domenica 3 novembre 2024

Ancora oggi "soli et pensosi"

 

                                             monumento a Francesco Petrarca (Arezzo)

650 anni sono passati da quando è morto Francesco Petrarca, celebre poeta nato nella nostra città, ma ancora tante sono le riflessioni che possono scaturire dalla lettura delle sue parole e che possono coinvolgere ragazze e ragazzi dei nostri giorni.
Petrarca ha vissuto un'esistenza avventurosa che tanto può affascinare i giovani di oggi, ma ha vissuto anche sentimenti contrastanti e sperimentato cosa vuol dire sentirsi soli e fragili, e questo di sicuro lo rende sorprendentemente attuale, a dimostrazione di come la letteratura sia capace di parare di sentimenti universali, provati in tutte le epoche, e sia in grado di affinare la nostra sensibilità ed empatia verso gli altri che vivono, o hanno vissuto, nel nostro mondo, rendendoci più vicini tra noi indipendentemente dalle distanze temporali o spaziali che ci separano.
Leggere Petrarca, riflettere su alcuni versi del Canzoniere - una sorta di diario personale da cui possono essere scelti sonetti e versi bellissimi - permette di affrontare e condividere con i nostri studenti delle tematiche importantissime per la loro formazione e la loro crescita personale.

- solitudine
- pensare troppo e aver paura di agire
- contrasto tra volere e non volere
- volontà di essere famosi
- divertirsi e spendere più di quanto realmente si possa
- amare qualcuno da lontano, senza essere corrisposto
- amare qualcuno per la sua bellezza fisica
- voglia di viaggiare
- immaginarsi viaggi pericolosi in mare per le tempeste o via terra per l'assalto dei briganti
- immaginarsi di scalare un monte ventoso con una persona cara, fatica e soddisfazione della vetta
- invidiare il fratello che ha scelto la via religiosa, ma non avere il coraggio di intraprenderla lui
- amore sensuale e amore spirituale come eterno contrasto
- poca fiducia nei medici



Lasciamoci guidare dalle illustrazioni di questo libro (e dalle foto che rievocano Petrarca nella nostra città, e non solo).

Francesco Petrarca nasce ad Arezzo nel 1304 in via dell'Orto dove, ancora oggi, è possibile ammirare il palazzo denominato, appunto, Casa del Petrarca.







ma pochi mesi dopo la nascita se ne andrà dalla città, causa esilio dei suoi genitori, e si stabilì ad Avignone, in Francia, sede della corte papale.
I viaggi e gli spostamenti caratterizzeranno tutta la sua vita, talora anche affrontati in situazioni pericolose, come tempeste o assalto di briganti.
Altro fatto essenziale: nel 1307 era nato suo fratello Gherardo, cui rimarrà legatissimo per tutta la vita.
A Montpellier studiò diritto per volere del padre Ser Petracco, notaio fiorentino, anche se le sue passioni più autentiche erano la filosofia e la poesia (il padre arriverà persino a gettare nel fuoco alcuni libri di poeti latini, colpevoli - a suo dire - di distrarre il figlio da impegni più importanti).
Durante la giovinezza Petrarca e il fratello studiarono in diverse città, tra cui Bologna, dove si divertirono molto più di quanto sarebbe stato loro concesso, ragion per cui il padre li ammoniva di nuovo a non trascurare lo studio a favore di conquiste femminili e passeggiate fino a notte inoltrata.
Francesco da giovane si descrive come non di corporatura forte ma agile, non di straordinaria bellezza ma ugualmente piacente.
Lui e il fratello spendevano un sacco di soldi per nuovi vestiti, nuove scarpe e nuove acconciature; in più Franceso erano ricercatissimo perché sapeva scrivere e improvvisare poesie molto belle e alle feste tutti volevano sentire i suoi versi.
Insomma, erano dei tipi popolari e conducevano un'intensa vita mondana, anche dopo il loro ritorno ad Avignone a seguito della morte del padre. 









