Le due nature di Medardo non possono vivere assieme...
Il buono vorrebbe che le forche destinate
ai condannati cambiassero funzione e, parlando con il costruttore, progetta che
possano diventare macchinari per macinare/cucinare gli alimenti e, nel
contempo, per diffondere dolci melodie. Per il costruttore realizzare una
macchina del genere appare molto complicato, mentre si trova meglio a costruire
gli strumenti di morte commissionati dal gramo.
Intanto la metà cattiva di Medardo vuole
sbarazzarsi di quella buona che sta riscuotendo troppo successo tra i sudditi,
così ordina alle guardie di catturarlo e ucciderlo. Le guardie disubbidiscono
chiedendo al buono di eliminare il gramo e di prenderne il posto, ma lui
rifiuta, così la metà cattiva punisce gli organizzatori del complotto
uccidendoli senza pietà.
Per quanto riguarda Sebastiana, ella ha
parole di rimprovero sia per il gramo che per il buono, i cui gesti, anche se
dettati da buone intenzioni, talora assumono risvolti negativi, come quando ha
donato ad un disabile la sua stampella e questi l’ha utilizzata per picchiare
la moglie.
Il paese intero si trova destabilizzato e a Terralba gli abitanti sono molto confusi. Così dicono i lebbrosi a proposito della situazione:
“Meno male che la
palla di cannone l’ha solo spaccato in due: se lo faceva in tre pezzi, chissà
cosa ancora ci toccava di vedere”
Così chiude il capitolo la voce del
nipote-narratore:
“Così passavano i
giorni a Terralba, e i nostri sentimenti si facevano incolori e ottusi, poiché
ci sentivamo come perduti tra malvagità e virtù ugualmente disumane”
Ora osserviamo la medesima scena
illustrata nel silent:
Torniamo al cambiamento di Medardo. Cosa sarà successo? Provate a fare delle ipotesi e poi condividetele alla lim.
Intanto il nipote torna da Sebastiana, conoscitrice dei poteri medicamentosi delle erbe, per trovare una medicina al morso del ragno, ma nel frattempo lo zio sembra essere di nuovo cambiato, come se non ne sapesse nulla del ragno e finisce per compiere uno dei soliti dispetti malvagi dicendo al nipote di posare la medicina in un tronco cavo, rischiando di far pungere il nipote da uno sciame di vespe. Parlando della strana questione con il dottor Trelawney, il nipote viene a sapere che anche il dottore è stato aiutato dal visconte in un momento di difficoltà al fiume e, per sdebitarsi, il medico le aveva anche curato la mano morsa dal ragno. Il dottore lascia il ragazzo in preda al dubbio e intanto in paese continuano le cattiverie del visconte soprattutto su bambini e animali. Tutti si interrogano sul motivo dei comportamenti contrastanti di Medardo, però nessuno viene a capo di nulla.
Ma ecco che di nuovo compare una figura cruciale per il romanzo: la pastorella Pamela. Anche la ragazza nota nel visconte un bel cambiamento: modi gentili, dichiarazione d’amore… e ad un tratto le sembra di aver capito un bel po’ di cose.
Prima di leggere cosa ha capito Pamela, provate a fare le vostre ipotesi dicendo cos’è che voi avete capito. Queste le parole dette dalla ragazza al visconte:
“- Ho capito quello
che fa andar matti tutti i miei compaesani.
- Cosa?
- Che voi siete un
po’ buono e un po’ cattivo. Adesso è tutto naturale.
- E perché?
- Perché mi sono
accorta che siete l’altra metà. Il visconte che vive nel castello, quello
cattivo, è una metà. E voi siete l’altra metà, che si credeva dispersa in
guerra e ora invece è ritornata. Ed è una metà buona”
“Non era vero che la
palla di cannone avesse sbriciolato parte del suo corpo: egli era stato
spaccato in due metà; l’una fu ritrovata dai raccoglitori di feriti
dell’esercito; l’altra restò sepolta sotto una piramide di resti cristiani e
turchi e non fu vista. Nel cuor della notte passarono per il campo due eremiti,
non si sa bene se fedeli alla retta religione o negromanti, i quali, come
accade a certuni nelle guerre, s’erano ridotti a vivere nelle terre deserte tra
i due campi, e forse, ora si dice, tentavano d’abbracciare insieme la Trinità
cristiana e l’Allah di Maoletto. Nella
loro bizzarra pietà, quegli eremiti, trovato il corpo dimezzato di Medardo,
l’avevano portato alla loro spelonca, e lì, con balsami e unguenti da loro
preparati, l’avevano medicato e salvato. Appena ristabilito in forze, il ferito
s’era accomiatato dai salvatori e, arrancando con la sua stampella, aveva
percorso per mesi e anni le nazioni cristiane per tornare al suo castello,
meravigliando le genti lungo la via con i suoi atti di bontà”
Capito, quindi, cosa è successo veramente? Ve lo immaginavate?
Qui il racconto di Medardo illustrato nel
graphic (notare la diversa grafica e il diverso colore, provando a spiegarne il
motivo)
Proviamo a fare ancora delle
anticipazioni:
In realtà Pamela, che sa di essere amata da entrambe le metà, non apprezza del tutto nemmeno il comportamento del Medardo buono. Certo, è un essere dall’animo gentile, lontanissimo dalla personalità cattiva dell’altro Medardo (che, per distinguerlo dal “buono”, verrà soprannominato “il gramo”, ovvero il meschino), ma la sua eccessiva bontà finisce per innervosirla, specialmente quando il visconte buono sembra provare pietà per il visconte cattivo e quando vuole andare in soccorso dei suoi genitori.
