Abbiamo da poco assaporato l'Infinito e conosciuto un Giacomo Leopardi pensatore, capace di superare con il pensiero e l'immaginazione gli ostacoli naturali che gli si parano dinnanzi.
Un Giacomo che ci ha aiutato a riflettere sui nostri interrogativi, su ciò che immaginiamo quando rimaniamo in silenzio e ad occhi chiusi, magari nel nostro angolo preferito, nel nostro "luogo del cuore", proprio come accade a lui stesso, ed un Giacomo che ci ha insegnato la potenza della fantasia, che si dimostra perfettamente in grado, sotto varie modalità, di superare tutti i limiti umani che si cerca di imporle.
Oggi continueremo a riflettere con lui e lo faremo leggendo, questa volta, una sua opera in prosa che fa parte delle una cosiddetta Operette morali, dei dialoghi o brevi racconti attraverso i quali Leopardi mostra la sua filosofia di vita e le conclusioni alle quali è giunto a seguito di lunghe riflessioni.
Nell'antologia questo brano non è inserito, ma lo leggerò a voce alta ed il fatto che voi non lo abbiate sott'occhio mi risulta perfino utile, non solo perché questo sistema permette di esercitarvi nella capacità di ascolto, ma soprattutto perché mi concede di fare delle opportune pause che vi aiuteranno ad anticipare, ricordare, insomma a pensare in totale autonomia, senza che voi abbiate modo di "sbirciare" come proseguirà la narrazione.
Un viaggiatore islandese, giunto in un luogo inesplorato all'interno del continente africano, scorge di fronte a sé un gigante, esattamente come la leggenda dice che sia accaduto a Vasco da Gama quando si era trovato davanti degli esseri giganteschi, grandi quanto i Moai nell'isola di Pasqua...
L'islandese si accorge che il gigante è una donna, viva, che sta con la schiena e il gomito appoggiati ad una montagna.
Proviamo a fare un'anticipazione: Chi sarà questa donna?
Facciamo un brainstorming sulle vostre ipotesi.
Vediamo chi è questa donna gigantesca che incontra l'Islandese: si tratta della Natura in persona (qualcuno di voi lo aveva proprio indovinato)!
L'operetta morale che stiamo leggendo, infatti, si intitola proprio Dialogo della Natura e di un Islandese.
Prima di continuare a leggere, facciamo una sosta e riflettiamo proprio sulla Natura.
Come la considerate? Esprimete una vostra idea liberamente, senza temere di sbagliare.
"Per me la natura sono gli animali, le piante e i paesaggi che ci circondano. Anche noi che deriviamo dagli animali siamo natura e ne facciamo parte, ma la distruggiamo continuamente e non siamo degni di farne parte. Secondo me le uniche popolazione degne della natura sono state quelle dei nativi americani che la rispettavano, vivevano in modo semplice e uccidevano gli animali, come i bufali, solo perché era necessario per sopravvivere" (Maria)
"Per me la natura è il mondo bellissimo che ci circonda e si trasforma tutti i giorni" (Sophia)
"La natura per me ha una sua forma di vita che prima o poi si esaurirà. Me la immagino come un'anima che si trova in ogni singola cosa, umana, animale e vegetale, e nel momento in cui le cose muoiono, essa esce dal loro corpo" (Sofia M.)
"La natura per me è tutto ciò che ci circonda: le piante, gli animali e anche noi umani. La natura ci crea e ci protegge, ma anche ci distrugge e ci danneggia. Io me la immagino come uno spirito di luce che si nasconde in ogni pianta, oppure in una caverna buia" (Gabriele C.)
Leggiamo con attenzione anche questi celebri aforisimi sulla natura
Il primo lo ha pronunciato il celebre scienziato Einstein:
Ogni cosa che puoi immaginare la natura l'ha già creata.
Il secondo è stato coniato da Plinio, ovvero Gaio Plinio Secondo, meglio conosciuto come Plinio Il Vecchio, famoso naturalista dell'antica Roma:
La natura è grande nelle grandi cose, ma è grandissima nelle piccole.
Il terzo appartiene a Lao Tzu, antico scrittore e filosofo cinese:
La natura non ha fretta, eppure tutto si realizza.
Scegli uno dei tre aforismi, senza pensarci troppo, e fanne un commento libero.