Poi la mattina del 6 aprile del 1327 (venerdì santo) Francesco Petrarca vide per la prima volta nella chiesa di Santa Chiara una donna bellissima - di nome Laura - e da quel momento la sua vita cambierà per sempre.
I due non si parleranno mai (lei era anche sposata) e questo amore non corrisposto lo tormenterà di giorno, di notte e in ogni luogo.




Petrarca amava Laura (si chiamava davvero così o il nome è scelto apposta per rievoca parole quali laurea, aurea...) di un amore sensuale, gli piaceva il suo corpo, gli piacevao i suoi capelli e continuava ad amarla anche quando il suo fisico mostrava inevitabilmente i segni degli anni che passavano
Il tormento amoroso diventerà irresistibile quando Laura, nel 1348, morirà di peste...


I libri, la scrittura rimarranno sempre le passioni della vita di Petrarca e il Canzoniere, scritto in onore di Laura, sarà l'opera su cui per tutta la vita lavorerà.
Non dimentichiamoci che a scrivere versi era bravissimo e aveva ottenuto perfino la prestigiosa incoronazione per laurea poetica in Campidoglio, a Roma.
Nonostante non sia stato di temperamento forte come suo fratello che scelse di seguire la via religiosa, e il suo sentimento contrastante tra ricerca di amore spirituale e amore terreno realmente provato saranno motivo di dolore per gran parte della sua esistenza, lo studio dei classici e la scrittura lo resero un uomo appassionato di lettere fino al termine dei suoi giorni. 
Non si sposò mai, ma ebbe dei figli.
Fu proprio la figlia che, si dice, lo trovò privo di vita accasciato nello scrittoio accanto ai suoi scritti e ai suoi amati libri.
Morì nel 1374, anziano per l'epoca, a causa di una forte febbre, incurante dei rimedi e dei consigli dei medici nei confronti dei quali non nutriva fiducia.
Negli ultimi anni era vissuto ad Arquà, Padova ed è qui che riposano le sue spoglie. 







tomba del Petrarca ad Arquà 



    monumento del Petrarca ad Arezzo

Oltre al libro a fumetti sopra menzionato e alle foto scattate in città, ci dedichiamo anche alla lettura e all'osservazione di altri due testi incentrati sulla figura di Petrarca.
Il tutto, ovviamente, affiancato alla lettura di alcune tra le sue poesie più famose.




La rappresentazione di Laura e del suo amore tormentato per lei (con alcuni dubbi sull'esistenza della donna)




Laura e l'amore travolgente che caratterizzò tutta la vita del poeta






Il poeta "solo et pensoso" cerca di sfuggire all'amore passeggiando in campagna, ma invano. L'Amore non lo lascerà mai e anche la natura sembra accorgersene.



Connessione con il dipinto "Il viandante nella nebbia"
Altre connessioni?


Il poeta è solo e disperato nella sua camera.
Quante volte capita anche a noi?





martedì 8 ottobre 2024

Lettura, scrittura, studio... a partire dagli oggetti

 


Con la classe prima, composta da ragazzi che nella quasi totalità si conoscevano, è stato un successo cominciare l'anno scolastico con la fiction, in particolare con la scrittura di racconti i cui protagonisti erano oggetti di uso quotidiano destinati a nuova vita.
Lo spunto lo abbiamo preso leggendo due albi illustrati, ma numerosi sono i riferimenti letterari a cui attingere per fornire spunti di scrittura intelligenti e creativi, come quelli suggeriti da grandi maestri quali Bruno Munari e Gianni Rodari.

Noi siamo partiti quest'anno da questi due albi, semplici ed efficaci: Chiuso per ferie di Maja Celija e La vita nascosta delle cose di Marianna Balducci.



