corsi d'acqua per poterla avere con la forza.
Dal loro rapporto era nato questo bambino dalla bellezza fuori del comune che però, da adulto, dimostrò avere un carattere scostante che lo portò ad allontanarsi dalle persone, nonostante le donne si innamorassero perdutamente di lui a causa della sua notevole avvenenza.
Sempre così prof... chi potrebbe ottenere tutte le ragazze che vuole non è interessato!
A me piace tanto la Myriam di 2B e se mi guardasse... altro che rifiutarla! Mi ci fidanzerei al volo!
Risata generale con tanto di Seeee... Te piacerebbe!! Troppo bella per te!! Et similia...
Per riportare la calma basta poco. Semplicemente dire che innamorarsi di un uomo come Narciso era pericolosissimo: vedremo in seguito cosa accadde alla povera ninfa Eco...
Ma adesso conosceremo Narciso leggendo direttamente il mito e svolgendo un'attività a piccolo gruppo.
Predisponiamo i banchi a isola e cominciamo.
L'incipit del brano precisa l'ambiente in cui si svolge la storia, ovvero il cosiddetto "locus amoenus", ossia un luogo ideale, piacevole, in genere rappresentato come pieno di alberi che fanno ombra e provocano una piacevole frescura o contraddistinto da corsi d'acqua che producono lieto rumore; suoni naturali ed animali servono ad amplificare l'atmosfera serena e paradisiaca.
Ah, prof! Come quando in estate stiamo nelle foreste casentinesi a contatto con la natura!
Una frescura rispetto al caldo della città! Quello è un locus amoenus?
Certo! Quello può essere considerato locus amoenus, perchè no?
Adesso prendete il taccuino e appuntatevi queste brevi riflessioni: qual è il tuo "locus amoenus" ideale? Dov'è che ti senti veramente bene e in pace con te stesso?
Fanne una descrizione sensoriale, ovvero utilizza non solo la vista, ma anche l'udito, l'olfatto, il tatto... insomma più cerca di concentrarti e far percepire il più possibile le sensazioni gradevoli che questo luogo ti procura.
Il mio locus amoenus è il prato vicino a casa mia. Mi fa stare bene. Sento gli uccellini cinguettare, gli insetti volare in aria. Distinguo il profumo dei fiori e sento il contatto con l'erba fresca che mi pizzica le gambe. Chiudo gli occhi e quando li riapro il cielo mi sembra più azzurro (Emma)
Il mio locus amoenus è la piscina in cui vado a nuotare due volte alla settimana. In acqua mi sento protetta, l'acqua mi culla e quando mi entra dal naso o dalle orecchie la sento in tutto il corpo. Chiudo gli occhi per rilassarmi e sentire le sensazioni che mi circondano e avverto uno strano misto di caldo e freddo. Però, non appena mi muovo, l'acqua provoca una piacevole sensazione di calore. Non vorrei più uscire (Ludovica)
Il mio locus amoenus è la pista vicino alla baita di Folgarida, una località montana vicino a Madonna di Campiglio dove sono andata a sciare lo scorso anno. Folgarida è veramente un posto meraviglioso anche se un po' troppo freddo, e poi la polenta è straiperbuonissima, specie con il sugo sopra!! La pista da sci è quasi sempre piena di neve e quella sensazione di freddo si trasforma presto in calore che ti accompagna mentre con gli sci ti dirigi verso la strada per la baita. E che buona la cioccolata calda a fine giornata! (Pamela)
Il mio posto rilassante si trova a Napoli, ed è l'altalena molto grande della mia nonna in cui d'estate mi distendo con il sole che mi batte sul viso. Dondolandomi e chiudendo gli occhi, sentendo il profumo della natura e il cinguettio degli uccelli, penso a tutto quello che mi piace (Alessia)
Il brano prosegue con Narciso che, stanco per la lunga caccia, si ferma a riposare in questo splendido luogo, proprio vicino ad un corso d'acqua.
Come appare Narciso dalla descrizione che ne fa Ovidio?
Non dice che è bello, prof, però lo fa capire.
Da che cosa lo capite? Proviamo a rintracciare le parole sul testo.
Eh... quando dice che ha le guance giovani, il collo color avorio, gli occhi e capelli come il dio Bacco (quindi riccioli), la carnagione chiara...
Nelle note c'è scritto che nel mondo greco i capelli biondi e la pelle chiara erano i massimi standard di bellezza.
Allora sicuramente Narciso aveva i capelli riccioli e biondi.
Allora lei prof, bionda e con la pelle chiara, sarebbe stata considerata una delle donne più belle in assoluto!