"Non c'è una cosa che la natura non abbia creato, tutto nasce da lei e tutto ciò che ci circonda è natura"
(Giuseppe e Marco)
"La natura è grande nelle sue manifestazioni più potenti, come gli uragani, i terremoti o gli tsunami, ma nelle sue creature più piccole dimostra ancora più potenza, perché, ad esempio, alcuni insetti, anche se sono piccolissimi, sono molto utili (ad esempio le api) e fortissimi in rapporto al loro peso (ad esempio le formiche, capaci di sollevare materiali molto volte superiori al loro stesso peso)"
(Michele e Sofia B)
"Anche il seme è piccolissimo, ma dal seme nascono piante e alberi. Una cosa piccola in natura, quindi, dimostra di essere in realtà molto potente"
(Ginevra)
"La natura non ha fretta, infatti quando crescono le piante, ma anche tutte le altre creature vegetali ed animali, e anche quando cresce l'uomo, i tempi sono molto lenti, ma il ciclo della vita va avanti così, con ritmi molto rilassati"
(Gabriele e Sofia M)
Dopo condiviso i nostri pensieri, continuiamo la lettura del brano e vediamo invece come descrive la Natura il nostro Leopardi.
Forse non te lo saresti aspettato, ma questa donna gigantesca appare come una specie di... mostro!
Leopardi dice infatti che ha occhi e capelli nerissimi ed un volto diviso in due: una parte bellissima ed una parte terribile!
Eh, proprio così!
Nuovo stop, nuove annotazioni.
Perché, secondo voi, la Natura viene rappresentata da Leopardi proprio così?
Come ve la immaginate? Provate a disegnarla.
disegno di Ginevra
disegno di Filippo
disegno di Elena
disegno di Sofia B
disegno di Daniele
E voi, come considerate la Natura? Provate a definirla.
Cosa vi verrebbe in mente di chiederle? Immagina un breve dialogo che terresti con lei e scrivi le battute principali.
Ginevra: Chi sei?
Natura: Sono quella su cui cammini, quello che respiri, quello che guardi, quello in cui nuoti, quello che ti nutre e ti disseta. Sono la Natura.
Ginevra: Sei arrabbiata?
Natura: Arrabbiata per l'uomo? Questo essere vivente è solo sciocco, non ha capito come stanno veramente le cose, io sono sempre me stessa anche senza di lui, non morirò mai, voi senza di me siete spacciati. Quello che di male l'uomo mi fa sono solo graffi superficiali. Prima o poi ciascun uomo morirà e gli uomini si stanno rovinando senza che se ne accorgono, Quando se ne accorgeranno, sarà troppo tardi.
Ginevra: Non c'è un modo per rimediare?
Natura: Cercare di rimediare è impossibile, non basta la raccolta differenziata! Basterebbe rendersi conto del male che state facendo. Ma anche così è troppo tardi.
Ginevra: E allora aiutaci tu!
Natura: Aiutarvi io? Ho fatto anche troppo, con tutto quello che vi ho offerto... E' l'uomo che è sempre superbo e non si assume le responsabilità di quello che fa.
(dialogo di Ginevra)
dialogo via wathsapp immaginato da Riccardo S.
In effetti, anche tra l'Islandese e la Natura comincia un dialogo, infatti la donna gigantesca, prima lo guarda fisso, poi inizia a parlare al viandante, stupita che un uomo si sia avventurato fino a lì.
L'Islandese dice di essere in fuga dalla Natura, che gli si è dimostrata ostile in ogni luogo in cui ha vissuto: nella sua isola (ricorderete le caratteristiche morfologiche dell'Islanda studiate lo scorso anno a Geografia, spero...), nei luoghi tropicali - troppo caldi -, ai poli - troppo freddi - e pure nelle zone temperate, dove è stato profondamente disturbato dai repentini sbalzi di temperatura.
Islanda, terra inospitale per l'imprevedibilità dei fenomeni naturali
nessuna situazione climatica soddisfa l'Islandese
... e poi fumo, incendi, neve, vulcani, terremoti, temporali, animali feroci e fastidiosi insetti: tutte dimostrazioni dell'ostilità della Natura nei confronti dell'uomo.
Prof, ma uno noioso così, che non sopporta niente, proprio in Islanda doveva andare ad abitare?