Qui è possibile leggere tutto il percorso fiction svolto nei primi giorni di scuola in una classe prima: Partenza con la fiction
Qui si possono leggere le storie collettive fiction create sempre dai ragazzi di prima a partire dai personaggi dei loro micro-racconti: Storie fiction collettive
Giusto per dare un'occhiata anche agli scritti di avvio della classe seconda, qui si possono leggere i micro-racconti estivi autobiografici ispirati ai brevi ricordi del libro Non ero iperattivo, ero svizzero: Pillole di memoria estive
Lascio infine qualche idea ricavata dal libro Fantasia di Bruno Munari da sviluppare come avvio di laboratorio di scrittura o, come avevo fatto a suo tempo, come consegna estiva da recuperare a inizio anno scolastico per percorsi ordinari di scrittura: A tutta creatività (estiva) con Bruno Munari

Ma, tornando al nostro focus iniziale, continuare a seguire la suggestione derivante dagli oggetti quotidiani che cambiano il loro uso, può rivelarsi interessante in molteplici occasioni.
Vediamone alcune.

Per rimanere sulla fiction e parlare, ad esempio di genere horror (o per svolgere alcune letture in occasione della ricorrenza di Halloween) perfetto è il racconto di Guy de Maupassant La rivolta degli oggetti.
Io leggerò la versione presente nel libro Paura! Classici col brivido adattati da Donatella Ziliotto e illustrati da Laura Re di Einaudi Ragazzi.



Ma gli oggetti ci forniscono ottimi spunti di pre-scrittura (e scrittura) anche se intendiamo passare al genere autobiografico.
Numerose sono le poesie che vi fanno riferimento e che possiamo leggere per dare avvio a riflessioni e sollecitazioni di scrittura. 
Io ho scelto Fra tutti gli oggetti di Bertold Brecht perché mi piacciono molto i testi poetici che sfumano delicatamente verso la prosa


Oppure si possono leggere albi illustrati molto impattanti, come Il cassetto dei ricordi di Lorenza Farina, illustrato da Lucia Ricciardi


Ma gli oggetti sono fantastici anche per facilitare lo studio della storia, come ben spiega il prof Antonio Brusa e come ben spiega il libro Fare storia con gli oggetti di J.S. Mestre e N.L. Molina.
In prima, ad esempio, possiamo concederci un bell'approfondimento sull'arazzo di Bayeux per conoscere oggetti di guerra e di uso quotidiano ai tempi della battaglia di Hastings (1066) e della conquista normanna dell'Inghilterra.
Qui il suggestivo video animato dell'arazzo stesso


Così come altrettanto affascinanti risulteranno ulteriori approfondimenti su gioielli, capi d'abbigliamento o oggettistica da cucina di popolazioni vissute in loco (spesso i musei d'arte medievali delle nostre città ne sono pieni!) oppure incunaboli conservati in biblioteche, eremi o monasteri o ancora oggetti da caccia/agricoli ricavabili da dipinti o sculture, come nel caso delle opere in pietra, rappresentanti il  ciclo dei mesi, realizzate nella prima metà del 1200 e posizionate sopra il portone di ingresso della Pieve di Santa Maria Assunta di Arezzo, la nostra città.


E di sicuro penserò a strutturare un'attività interdisciplinare focalizzata sull'invenzione medievale degli occhiali, così come si spiega a pag. 100 del libro citato



Insomma... partenza con gli oggetti, continuazione con gli oggetti.
Credo proprio che ci divertiremo (e che mi divertirò ;-))

sabato 28 settembre 2024

Partenza... a tutta fiction!

 