Eh magari... :-) probabilmente sarei dovuta nascere un bel po' di anni fa ;-)
Comunque, tornando al mito, Narciso, in un luogo così incantevole, finisce per specchiarsi nell'acqua e vedere così riflesso il suo volto.
Quale sorpresa! E quale amore scatta subito dopo la visione!
Il mio locus amoenus è il prato vicino a casa mia. Mi fa stare bene. Sento gli uccellini cinguettare, gli insetti volare in aria. Distinguo il profumo dei fiori e sento il contatto con l'erba fresca che mi pizzica le gambe. Chiudo gli occhi e quando li riapro il cielo mi sembra più azzurro (Emma)
Il mio locus amoenus è la piscina in cui vado a nuotare due volte alla settimana. In acqua mi sento protetta, l'acqua mi culla e quando mi entra dal naso o dalle orecchie la sento in tutto il corpo. Chiudo gli occhi per rilassarmi e sentire le sensazioni che mi circondano e avverto uno strano misto di caldo e freddo. Però, non appena mi muovo, l'acqua provoca una piacevole sensazione di calore. Non vorrei più uscire (Ludovica)
Il mio locus amoenus è la pista vicino alla baita di Folgarida, una località montana vicino a Madonna di Campiglio dove sono andata a sciare lo scorso anno. Folgarida è veramente un posto meraviglioso anche se un po' troppo freddo, e poi la polenta è straiperbuonissima, specie con il sugo sopra!! La pista da sci è quasi sempre piena di neve e quella sensazione di freddo si trasforma presto in calore che ti accompagna mentre con gli sci ti dirigi verso la strada per la baita. E che buona la cioccolata calda a fine giornata! (Pamela)
Il mio posto rilassante si trova a Napoli, ed è l'altalena molto grande della mia nonna in cui d'estate mi distendo con il sole che mi batte sul viso. Dondolandomi e chiudendo gli occhi, sentendo il profumo della natura e il cinguettio degli uccelli, penso a tutto quello che mi piace (Alessia)
Il brano prosegue con Narciso che, stanco per la lunga caccia, si ferma a riposare in questo splendido luogo, proprio vicino ad un corso d'acqua.
Come appare Narciso dalla descrizione che ne fa Ovidio?
Non dice che è bello, prof, però lo fa capire.
Da che cosa lo capite? Proviamo a rintracciare le parole sul testo.
Eh... quando dice che ha le guance giovani, il collo color avorio, gli occhi e capelli come il dio Bacco (quindi riccioli), la carnagione chiara...
Nelle note c'è scritto che nel mondo greco i capelli biondi e la pelle chiara erano i massimi standard di bellezza.
Allora sicuramente Narciso aveva i capelli riccioli e biondi.
Allora lei prof, bionda e con la pelle chiara, sarebbe stata considerata una delle donne più belle in assoluto!
Eh magari... :-) probabilmente sarei dovuta nascere un bel po' di anni fa ;-)
Comunque, tornando al mito, Narciso, in un luogo così incantevole, finisce per specchiarsi nell'acqua e vedere così riflesso il suo volto.
Quale sorpresa! E quale amore scatta subito dopo la visione!
Narciso si innamora perdutamente dell'immagine che vede riflessa nell'acqua e si dispera perchè, non appena allunga le mani per toccarla, essa svanisce misteriosamente.
Il ragazzo è affranto, geme e si lamenta per il suo amore impossibile, e la sua disperazione diventerà così intensa da portarlo addirittura alla morte.
Lui che aveva rifiutato tante pretendenti, tra cui appunto Eco che muore di dolore per il suo rifiuto, adesso si ritrova a soffrire tragicamente e addirittura a morire per amore, proprio come era successo a Eco.
Le sorelle che vengono a prendere il suo corpo per poter svolgere le celebrazioni funebri troveranno al suo posto un fiore profumatissimo, chiamato appunto "narciso", ed ancora oggi il fiore esiste (questa è una foto) e si chiama proprio così in onore del nostro personaggio.
Però ci sono le persone che sono innamorate di se stesse. Io ne conosco qualcuna e mi sta parecchio ma parecchioantipatica .
Infatti ancora oggi il termine "narcisimo" nel dizionario potete trovarlo ed ha le caratteristiche di coloro che si comportano come dite voi.
Andiamo su un dizionario online Treccani e vediamo cosa significa questo termine.