In realtà l'Islandese aveva scelto di vivere in Islanda perché intenzionato a stare il più possibile lontano dagli altri uomini che cercano continuamente il piacere allontanandosi sempre di più dalla felicità, ma di questi argomenti, in particolare della teoria del piacere di Leopardi, ne parleremo in una lezione successiva, non temete ;-)
Proseguiamo la lettura.
La Natura si rivela dicendo all'Islandese che era finito proprio di fronte al nemico che stava sfuggendo, esattamente come accade ad uno scoiattolo che finisce nelle fauci di un serpente a sonagli da cui tentava di mettersi in salvo.
L'islandese la definisce "nemica degli uomini" e "carnefice" in quanto crea l'uomo destinandolo alla sofferenza.
E la Natura? Come replica a queste accuse che le vengono mosse?
Ella fa presente all'Islandese con estrema "naturalezza", appunto, che tutto quello che lei fa rientra nel suo ciclo vitale, nel suo meccanicismo vitale e a lei degli uomini non gliene importa assolutamente nulla, anzi, neppure si rende conto se procura loro del male o del bene.
Non si accorgerebbe neppure se l'intera specie umana si estinguesse, figuriamoci se prova dolore per la sofferenza dell'uomo!
Vediamo questo video, estrapolato dal film "Il giovane favoloso", in cui compare proprio un tratto del dialogo che stiamo leggendo
La Natura continua dicendo all'Islandese che tutto si crea e tutto si distrugge.
Questa è la legge della vita: un ciclo di produzione e distruzione.
Prof, esattamente il contrario di ciò che stiamo facendo adesso!
Ciò che viene prodotto non si distrugge più, ma si riutilizza!
Esattamente!
Riciclare vuol dire proprio ciò che dite voi, cercare di dare un nuovo uso a cose precedentemente prodotte.
Il già citato Einstein e, ancor prima di lui, il biologo francese settecentesco Lavoisier dicono che nulla si distrugge, ma tutto si trasforma (e a questo serve la raccolta differenziata che state facendo a casa e a scuola), però Leopardi la pensava in modo diverso, aveva una sua filosofia di vita che lo portava a non avere nessuna fiducia nell'idea di progresso e a considerare come unica certezza l'infelicità umana una volta raggiunta l'età adulta (ma anche questo sarà oggetto di nostre lezioni future*)
*link di riferimento ad una lezione sull'infelicità umana e sulla reazione che deve avere l'uomo di fronte alla malvagità della natura: Leopardi e la sua filosofia di vita
*link di riferimento ad una lezione sull'infelicità umana e sulla reazione che deve avere l'uomo di fronte alla malvagità della natura: Leopardi e la sua filosofia di vita
Siamo giunti quasi a fine brano.
Secondo voi come si concluderà questa operetta morale?
Provate ad anticipare alcuni finali attraverso una scrittura veloce, un quick write come spesso facciamo, e vediamo quali idee vengono fuori condividendole insieme.
"La Natura si mette a piangere" (Gabriele), "La Natura se ne va e lo lascia solo" (Riccardo), "La Natura si stufa di ascoltarlo e lo brontola" (Giulio)
Leggiamo adesso il finale che assegna alla storia Leopardi.
L'Islandese pone alla Natura una domanda importante, la domanda filosofica per eccellenza:
Perché allora si vive se dobbiamo essere così infelici? A cosa serve l'esistenza dell'uomo?
Ma ecco che Leopardi inventa addirittura due finali, nemmeno uno solo: nel primo giungono due leoni che si divorano l'Islandese in un sol boccone, nel secondo l'Islandese viene travolto da una tempesta di sabbia fino a diventare una mummia che verrà rinchiusa in un museo sperduto.
Vi aspettavate un (doppio) finale del genere?
Perché, secondo voi, Leopardi fa finire l'operetta morale proprio così?
Di nuovo annotazioni, annotazioni, annotazioni... e, a seguire, condivisione.
Dalle vostre riflessioni si evince, giustamente, che Leopardi mette in luce un contrasto tra l'uomo e la natura.
Cosa pensi di questo pensiero? Ha ragione Leopardi secondo te?
Cosa pensi del contrasto tra uomo e natura? Esiste? Se sì, c'è un vincitore, secondo te?