Partire in una classe prima con la produzione di testi fiction? Certo che sì!
A parte il fatto che la fiction può essere un ottimo punto di partenza per qualsiasi nuova occasione di conoscenza, visto che non tutti gradiscono esporsi in prima persona, mentre tutti gioiscono nel raccontare storie con protagonisti terzi, ho scelto quest'anno di iniziare proprio lavorando con delle storie fiction, anche in considerazione del fatto che nella mia prima un numero molto elevato di alunni si conosceva già perché proveniente da una stessa classe della scuola primaria.
Ho, insomma, evitato quelle classiche attività legate alla messa in comune delle preferenze e degli interessi che tanto incuriosiscono gli studenti desiderosi di conoscere i nuovi compagni ed eventuali affinità caratteriali, ma che in questo ne hanno avuto di tempo alla primaria per conoscersi, pur lavorando lo stesso sul senso di appartenenza a una nuova comunità che l'esperienza della scuola "dei più grandi" va necessariamente  a rappresentare.
In più, far riflettere e far scrivere testi fiction permette di capire molto dei nostri studenti; è solo che loro si sentono più rilassati a parlare di storie che riguardano altre persone e ci offrono una conoscenza/presentazione di sé "mediata", autentica ma allo stesso tempo meno ansiogena rispetto ad una richiesta esplicita formulata in termini autobiografici. 
Insomma, dalle storie fiction scritte dai nostri studenti si riesce a comprendere davvero tanto di loro.
Vediamo com'è andata...





Perché non prendere a riferimento un testo simpatico come quello del grande Bernard Friot?
Dopo aver letto alcuni micro-racconti fiction tratti del libro Ricette per racconti a testa in giù, anche noi abbiamo creato le nostra storie scegliendo come ingredienti 3 cose che ci piacciono. Le abbiamo legate insieme - quasi amalgamandole, proprio come se le dovessimo cucinare -  e ne abbiamo quindi ricavato un racconto autoconclusivo che le contenesse tutte.
Ed ecco, ad esempio, che dagli ingredienti 
1) sushi 
2) calcio 
3) manga 
ne viene fuori la storia di un ragazzo che, dopo aver mangiato tanto sushi, prova a giocare a calcio con gli amici, ma si sente rallentato causa pancia piena e preferisce mettersi nel divano a leggere il suo manga preferito.
I ragazzi non avrebbero mai voluto smettere di scrivere, giuro!



C'è qualcosa di meglio che condividere storie in cui abbiamo potuto dare spazio alla nostra fantasia?
Anche in questo caso ci viene in aiuto un albo illustrato fortissimo,  Chiuso per ferie di Maja Celija. 
In una casa rimasta vuota causa partenza degli abitanti per le vacanze estive, i personaggi racchiusi nei quadri o nelle fotografie prendono vita, escono dalle cornici e si muovono in tutta libertà.









Molto suggestiva anche l'osservazione del video animato



Ispirandoci all'albo, abbiamo immaginato anche gli oggetti della nostra scuola muoversi in libertà non appena le aule rimangono vuote.
Via libera, quindi, a lavagne interattive che scrivono da sole, mappamondi che si mettono a ruotare vorticosamente,  matite e pennelli danzanti al suono della musica che parte da sé, stati che escono dalle carte geografiche e si fanno un bel giro, oceani che accolgono pesciolini scappati dalle copertine dei diari...
Le condivisioni, assicuro, sono state un vero spasso!




Altro bellissimo libro, tra albo illustrato e fotografia, di tematica simile che ci ha offerto spunti di lavoro altrettanto motivanti è stato La verità nascosta delle cose di Marianna Balducci, dove oggetti quotidiani (o di uso ormai passato ma sempre ultra-affascinanti) assumono nuova vita grazie a piccoli personaggi che ne modificano il consueto utilizzo.
Marianna Balducci è così brava a inventare storie che alcune le abbiamo prese come modello per impostare le nostre primissime strategie di comprensione del testo legate a trama e personaggi.






Anche la presentazione dell'organizzatore grafico dell'omino cuore-mano-cervello (classico strumento wrw) per individuare caratteristiche e fatti salienti dei personaggi ha ricevuto un'ottima accoglienza


Tanto che lo abbiamo anche sperimentato riferendolo a ciò che pensiamo-proviamo-facciamo noi stessi in questi primissimi giorni di scuola



Oppure applicandolo a ciò che pensa, prova e compie la signora Lucilla, simpatica protagonista del racconto Mattarello 





Racconto che ci è piaciuto così tanto da sceglierlo come modello per elaborare il nostro primissimo riassunto scritto (e il nostro omino cuore-mano-cervello ci è stato ancora di aiuto)