Nel sito leggiamo che il termine "narcisismo" rappresenta la tendenza e l'atteggiamento psicologico di chi
fa di se stesso, della propria persona, delle proprie qualità fisiche e
intellettuali, il centro esclusivo e preminente del proprio interesse e
l'oggetto di una compiaciuta ammirazione, mentre resta più o meno
indifferente agli altri, di cui ignora o disprezza il valore e le opere, ricalcando l'atteggiamento tenuto dal giovanetto Narciso nel mito greco.
Addirittura la psichiatria individua la "sindrome di Narciso" come un vero e proprio disturbo mentale.
Secondo me prof potremmo inventare uno slogan contro questo narcisismo.
# No Narcisism!
E' brutto essere innamorati solo di se stessi e non pensare agli altri.
Quale potrebbe essere, quindi, il significato di questo mito?
Non rifiutare il prossimo perchè alla fine a soffrire potremmo essere noi.
Non basarsi esclusivamente sulla bellezza o sulla propria persona, perchè le conseguenze potrebbero essere molto negative.
Cosa ne pensate della figura di Narciso?
Prof, sarà pure bello... ma chi lo vuole uno che si dà tutte queste arie!
A me invece prof piacerebbe. Mi piacciono i ragazzi belli. Pazienza se hanno un brutto carattere.
Ma sei pazza? Guarda che fine ha fatto Eco! No no, grazie. A me uno come Narciso non interessa.
Ben gli sta. Ha rifiutato tutte le donne che lo amavano. Si è ritrovato triste e solo.
Il dibattito va avanti per un bel po' e la prof, sotto sotto, si diverte da morire... :-)
Ascoltiamo insieme anche la canzone di Angelo Branduardi "Vanità di vanità" che ammonisce a non essere troppo vanitosi
"Se ora guardi allo specchio il tuo volto sereno, non immagini certo quel che un giorno sarà della tua vanità" dice Branduardi.
Narciso avrebbe dovuto ascoltarlo in effetti. E anche quelli che si comportano come lui dovrebbero farlo.
Poi sul taccuino i ragazzi disegnano un fiore simile al narciso e nei petali scrivono cinque aggettivi riferiti al personaggio.
Quindi, in una tabella a T, scrivono in quale punto del testo hanno avuto modo di ricavare la motivazione all'aggettivo attribuito.
In una ulteriore tabella appuntano, invece, gli stati d'animo e i sentimenti provati da Narciso nel corso del brano (ad es. stanchezza, caldo, sete, estasi, disperazione) e ne individuano le parti all'interno del testo, riportando in citazione tra virgolette le parole precise.
Ma non possono certo mancare incursioni nell'arte.
Guardiamo come viene rappresentato Narciso in alcune opere di artisti famosi:
Questo è il Narciso di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio.
Prof, a me non sembra che questo Narciso sia in un locus amoenus e soprattutto perchè è vestito così? Non sembra un personaggio antico.
Sicuramente Caravaggio avrà preso come modello del suo Narciso un uomo del popolo, magari povero, dissoluto e di salute precaria, perchè queste erano le persone che sceglieva come modelli per i suoi dipinti e che lui stesso frequentava.
Ne approfitto per rinnovare ancora una volta l'invito a visitare l'interessantissima mostra di Milo Manara che si tiene in città sulla riscrittura a fumetti della vita di Caravaggio, perchè avrete così modo di conoscere meglio gli ambienti e le persone che il grande pittore ha conosciuto e che sono state fonte di ispirazione delle sue opere. La troverete davvero suggestiva, ve lo assicuro.
Adesso guardate invece questa raffigurazione di Narciso.
Il dipinto si intitola "Metamorfosi di Narciso" e l'autore è un pittore spagnolo molto eccentrico ma, per certi versi, geniale: Salvador Dalì.
Prof, ma sono due Narcisi?
No, uno è una specie di mano con un uovo in mano. Che si sta pure rompendo.
Narciso è quello colorato di giallo, ma anche la sua testa ricorda l'uovo.
A me sembra una noce. Forse voleva rappresentare il suo cervello, o comunque un alimento.
Ho visto un quadro di Dalì con un orologio quasi sciolto. Mi sembra che ci sia qualcosa di simile per terra, a destra.
Secondo me prof i Narcisi sono veramente due perchè uno è quello vero e l'altro l'immagine che è uguale ma finta.
Comunque sono tutti e due disperati, si capisce anche se non vediamo le loro facce.
Però prof... che dipinto strano! Ma non poteva disegnarlo più riconoscibile?
Sicuramente i dipinti di Dalì sono strani, avete ragione.
Ma la caratteristica di questo pittore era ritrarre spesso le situazioni che viveva in sogno ed i suoi sogni erano veramente strani. Guardiamo insieme questo video.
