venerdì 31 ottobre 2025

Il visconte dimezzato: tra metà e completezza (settima parte)

 


Ed eccoci arrivati a uno dei punti clou del romanzo: le due metà di Medardo vanno in giro per il paese in autonomia, ma una (il gramo) dispensa cattiverie e sofferenze a non finire, mentre l’altra (il buono) si prodiga fino allo sfinimento per cercare di accollarsi e risolvere i problemi di tutti.
Nel paese sono evidenti i segni del passaggio di entrambe le metà: dove passa il buono ci sono melograni fasciati, animali curati, persone rassicurate; dove passa il gramo ci sono uova rotte, animali danneggiati e persone spaventate.
Come si può immaginare, il buono è molto ricercato dai bisognosi, avrebbe anche potuto diventare il governatore del paese, ma preferisce vagabondare facendo del bene a più persone possibili, senza dimenticasi di impartire buoni consigli e ammonimenti per cercare di prevenire violenze e peccati.
Proprio come Pamela, anche gli Ugonotti non approvano l’eccessiva bontà di Medardo, troppo impostata sulla morale e sull’importanza della carità, e lo stesso dicasi dei lebbrosi, infastiditi dall’impegno del buono di curare le loro anime e quindi costretti a sorbirsi continue prediche e intromissioni sulla loro vita libertina (“delle due metà è peggio la buona della grama” dicevano tra loro).
Intanto la ragazza continua a vivere nel bosco e si annoia a passare tanto tempo con il buono: deve lavare i panni dei poveri e ascoltare la lettura ad alta voce della Gerusalemme Liberata che non le interessa minimamente.
È proprio felice quando il gramo passa col cavallo e con la falce, cercando di colpire il buono, taglia il libro a metà e ne fa disperdere le pagine.
Queste sono le illustrazioni dello scempio del libro compiuto dal gramo ritratte nel silent e nel graphic. Quali le differenze? Quale preferite?



Il buono vorrebbe che le forche destinate ai condannati cambiassero funzione e, parlando con il costruttore, progetta che possano diventare macchinari per macinare/cucinare gli alimenti e, nel contempo, per diffondere dolci melodie. Per il costruttore realizzare una macchina del genere appare molto complicato, mentre si trova meglio a costruire gli strumenti di morte commissionati dal gramo.

Intanto la metà cattiva di Medardo vuole sbarazzarsi di quella buona che sta riscuotendo troppo successo tra i sudditi, così ordina alle guardie di catturarlo e ucciderlo. Le guardie disubbidiscono chiedendo al buono di eliminare il gramo e di prenderne il posto, ma lui rifiuta, così la metà cattiva punisce gli organizzatori del complotto uccidendoli senza pietà.

Per quanto riguarda Sebastiana, ella ha parole di rimprovero sia per il gramo che per il buono, i cui gesti, anche se dettati da buone intenzioni, talora assumono risvolti negativi, come quando ha donato ad un disabile la sua stampella e questi l’ha utilizzata per picchiare la moglie.

Il paese intero si trova destabilizzato e a Terralba gli abitanti sono molto confusi. Così dicono i lebbrosi a proposito della situazione:

“Meno male che la palla di cannone l’ha solo spaccato in due: se lo faceva in tre pezzi, chissà cosa ancora ci toccava di vedere”

Così chiude il capitolo la voce del nipote-narratore:

“Così passavano i giorni a Terralba, e i nostri sentimenti si facevano incolori e ottusi, poiché ci sentivamo come perduti tra malvagità e virtù ugualmente disumane”


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