E per lavorare sul senso della nuova comunità formatasi nel nuovo contesto scolastico? 
Niente di meglio che utilizzare gli appena conosciuti organizzatori grafici, o aiutarsi con i dadi dello storytelling, per continuare a creare piccole storie di fantasia individuali da raccogliere prima a piccolo gruppo, poi a classe intera in una vera e propria STORIA COLLETTIVA che si avvale del contributo di ciascun alunno della nuova classe.
Eh sì: non c'è storia collettiva senza collaborazione, e noi abbiamo collaborato benissimo!
Ed è stata una bella soddisfazione anche vedere il nostro lavoro pubblicato nel blog di istituto e trasformarlo in minilibretto illustrato personalizzato.



Queste le storie collaborative create a partire da personaggi inventati singolarmente e poi amalgamati in storie collaborative scritte a più mani.

 gruppo 1: Huang, Cristian S., Waleska, Adelina

                  Personaggi:

  • un uomo che mangia un frutto e ottiene super-poteri
  • una donna anziana che prepara pizze molto buone
  • una donna giovane che prepara pizze molto buone
  • un giovane mago 

Una donna anziana e una donna giovane aprirono un ristorante dove preparavano delle pizze molto buone con una ricetta segreta. Un giorno entrò nel ristorante un uomo con in mano un frutto misterioso e lo mise in tasca per non farlo vedere. L’uomo disse alla giovane chef: - Scusa, posso avere una pizza? La giovane chef rispose: - Certo! La donna giovane iniziò a preparare la pizza e, appena cotta, la dette all’uomo. La pizza con quella ricetta era veramente speciale! All’improvviso nel ristorante entrò un ladro che aveva saputo che la pizza era speciale e disse alle due donne urlando: - Datemi la ricetta della pizza! Le due donne, tutte impaurite, gli dettero subito la ricetta. Il ladro scappò di colpo correndo, preso dall’ansia, ma dal nulla spuntò un mago misterioso che disse al ladro: - Dammi la ricetta che hai rubato! Il ladro scappò, ma il mago fece in modo che la ricetta rubata finisse nelle mani dell’uomo con il frutto in tasca e  quest’uomo, che aveva una maschera come faccia, la tolse e disse: - Io sono Jhon Cena! John Cena mangiò il frutto misterioso e diventò enorme; con il piede schiacciò il ladro e il mago gli prese la ricetta, andò al ristorante a consegnarla alla donna giovane e alla donna vecchia, che lo ringraziarono tanto. Il mago e Jhon Cena diventarono migliori amici e guardie del ristorante.

 

gruppo 2: Alessia, Valentina, Maikol, Anna Maria

                  Personaggi:

  • una fioraia che mangia tante ciambelle
  • una ragazza che va a scuola di domenica e non trova nessuno
  • una donna che compra un cane
  • un ragazzo che ascolta le canzoni di Anna Pepe 

Era una domenica mattina e una ragazza di nome Rachele andò a scuola come ogni giorno. Appena arrivata non trovò nessuno e subito si preoccupò, così tornò a casa dalla madre Laura e chiese spiegazioni. La madre le disse che era domenica e, dato che era fioraia e lavorava anche in questo giorno di festa, lasciò Rachele da sola per andare al lavoro. La signora andò in negozio, ma vide che al posto dei fiori c’erano le ciambelle, così cominciò a mangiarle. Mangiando tanto, diventò talmente piena che stava per esplodere, così andò dalla sua amica dottoressa, di nome Maria, e si fece dare una medicina. Dopo averla curata, Maria propose a Lara di andare a cena da lei e Lara accettò. Il giorno dopo Maria andò a prendere un cagnolino al canile. Qui trovò un cucciolo di pastore maremmano bellissimo e lo chiamo Kyra. Tornata a casa, vide suo figlio Gianfilippo che ballava e ascoltava Anna Pepe e, finita la canzone, preparò insieme a lui la cena. Dopo poco, arrivarono Lara e Rachele. Cenarono tutti insieme, compreso il cagnolino Kyra, e si divertirono un mondo.