Prof, ma è fortissimo!!
Andrebbe visto con gli occhialini adatti che immergono nella realtà virtuale.
E quegli elefanti con quelle gambe altissime e magrissime! Uno spettacolo!
Prof, ma cosa aveva quest'uomo per fare dei sogni così strani!!
E la prof che, sotto sotto, sorride di nuovo :-)
Comunque gli spunti di questa discussione verranno riutilizzati per completare il percorso su Narciso.
Queste sono infatti le consegne che i ragazzi dovranno eseguire nei prossimi giorni:
- realizzare uno schema ad Y sul mito (e subito un sacco di mani alzate per dire che avranno in mente tante connessioni, sia pittoriche che personali che narrative, come la fiaba di Biancaneve per lo specchio o romanzi in cui si parla di doppio o rispecchiamento);
- esprimere riflessioni sul concetto di "narcisismo" e creare uno slogan per ammonire a non comportarsi da narcisisti;
- scrivere un breve testo in cui parlare del proprio rapporto con lo specchio: quali parti vi piacciono, quali un po' meno? L'argomento, per ora solo abbozzato, verrà comunque in seguito meglio approfondito.
Chi vuole può infine anche disegnare come si immagina la figura di Narciso.
Per concludere, non possono mancare le nostre drammatizzazioni.
Achille si presta a impersonare Narciso.
Ci vorrebbe un locus amoenus e un abbigliamento più adatto, ma ci arrangiamo come possiamo ed il risultato è comunque più che soddisfacente.
L'espressione di contemplazione di sè mi sembra assolutamente perfetta!
Non appena gli elaborati dei ragazzi saranno completati, verranno come sempre inseriti nel post.
Scommetto che ne usciranno cose interessanti.
E mi raccomando: attenzione ai pericoli della eccessiva vanità!
Slogan di Desirè S.: SPALLE DRITTE, PANCIA IN DENTRO, EGO IN FUORI.
Slogan di Tommaso: DITE NO AL NARCISISMOSlogan di Desirè S.: SPALLE DRITTE, PANCIA IN DENTRO, EGO IN FUORI.
Slogan di Alessia: LA VANITA' E' UNA CATTIVA CONSIGLIERA
Slogan di Alessia: LA VANITA' NON PORTA MAI DA NESSUNA PARTE
Slogan di Ludovica: NARCISO FIORE DELLA BELLEZZA
Slogan di Emma: AMARE SOLO SE STESSI PUO' PORTARE ALLA ROVINA O ALLA FOLLIA
Più che slogan, una filastrocca quella di Rachele
NON ESSERE VANITOSO, SENNO' SARAI PER TUTTI NOIOSO
LA VANITA' PORTA SOLO ALLA POVERTA'
ESSERE VANITOSI PORTA SOLO AD ESSERE ODIOSI
Il mio rapporto con lo specchio:
Dato che non sono un tipo vanitoso, lo specchio lo uso poco, anzi, quasi mai. Se lo uso è giusto la mattina per lavarmi denti e viso e per darmi una pettinata. Non sono un tipo che la mattina perde 20-30 minuti per mettersi gel o spray, come faceva un mio compagno di classe lo scorso anno. Comunque non è che non mi specchi mai, però non mi piace vantarmi di quello che sono. Detto ciò, il mio rapporto con lo specchio è a dir poco ottimo (Tommaso)
Non ho un grande rapporto di amicizia con lo specchio perchè ogni volta che vedo la mia immagine riflessa trovo qualcosa che non mi piace. Uso lo specchio solo quando non ne posso fare a meno, ad esempio quando la mattina vado in bagno a lavarmi la faccia e i denti e me lo trovo di fronte pronto a mostrarmi la mia faccia assonnata (Emma)
Io sono molto legata allo specchio perchè mi fa vedere tutte le parti belle e brutte di me, perchè posso parlare con lui e sono sicura che non rivelerà a nessuno quello che gli dico (Rachele)
Il mio rapporto con lo specchio è molto importante. Ci passo tutto il tempo che posso. Senza uno specchio non ci potrei proprio vivere. Non sono una vanitosa, ma una maniaca dello specchio! (Ludovica)
Lo specchio è un mio amico, lo uso per mettermi in ordine e per pettinarmi. Ma non solo: lo suo anche per ripetere ciò che studio (Alessia)
Io mi guardo allo specchio al mattino quando mi pettino per vedere se mi piaccio e se sono in ordine, poi per tutto il resto del giorno non mi guardo più (Desiree R.)
Ogni volta che mi guardo allo specchio mi domando come diventerò da grande (Judy)
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