Facciamo adesso un esperimento di DEBATE: da un lato si raduneranno tutti coloro che ritengono la Natura più forte dell'uomo, mentre dall'altro tutti quelli che dicono che l'uomo, nel corso del tempo, è stato in grado di intervenire nel corso naturale delle cose.
Ciascun gruppo dovrà produrre le opportune argomentazioni ed essere in grado di tener testa alle controargomentazioni del gruppo opposto.
Cercate di basare i vostri ragionamenti e le vostre tesi su riferimenti il più possibile certi, citando testimonianze e fonti reali (potrete consultare anche il web, ma ricordate le regole per una navigazione efficace - se non le ricordi tutte andate a rileggerle - e state particolarmente attenti alle bufale! In questo settore ne potreste trovare a dozzine!)
A fine attività verrà decretato il gruppo vincitore, ovvero quello che riuscirà a convincere una fantomatica giuria di esperti... anzi, neanche tanto fantomatica, perché dovrete esporre le vostre idee di fronte a un piccolo pubblico, composto da qualche insegnante e qualche alunno.
Indipendentemente dal risultato, comunque, la base fondamentale è il rispetto che l'uomo deve tenere nei confronti della Natura. Sempre.
Qui non c'è bisogno di fare dibattiti, siamo tutti d'accordo.
gruppo sostenitori Uomo
gruppo Uomo in consultazione per preparare le argomentazioni
gruppo sostenitori Natura
gruppo Natura in consultazione per preparare, a sua volta, le argomentazioni
giuria che deve decretare quale gruppo è stato più convincente
Utilizziamo anche il lavoro di Debate appena svolto per elaborare un testo argomentativo sul rapporto tra Uomo e Natura, in cui dovrai precisare la tua opinione argomentando (e controargomentando) in maniera opportuna. Ti rammento, infine, che il testo argomentativo è una tipologia richiesta anche in sede d'esame, quindi esercitarti a scrivere seguendo le caratteristiche richieste in questo tipo di testo non può farti altro che bene.
Per "rispolverare" le caratteristiche del testo argomentativo ripassa gli appunti sul quaderno insieme al tuo compagno di banco...
... poi stendi una prescrittura a piacere (spidergram o tabella come quella creata insieme alla lim ), quindi comincia la stesura del testo vero e propria. Ricorda poi di applicare le tecniche di revisione del testo viste quest'anno (incipit, struttura del testo, explicit, linguaggio specifico e non generico, connettivi giusti...) e di applicare con la massima attenzione possibile le correzioni formali di cui il testo potrebbe avere bisogno.
un po' di riflessione metacognitiva di Sofia M prima di cominciare a scrivere...
Un po' di testi elaborati dai ragazzi (o parti di essi):
"Se dovessi mettere l'uomo e la natura in due insiemi, metterei l'uomo dentro l'insieme della natura, per far capire che l'uomo è natura e quindi, se fa del male alla natura, lo fa anche a se stesso" (Riccardo S.)
"Tra l'uomo e la natura credo che la natura sia molto più forte perché in alcune sue manifestazioni fa vedere la sua forza e la sua superiorità. Mi vengono in mente, per esempio, i terremoti, le alluvioni, i fulmini, la siccità, le temperature rigidissime o caldissime, i maremoti, le eruzioni vulcaniche, ecc... L'uomo, tuttavia, nel corso dei secoli è riuscito in parte ad intervenire sulla natura in modo da contenere alcune sue manifestazioni. Ha per esempio costruito case più resistenti per contrastare terremoti o agenti atmosferici, ha trovato strategie per proteggersi dal freddo (vestiti, riscaldamenti, ecc...), ha creato strutture per raccogliere, contenere e trasportare acqua. Nonostante questo, secondo me ancora l'uomo "subisce" il volere della natura. D'altra parte la natura ha vissuto senza uomo per millenni, mentre l'uomo senza natura, almeno fino ad oggi, non è potuto e non potrebbe sopravvivere" (Nadia)