gruppo 3: Ginevra, Teresa, Vittoria

                  Personaggi:

  • un cane che apparteneva alla regina si perde
  • un ragazzo prende un cane al canile
  • una ragazza che non aveva ricevuto regali di compleanno da nessuno, ne riceve uno bellissimo dai genitori: un viaggio in America 

Una ragazza di nome Sara per il suo compleanno non aveva ricevuto nessun regalo e i suoi genitori, vedendola triste, le regalarono un viaggio in America insieme al suo fidanzato Francesco. Francesco aveva preso pochi mesi prima una cagnolina di nome Sky e anche lei sarebbe andata con loro. Presero tutti l’aereo e passarono insieme due bellissime settimane, ma quando fu il momento di partire, Francesco diede a Sara il suo regalo: un altro viaggio di tre giorni a Londra! Dopo qualche giorno presero un’altra volta l’aereo per Londra. Appena scesi dall’aereo, si accorsero che pioveva in maniera assurda, ma questo non li fermò per fare un giro in città. Durante la passeggiata Sky iniziò a tirare il guinzaglio, ma Sara e Francesco non capivano il motivo. Ad un tratto videro un cucciolo di golden retriver: era quello il motivo per il quale il loro cagnolino tirava così! Non esitarono nemmeno un attimo e lo portarono nel loro albergo. Francesco chiamò il numero della medaglietta e gli rispose la famiglia reale! Nel frattempo King, il cagnolino della regina, si era innamorato di Sky. Il giorno seguente, appena smise di piovere, i due fidanzati riportarono King alla regina, ma il cagnolino non si voleva allontanare da Sky e Sky non si voleva allontanare da lui. Alla fine si scoprì che la cagnolina era incinta di otto golden retriver. La regina non voleva separarli, quindi decise di regalare alla coppia una cosa a Londra. Una nuova avventura li stava aspettando!       

                                        

gruppo 4: Gabriele, Alessio, Christian M., Davide

                  Personaggi:

  • un angelo che cade per le ali non “ricaricate”
  • un ragazzo con un naso così grosso che vorrebbe toglierselo
  • una signora che vuole preparare un dolce ma ha pochi ingredienti 

Era una giornata soleggiata, Mr Nasone e Filippo Calippo erano a tavola impazienti di mangiare una fetta di dolce, ma la mamma di Filippo, Mariasedia, era a corto di ingredienti. - Ragazzi, vado a fare la spesa, state attenti e non aprite agli sconosciuti! – disse la mamma con fare superiore. - Oh, mamma! – dissero in coro con la bocca asciutta. Intanto Barcello, un angelo, stava volando tranquillo, senza preoccupazioni. A un certo punto si sentì più leggero del solito, pensando di aver raggiunto la pace interiore, ma all’improvviso si ricordò di non aver caricato le ali, così precipitò sulla casa di Mr Nasone e Filippo Calippo. L’impatto della caduta era così forte che Barcello spaccò il tetto e finì proprio a capotavola. - Accidenti! La prossima volta devo ricordarmi di portare un caricatore portatile! – disse Barcello facendo finta di niente. - Ragazzi! Sono tornata con la spe… ma cosa avete fattooooooo!!! - Tranquilla mamma, stiamo bene! - Nooooo! Cosa avete fatto al mio set di bicchieri di cristalloooooo!! Era infuriata! - Posso spiegare… - disse Barcello La mamma Mariasedia stava emanando attorno a sé un aura potentissima. - Mamma, calmati – disse Filippo Calippo impaurito. - Non chiamatemi più mamma, Chiamatemi SIGNORAMARIATORTURAMEDIEVALE!! Mr Nasone disse: - Signora, si calmi! Alla fine la signora si calmò e mangiarono tutti insieme il millefoglie al mascarpone. 