Arrivati alla lettura di fine capitolo,
soffermiamoci a riflettere sulle parole di Medardo a Pamela, che lo rimprovera
di essere troppo buono anche nei confronti di chi non se lo merita:
“O Pamela, questo è
il bene dell’essere dimezzato: il capire d’ogni persona e cosa al mondola pena
che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non
capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati
ovunque, là dove meno da intero osa credere. Non io solo, Pamela, sono un
essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità
che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le
mancanze del mondo”
Riflettiamo meglio nel punto in cui Medardo dice Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti
E voi? In che modo vi
sentite divisi a metà? Scrivetelo in una pagina di quaderno e provate a
realizzare un disegno/organizzatore grafico sintetizzando quanto detto.
E, dopo la condivisione, vedremo cosa accade alle due metà del visconte…
Osserviamo poi le vignette del graphic che la ritraggono. La Pamela che avevate immaginato era simile a questo disegno o diversa?
La ragazza si rende conto di essere stata
prescelta dal visconte perché, nelle vicinanze, trova margherite dimezzate e
una farfalla dilaniata a metà
Pamela è una ragazza di umili origini e
così Calvino descrive la sua casa:
Facciamo lo stesso esercizio di visualizzazione di prima: provate a immaginare la casa di Pamela (chi vuole può rappresentarla con un disegno), quindi osserviamo questa illustrazione del silent e riflettiamo:
Ma ecco che, finalmente, Medardo incontra
dal vivo la sua amata: le parla con parole e gestualità dure che vogliono
apparire cortesi (“Ogni
incontro di due esseri al mondo è uno sbranarsi; io faccio del male come tutti
lo fanno; ma, a differenza degli altri, io ho la mano sicura” oppure “Il visconte lentamente
avvicinò alla guancia di Pamela la sua mano sottile e adunca; la mano tremava e
non si capiva se fosse tesa verso una carezza o verso un graffio”), ma lei non si lascia intimorire ed esprime senza mezzi
termini il suo rifiuto.
Rifiuto che, come si può immaginare, il
visconte non è intenzionato ad accettare, tanto che le dimostrazioni di
crudeltà verso cose o animali, nei giorni seguenti, non fanno che aumentare
(gli stessi genitori di Pamela, che sono arrabbiati con la figlia perché
accettando la corte di Medardo potrebbe finalmente diventare ricca, per poco
non rimangono uccisi dalla furia del visconte).
L’incontro tra Medardo e Pamela nel graphic viene rappresentato così:
Questa è la rappresentazione dell’incontro
di Medardo e Pamela contenuta nel silent:
E adesso, dopo aver riflettuto sui vari personaggi del romanzo - con particolare riferimento alla figura di Pamela -, siamo pronti a sentire il proseguo della storia. Ma non prima di divertirci a fare ipotesi per provare a indovinare quello che succederà.
Caratteristiche del dottor Trelawny che emergono dal silent book
"Ed ecco la lettiga veniva posata a terra, e in mezzo all'ombra nera si vide il brillio di una pupilla [...] e davanti ai nostri occhi Medardo di Terralba balzò in piedi puntellandosi a una stampella. Un mantello nero col cappuccio gli scendeva da capo fino a terra; dalla parte destra era buttato all'indietro, scoprendo metà del viso e della persona stretta alla stampella, mentre sulla sinistra sembrava che tutto fosse nascosto e avvolto nei lembi e nelle pieghe di quell'ampio drappeggio".
E la descrizione - la cui voce narrante, come sappiamo, appartiene al nipote del visconte, continua con questa macabra precisazione:
"Un'alzata di vento venne su dal mare e un ramo rotto in cima a un fico mandò un gemito. Il mantello di mio zio ondeggiò, e il vento lo gonfiava, lo tendeva come una vela e si sarebbe detto che gli attraversasse il corpo, anzi, che quel corpo non ci fosse affatto, e il mantello fosse vuoto, come quello di un fantasma. Poi, guardandolo meglio, vedemmo che aderiva come a un'asta di bandiera, e quest'asta era la spalla, il braccio, il fianco, la gamba, tutto quello che di lui poggiava sulla gruccia: e il resto non c'era"
Riflettiamo un po' su quanto letto:
Adesso osserviamo come viene rappresentato graficamente Medardo sia nel silent che nel graphic.
Questa, nel silent, è la scena dell'arrivo nella lettiga
e questa la rappresentazione grafica di Medardo
Questa, invece, è la vignetta del graphic che rappresenta Medardo appena sceso dalla lettiga?
"di Medardo è ritornata la metà cattiva"
Prima di procedere con il proseguo della storia, è necessaria una sosta - che vi avevo anticipato nell'incontro precedente - per sedimentare quanto letto, collegarlo a riflessioni personali in chiave orientativa e stemperare l'atmosfera negativa della nuova natura di Medardo con attività di stampo creativo.
Per l'esplicitazione e la messa in pratica di queste consegne, non resta che attendere il prossimo post.