"Anche se sono un essere umano, credo che la natura sia comunque più forte di noi uomini, non solo perché non possiamo controllarla, ma anche perché è imprevedibile: terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami, ad esempio, vengono come e quando decide lei. L'uomo non può quindi controllare le manifestazioni della natura, o meglio, può farlo solo in piccola parte, utilizzando la tecnologia e naturalmente la sua intelligenza, ad esempio dighe o sistemi per rilevare i fenomeni, ma non può certo arrivare a prevedere tutto! Poi l'uomo interviene in malo modo sulla natura, ad esempio disboscando o inquinando i terreni, e a volte la natura si ribella alle sue azioni (ad esempio facendo franare con violenti temporali terreni in cui l'uomo ha costruito degli edifici). Io penso che uomo e natura possono vivere bene solo se è l'uomo a rispettare la natura e non il contrario e per questo, secondo me, l'uomo è più forte della natura. Aggiungo però che, nonostante la natura sia più forte, concede all'uomo grandi "regali", come la luce del sole e il vento, e l'uomo utilizza molte risorse della natura per trasformare in energia (ad esempio solare con i panelli fotovoltaici o eolica con le pale eoliche mosse dal vento). L'uomo però non sempre utilizza ciò che offre la natura per scopi benefici, ad esempio quando inquina lo fa anche se sa che le conseguenze sono molto gravi, quindi a volte penso che la natura è perfino troppo buona con noi esseri umani che spesso non la rispettiamo per niente." (Filippo)
"Secondo me la natura è più forte dell'uomo perché lo ha creato ed è sempre in tempo a distruggerlo insieme alle sue creazioni. La natura può scatenare forti terremoti, grandi tornadi, tsunami o far eruttare vulcani. L'uomo, da parte sua, sta creando metropoli, sta utilizzando sistemi tecnologici per intervenire sulla natura, ad esempio attraverso il disboscamento che provoca gravi danni al pianeta perché toglie l'ossigeno delle piante. Tanti esseri umani rovinano la natura per produrre cose inutili, come pellicce, borse, cinture, orecchini arrivando ad uccidere animali che sono in via di estinzione e questo è terribile. Gli uomini però nei confronti della natura fanno anche cose buone, ad esempio riutilizzano le cose che vengono buttate via e creano dei parchi naturali per proteggere piante e animali." (Sofia B)
"La natura è sicuramente più forte, ma anche l'uomo ha ottenuto dei grandi risultati cercando di piegare la natura alla sua volontà, ad esempio l'invenzione degli spray pesticidi o delle medicine. Io poi credo che la natura abbia un'anima, o meglio che anche gli alberi e le piante abbiano un'anima come noi uomini. Quando la natura scatena tordadi, maremoti e terremoti sembra arrabbiata con gli uomini che non la rispettano, che fanno cose terribili come sganciare bombe o distruggere foreste. Perché l'uomo fa questo? La natura sembra che si rattrista piangendo dal cielo. Ho paura che, nonostante la natura sia forte, l'uomo piano piano arriverà a distruggerla" (Elena)
E, proprio per ribadire il basilare concetto del rispetto dell'uomo verso la Natura, prima di condividere insieme cosa ci ha lasciato questa attività con la nostra consueta riflessione metacognitiva, leggiamoci la bellissima poesia Ricorda di Joy Hario, poetessa, scrittrice e musicista di origini Cherokee, che fa ancora parte della tribù dei nativi americani dei Creek.
Ricorda il cielo sotto cui sei nato,
impara tutte le storie delle stelle.
Ricorda la luna, apprendi chi è.
Ricorda il sorgere del sole all'alba,
il più potente momento del tempo.
Ricorda il tramonto e l'andar verso la notte.
Ricorda la tua nascita, e tua madre lottò
per darti forma e respiro. Tu sei testimonianza
della vita sua, di quella di sua madre e così via.
Ricorda tuo padre. Anch'egli è la tua vita.
Ricorda la terra di cui condividi la pelle:
terra rossa, terra nera, terra gialla, terra bianca,
terra marrone, noi siamo terra.
Ricorda le piante, gli alberi, il mondo animale,
che hanno come noi le loro tribù, famiglie, storie.
Parla con loro, ascoltali. Sono poesie viventi.
Ricorda il vento. Ricorda la sua voce.
Conosce l'origine dell'universo.
Ricorda che tu sei tutto il popolo
e tutto il popolo è te.
Ricorda che sei questo universo
e questo universo è te.
Ricorda che tutto è in movimento,
in crescita, tutto è te.
Ricorda che il linguaggio viene da tutto questo.
Ricorda la danza che è linguaggio,
che è vita.
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