gruppo 5: Lin, Greta, Emily, Ioanaiarina

                  Personaggi:

  • una ragazza un po’ paurosa
  • una ragazza preoccupata
  • una ragazza che va in America
  • un assassino che terrorizza la città 

Un giorno tre ragazze di nome Sharon, Tara e Ely vincono un viaggio a Chicago. Dopo tre ore arrivano all’hotel e si dirigono verso la loro stanza. Durante una notte qualsiasi, alle 3:00 del mattino, arriva una telefonata sconosciuta. Le tre ragazze si svegliano di scatto, cercano di capire chi era e, prima di rispondere, parlano tra loro. Tara, sottovoce, esclama guardando le altre: - Chi sarà mai? Ely rispose: - Non so, proviamo a rispondere – e allora risposero. - Chi è? – domandò Sharon. Una voce cupa e paurosa rispose: - Ciao, Sharon, Tara, Ely. So dove abitate. Un momento di silenzio tra le tre. - Vi sto venendo a trovare… Tara impaurita rispose: - Ma… ma… chi sei? - Vero! Chi sei? – aggiunge Sharon. La voce cupa rispose da un silenzio tombale, dopo di che disse: - Giratevi. Vedrete la persona che viveva qui prima di voi. Le ragazze si girarono e videro un morto senza testa nel divano. Impaurite da quella vista corsero in cucina a prendere un coltello e videro una testa infilzata. Ely andò di corsa in camera da letto e, quando Sharon e Tara la raggiunsero, rimasero tutte spaventate a morte perché davanti a loro c’era l’assassino più famoso di quelle zone: SCREAM! Le ragazze aprirono la finestra e si precipitarono fuori per nascondersi dietro un cespuglio, quando Scream uscì per cercarle, ma non le notò. Le ragazze erano in salvo per ora… 




 

gruppo 6: Maria Angelica, Emine, Nora, Sofia

                 Personaggi:

  • una ragazza che gioca a pallavolo
  • una ragazza che fa shopping
  • una ragazza che trova un cagnolino e lo porta dal veterinario
  • una ragazza che vuole comprare una cintura e una gonna ma non le trova ed è triste 
  • a questi si sono aggiunti personaggi ripresi dagli altri gruppi. 
  • Questa l’abbiamo chiamata “storia collettivissima

Un giorno una ragazza di nome Marta uscì dalla palestra di pallavolo e, vicino alla porta, vide un cane solo e lo portò subito dal veterinario. Quando arrivò nella stanza del veterinario vide una ragazza con una gonna insieme a una cintura brillantinata bellissima. Le chiese dove l’avesse presa e la ragazza rispose: - L’ho presa da Zara, comunque grazie per il complimento! Marta il giorno dopo andò in negozio da Zara, ma non trovò né la gonna né la cintura ed era molto triste. Tornò la sera e, per la tristezza, iniziò a guardare un film horror che parlava di un assassino che terrorizzava la città. Mentre guardava il film, sentì dei rumori provenienti dalla cucina, allora con terrore andò a controllare e alla fine scoprì che era sua zia che cucinava la pizza per la cena. Il giorno dopo Marta non vide più il cane nella cuccia, allora tutta preoccupata cercò in tutta casa, ma capì che ormai era scappato. Allora andò da sua zia ad attaccare dei cartelli con la scritta “Cercasi cane”. Andò in un primo negozio dove c’era una signora che mangiava le ciambelle. Marta le diede un po’ di volantini e le disse: - Chiama questo numero se vedi il cane, per favore. Mentre tornava disperata a casa, vide un angelo con in braccio un cane che saliva verso il cielo. Da lì capì che il cane non c’era più… In realtà la mattina dopo si sveglio con una bella sorpresa: il cane che le leccava la guancia; si era solo allontanato.

 

Alla fine abbiamo ideato, inventato, collaborato, amalgamato, condiviso. 
E ci siamo divertiti, oltre che meglio conosciuti. Ottimo, no?
Per me/per noi la fiction è stata davvero top!